EGGERS: SCRITTORE O IMPRENDITORE?

Pubblicità progresso: sull’ultimo numero della rivista  Pulp (che si deve, com’è noto, al valoroso Fabio Zucchella e al suo manipolo di prodi), ci sono molte cose da leggere. Articolo di copertina su Philip Roth e sul nuovo libro Il complotto contro l’America (qui l’intervista di Antonio Monda uscita oggi sul quotidiano, a proposito). E poi, un consigliabile colloquio con Lawrence Block, uno speciale di cui vi dirò, le recensioni, Renzo Paris sulla poesia giovane. Nonché la rubrica di Daniele Brolli, L’angolo della sfinge, ovvero I ritratti dell’editoria italiana, che questa volta è dedicata alla famigerata polemica sulla fabbrica dei best-seller, su Faletti, sul popolare. Di questa parte, per non generare nuovi rivoli incontrollabili, taccio (leggetela però su carta) . Ne traggo invece una sortita interessante di Brolli che riguarda Dave Eggers. Ovvero:

“Di romanzi in Italia e nel mondo ne escono di ogni tipo. Alcuni divengono best-seller, altri vengono dimenticati in fretta. Alcuni nascono per rimanere, altri no. A prescindere che siano libri popolari o meno. Ma è anche vero che tutti sono promossi dalle case editrici che possono permetterselo, come se dovessero divenire tali. Non credo che Dave Foster Wallace, Dave Eggers, Rick Moody, Michel Faber, Michael Chabon, Jonathan Franzen… solo per fare dei nomi, scrivano con le stesse motivazioni di Faletti o Dan Brown, ma il modo in cui i loro romanzi vengono promossi è lo stesso. Si dice di loro che sono dei narratori che rivoluzioneranno il nostro modo di leggere (così facciamo sentire il lettore un po’ imbecille se nell’affrontarli si sente un po’ in difficoltà: “sei tu che non capisci perché non sei abbastanza intelligente”. Bella strategia). Ma alcuni di questi non sono coerenti con le loro ambizioni, scrivono facendo il verso a un modo di scrivere codificato come altri e sono spinti sul mercato solo perché hanno il contenuto giusto, la faccia giusta, l’ambizione giusta o magari anche solo perché c’è l’esigenza di avere un best-seller e hanno vinto il pari-o-dispari. Può capitare però che un Moody o un Eggers qualunque, tanto per fare nomi, divengano qualcosa al di sopra dei loro meriti, solo per il clima di aspettativa che è stato creato attorno al loro lavoro. O per la vena imprenditoriale che li contraddistingue. Dave Eggers è un ottimo imprenditore che con il suo primo romanzo ha esaurito tutto quello che aveva da dire, ma per l’industria culturale è dannoso farlo sapere. È diventato autorevole internazionalmente grazie alle sue iniziative editoriali (ovvero le due riviste letterarie più vendute nel mondo, da lui fondate) con cui si è fatto portabandiera delle idee e dell’originalità altrui. E adesso chi lo tocca più?”

Però…

99 pensieri su “EGGERS: SCRITTORE O IMPRENDITORE?

  1. Eggers? Noioso. O meglio: un prodotto da laboratorio editoriale che ormai si è esaurito insieme a tutti quei nomi qui citati. E che non starò a ripetere.
    Saludos.
    Iannox

  2. E che dire, allora degli emuli di Pynchon e Wallace? Meglio com’era una volta, con la Deledda e Thackeray. Al limite, passo per Urania, che è meglio di tanta robetta da laboratorio editoriale.
    Saludos.
    Iannox

  3. brolli ha ragione, non solo su eggers, ma su come alcuni scrittori non popolari vengono fatti passare come autori raffinati pur non avendo la bravura dei popolari.
    va bè, volevo dire che quello del petalo cremisi è la mazzantini dei lettori salottieri.

  4. Be, però ce ne fossero imprenditori così. Appena è uscito – mi ricordo – il libro ci furono varie occasioni di riflessione, e se non sbaglio proprio sul fatto – di cui si parlava l’altro ieri -dell’autobiografia. Questo ragazzo era “davvero” rimasto solo, con il fratello più piccolo. NOn era tutto “inventato” nella sua storia. “Davvero” si erabno cresciuti uno con l’altro. Sì, da una parte c’è la speculazione degli editors, dall’altra uno scrittore, che anche a me non pare paricolarmente dotato. Però è intelligente. A volte meglio un bravo critico, una brava giornalista, che un pessimo scrittore.

