QUESTA E' ARTE, QUESTA NO

Ma guarda com’è strano il mondo. Si sequestrano videogiochi violenti anche se già vietati ai minori. A proposito, visto che non mi pare di aver letto in giro dichiarazioni dei produttori e distributori di Manhunt2, le riporto io:

Dichiarazione Ufficiale Take-Two
Interactive Software

"Take-Two Interactive Software ha temporaneamente
sospeso i piani di distribuzione di Manhunt2 per i formati Wii e Playstation. Nel frattempo sta valutando
le eventuali opzioni in riferimento alle recenti
decisioni prese da BBFC
e da ERSB. Continuiamo
a sostenere pienamente questo straordinario gioco. Crediamo nella libertà di
espressione creativa e in un marketing responsabile, elementi entrambi
essenziali per creare grande intrattenimento.”

Dichiarazione Ufficiale di Strauss Zelnick,
Chairman di Take-Two Interactive Software

“Noi crediamo fermamente che genitori e consumatori,
una volta informati della natura di qualsiasi prodotto di intrattenimento,
dovrebbero avere la possibilità di fare le loro scelte. Ho personalmente
provato e valutato Manhunt 2: rientra perfettamente
nel genere horror come era nelle sue intenzioni e apporta una qualità
cinematica all’entertainment interattivo mai vista prima. E’
inoltre un prodotto artistico. Lo sostengo pienamente.”

Andiamo avanti. Perchè nel frattempo avviene anche che a Bologna si chiudano in tutta fretta manifestazioni e rassegne artistiche giudicate blasfeme. In proposito, c’è un intervento di Franco Bifo Berardi di cui vi posto uno stralcio. Il resto è su Rekombinant.
Ohi, che tempi cupi.

Centro civico il Baraccano, quartiere Santo Stefano. Nell’ambito di una
mostra promossa da Arcilesbica è prevista la presenza di un’opera che si
chiama "I dieci comandamenti".

Il titolo non è originale, è il titolo di un film di Cecil De Mille del
1957, e se non sbaglio anche un certo Mosè aveva scritto un’operetta
intitolata così.

Che una lesbica possa vergare su tavole i dieci comandamenti induce la
Curia bolognese a strepitare. L’autorità politica naturalmente si
genuflette, si scusa, chiude la mostra maledice le lesbiche bestemmiatrici
e che non se ne parli più.

Io invece voglio parlarne, perché questi episodi riaprono un insieme di
questioni che sembravano concluse da decenni o forse da secoli, e invece
non si chiudono mai.

Giudizio estetico, giudizio morale e giudizio legale si sovrappongono qui
restaurando una logica che dobbiamo cercar di capire.

Cos’è il giudizio estetico?
Come sappiamo la filosofia moderna ha girato a lungo intorno alla questione
senza cavarne gran che. Né Kant né Hegel riuscirono veramente a dirci cosa
sarebbe la bellezza estetica, né a fornirci criteri attendibili per
decidere cosa sia arte e cosa no.

Con Husserl si dissolve questa ossessione di tipo essenzialistico.
Da Husserl in poi (grazie agli sviluppi del pensiero fenomenologico e
particolarmente grazie a Antonio Banfi, Enzo Paci, Luciano
Anceschi,  François Jeanson e Jean Paul Sartre per tacer d’altri) si è
giunti alla conclusione, ovvia per chiunque abbia letto più di tre libri,
che non esiste un’essenza dell’arte.

Dopo la cancellazione forzosa della mostra La Madonna piange sperma,
abbiamo però dovuto sentir dire, da un critico ben noto seppur cialtrone,
che quella di Carni scelte non è arte.

Cioè?
Che cazzo vuol dire signor Bonito Oliva che non è arte? Scusi signor
critico, potrebbe dirci l’arte cos’è?

Io ho studiato estetica con il compianto Luciano Anceschi e la prima cosa
che mi insegnò quel signore raffinatissimo fu proprio questa: ridere di
coloro che dicono "questa è arte questa non è arte".

Forse la parola arte andrebbe eliminata dal nostro lessico, sostituita
semmai dalla parola poesia, che dal punto di vista etimologico ci rinvia
all’unica (se vogliamo) definizione possibile: "poein" è il fare. Fare
mondi, questo ci interessa.

