GENERE E GENERI

Grazia Verasani mi ha scritto una
mail: una bella mail, preciso, dove si toccano non pochi punti interessanti. Così,
le ho chiesto il permesso di pubblicarla qui. A proposito, appunto, di genere e
di generi.

 

Gentile
Loredana,

ho appena
letto il suo articolo che riguarda l’iniziativa di Repubblica sugli autori
noir, e ho sentito la voglia di scriverle. Spero di non farle cosa sgradita e
di non rubarle troppo tempo. Ho poche occasioni di interloquire con
critici letterari, e in questi anni ho un po’ "pagato" il clamore del
film di Salvatores e a volte, in alcuni casi, un clima di pregiudizio. Pur
avendo pubblicato in precedenza altri libri grazie all’interesse
della piccola editoria, non ero un nome noto, anzi. Questa iniziativa
di Repubblica, le confesso, è una cosa di cui sono contenta. Perchè al di là di
un "odor da quote rosa" – e non so davvero chi ha deciso di infilare
il mio libro nella rosa di scrittori così autorevoli, ma certo lo ringrazio -,
ho sentito una legittimazione del mio lavoro fuori dai prodotti cinematografici
e televisivi.

Per una
donna non sono tempi facili, come penso lei sappia, soprattutto se scrive noir
in Italia. I miei libri non vendono quanto si può fantasticare, e non si
vendono tanti libri in generale. Ma mentre altrove, ad esempio in Francia,
persino io mi sono sentita riconosciuta senza preconcetti e senza l’alibi del
film, qui non è andata altrettanto liscia. Ora mi trovo nella classica situazione
degli autori seriali che, pur non volendo abbandonare il proprio protagonista
(nel mio caso, una detective), rischiano di vedersi rifiutati romanzi
"bianchi" scevri dalla serialità, nel caso (e il mio lo è) volessero
spaziare in altri generi. Il mercato, in questo senso, ha regole severe.

Per
quanto riguarda il serial tv tratto dal mio romanzo, da contratto sarebbe stato
realizzato a prescindere da me. Sarebbe ipocrita dire che un autore non soffre
un po’ quando sono altri a mettere le mani nei suoi personaggi, così come
sarebbe ipocrita ignorarne i possibili vantaggi. Francamente non lo so. Ho
scelto di restare defilata per difendere il mio personaggio sulla carta,
dando conto solo ai miei lettori (pochi o molti che siano) e separando il
discorso narrativo da quello visivo. D’altronde, gli spettatori sono tanti, e i
lettori pochi. Sono cose che proprio non si incontrano, e che per me restano
nettamente divise.

Per
alcuni continuo ad essere "quella di quo vadis, baby?", anche se ho
pubblicato sei libri, e come altre autrici – lo affermo senza rancori
e senza piagnistei – sono incappata nello scetticismo e nella misoginia di
qualcuno. Non sono il tipo che si piange addosso e ho rapporti di stima
reciproca con molti colleghi, ma l’aria che tira, per le donne, non è delle
migliori. Proprio per questo, sapere che sarò "allegata" a un
giornale, come autrice di noir e non solo, e come donna, mi sembra una piccola
vittoria.

grazia
verasani

 

19 pensieri su “GENERE E GENERI

  1. E’ una vergogna la censura che viene fatta sul libro di isabella santacroce v.m.18. ma come mai nessuno dice la verità?

  2. Tutte/i a far uichend?
    anche l’imperversante Lucho Gusto?
    A conferma di quanto sopra, insomma.
    Nichts neues im westfront…

  3. I cocci di questo strano paese si raccolgono anche nell’editoria, cara Grazia…. ricordo di aver avuto il piacere di scambiare in passato con te qualche e-mail. “Un mundo difícil”, dove spesso funziona solo ciò che è seriale, come ben sai la concezione che hanno i padroni del vapore della platea di lettori, spettatori è assai miserrima. Forse bisogna cominciare a costruirsi un proprio altrove, anche dentro se stessi.