  5. Forse non c’è niente di male quando si scrive qualcosa che val la pena di leggere. In quel caso la questione non si solleva.
    Ma come la mettiamo se scrivo libri-peperoni e invece di venderli al banco verdure, li pubblico e faccio in modo che vengano diffusi perchè ho i soldi che mi consentono di avere i canali ed i contratti giusti?
    Sostiene Marzullo…

  6. no, scusate, non capisco. E come andrebbero promossi franzen e wallace secondo brolli? bisognerebbe stare zitti sul fatto che escano i loro libri? a me questo pare veramente fighettismo snob: si parla di faletti ma si tace su franzen perchè altrimenti si diventa populisti? Siamo pazzi?

  7. visto che su questo blog viene spesso l’editor di mondadori, mi piacerebbe sapere perchè in italia non si fa una mcsweeney…

  8. di Dario Olivero
    repubblica.it – 8 luglio 2004
    Ci sono due possibilità per avere il nuovo libro di Dave Eggers “Se non è vietato è obbligatorio” (tr. it. F. Pacifico, minimum fax). La prima è andare in libreria e acquistare due libri minimum fax e riceverlo in omaggio. La seconda è prenotare sul sito della casa editrice i titoli di questa nuova collana (i mini): uno di Jonathan Lethem, uno di Rick Moody e uno di Paco Ignacio Taibo II. Chi conosce Eggers si adatterà, chi non lo conosce è ora che ci provi. In particolare qui Eggers è alle prese con una campagna elettorale in California. E’ un’escalation di porcate e colpi bassi alla chi si ferma è perduto tra due candidati e i due think tank alle loro spalle. Un cammeo.
    Vorrei portare alla vostra attenzione alcuni punti:
    1) Il libro di Eggers si poteva avere solo in due modi in quel di Luglio 2004; o compravi in una libreria due libri minimum fax e lo ricevevi in omaggio oppure ordinavi tre pacchi sorpresa e ricevevi in aggiunta il quarto. Ora potreste andare sulla libreria on line di minimum fax acquistare 4 (e dico 4) libri “mini” (si sono accorti che è meglio farli piccoli, così si nascondono meglio) della collezione minimum fax e ricevere il librodi Eggers, ovviamente in omaggio. In ogni caso te lo regalano, anche perchè….se non te lo regalano quand’è che te lo compri?
    2) Dario Oliviero scrive: ” E’ un’escalation di porcate e colpi bassi alla chi si ferma è perduto tra due candidati e i due think tank alle loro spalle”. Poi aggiunge: “un cammeo”. Ne deduciamo che tra i gioielli di famiglia Oliviero annoveri moltitudini di porcate poste l’una a fianco dell’altra in qualche bella libreria di mogano. Tanto quelli che sostengono la causa degli imprenditori americani che vendono la loro spazzatura in Italia hanno sempre belle librerie di mogano.
    3) Magari sarebbe più interessante un libro sulle porcate delle campagne elettorali italiane: almeno potremmo pettegolare di cose che ci riguardano.
    4) Qual’è il motore di un Editore? Cos’è che definisce l’editore, differenziandolo dall’imprenditore? La motivazione culturale, l’amore per il buon prodotto, la fruibilità della letteratura….o il guadagno? Cos’è che fa lo scrittore? La sua storia personale di ascesa economica che poi gli consente di autopubblicarsi o l’effettiva valenza dei suoi scritti?
    The day after breakfast:
    remake di un noto film americano, in cui l’Italia si scopre invasa da editorie di Berlusconi il quale ha deciso di autopubblicarsil.

  9. valchi, quando si dice eggers “imprenditore” si intende “editore”. eggers fa un’ottima e meritoria rivista, con la quale ha promosso un sacco di giovani sconosciuti e innovato il panorama letterario americano (con idee sue, mica rubate come dice brolli), e poi ha anche pubblicato qualche romanzo per conto suo. premesso che dei gusti non ha molto senso discutere, cosa rimane di cui parlare in questa storia? forse di un po’ di invidia per la scena americana, almeno da parte mia. un po’ di modestia in più e un po’ meno retorica, alle patrie lettere farebbero di un bene, ma di un bene…