I poeti non fanno nient’altro che questo, dissolvono e proiettano con le
parole, con i colori, con i suoni, con la modellazione degli spazi, con la
cesellazione delle parole, con i gesti, con la creazione di concetti e così
via.. Questo fa la poesia, in effetti, dissolve e proietta. Ma di poesia
parliamo meglio un’altra volta.
(segue)

43 pensieri su “QUESTA E' ARTE, QUESTA NO

  1. Questa è arte, questa no. Questa è educazione, questa no. Questa è la dieta delle diete, questa no. Questi sono i Giusti, questi no. Questo è il vero Dio: sta con noi (mit uns), mica con gli altri.

  2. E pensate un po’ che negli Stati Uniti, dopo l’11 settembre ci fu chi censurò Imagine di John Lennon e altre canzoni antipatriottiche… (fonte: recensione di Sparate sul pianista, da Tuttolibri si sabato) mala tempora, indubbiamente.

  3. il discorso potrebbe degenerare fino alla follia perchè potrebbe essere inteso come una coercizione l’attacco alle modalità di critica che magari sviluppato secondo certi canoni è solo un’altra forma d’arte(l’arte del cazzeggio che assurge a ruoli nobili)

  4. Il vero assurdo è che nel 2007 ci siano ancora le religioni, gli oroscopi, la gente che crede nell’aldilà e che su tali basi irrazionali vuol dettare leggi a chi sa che la Bibbia e il Corano sono pagliacciate smentite dalla scienza e dalla riflessione filosofica.

  5. Il caso Manhunt parte dal primo episodio. C’è stato l’accoltellamento di due fanciulli in inghilterra.
    Un bimbo uccide l’altro. I giornali riportano che il deviato poccolo mostro giocava a Manhunt. Peccato che il giocatore accanito fosse il cadavere.

  6. A ogni epoca la sua definizione (o non-definizione) di arte.
    Nel 2007 a qualcuno viene ancora voglia di dare definizioni dell’arte, più che assurdo mi sembra inevitabile, temo.
    Negare del tutto la possibilità di parlare d’arte però mi sembra eccessivo. Neanche la definizione basata sulle somiglianze di famiglia? Perché altrimenti si finisce per parlare solo di soldi, mercato, consumo e, in qualche modo, si aiuta la censura. Se un videogioco non è – neanche lontanamente – arte, allora si può far fuori dal mercato come uno stracchino scaduto.
    Lettura consigliata:

    La questione dell’arte – Nigel Warburton

  7. Non sono sicura si possa gettare come uno stracchino scaduto. Almeno non fino a quandò continuerà ad avere questo giro d’affari.
    L’arte è un mercato autoreferenziale. Il gallerista certifica l’artista che a sua volta è certificato dal critico.
    L’intrattenimento elettronico è puro, lucroso, mercato, di conseguenza ataccabilissimo. Tutti possono esprimersi, anche se non hanno mai giocato.

  8. “si è giunti alla conclusione, ovvia per chiunque abbia letto più di tre libri, che non esiste un’essenza dell’arte”, così dice.
    Beh, allora se è così non c’era neanche bisogno di dirlo. Se invece si dice ciò allora forse chi lo dice non è che sia poi così certo di usare bene la testa. Inoltre non sapevo che esisteva la regola del tre e che solo uno decideva sia sulla validità della regola sia sul giudizio sugli effetti della regola. Penso invece che sia un errore (venale) dare spazio in un blog al pensiero che non riesce a essere pensiero. Possibilità di dialogo poi non ne parliamo

  9. Io invece sono d’accordo con queste belle iniziative. Ne ho una pronta: allora, siccome io amo i jeans e le camicie di lino, d’ora in poi proibirò a chiunque di vestirsi diversamente, specialmente a quella gente che si mette dietro gli altari con quelle vesti ridicole… nere e viola.

  10. Ma non si può semplicemente CENSURARE ‘sta roba senza nemmeno porsi il problema dell’arte ?
    Ricominciamo da capo: mi pare evidente che chi tira in ballo il giudizio estetico come il Bonito lo fa per giustificare il fatto che si censuri vilmente “la madonna che piange sperma.”
    E se si rovescia la faccenda ? Censuriamola lo stesso pur se è una grandissima opera d’arte semplicemente perchè è ignobile offendere il sentimento religioso di chi alla madonna ci crede ? Ma perchè cavolo una mostra deve intitolarsi in questo modo ignobile ?
    A suo tempo mi indignai quando censurarono un film come “Ultimo tango” ma se si fosse chiamato “Inculata col burro”, avrei approvato.