  4. qp, ovvero Dario Borso: possibile che non ti entri nella zucca che qui non si sente il bisogno dei tuoi velenucci di risulta?

  5. Perchè velenucci?
    Io ho fatto solo una domanda al signor Parravicini senza alcuna vena polemica.
    Mi deve essere sfuggito qualcosa o sono stato scambiato per qualcun altro?

  6. grazia, mi trovo pressapoco nella tua situazione. molti mi vogliono per gli ‘storici’ e si spaventano perfino quando parlo di romanzi tipo ‘la casa del quarto comandamento’ o ‘il maestro di giustizia’. magari li prendono, ma per avere gli ‘altri’. sbuffando perché ‘così confondi il lettore’.allora ho deciso: per una certa produzione ho sposato giorgio pozzi. distribuisce come può, ma ti garantisce la libertà.
    ciao.
    marco salvador

  7. Grazia Verasani oltre a essere una bella persona, è una scrittrice molto brava. Che compaia il suo nome in mezzo ai soliti noti e collaudati, non può che fare un immenso piacere. Se poi la cosa porta attenzione anche ai suoi libri “bianchi” – non meno belli dei “noir” – la cosa sarebbe meravigliosa.
    C’è anche da aggiungere che se l’aria che tira per le donne nell’editoria non è delle migliori, tuttavia proprio le donne stanno facendo cose straordinarie: penso agli ultimi libri di Pariani, Pugno e Vorpsi.

  8. Vi ringrazio tutti, ma proprio di cuore. Sono allergica alle lamentazioni, ma mi rattristo quando sento attenzione solo rispetto al mio personaggio seriale, con i vantaggi/svantaggi mediatici… Sono convinta che ci siano autrici molto brave in Italia, che purtroppo non vendono quanto le autrici che sposano scelte “scandalose o tranquillizzanti”… Ma al di là del discorso maschi e femmine, temo che abbia sempre più ragione Saramago quando dice che la letteratura è diventata ormai un’operazione di borsa, con quotazioni che si alzano o si abbassano. Temo che la cultura in generale sia a rischio di precarietà per tutti(perdonate il mio pessimismo patologico) e che anche per autori che a una rapida occhiata sembrano apparentemente più fortunati di altri non siano tempi facili…

  9. Grazia, in questi due anni gli interventi come il tuo che dicono chiaramente come stanno le cose si contano con le dita, questo è l’altro aspetto di questa cosa che se non vogliamo chiamare genocidio culturale è sicuramente una situazione davvero gravissima per la cultura. Lo dico da consumatore di libri, che in libreria è costretto a schivare sempre più fesserie, e io invece – come tanta altra gente penso – vorrei libri che mi dicono qualcosa della vita.

  10. Hai ragione, c’è sempre questo rischio, come quello delle strumentalizzazioni. Per questo sono sempre molto cauta a parlare, perchè è facile essere fraintesi. Forse i discorsi da fare sarebbero troppo lunghi e ogni sintesi risulta patetica o parziale. Ma accetterò il consiglio. Credo però che ogni autore possa dire la sua, a prescindere dalla sua situazione, che forse da fuori, per alcuni, sembra rosea. Siamo invasi dal politicamente corretto… tanto vale parlarne… almeno io la penso così.

  11. Credo che Grazia dovrebbe scegliere se diventare Scrittrice con la S maiuscola oppure rimanere dove è.
    Una persona di cultura non può permettersi di riempire le proprie copertine di tacchi a spillo solo per vendere oppure, per un po’ di visibilità provinciale, spettacolarizzare delle morti ancora nel cuore di molti di noi come quella di Francesca Alinovi con il presentatore che sfarfalleggia sul palco. Oppure si può fare tutto questo, ma non sentirsi discriminata come donna. O sbaglio?

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