  10. mah, mica mi è chiaro. Eggers con la sua rivista e il suo sito ha lanciato fior di scrittori e promosso un’idea una pratica di di letteratura che magari a molti di quelli che passano sulle pagine di pulp di certo non farebbe male frequentare (per usare un eufemismo). I suoi romanzi – io ho letto “L’opera”, e non rientra molto nei miei gusti – ovviamente possono piacere o meno, del resto se li edita da solo, che problema c’è? Sarà mica un argomento di critica letteraria il fatto che uno ha fondato una bella rivista e quindi nessuno lo tocca (peraltro a un sacco di gente i suoi romanzi non piacciono, non credo nessuno sia stato arrestato per questo). Piuttosto, di mcsweeney’s magari ce ne vorrebbe anche da noi, male di certo non farebbe. Se poi si vuole parlar male di un gruppo in cui sta gente come wallace e franzen ci si rende ridicoli da soli. Mica ho capito che senso ha sta cosa. Cos’è, il gusto di sparlare di uno famoso? Non vedo un argomento critico che sia uno. ma non è che sia proprio una cosa nuova, questa.

  11. Non credo ci sia nulla di male nell’essere scrittori e al contempo imprenditori. Puo’ darsi che Brolli abbia ragione sul fatto che Eggers non abbia più nulla da dire (non l’ho mai letto e quindi non mi permetto di dare giudizi). Ma resta il fatto che tra l’essere scrittore e l’essere imprenditore non c’è, a mio avviso, contraddizione. (Non parlo di me, io non sono un imprenditore, anzi).
    Saluti a tutti.

  12. Non sarà la solita storia di quando qualcuno diventa famoso e “popolare” che non interessa più? Forse è stato sopravvalutato un pò…ma sottovalutarlo sarebbe sbagliato. Il suo primo romanzo rimane un gran bel romanzo.

  13. Mi sembra che Brolli se la prenda con i mediatori con quel “Si dice di loro che sono dei narratori che rivoluzioneranno il nostro modo di leggere […]”.
    Si può dargli torto?, no, ma siamo alle solite, è inutile incazzarsi, bisogna fare. E qualcuno fa, per esempio Stilos uscirà in edicola da aprile (vedi segnalazione dell’ottimissimo Scarpa su nazione indiana di oggi).
    Per il resto a me gli artisti imprenditori sono simpatici. Ne ricordo tre: Igort che ha messo su una casa editrice, la Coconino press; Dubuffet che vendeva vini; Ives che componeva quando non faceva l’assicuratore.

  14. B. Georg, Caro,
    per me Eggers è fondamentalmente noioso e su questo “particolare” fonda la sua fortuna: spreca un fiume d’inchiostro e te lo vende – e sottolineo “vende” – come letteratura di quella buona. Ha i mezzi e i soldi per potersi permettere un’azione del genere e fare fesso chi gli sta dietro o davanti, a seconda dei gusti. Il suo linguaggio è “stereotipato”, forse è ben peggiore di quello di Dan Brown, ma c’è chi farebbe follie per un suo rigo o un autografo che sia. Non è un’intoccabile, come del resto nessuno lo è. Poi, la campagna pubblicitaria di M.F. che ti regalava il libro, meglio che non dica: ma se dico, posso solo pensarne molto ma molto male, perché, ormai dovresti saperlo pure tu, a questo mondo nessuno ti regala niente e io non c’ho proprio voglia di spendermi i soldini dietro due libri targati M.F. per avere Eggers. Insomma una bella porcata, a dirla tutta. E così l’ho detto. Ma questo è il male minore, alla fin dei conti, perché se uno non è proprio scemo andato non ci pensa proprio a incularsi da sé per Eggers Nano o Nano superdotato di niente. Sinceramente, ‘sti colpi bassi dell’editoria mi fanno drizzare i pochi capelli che ancora c’ho, ma nient’altro dabbasso. Insomma, non mi struggo d’amore per Eggers nè per Michel Faber. Se guardi a Michel Faber, molto meglio mille volte Hugo, Dickens, Thackeray da cui Michel Faber ha preso tutto e fatto passare per nuovo ma solo a chi di letteratura sa niente o ricorda ben poco. Wallace sapeva scrivere bene, ma “Oblio” è una cosa bella senza cuore, un tentativo di imitare Pynchon – ma anche questa è una moda grossolana, quella di imitare Pynchon e metterlo in ogni contesto, pure se non c’è un contesto di cui parlare. E’ un imprenditore Eggers, e come tale voglio leggerlo e forse ricordarlo, ma non è detto.
    Saludos
    Iannox