  11. Suvvia, Luminamenti, è stata una scelta retorica che Bifo ha adoperato per esprimere con forza un concetto per lui (e pure per il sottoscritto, devo ammettere) assodato, vale a dire che non esiste un’essenza dell’arte (il che, beninteso, non significa dire che allora tutto è arte, come mi è capitato di sentire da qualche parte).
    Non credo sia il caso di parlare di pensiero che non riesce ad essere tale (in questo modo assumi un atteggiamento simile a quello che intendi criticare) o impossibilità di dialogo; come vedi siamo qui a discuterne, anche se è davvero sorprendente il ciclico riproporsi di questioni che pensavamo definitivamente chiuse (questa circa la distinzione ‘arte’ ‘non-arte’, dopo lavori teorici di gente come Eco, Dorfles ecc, la facevo chiusa almeno da 40 anni). Ma tant’è…

  12. aldilà di quello che sostiene achille bonito oliva credo che il problema non è capire se esiste una definizione o meno di arte. perlomeno non qui.
    il problema principale è l’ormai dilagante attacco clericale e l’assenza di una formazione laica realmente forte e capace di difenderci/mi
    sarà il caso di ricordare qui la ridicola conclusione della faccenda dei proiettili spediti a bagnasco. ma anche l’ambaradan che a suo tempo ne era stato fatto.
    proprio oggi con amici ricordavo con nostalgia che nel 1974 (? data esatta)
    si vinceva un formidabile referendum civile, e dopo pochi anni si bissava con quello sull’aborto.
    la domanda che mi faccio, allora, è: siamo proprio sicuri che non esista una coscienza laica e, sopratutto, una fetta sociale laica?
    secondo me esiste.
    e allora, che si faccia sentire. in modo chiaro, cosnistente e sopratutto inequivocabile.

  13. Una coscienza laica esiste, e credo sia stata presa del tutto alla sprovvista da questa veemente offensiva clericale, per cui si tratta di riorganizzarsi culturalmente, il che – per parecchie ragioni – non sembra facile. Credo che la cultura laica avesse sottovalutato le conseguenze della silenziosa rivoluzione conservatrice patita dal paese da oltre due decenni a questa parte. Un processo organico di lungo periodo i cui esiti vedono adesso un’anima laica culturalmente subordinata rispetto al blocco sociale, politico e culturale (oggi decisamente egemone) creato dall’alleanza ‘Chiesa/destra politica’. Un brutto affare…

  14. Però in effetti sta mostra della madonna mi sembra frutto di qualcosa di profondamente diverso da una “matura coscienza laica”.
    Concordo appieno sul dovere laico di arginare l’avanzata clericale, ma vi prego: torviamo uno stile e dei contenuti validi per opporci!

  15. Forse il problema non è distinguere tra ciò che è arte e non lo è, ma che l’arte non è un valore assoluto.
    Ci sono cose come il pudore, e il rispetto, per esempio, in nome delle quali si può non distruggere un’opera d’arte, ma non esibirla pubblicamente.
    Tre estetica e politica, è troppo difficile per lor signori ammettere uno spazio per l’etica?

  16. Dilemma: una mostra fotografica intitolata La madonna di Medjugorie piange sangue, con le immagini dei mussulmani e dei serbi scannati dalle milizie paramilitari croate finanziate dai sedicenti (perché cacciati a calcinculo dall’ordine) francescani di Medjugorie con i soldi delle offerte alla madonna piangente sarebbe una mostra etica o estetica?
    E Socci e Augias che parlano della madonna croata in televisione senza accennare al traffico d’armi che vi è sotteso offendono le vittime più o meno di quanto Cofferati e Caffarra si sentano offesi dalla mostra di Bologna?

