INTELLETTUALI CORROTTI, NAZIONE INFETTA

Un esercizio mentale assai utile, specie quando i quotidiani del week end si comportano in modo strano (pubblicano post invece di articoli o danno spazio ad allusioni personali anziché ad interpretazioni oggettive), è consultare vecchi ritagli. Per esempio, frugando in cartelline e scatoloni per le necessarie pulizie di Pasqua, è venuta fuori questa intervista, dove il personaggio intervistato dice, fra l’altro:

Gli intellettuali italiani, in genere, e tra questi anche gli scrittori, sono soggetti a corruzione. Si corrompono nell’esposizione e nel confronto con la realtà: si corrompono come i metalli, perché non riescono a sopportare la ruggine del reale.

Vuol fare degli esempi?

Una forma di corruzione è rappresentata certamente dalla subalternità degli intellettuali alla tivù. Ci sono, poi, la deliberata ricerca del successo, le tattiche di gruppo o singole che agiscono fra le diverse correnti, l’uso della mondanità, del giornalismo, del dibattito, la baraonda dei premi quasi tutti squalificati, delle classifiche di vendita, della pubblicità. Esistono almeno quaranta scrittori pronti a sentirsi definire “il più grande scrittore italiano vivente”.

Quale giudizio dà delle case editrici, del loro modo di farsi mediatrici tra gli autori e il pubblico?

Quello sulle case editrici è un discorso che non ha bisogno di approfondimenti o di nuove analisi. Le case editrici sono il mercato e le loro regole sono appunto quelle del mercato. Se di un brutto libro si vende mezzo milione di copie, quel libro cessa di essere brutto e diventa importante. Se di un buon libro si vendono poche centinaia di copie allora diventa trascurabile.

 

L’intervistato era Paolo Volponi, l’intervistatore Antonio Debenedetti, sul Corriere della Sera di giovedì 18 marzo 1993. Nulla si crea, nulla si distrugge.

89 pensieri su “INTELLETTUALI CORROTTI, NAZIONE INFETTA

  1. Questi anni produrranno una generazione di inutili scrittori narcisi, e di passivi lettori iperglicemici. Siamo in tempo?
    . Anche voi ,se volete, staccate lo spinotto usb dal cervello ed il catetere dalla tastiera.Magari andate in Antardite che so! E invece di scrivire così tanto leggete , non illudetevi frequentatori di blog quasi nessuno di voi è e sara un vero scrittore , altrettanto per i blogger.
    La cultura è un giardino privato e segreto , grazie ai blog,oggi, la cultura di molti giovani assomiglierà ad una grandissima serra a temperatura costante e fiori e piante in lunghe file rettilinee.Sapranno tutti le stesse cose e le sapranno e basta.
    Da adesso in poi non posterò più, incompreso o forse incomprensibile, coscente che è tutta una triste palude .
    AMEN

  2. scusate, ma sfogliando i post delle ultime settimane mi è parso che ci siano interventi di genna, biondillo, wu ming1, scarpa, voltolini, e altri che mi perdoneranno se non li ho menzionati, da qundo tutti questi hanno “abbandonato” questo blog?
    certa gente parla proprio a cazzo.
    e ora, caro incursore, sono felice che tu abbia cominciato ad aprirti.
    la teoria/scoperta dei grandi attrattori è stata fondamentale per la fisica, ad essa però dovresti aggiungere i tre principi di gianfranco marziano:
    1)due corpi si attraggono con un’intensità pari all’inversione del quadrato della recchia del corpo che sta girato di spalle e acalato in avanti.
    2)un copro che viaggia nel vuoto assoluto, con moto rettilineo e uniforma, dopo un paio d’ore comincia a cacarsi il cazzo.
    3)un uomo scostumato, immerso improvvisamente in un liquido, bestemmia.
    a mio avviso, solo tenedo conti di questi principi è possibile applicare quello degli strani attrattori all’analisi del sistema umanità.