  15. Se è per questo pure della spazzatura di Leroy hanno fatto una pellicola. Ma cio’ non me lo fa più bello né più interessante d’una castrazione. Sui gusti non si discute – ma cribbio! – un po’ di buon gusto dovrebbe essere insegnato a scuola se proprio uno c’ha neanche la tentazione di scoprire che cos’è il bello e il brutto. Sempre si dovrebbe studiare attentamente l’Ars Poetica.
    Saludos
    Iannox

  16. valchi, forse il problema in generale è che si scrive prima di leggere bene: “l’invidia” cui alludevo nel mio commento era la mia, lettore italiano, per il panorama letterario americano. pensavo fosse chiaro. libera di non provare lo stesso sentimento, naturalmente (né te l’ho mai attribuito)

  17. Sottoscrivo quello che dice b.georg. Brolli è simpatico e acuto però certe volte piscia fuori dal vaso. Alla fine della filippica, c’è da notare però che Brolli fa un discorso interessante sull’etica dell’curatore (di antologie, di riviste, di raccolte); lo fa dall’alto (o dal basso) della sua esperienza coi cannibali, cioè dalla posizione di uno che in qualità di curatore scelse, se non sbaglio, una posizione di assoluto dietro le quinte; mentre è vero che Eggers è sempre molto in primo piano, addirittura più in primo piano come curatore che come autore, sempre molto più in primo piano degli autori che “cura”. Ecco, questa promozione di se stessi così dirompente non è forse quello che ci si aspetta da uno scopritore/allevatore di talenti.
    Dico anche che i suoi romanzi non mi sono piaciuti poi granché – li trovo di gran lunga inferiori alle cose pubblicate dagli altri scrittori citati da Brolli – mentre il suo racconto nella Super Raccolta di Storie d’Avventura pubblicata qui da Strade Blu è un gioiello che consiglio a tutti di leggere, anche perché finalmente Dave scrive di cose altre da sé.

  18. E’ possibile che uno scrittore scriva un solo libro bello.
    Poi che l’industria editoriale, e l’autore stesso, si rassegnino a ciò è un’altra questione. E non è un problema esclusivamente americano: mi pare che anche qua se uno vende poi cerca di ripetersi. Ed i suoi estimatori continueranno a comprarlo, sperando di ritrovare la vena iniziale.
    A me L’opera è piaciuta.

  19. Hello,
    “Indubbiamente” il più grande regista degli ultimi anni vuol dire che lo hai chiesto a tutti gli appassionati di cinema del pianeta, i quali si sono proclamati concordi con te?
    “Vacanze di Natale” ha fatto record di incassi. Tu lo hai visto Hello? Sai com’è…qualcuno ha detto che “indubbiamente” è stato il film più esilarante degli ultimi anni.
    Eppure io lo trovo stomachevole.
    Però ha avuto alle spalle una grande macchina pubblicitaria, insieme alla notorietà per discendenza del suo attore principale, e dunque…

  20. Il regista Paul Thomas Anderson (Boogie nights, magnolia , Ubriaco d’amore), indubbiamnte il più grande regista degli ultimi anni farà un film da “L’opera struggente..”

  21. caro iannox, su eggers o wallace, che dire, de gustibus (e quindi puro vuoto pneumatico argomentativo: se vogliamo proseguire, oblio a me fa paura per quanto è bello e profondo letterariamente parlando, ma si deve fare per forza a chi ce l’ha più lungo? saran mica argomenti, questi?).
    sul resto, boh, senza offesa, ma la paranoia si compra un tanto al chilo. e qui chiudo.
    baci.

  22. Cara B. Georg,
    io non ho detto della paranoia. L’unica paranoia che ravviso, in generale, è quella di pensare che ci sia occulta della paranoia dentro a un parere o espressione del proprio pensiero. Comunque. Sui gusti non si discute, o perlomeno non si dovrebbe. E vabbe’. Però il gusto è anche un metro, se non vogliamo metterla su un piano di lunghezza.
    E chiudo pure io, non avendo altro da aggiungere.
    Saludos
    Iannox