  17. vorrei capire perchè l’etica porta sempre a conclusioni stranamente identiche con quelle della chiesa cattolica.
    bene, vogliamo parlare di etica?
    ritengo che esista un’etica che assicura alle persone la possibilità di esprimersi nel momento in cui non danneggiano gli altri.
    sono sicuro che esiste una etica che permetta alla gente di sbagliare, senza che questi errori travalichino il personale.
    come per esempio esporre una madonna in qualsivoglia posizione e atto, convivere con un essere umano anche del proprio sesso, decidere come avere un figlio utlizzando al meglio le possiilità delle scienza, quando e come porre fine alla propria vita.
    sono convinto che esista un’etica che parte dalla responsabilizzazione degli individui. un’etica che permette all’individuo di rispondere solo a se stesso di tutto ciò che riguarda solo se stesso.
    vabbè, mi sto facendo prendere la mano.
    è che la rabbia parte dal fatto che tutte le battaglie che la chiesa ci costringe a combattere non sono mai paritarie.
    insomma, si lotta sempre e solo per poter fare quello che si ritiene di voler fare.
    loro sono contro il divorzio, ma se perdono nessuno li obbliga a divorziare.
    loro sono contro l’aborto, ma nessuno li obbliga ad abortire.
    sono contro i dico, ma nessuno li obbliga ad usufruirne.
    sono contro una mostra d’arte, ma nessuno li obbliga a vederli
    e so on…

  18. Dal “Manifesto” 24/6
    «Inverosimile e approssimativo associare il titolo di una mostra di illustrazioni a delle minacce alla chiesa, ci pare che il polverone sollevato sia pretestuoso e grottesco. Si parla di violazione del sentimento religioso solo quando si tocca la Chiesa Cattolica. Forza Nuova ha potuto sfilare tranquilla contro la costruzione di una moschea per la comunità islamica. Questa non è offesa al sentimento religioso?”
    Per la serie: “Quando a sinistra si svagella”

  19. Non Forza Nuova: Roberto Fiore, inquisito per la strage di Bologna, rifugiato in Gran bretagna e lì rimasto 10 anni, cioè fino alla prescrizione del reato, ha passeggiato pr la città in cui i suoi camerati fecero saltare in aria la stazione.

  20. Grazie memento, il che configura non “offesa del sentimento religioso” ma offesa all’umanità.
    Invece il sostenere, come si fa allegramente sul manifesto, che sia PRETESTUOSO da parte di un credente sentirsi offeso dal titolo “La Madonna piange sperma”, sfiora il SUBLIME, come sempre quando la realtà supera la più sfrenata fantasia.

  21. Molto preoccupato.
    Dall’analfabetismo assiologico
    e filosofico di “preoccupato”
    E da chi è ossessionato dalla Chiesa cattolica che ce la vede ovunque.
    Il pudore non ha tessera di partito.

  22. “Inverosimile e approssimativo associare il titolo di una mostra di illustrazioni a delle minacce alla chiesa, ci pare che il polverone sollevato sia pretestuoso e grottesco”
    mi sembra chiaro che qui pretestuoso e grottesco, secondo il manifesto, sia associare la mostra ad una minaccia alla chiesa.
    detto questo, io mi sento offeso centinaia di volte in ciascuna delle mie giornate. ma non per questo mi sogno di chidere misure repressive.
    fra l’altro, insisto, ma chi l’ha detto al cattolico di andare a vedere la mostra.
    passi una felice giornata in qualche chiesa.
    e lasci a noi peccatori il piacere di divertirci come ci pare e le future fiamme infernali.

  23. Sia chiaro che quando scrivo che si tratta di problema etico intendo dire che – sgombrato finalmente il campo dalle diatribe estetiche di pura lana caprina (in fondo stabilire che sia arte o meno non cambia la sostanza del problema) non resta che far luce una volta per tutte sull’argomento etico, che in genere rappresenta il terreno favorevole ai Caffarra di turno per scoraggiare questo tipo di opere.
    Allora è a questo livello che dovrebbe muoversi chi tuona (e giustamente, beninteso) contro la decisione di annullare la mostra; dovrebbe fondare le sue ragioni sull’etica dimostrando con rigore il loro primato, mentre invece la disputa si arena quasi sempre su quisquilie estetiche dannose, che finiscono per mantenere immutato il quadro della situazione, ovvero per lasciare ai più la sensazione che, in fondo, Caffarra&C. avessero ragione…

  24. Molto preoccupato.
    Dall’analfabetismo assiologico
    e filosofico di “preoccupato”
    E da chi è ossessionato dalla Chiesa cattolica che ce la vede ovunque.
    Il pudore non ha tessera di partito
    sigh!
    mò pure visionari siamo.
    oltre che assiologicamente e filosoficamente analfabeti.
    a proposito, è una cosa grave?
    si può curare?
    con quanti ave maria?
    🙂

  25. qui concordo, livermore.
    ma quanto può essere difficile in un paese dove non esiste etica, costruirne una, per di più laica?