  3. Ricordavo di averlo letto su Nazione Indiana, ho ritrovato un giudizio di antonio moresco su Volponi, ve lo metto qui:
    “Allo stesso modo non saprò mai se “La macchina mondiale” è ancora adesso il libro di Volponi che amo di più solo perché l’ho letto per primo o se è così anche per altri motivi.
    Dopo questo, ho letto altri libri di Volponi, su cui mi è capitato anche di esprimere per iscritto le mie perplessità, quando mi è parso, a torto o a ragione, che certe urgenze ideologiche opprimessero un po’ la sua radicalità e la sua libertà, che i due elementi liquidi si scorporassero e si vedesse un po’ troppo il residuo sul fondo. Cosa che non succede ancora nella “Macchina mondiale”, dove tutto è ancora indistinguibile e fluido e la forza eversiva di pensiero e forma è ancora indivisibile e baricentrica”.

  4. “Tu proverai sì come sa di sale
    lo pane altrui, e come è duro calle
    lo scendere e ’l salir per l’altrui scale”.
    Non c’è necessità che tenga di fronte ad un artista divorato dalla propria Arte. Non c’è denaro né moda che possa corrompere un’anima libera.

  5. Caro Effe, copio e incollo dalla rete:
    E. H. Carr, nella sua interessante biografia di Bakunin, ne riassume l’opera come segue: “Bakunin è noto nel mondo come uno dei fondatori dell’anarchismo. Meno spesso, però, lo si ricorda come uno dei principali ispiratori della concezione del partito rivoluzionario chiuso e composto da elementi rigorosamente selezionati, tenuti insieme non da ideali comuni, ma dal legame dell’obbedienza implicita ad un dittatore assoluto rivoluzionario”. (Qui si mette la faccina, o i due punti e la parentesi, mi pare)
    Quanto a me, miope come sono, continuerò a intagliare lenti.
    Cara LaLippa, sul modo in cui è scritto il post di Nicoletti ti dò volentieri ragione (io ho scoperto grazie al glossarietto del rapporto casaleggio che cos’è trackbackare). Trovavo però che l’oggetto del post non fosse privatissimo, e tale da non meritare commenti

  6. Devo dire che sinceramente speravo ci fosse vità e vitalità , sinceramente.
    Ri-Amen
    P.S.: Andrea trattieniti! almeno stavolta

  7. Ciò che voglio dire è semplicemente che la Libertà – e l’Ispirazione è la massima espressione di Libertà – non è corruttibile. Un artista che nasce libero – libero da filtri ideologici impedienti, libero dal giudizio del fruitore, libero dalla maniera del suo Tempo – non è corruttibile anche se, più per buon senso che per opportunismo, deve assoggettarsi ad alcune regole “di mercato” o “di buona società”. Ci sono narcisismi furbetti che inseguono il consenso del pubblico, ci sono opportunismi ideologici, ci sono adesioni acritiche a canoni ufficiali e precotti che se anche gratuiti, se anche non mercificati, seppur non premiati dal mercato, risultano ma davvero! molto più corrotti e putrescenti di chi alla fine fa i conti, e senza grandi clamori né proclami, con la propria temperie sociale, intellettuale, artistica.

  8. Non so voi, ma io torno a Volponi. Serena, guarda che non è vero che non si scrive di lavoro. Chi ha letto Pausa caffè? Libro MERAVIGLIOSO.

  9. Vedi Andrea sei il mio preferito.Ogni volta che scrivi , mi fai star bene , perchè sento di avere sempre e ancor più ragione. Andrea , signori , è l’esempio di un uomo dai modi e dalla cultura bloggesca (copiright mio sul neologismo), vuol sempre far vedere che il più intelligente è lui , ad ogni post il suo narcisismo,guarda guardami , guardatemi! Ma poi resta fermo alla fisica newtoniana !
    Spero davvero andrea che tu non abbia in mente di fare lo scrittore da grande! Ma sospetto di si! Sig!