  23. b.georg
    a dirti proprio la sincera e completa verità, Eggers non mi suscita nemmeno un pochino di invidia: non mi piace, dunque cos’avrei da invidiargli?
    Iannox ha trovato l’aggettivo adatto: noioso. Come abbia fatto poi uno che fa così noia ad innovare il panorama editoriale americano resta un mistero!
    Ultima cosa: sta diventando uno status simbol contrastare una opinione negativa su di uno scrittore o su di un libro col fantachimerico discorso dell’invidia. Repubblica si bea dell’articolo di Gaia Giuliani che difende disperatamente le vacanze di Piperno a Cortina e Positano impugnando la spada anti-invidia. Ma insomma, è mai possibile che tutti quelli a cui Piperno non piace debbano essere contrassegnati con l’etichetta di “invidiosi”?
    Magari Eggers va in vacanza ai Caraibi: segnalatelo a Gaia Giuliani, può darsi che riesca a scrivere un altro dei suoi articoli.l

  24. L’opera è piaciuta anche me. Devo dire che il lungo articolo di Brolli (di cui ho riportato solo lo stralcio su Eggers) si centra soprattutto su quelli che al mitico AndreaB piace chiamare mediatori. Anche qui, mi piacerebbe che ci fossero meno generalizzazioni (della serie: giusto rimproverare agli estensori di articoli cartacei di confondere una parte per il tutto, come è avvenuto sabato su due quotidiani, ma non si commetta l’errore inverso). Esistono indubbiamente critici e/o cronisti culturali che reiterano il giudizio: bella la prima opera, bella pure la seconda e così via. Ce ne sono altri (e non sono così pochi) che indagano su eventuali nuove “prime opere” da segnalare. Che poi gli SPAZI dove questo avviene, questo sì, siano sempre più esigui, è altro argomento. Vedasi, per non far nomi, il Corriere della Sera che per settimane stiracchia la polemica Sartre/Aron ignorando che nel frattempo accadono cose, escono libri ecc. Quando Brolli scrive che Eggers è divenuto intoccabile si riferisce, credo, soprattutto ad una coazione a ripetere che innegabilmente esiste. Poi, certo, i gusti sono gusti: e per fortuna.
    Quando alla funzione di McSweeney’s, concordo: avercene.

  25. Vi ricordo il titolo del Blog:
    Scrittore o Imprenditore?
    Il titolo non è:
    Editore o Imprenditore?
    A proposito, sarebbe interessante sapere cosa ne pensate degli editori:
    per voi sono dei comuni imprenditori?

  26. a me eggers fa diventare verde di invidia…non ho ancora letto “l’opera…”, ma mi basta ciò che ha fatto con le sue riviste (perchè da un po c’è anche “the beleiver” se non sbaglio).
    sono daccordo con b.georg, ha lanciato una pratica di letteratura che in italia, paese museale fondato sul timore reverenziale, farebbe davvero un gran bene.
    in più, fosse anche vero che ha detto tutto nel suo primo libro, e qui si pone il solito problema di giudicare il corpus dell’opera di un autore vivente e scrivente, sarebbe il caso di complimentarsi comunque con dave visto che ci sono autori che di libri ne scrivono 10 – 20 e ancora non hanno detto niente.
    ed infine, non capisco proprio il discorso “protezioneista” nei confronti di un eggers che si sarebbe “piazzato” da qualche parte e che adesso andrebbe “smosso”. ma di che stiamo parlando? il problema è che eggers pubblica scrittori di talento? che ha fondato una casa editrice indipendente? che ha il potere economico di distribuirsi al di là di qualche biblioteca sfiagata nel nord del maine?
    allora mettiamo un tetto alle copie che si possono stampare di un libro, così che ogni casa editrice possa avere lo stesso impatto visivo nelle esposizioni delle librerie, oppure stabiliamo che si stampino tutte le copertine nero su bianco, solo titolo e autore e ninte tette, anche quelle attirano e ingannano.
    forse, e dico forse, sarebbe più prudente da parte di alcuni editori, evitare di stampare in quarta qualche frase un po azzardata tipo “il giovane holden del nuovo millennio!” oppure “simenon e mike tyson frullati insieme e serviti freddi!”. ma questo sta all’onestà intellettuale di chi si occupa di queste cose. all’epoca salinger impose il divieto assoluto di mettere immagini in copertina ai suoi libri, aspettate che scadano i diritti e vedrete.
    in appendice. trovo che le analisi sui vari scrittori siano eccessivamente complicate e poco fruibili: “w questo…w quello, questo mi fa du palle..ecc.”
    p.s. cristiano, vogliamo saponi tristi sullo schermo. a pasqua si fa un torneo…fatti vedere.