  26. Ecco l’analfabetismo: l’etica non si costruisce a tavolino.
    E’implicita nel costume, nello stile di vita popolare, ha la forma del senso comune (ethos). Si può provare a renderla esplicita, ma di solito questo accade nel caso di conflitto tra valori diversi. Ad esempio, quando si dice che il crocifisso o il presepe nelle scuole urta la sensibilità degli studenti non cattolici, il conflitto è tra cultura come identità storica e cultura come convivenza politica tra diversi.
    Qui invece è in gioco la possibilità dello spregio a un simbolo religioso, che io LAICAMENTE rifiuto.
    Mi si dà del cattolico (l’unica accusa infamante che è rimasta in saccoccia, dopo la riabilitazione di ogni forma di devianza) proprio perchè la sinistra ha interamente assorbito l’etica nella politica dei diritti individuali, e quindi i cattolici sono rimasti gli unici a rivendicarne lo spazio?
    Leggete il libro di Arpaia:
    “Per una sinistra reazionaria”. E’ uno che ha aperto gli occhi.
    Seguo da un po’ queste discussioni in rete e noto che si tira in ballo

  27. Qualunque cosa la madonna pianga – o qualunque cosa le venga fatto piangere: perché la madonna deve sempre e solo piangere? Ridere: mai? Mai un miracolo in cui una madonna in legno o pietra improvvisamente scoppi a ridere?
    Perché la donna che, come il dio Krisna, oltrepassa la logica di non contraddizione in cui è avviluppata la mente [Vergine Madre, figlia del tuo figlio/ …che ‘l suo fatore/non disdegnò di farsi sua fattura], è negata, diversamente da Krisna, al riso? Che idea triste e angusta del divino abbiamo noi occidentali? Che immagine della donna – della “natura” e del “fine” del genere femminile – alberga nella mente di chi crede che la madonna debba sempre e solo piangere? Trovo che quest’immagine della ma/donna sia profondamente oscena. Che da osceni debbano essere trattati coloro che di essa e per essa se ne fanno alfieri, banditori, annunciatori, monitori, censori… (e venditori di ammennicoli, spacciatori di miracoli, distillatori di acque miracolose, elemosinatori di voti, leccatori di culi porporati…).

  28. Girolamo, ci sono un sacco di usanze e rituali (anche laici) che personalmente trovo ridicoli o ripugnanti, ma il rispetto che gli porto non è ai gesti in sè bensì alla sensibilità di chi ci crede e ci tiene, perchè esprime qualcosa di essenziale per lui. E’ così difficile da capire?

  29. Qui non si tratta di costruire un’etica a tavolino. E’ che l’ethos di un popolo non costituisce un blocco compatto e monolitico, privo di interne fratture o venature. Possiede molteplici stratificazioni e articolazioni, tanto più l’ethos italiano (cfr. R. Bodei, “Il noi diviso. Ethos e idee dell’Italia repubblicana”).
    A questo proposito, Binaghi, c’è invece chi laicamente rivendica la libertà di espressione laddove, per di più, l’intentio operis non prevede affatto lo spregio a un simbolo religioso. In ogni caso è legittimo sentirsi offesi al di là delle intenzioni dell’autore dell’offesa presunta.
    Tuttavia mi troveresti d’accordo se si fosse trattato, che so?, di un monumento pubblico collocato in piazza. E’ un po’ come il discorso sull’”areosol-art”: i ‘writers’ possono anche essere i Giotto e i Michelangelo dei giorni nostri, ma non è giusto imporre agli abitanti di una casa di trasformare la loro facciata in galleria d’arte d’avanguardia, e ai passanti di vedere opere che magari contrastano con la loro sensibilità estetica. Salvo che qui si tratta di una mostra, che gli autori non giudicano blasfema, e laicamente dovremmo accordare libertà ai visitatori che non la ritengono blasfema di poterne fruire. Mi pare che in questo caso vengano rispettate, laicamente, le sensibilità di ognuno. sbaglio?

  30. Anche dipingere un ebreo col nasone camuso esprime una sensibilità e denota un animo che, se mai esistesse una cosa come l’essenza, sarebbe essenziale per lui. Ciò non accorcia di alcunché la distanza tra me e il portatore dell’immagine del “giudeo” che alberga nella sua triste anima. Lo stesso per gli adoratori delle madonne piangenti, e del cialtrone di Pietralcina, delle vacche sacre, del martirio del tredicesimo imam, ecc.: ci sono usanze religiose che sono espressione di una mente libera, ed usanze che esprimono una mente asservita.
    @ Livermore
    D’accordissimo con te, ovviamente. Costruire un’etica (e un ethos) non significa costruirla a tavolino, dall’oggi al domani, o col variare delle maggioranze, come sostengono taluni accademici dalle colonne dell’Avvenire per sostenere che i soli valori sono quelli naturali.

  31. Ahi ahi bravo Livermore, dici bene è una MOSTRA ! E’ pubblica come il monumento anche se transeunte ! E un cattolico che passa per strada e vede il titolo “La Madonna ecc..” riceve uno sputo in un occhio !
    E quindi anch’io con lui, che, pur se ateo, non tollero venga offeso chicchessia.
    Certo, era giusto che chi voleva si potesse vedere la mostra, ma senza sputi negli occhi agli altri.
    Chessò, al posto un avviso: “Mostra offensiva del comune sentimento religioso”
    Così magari avrebbero fatto il pienone.
    Saluti.

  32. Eh, Nautilus, stando al tuo ragionamento dovremmo chiudere – che so? – la maggior parte delle trasmissioni TV perché il telespettatore credente potrebbe casualmente imbattersi in qualcosa che fa a pugni con il suo sentimento religioso. Proposta interessante…

  33. Sabato 23 giugno, in occasione della giornata internazionale
    dell’orgoglio pedofilo, abbiamo pubblicato un gioco online ispirato al
    documentario prodotto dalla BBC “Sex Crimes and Vatican”.
    Il gioco chiamato “Operazione: pretofilia” ha chiaramente un intento
    satirico, è ambientato in un universo finzionale ed è reso con una
    grafica stilizzata. Tuttavia apprendiamo che il capogruppo UDC alla
    camera Luca Volontè si sta adoperando per oscurare il sito appellandosi
    alla legge 38/2006 sulla lotta allo sfruttamento sessuale e alla
    pedopornografia.
    Insomma, affrettatevi a giocarci perchè potrebbe presto scomparire:
    http://www.molleindustria.it/home.php
    Link alla notizia:
    http://notizie.alice.it/notizie/search/index.html?filter=foglia&nsid=12793987&mod=foglia
    Link al testo “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento
    sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”:
    http://www.camera.it/parlam/leggi/06038l.htm
    Link all’articolo di Punto Informatico “Boy Love Day, l’Italia sceglie
    la censura”
    http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2019599
    Come amo il lavoro che faccio. COME AMO IL MIO PAESE!!!!

  34. Ciao Liver ! Non hai tutti i torti (sulla TV) ma neanche tutte le ragioni, a mio modesto avviso. In effetti la TV che descrivi c’è stata: ricordo benissimo quando le ballerine dovevano indossare calze a righe e trama fitta per non mostrare le gambe, in omaggio alla (perdurante) sessuofobia della chiesa. Ma vedi, non voglio sostenere che bisogna star dietro a ogni ubbìa che possa costituire offesa per qualcuno, religioso o no, ci possono però essere dei casi-limite, e per me questo della Madonna è uno, in cui è opportuno tener conto delle credenze o dei sentimenti degli altri.
    Chiaro che stabilire qual è il limite oltre il quale applicare quella che a tutti gli effetti è una censura è un problema: nel caso in oggetto non ho dubbi ma sempre di valutazione personale si tratta.
    Per quanto riguarda la feroce sessuofobia delle religioni giudaico-cristiana e islamica lo sai che non me ne è chiara la genesi ? L’associazione sesso-peccato (ma spesso cosa “sporca” anche per i non credenti) da dove viene ? Dal fatto che comporta un intenso piacere fisico ? Che sono coinvolti organi che espellono sostanze immonde ? Vero è che altre religioni o altre culture questa connessione non la fanno, dunque ? Ho sentito diverse teorie al riguardo ma nessuna davvero conclusiva, per me.
    Alessandra, ricordo che quando bambino andavo a dottrina i miei genitori, cattolici, mi diffidavano dall’appartarmi da solo con qualsivoglia prete, e non mancavano mai d’informarsi al riguardo. Allora non ne capivo il motivo, ma evidentemente il fenomeno pretofilia era ben conosciuto anche allora, e senza documentari BBC. In compenso, la chiesa poteva tranquillamente far finta d’ignorarlo.

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