  10. In-cursòla che non sei altro, se proprio dovevi metaforizzare sui luoghi d’incontro che ti ospitano, allora era più pertinente utilizzare la categoria RUMORE, perché il CAOS in natura è e continuerà ad essere una rarità, nonostante tutti i modelli che di volta in volta vengono calati sulla realtà
    e comunque, attrattori strani a parte, lo sai meglio di me che le nuove frontiere della ricerca riguardano la COSCIENZA delle particelle – per cui preparati a constatare – verifiche alla mano – che i blog sono senzienti

  11. oddio, ma siamo proprio sicuri che l’artista nasca libero? e l’ispirazione è la massima espressione di libertà? o è dalla necessità?
    boh.
    che ne pensano gli ispirati artisti in ascolto?

  12. Un bel ragionamento sulla letteratura industriale che riguarda anche Volponi lo ha fatto Leonardo Colombati su Carmilla. Per esempio:
    “La cosiddetta “letteratura industriale” (che verrà “canonizzata” proprio da Calvino in un saggio dal titolo La “tematica industriale”, pubblicato nel 1962) ha partorito in Italia una serie di libri raramente buoni, in gran misura mortalmente noiosi. Tra i primi, sicuramente La chiave a stella di Primo Levi, che è però un caso atipico: innanzitutto per essere uscito, rispetto al periodo “aureo” del genere, fuori tempo massimo, e cioè nel 1978; e poi perché la vicenda di Tino Faussone che lascia la catena di montaggio per girare il mondo costruendo impianti, ponti e gru è troppo allegra ed ottimista per poterla inserire nel solco tracciato da certi polverosissimi romanzi di Bianciardi, Ottieri e Volponi. Quest’ultimo, sin dal suo esordio, Memoriale (1962), è stato per certi versi il traghettatore della letteratura “politica” dalla dimensione della civiltà contadina a quella industriale post-boom, con i suoi ritratti di operai travolti dall’ingranaggio oppressivo e totalizzante della fabbrica. L’anarchico e visionario protagonista del suo libro più famoso, La macchina mondiale (1965), è una sorta di antagonista della civiltà contemporanea: neoluddista lo chiameremmo noi, oggi. E Albino Saluggia (l’io narrante del romanzo d’esordio) è un operaio schiacciato anche fisicamente dalla disumanità del lavoro; la malattia inciderà sul suo rendimento e inevitabilmente egli sarà licenziato. La fabbrica in cui è ambientato il racconto è in Piemonte. Facile riconoscervi l’Olivetti di Ivrea, dove Volponi per vent’anni arrivava alle otto del mattino, difendeva gli interessi del padrone con metodo, tenacia ed inflessibilità dall’alto della sua carica di direttore del personale, e ne usciva alle otto di sera per rileggere Il capitale. In Olivetti (l’azienda che credeva nei manager intellettuali: Pampaloni, Giudici, Fortini) lavorò brevemente anche Ottieri, che dal 1948 al 1958 tenne un diario pubblicato nel 1961 in lunghi brani sul quarto numero de Il Menabò – la rivista di Vittorini e Calvino – con il titolo Taccuino industriale (l’intero diario sarà pubblicato due anni dopo da Bompiani con il titolo La linea gotica)”.
    continua
    http://www.carmillaonline.com/archives/2004/09/000976.html

  13. il mio oroscopo lo diceva che questa settimana arrivavano i riconoscimenti che aspettavo. già mi vedo docente in bloggheria teoretica, o, magari, solista in una band di musica onanista per prepuzi ad arco.
    bene, a ciascuno il suo, a chi le savonarolesche profezie sull’inferno dei blogger, tramutati in tuberi, coltivati in piccoli orticelli biologici dal giardinier petrarca che non manca di concimar la terra con rinascimentali diarree, ad altri, la gioia di tenere, seppur solo in uno spicchio di sole, su un balcone in mezzo alla città, una piantina grassa.
    …..mmmmhhhh…aaahhh….ggrrrr…crash…scrack…rrriippp…noooo…non ce la faccio….non resisto…lo dico, aiuto, lo dico…
    sai perchè ci ho messo tempo, incursore, a pubblicare questo post? perchè mi è piaciuto, e allora sai che ho fatto? l’ho stampato e poi l’ho arrotolato e ci ho ficcato dentro il cazzo, e via di mano, e solo adesso, che è bello appiccicoso, te lo puoi leggere.

  14. Il problema è che Incursore legge pochi fumetti, oltre che pochi libri, sennò saprebbe che si scrive SIGH, con l’acca, e anche un sacco di altre cose!

  15. Bravo Colombati. Ogni tanto fa piacere non sentirsi una Iena da sola con Ienax a dire certe cose. Però, Marcello, posso aggiungere che Ottieri – per carità, sarebbe stato meglio per tutti che fosse un po’ meno “sensibile” – io non lo accomunerei agli altri due, per una storia tutta sua di “emarginazione nevrotica”. Ottieri oltre che più problematico, è più spiritoso, più ironico, più moderno. Credo.

  16. non preoccuparti andrea c. fra breve tutto verrà risolto. smeplicemnte critici e giornalisti applicheranno i sistemi già efficaciemnete adottai sulle riviste di videogiochi.
    nabokov? Laupg (Libro Artistico Un Po’ Goliardico)
    Dante? Lattc (libro apocalittico teologico troppo complicato)
    mcnab? ssp (sparatutto senza pietà)
    melissa p? lessaplvsamvndslfi
    (libro erotico solo se avete passato la vita senza averla mai vista neanche di striscio la figa intendo
    Roth? Upmcpffdclhlasnèv. (una palla mostruosa che però fa figo dire che l’hai letta anche se non è vero.
    e via così…

  17. La noia, cara Loredana, sta nella prevedibilità di quell’andamento ciclico di certe discussioni, e che così bene hai sottolineato. In questo gli italiani sono diventati dei veri professionisti. Insuperabili.
    Poi, sono gli stessi artefici di questa ammorbante ciclicità a lamentarsi dell’effetto che produce: un enorme vuoto, uno stagnante ed insopportabile vuoto. Contenti loro…

  18. ok dico la mia.
    temo che il motivo di tanto deterioramento (e illividimento) critico sia che il temibile solipsismo che sembrava aver ammorbato gli scrittori anni Ottanta e Novanta si sia impossessato dei critici. i critici che invece di parlare di libri parlano (male) di quello che gli altri critici hanno chiosato a proposito di altri critici che a loro volta…
    oppure che parlano di tematiche SUPERATE dalla prassi in cui però riescono ancora a grufolare non male. vedi la pallossissima diatriba sul genere.
    loredana! solo tu puoi salvarci: scrivi un articolo a tutta pagina in cui proclami il ritorno della punteggiatura! a quel punto tutti a parlare della punteggiatura e che il due punti è meglio del punto e virgola, eh, no perchè la DB dice che il punto e virgola è fascista e populista, allora d’O scrive che X è il miglior punteggiatore d’italia perchè coem mette lui il punto interrogativo gli altri se lo sognano, allora N su TTl scriverà che lui il punto e virgola lo schifa e che se il papa sbava è perchè è la VIRGOLA il motore immobile della narrazione e quindi…
    io di mio sto leggendo l’ultimo di Andy McNab, a chi piace il genere lo consiglio.

  19. Noia, quale noia? e solo l’aria rarefatta nelle alture ordure della blogsfera a creare simili speculazioni… come dire ciò che sappiamo continuamente sempre dallo stesso punto… ecolalicamente…

  20. caro maurizio, non è che nel resto d’europa se la passano meglio, anzi…
    prendi il caso di uno dei miei autori prefriti maurice g dantec.
    prima osannato dalla critica come nuovo autore di polar fantacientifico, accasato da raynal alla serie noir, mica paglia. la gauche che lo esalta “bravo bravo bis”.
    poi dopo l’11 settembre dantec va in controtendenza, (per colpa – parere mio però, di qualche canna di troppo dice di eseri convertito ad un non ben definito cristianesimo totale nietzschiano) se ne va in canada e polemizza ferocemente con la guache che non vuole aiutare gli USA e sembra (SEMBRA bada bene) voler solidariezzare con il bloc identitaire di estrema destra. e sai che ti succede? che dantec perde il contratto con gallimard, e io aspetto il suo libro, poi si prende del fascista dalla sinistra e del comunista da sinistra, lui tira dritto, trova e perde un contratto per flammarion. e io aspetto. il suo libro doveva uscire ametà 2004, poi inizio 2005, adesso si parla addirittuta di 2006- 2007. forse.
    quasi quasi gli scrivo e me lo fò mandare via mail.

  21. uff. eddài niente senso dell’umorismo? sapevo che saltava fuori il purista!
    e poi io a roth preferisco mcnab. perchè? te los piego subito.
    tra pcoo ci sarà la fine del mondo con conseguente periodo di anarchia bellica e se finisci con i cattivi che ti volgiono far saltare le pudenda e hai letto mcnab almeno saprai SICURAMENTE 101 tecniche per salvarti. se hai letto roth che fai? li uccidi a badilate di sbadigli?

  22. Le parole di Volponi mi hanno richiamato alle mente un vecchio piccolo libro di Giulio Petroni, “Il rancore”.
    Per il vostro diletto, ne trascrivo un breve frammento:
    “Com’è esemplare il nostro mondo delle lettere, com’è per bene, com’è incravattato. Non c’è disperazione, non c’è miseria, non c’è un cazzo. Non ci sono passioni e neppure compromissioni. Non ci sono cieli azzurri e nemmeno tempestosi. Colore dominante è il rosa pallido, diciamo pastello. Un’arcadia impiegatizia. Discrezione, buonsenso, mantenere buoni rapporti e pubbliche relazioni. Assoluta professionalità, deontologia. Educati e pensosi. La sicurezza economica. Il benessere per la famiglia. Case borghesi da far schifo, le vedo in televisione quando fanno le interviste, mica ci sono mai stato.”

  23. – Roth? Upmcpffdclhlasnèv. (una palla mostruosa che però fa figo dire che l’hai letta anche se non è vero. –
    Oddìo, gl, prima di definire Philip Roth una “palla mostruosa” fai lo sforzo di leggere “Il teatro di Sabbath”.
    Il che, va sans dire, non salva necessariamente i suoi pur validi epigoni.

  24. Anche a me piace molto Dantec. Se si va a Parigi, ci si rende conto che lo trattano come un appestato. non a torto: ha davvero preso la peste, si circonda di gente ideologicamente nefasta e moralmente censurabile. Canne o non canne, ha detto e fatto cose incredibili. Come scrittore, però, a me piace tantissimo, “Le radici del Male” sono un romanzo che, nel suo prologo di cento pagine, è pazzesco. Tra i francesi, lui, Houellebecq e Quadruppani sono per me i più interessanti, anche se tutti molto distanti l’uno dall’altro. Di lui me ne fotto e lo censuro, della sua letteratura mi interesso e possibilmente me la leggo. Possibilmente.

  25. salve andrea, sì credo proprio di essere io… ma non ho idea di chi sia tu…
    (magari dammi un aiutino)
    chiarire credo sia sempre la cosa più difficile… intendevo proprio quello che ho detto, credo sia molto difficile attraverso un blog impostare discussioni dialetticamente corrette.. di certo non ci si annoia mai… e qualcosa se ne riesce a scucire alle volte… ma non sempre

  26. capisco, angelo, e concordo, anche perchè ci sono alcuni che, almeno a giudicare dai post, renderebbero impossibile una discussione dialetticamente corretta anche vis-à-vis. però a me la nota divagatoria del blog non dispiace, questo a prescindere dalla mia propensione adaccettare provocazioni e debordare conseguentemente in ironici divertissement. è un bello stimolo, non ci sono altri luoghi, se non le solite case con le solite persone, dove si parla di certe cose.
    ah, non ti scervellare su chi io possa essere, non mi conosci, frequento librerie e, visto che il nome mi suonava familiare ti ho googleato, è un mio brutto vizio, mi perdonerai.

  27. caro marcolino,
    usare il cervello please. dantec – nel bene e nel male – ha delle ambizioni che fanno venire le vertigini.

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