  27. Finalmente un bell’articolo contro la schiera di scrittori cool alla minimum fax.
    Viva i Pynchon abbasso i Wallace.
    P.S.: Anderson è davvero uno dei più grandi registi e sceneggiatori degli ultimi anni , basta vedere i suoi film per accorgersene immediatamente.Ubriaco d’amore è per esempio una piccola perla perfetta .

  28. Vi riporto una parte di quanto Genna aveva scritto su “I Miserabili”:
    “A me Eggers non ha mai convinto. Era un’impressione personale, che prescindeva totalmente dalle inequivocabili capacità del creatore di McSweeney’s. A parte la sostanza del talento, esiste un problema del talento, che risiede nelle sue modalità di espressione. Anzi: prima delle modalità d’espressione. Il talento è un tumore: divora le cellule sane, diffonde la malattia. L’espressione è una chemioterapia. Il talento va arginato, educato, trasformato. E’ una sostanza psichica talmente luminosa da accecare: luce che non permette di vedere. Cosa dovrebbe permettere di vedere il talento? Una verità, quella più abissale: la propria (per inciso: l’assenza della verità è la verità verso cui il talento ci proietta). Ecco, per me Eggers era vittima del talento. Avvertivo la meccanicità con cui Eggers, ne L’opera struggente di un formidabile genio, tentava di mercanteggiare col proprio talento: una meccanicità che consisteva essenzialmente in un’intelligenza impressionante, in una panossi totale. Un’intelligenza che portava Eggers alla deriva: lontano dall’errore, verso il calcolo dell’errore”.
    Una parte, perchè l’articolo prosegue e, ad onor del vero, va riportato anche quanto segue:
    Eggers è capace di incantare. Si incanta, certo, distruggendo la piana percezione che si dà per scontato essere la realtà e non lo è. Quest’opera di distruzione momentanea è la demolizione del pregiudiziale che non si sa essere tale. Perciò la grande letteratura sconcerta: si tratta dell’effetto emotivo e cognitivo che deriva da quello sbalzamento praticato sull’uomo tramite narrazione. Il mondo è nuovo, non è più il consolidato che si dava per scontato.
    E’ ciò che Eggers fa, per esempio, nello stupendo racconto della Super raccolta di storie di avventura di McSweeney’s, pubblicata ancora da Strade Blu Mondadori, al culmine del quale scrive:
    “Respirando a un ritmo accelerato, rumorosamente, e muovendosi con maggiore velocità là dove la salita si fa più ripida, il dolore se ne va. Capisce quindi che l’unica scelta è continuare”.
    A me Eggers non incanta: lo trovo manieristico, fino all’eccesso, manieristico al punto da risultare noioso, manieristico al punto da presentare ogni dettaglio tanto perfetto da risultare poi scomposto dall’insieme; insomma lo trovo un pò come uno che mentre sta facendo un interessante discorso si mette a dire di piccolezze o fatti che esulano dall’argomento di cui egli stesso parla, e che si concentrano su di un altro sè, che non è più quello che parla ma quello che sa di star parlando, slegandosi dalle parole, diventando rimuginar sulle parole da usare; uno che dice bla e bla e bla, senza che te ne possa importar nulla di più o meno che se piova o ci sia il sole mentre vien la fine del mondo.
    Io, a dirla in maniera plebea, quando ho chiuso il libro senza riuscire a leggerlo del tutto, ho detto:
    “E che palle!”

  29. quasi OT. A proposito di case editrici, ho appena trovato questa notizia su dagospia.
    “Qualcuno consoli Aldo Busi imbufalito con i responsabili della sua casa editrice che si rifiutano di pubblicare il suo nuovo romanzo, bello e pronto per le librerie. Sembrerebbe non sia stato raggiunto un accordo sul titolo, giudicato troppo provocatorio o addirittura offensivo. Dopo “Cazzi e canguri” chissà cosa ha in mente il famoso autore di “Seminario sulla gioventù”. Tuttavia mi sentirei di sussurrare a Mondadori che, oggi, è del tutto improbabile ci si possa scandalizzare per un titolo. Forse, però, si tratta di un problema di marketing e di proiezioni di vendita. In tal caso il dissidio sarebbe insanabile, il divorzio garantito. Anche perché Busi era già contrariato dall’uscita di “Dritte per l’aspirante artista televisivo” (in cui Marco Cavalli ha collazionato le sue lezioni ad “Amici”) di cui probabilmente lo scrittore non percepirà i diritti”.

  30. davvero non capisco. ieri si parlava del copyleft come argine alla morte in culla degli scrittori che non trovano spazio nelle linee editoriali. oggi, invece, c’è chi se la prende con uno scrittore che si è fatto promotore. e quindi editore e (necessariamente) imprenditore (perchè una casa editrice è un’impresa) di un progetto letterario che gli stava a cuore.
    quale dei dieci comandamenti della dottrina dell’arte pura ha infranto?
    non supererai una certa quota di copie stampate.
    non avrai più di tanto di visibilità.
    c’è un atteggiamento ambiguo di fondo, i consumatori di libri, perchè è questo di cui si parla, dovrebbero essere protetti? si dovrebbe forse specificare sull’etichetta gli ingredienti: talento letterario 10%, promozione 20%, 3g di capacità nel costruire personaggi credibili, 20g di introspezione psicologica di stampo freudiano, coloranti, aromi naturali e lecitina di soia.

  31. Ok allora ringraziamo Maria De Filippi, Aldo Busi e tutti quelli che fanno vendere porcherie alle case editrici; ringraziamo le case editrici che pur di far soldi non fanno a meno di puntare sulle porcherie che si vendono di più; ringraziamo il vecchio e obsoleto sistema di pubblicazione, grazie al quale potremo per sempre restare “ignoranti”.

  32. No Andrea,
    si dovrebbe solo fare in modo di non “inquinare” le vicende di un libro, approfittando del denaro che si ha a disposizione per farlo diventare, attraverso i mezzi che il denaro può comperare, il best-seller che non è.
    Non mi risulta che tutti gli scrittori abbiano la possibilità di autopubblicarsi, nemmeno in America. Non mi risulta che il lettore sia tutelato se “solo alcuni” possono trasformarsi da scrittori in editori-imprenditori.
    Le cose sarebbero di gran lunga diversa, se TUTTI gli editori, in virtù di quell’amore per la fruizione della cultura che dovrebbe stare alla base delle loro scelte di imprenditori, adottassero il copyleft.

  33. ah, Andrea, sei tu, in effetti leggendo qualche commento mi era venuto il dubbio. Se fossimo in televisione, ci abbracceremmo con le lacrime agli occhi. Che bello! W Maria De Filippi! W Raffella Carrà!
    Mi sa che a Pasqua però, non ci vediamo…
    [perdonate l’uso personalistico del mezzo]

  34. a prescindere dal fatto che le case editrici non sono enti per la diffusione e la fruizione della cultura, ma imprese, il che vuol dire che, se non altro, devono uscirci con le spese di gestione, altrimenti chiudono e i libri non si pubblicano, e che, inoltre, la cosa funziona che se il codice da vinci vendo milioni di copie è capace che domani esordiscano due scrittori di talento anzichè solo uno. vorrei far notare che eggers non pubblica solo se stesso, ma anche altri autori che (forse poco democraticamente?) ritiene degni.
    in più, sarebbe il caso di indentificare e analizzare questi “elementi che inquinano le vicende di un libro”. ogni opera è gettata nel mondo e, in particolare in questi “tempi bui”, non può prescindere dall’universo in cui va a vivere. certo, ci sono operazioni commerciali, i libri, d’altra parte, si vendono, ma è una realtà con cui bisogna fare i conti, non la si può ripudiare.
    personalmente non vado a coprarmi Klito perchè l’autore si è fatto vedere in tv, ma c’è chi lo fa e questo fenomeno appartiene alle regole di mercato. ripeto, le tecniche di marketing fanno spesso leva sull’ignoranza, sulla voglia di apparteneza/risalto e altra debolezze della psiche umana (vedi wallace “tennis – tornado – trogonometria – ecc.” che è un saggio divertente e poco palloso).

  35. oggesù, ora eggers sarebbe un ricchissimo imprenditore che inquina il mercato. ma farsi un giro su google, giusto per sapere di chi si sta parlando, no eh?

  36. IL Nocciolo dell’articolo di Brolli è questo:
    “Può capitare però che un Moody o un Eggers qualunque, tanto per fare nomi, divengano qualcosa al di sopra dei loro meriti, solo per il clima di aspettativa che è stato creato attorno al loro lavoro. O per la vena imprenditoriale che li contraddistingue.”
    Della serie una mano lava l’altra . Tutti assieme appassionatamente, io parlo di te tu di me , e tutti vendiamo di più.

  37. ma noi chi?
    compro il libro con le “lezioni” di busi io?
    compro “tendenza veronica” io?
    compro il libro di vespa io?
    no. c’è però chi lo fa. che cosa posso fare io per evitare tutto ciò, sempre ammesso che sia lecito auspicarsi una cosa del genere? è una domanda che evidentemente non ci stiamo ponendo noi, adesso, ma che nasce con il concetto stesso di prodotto culturale e artistico. lavorare dall’alto, stabilendo ciò che è degno o dal basso, dal consumatore? ci sono lettori bambini da educare?

  38. Non è un ricco imprenditore si sa…. e lo ammiro tantissimo per il suo lavoro, beneficenza compresa, .Ma il fatto che il giro di amici che si è fatto lo circonda e circonderà sempre come la cortina di un forte. Magari in buona fede.

  39. Offelè fa l’to mestè, detto torinese.
    Ohi, dalle mie parti c’era il Passatore, io per bere un bicerin ci metto cinque ore di treno, mi sa che faccio prima ad arrivare a Roma.
    Ma al salone del libro qualcuno qui ci va? (Giuro che poi finisco con gli o.t.).

  40. GIORGIO BOCCA DOVREBBE SCRIVERE PER UN GIORNA DI ESTREMISSIMA SINITRA , NON SULL’ESPRESSO, SCALFARI FACCIA QUALCOSA .. CAPISCO L’AMICIZIA MA PRIMA VENGONO I LETTORI .. MANDATELO VIA CAZZO STA ROVINANDO TUTTO

  41. Be’ Loredana, lo so che ci sono mediatori bravissimi, addirittura so che certi mediatori penosi sono penosi perché disperati, perché non credono più in quello che fanno. Piglia D’Orrico, oppure Orengo, vuoi che siano così ridicoli come appaiono?, per me no, potrebbero dare ancora qualcosa se solo qualcuno li scuotesse. Un giorno o l’altro gli faccio un gavettone a quei due. E tu Loredana se fossi una mediatrice veramente brava ci parleresti anche di musica, invece no, sempre col baricentro sulla letteratura: non ci hai coraggio. Ma sono cavaliere, a te niente gavettone.
    Uhm, potrei andare a Bo e aspettare che esca la Giunta, anzi proprio l’assessore alla cultura…

  42. e allora torniamo a eggers, perchè qui staimo davvero delirando. il massone eggers e la cerchia alla conquista del mondo, lui, il re, al centro e loro, gli amici, attorno, come un fortino…e per fortuna che fa beneficenza…sennò…
    ma ragazzi che stiamo scherzando? eggers ha fatto cose ottime, sulla qualità dei suoi romanzi, poi, si può discutere quanto si vuole.
    certo, c’è una fetta di letteratura importata dagli usa, figlia dei corsi di scrittura creativa, che si rassomiglia…però queste sono scelte che riguardano le politiche degli autori, che, ammesso (e non concesso chiaramente)che siano esenti da contaminazioni, possono decidere di scrivere utilizzando formule e stili più “gradite” al mercato, ma questo ovviamente è scelta personale. gli “amici di eggers” sono scrittori, e, a occhio e croce, io mi fido di più di loro che di un plotone di analisti commerciali.

  43. Andrea, come dite voi nel Nord? Offelè fa…vabbè, completate voi. Il senso è: a ciascuno il suo. Ho smesso di occuparmi di musica scrivendone, non ho smesso ovviamente di ascoltarla.
    Però qualche volta ne parleremo, va bene: per esempio, peccato non sia andato in scena alla Scala il Dissoluto assolto di Corghi su libretto di Saramago. Ho avuto modo di leggere quest’ultimo, che ovviamente si occupa di Don Giovanni, e non mi ha convinto. Neppure un po’. Ma non ho ascoltato la musica…

  44. oddio, questa è proprio buona, allora lasciamo cje delillo, che parla di situazioni tipicamente americane, se lo leggano gli americani. animal farm di orwell lo leggano quei despoti dei maiali. simenon…ha dei personaggi così…francesi. io prima di leggere crash di ballard mi sono andato a sfracellare contro un muro con la panda.
    già , l’america, così lontana, popolata da marziani.
    e poi, non mi risulta che eggers imponga strategie commerciali alle case editrici estere…che poi, in italia, sono m.f., fandango, stile libero einaudi, bompiani, frassinelli, e tante altre che, devo dire sono tra le più “corrette” nel promuovere i loro prodotti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto