IL DOMANDONE FILOSOFICO

I test sì e il domandone no? Ha ragione il nostro filosofo preferito, Massimo Adinolfi alias Azioneparallela: fra tutti i quesiti che vengono posti in rete, magari varrebbe la pena di rispondere a questo (anche nel tentativo di risparmiarci i prossimi corsivi giornalistici su dove sta la laicità, suvvia). Accolgo l’appello e vi pongo il domandone così come è stato formulato dal suo autore:

"Cosa voi vi aspettate dalla filosofia? (in subordine, oppure affianco: e cosa c’è da aspettarsi dalla filosofia?).
La domanda può esser tradotta in una domanda circa i compiti della filosofia (o dei filosofi): vi va bene questa traduzione? Dei compiti di uno scrittore si discute da mane a sera: ne nascono poetiche, manifesti, estetiche. Possono entusiasmare o inorridire o lasciare indifferenti, ma certo nessuno si meraviglia che uno scrittore abbia una sua poetica (oppure: una sua visione del mondo; oppure: un suo mondo interiore; oppure: una sua verità etica ed estetica) Ma assegniamo pure un compito alla filosofia: non si troverà subito chi abbasserà perciò stesso la filosofia al rango di un’opinione (autorevole, ma pur sempre opinione)? E che ce ne facciamo dell’opinione di un filosofo?
E se invece non di un’opinione si tratta, ma di sapere, di scienza, come potremo ancora assegnare un compito alla filosofia? Ne assegnate di compiti, alla scienza? (In quanto scienza, dico). E cosa ci sarebbe allora da aspettarsi? Forse solo che il filosofo faccia il suo mestiere, come lo scienziato il suo. Niente compiti, dunque.
Ma insomma: volete la botte piena e la moglie ubriaca? Volete che la filosofia sia investita di un compito, abbia un senso o dia senso, e poi volete pure che sia scienza, e siete pronti a spararle addosso perché è solo opinione? Oppure no? Oppure volete solo e vi basta l’opinione autorevole (ma poi: perché autorevole?).
(Stavo per aggiungere: rivolgo questa domanda non ai filosofi, ma a tutti gli altri, ma è aggiunta superflua. Altro domandone, infatti: dove stanno i filosofi in rete? Com’è che non riescono a stare in rete? Somiglierebbero troppo agli scrittori?)"

26 pensieri su “IL DOMANDONE FILOSOFICO

  1. Mi soffermo sulle ultime domande, quelle tra parentesi.
    La filosofia non manca dalla rete, basta dare un’occhiata qui http://www.columbia.edu/~av72/links.html
    per rendersene conto.
    Mancano piuttosto i filosofi italiani (a parte il blog di Adinolfi) ma questo rispecchia il ruolo che la filosofia italiana ha assunto nel panorama internazionale, un ruolo molto marginale, salvo rare eccezioni (Eco, Negri, Varzi).
    Per essere interessante, la scrittura filosofica destinata alla rete dovrebbe, a mio parere, avere una forma dialogica, interlocutiva.
    Individuare una questione e proporre argomentazioni favorevoli e contrarie, tipo Summa di San Tommaso.
    A queste poi si oppongono obiezioni e si cerca una conclusione accettabile da tutti.
    I blog filosofici in lingua inglese (http://www.columbia.edu/~av72/links.html#Weblogs)
    hanno questa impostazione. Invece in Italia la filosofia si insegna principalmente come ‘storia della filosofia’; non si affrontano le questioni ma gli autori, non siamo abituati all’argomentazione ma alla citazione colta (in greco o in tedesco).
    E’ una questione di impostazione teorica che si rispecchia nello stile e quindi anche nel modo di essere presenti in rete.
    E poi, diciamocelo, la filosofia va letta lentamente, è destinata alla meditazione, richiede la fatica del pensare e dell’argomentare. Tutto l’opposto della rete, o no?
    Angelo Bottone
    bottone.blogspot.com

  2. Sinceramente, in questo momento, spero niente in ogni senso. Filosofia?! C’è bisogno di concretezza e non di filosofia utile solo a chi ne parla. Be’, potrebbe farci comodo a tutti quanti che si mettesse da parte, la filosofia: sarebbe pure ora.

  3. In un blog dove si parla di letteratura (alta o bassa che sia), dove si discute di cultura (C maiuscola o minuscola che sia), dire male della filosofia e proporre di metterla da parte mi fa venire tristezza. Soprattutto se si prova a sostituirla con “la filosofia dei pragmatici”. Basta con le chiacchiere? Allora basta anche con la letteratura, con Internet, con la poesia, torniamo a caccaire i bufali nelle praterie e a combattere con le scimmie a colpi di ossa femorali.

  4. parlare male della filosofia è come sparare sulla croce rossa, ma la filosofia è come la fenice, e non si cura di chi la condanna/le spara. puoi eliminarla, ma fortunatamente ritorna.
    rock’n’roll
    evviva la filosofia (e le scienze e la tecnica)

  5. Lo dico nel suo interesse, e con sincero affetto: l’amico Iannozzi ha seriamente bisogno di una vacanza. La qualità dei suoi commenti è precipitata. Anziché scrivere tanto per marcare il territorio con l’orina, pensi a rimettersi in sesto, vada in montagna, e quando tornerà bello fresco e riposato ci avremo guadagnato tutti.

  6. Visto che la domanda è rivolta ai NON-filosofi non sono sicuro di poter rispondere. In ogni caso, temo che la questione sia veramente “malposta”: uno pseudoproblema, non molto di più (rispondere no, giudicare sì: e mi pare solo che Adinolfi abbia preso uno dei suoi soliti granchi).

  7. Credo, come detto da qualcuno piu’ su di me (come post intendo), che parlare di “mettere da parte la filosofia” sia un atteggiamento pericoloso..
    Forse è ora di mettere da parte un certo titpo di filosofia autocelebrativa ma della Filosofia, dell’amore per il sapere, deve essere pregno ogni nostro gesto..
    Metter da parte la filosofia “per il momento” mi sa poi tanto di Leggi Speciali e le leggi speciali mi fanno sempre un po’ paura.
    http://mercantediliquori.splinder.com
    http://pillola-rossa.splinder.com/

  8. D’accordo, la chiamerò Sig. Franco Melloni, se è questo che vuole veramente: questo pezzo l’ho letto ripetuto su diversi blog, e sempre ho lasciato la stessa risposta. Per coerenza pratica; sa com’è, in questi tempi così oscuri presi dall’aristotelismo non vorrei esser scambiato per un patetico peripatetico. Che dice? s’è alzata un po’ la qualità del mio commento? No. Peccato! Peccato sì, ma per Lei che mi legge e mi dà pure peso quando non dico niente.
    P.S.: Loredana, scherzi a parte, il blog lo vedo male con i.e. 6.0 + … tutti quelli su kataweb; problemi di html? Lo so, non dipende da te. Giusto per.
    Cari saluti.
    Giuseppe Iannozzi —>
    —> —> —>
    Preferisco firmarmi per intero, colpa del medioevo che c’è di questi tempi, e poi la firma la dice lunga su come la penso circa i nickname e la letteratura. O no?

  9. No, Iannox non è un troll, però da un po’ di tempo a questa parte dà l’impressione di voler dire la propria anche quando la propria non ce l’ha, è come se dovesse presidiare il territorio, far vedere che c’è. Presenzialista lo è sempre stato, lascia commenti su decine e decine di blog, però in passato aveva qualcosa da dire. Discutibile, se si vuole, ma era qualcosa. Di recente, i suoi commenti hanno cominciato a odorare di nulla. Ridateci lo Iannozzi di una volta.

  10. @ FRANCO MELLONI
    La mia posizione l’ho già esposta, chiaramente, firmandola per esteso. Se è nulla, be’, non ci posso far niente. I nickname non li digerisco per niente, il domandone filosofico per l’estate nemmeno (mi sembra di stare da Costanzo e sentire Costanzo che ha ripreso con sé la Barale), la mia idea di letteratura è molto simile a quella esposta da Carla Benedetti ma in questa forma qui, che mi sembra più ampia: “Gli italiani oggi sono un po’ più noti all’estero rispetto a ieri soprattutto come scrittori che amano ripetersi fino alla noia: si va non solo verso la clonazione biografica ma anche verso la clonazione dei falsi modelli letterari, quelli dell’immaginario popolare secondo la richiesta del mercato. Al posto del realismo letterario oggi c’è il realismo pseudo-letterario. Ma non preoccupiamocene più di tanto di questi italiani: sono destinati a terminarsi da soli, nei loro scritti e nella noia del popolo che oggi li legge per star dietro alla moda del momento”.
    Non mi sembra che non dica nulla: dico forse fin troppo. E mi son pure rotto di dover stare a giustificarmi con degli anonimi che anonimi non sono affatto: però si credono anonimi, e le credenze sono le prime a finire sepolte sotto le macerie dell’io. Volete credere che marchi il territorio? Come? In che modo? Non lascio link né email, altri invece sì. E purtroppo o per fortuna un nome e cognome ce l’ho, quindi lo uso.
    Passo e chiudo.
    Giuseppe Iannozzi

  11. ATTENZIONE il passaggio al livello della discussione si alza, bene, su Dio su macchianera sul domandone della filosofia qui, bene avanti così. Soprattutto questo è anti-Restaurativo grazie alle moltitudini competenti che vanno o non vanno in Rete pragmaticamente come colombia.edu dove gli italiani sono stati sterminati nei campus di concentramento americani (dovendo essere di concentrazione, e invece), per il diniego assoluto delle competenze complesse di Massimo Adinolfi alias Azione Parallela (Nicknames a metà, passi, ma ci chiediamo Parallela a cosa) ma non di Ivan Roquentin che non perde un minuto per attaccare la ragazza CARLA BENEDETTI secondo la definizione di Brullo, che ieri sul Newyorktime italiano Corriere della Sera ha sparato pesce missile fomentante la discussione che volentieri riprendiamo: “Gli italiani oggi sono un po’ più noti all’estero rispetto a ieri soprattutto come scrittori che amano ripetersi fino alla noia: si va non solo verso la clonazione biografica ma anche verso la clonazione dei falsi modelli letterari, quelli dell’immaginario popolare secondo la richiesta del mercato. Al posto del realismo letterario oggi c’è il realismo pseudo-letterario. Ma non preoccupiamocene più di tanto di questi italiani: sono destinati a terminarsi da soli, nei loro scritti e nella noia del popolo che oggi li legge per star dietro alla moda del momento”. Ma bisogna lasciare però, questo è un ordine seppure beneducato alla dialettica dello spazio delle altrui opinioni sempre venerate secondo la nostra linea Voltaire, faccio di tutto per cui tu che mi picchi faccia di tutto e continui a picchiarmi anche se sei un naziskin omofobo di quelli che abbiamo conosciuto noi, stare il fraterno amico nostro ormai indissolubile secula lorum PEPPE IANNOZZI, avrà diritto a dire quello che dice e anche quello che non dice, Sig. MELLONI noi l’apprezziamo perché è un fine stratega della comunicazione non verbale ma guardi, ricordare in questo periodo di frequenti gravissime analisi l’esame delle orine non è anzitutto di buon gusto e dopotutto offensivo spropositatamente nei confronti dell’amico fraterno Peppe Iannozzi, quindi si può scavalcare l’AWAY MODIFICATION di ANDREA RAUS VERBOTEN (Nickname krauspenahariano suggeritogli da noi stessi) che ci mette in Nazional Socialista Indiano, a questo punto coloniale come i profumi delle Indie industriali da supermarket con l’immensa rivolta senza alzare una mosca di Gandhi contro gli obbrobri nazisti anglosassoni al Servizio di Sua Maestà La Regina di cuori di fante e soprattutto di picche, nemmeno un pugno di riso da spartisrsi in cinquecentomilioni di poveri soggiogati alle caste e pure, fino alla liberazione di questa sacrosanta lotta anti-Restaurativa che fu fatta, Nazione dell’India colonialista dunque e non pellerossa che Krauspenhaar sterminerebbe ovunque usando John Way come ha già fatto con la foto d’attore sul suo blog verdesabbia, lei sig. Melloni si riscatti appacificandosi con Peppe Iannozzi perchè non vale la pena di litigare interreligiosamente tra noi che siamo la stessa cosa, Pdup a parte e anche l’outing, no?
    GRAZIE DELLE REFERENZE SUL NOSTRO QUOTIDIANO VMO http://vmo.splinder.com
    VINCENZO e BASILE

  12. Massimo (Azioneparallela),
    i granchi, di grazia, lasciali per competenza a chi, con ogni evidenza, si dimostra esperto del settore.
    Ché l’unico sei tu, tra i blogger, ad aver l’autorità riconosciuta del filosofo (o sei l’unico filosofo ad avere un blog, se non è equivalente).
    Quanto agli scrittori sul blog, pochini anche loro, in verità.

  13. @ AZIONE PARALLELA
    Infatti, un’opinione la mia.
    Conosco Hegel, ma grazie.
    Preferisco Bertrand Russell, e a tal proposito consiglio “Storia della filosofia occidentale e dei suoi rapporti con le vicende politiche e sociali dall’antichità a oggi”. Giusto un consiglio dato con educazione a quanti, eventulamente, avessero idee confuse intorno alla filosofia. E anche i “Saggi scettici”, sempre Russell.
    Cari saluti
    Giuseppe Iannozzi

  14. @ Giuseppe Iannozzi.
    La tua non è un’argomentazione, ma un’opinione. Come tale, inconfutabile. Posso solo aggiungere che, ad esser gentili, è un’opinione molto molto comune, e che la prima cosa che si insegna in filosofia (e che si impara, a volerla imparare) è che non è vero affatto che il filosofo pensa astrattamente (c’è un saggetto di Hegel – pensa un po’ – con questo titolo). Per curiosità: me lo fai il nome di un grande filosofo la cui filosofia sia astratta, e lontana dalla concretezza della vita?
    @ Ivan
    Come sarebbero interessanti i tuoi giudizi se non fossero gratuiti, ma motivati! E come sarebbe utile, visto che sei filosofo e hai a cuore la verità, che ponessi bene le questioni che altri pongono male! E visto che sei filosofo e hai a cuore la verità, è vero o no che a parte te non ce ne sn molti di filosofi che abbiano aperto un blog? E perché? È così irrilevante la cosa, o attiene al modo in cui (per farla breve) il filosofo interpreta il suo ruolo e ‘vive’ il suo sapere? Ed è vero o no, basta leggere Iannozzi, per questo, che non si sa più bene che cosa faccia o debba fare la filosofia?
    (Ora non dirmi che ho preso un altro granchio riconoscendoti filosofo!)

  15. Dopo aver letto post, commenti e la relativa raffica di fendenti, mezze coltellate, coltellate intere (mascherate da civile confronto) consiglierei a tutti una cena collettiva accompagnata da abbondanti libagioni.
    Forse, anche se non ne sono certo, la sazietà e l’alcol potrebbero contribuire ad attenuare l’evidente e inutile conflitto (verbale ovviamente) e trasfigurarlo in una parvenza di discussione 🙂
    Come sempre Buona serata. Trespolo.

  16. Anch’io trovo che la domanda sia mal posta. Non essendo ne filosofo ne scrittore proverò a rispondere.
    Trovo improduttiva la dicotomia opinione/scienza. Se è opinione è letteratura, se è scienza * è scienza e non capisco perchè chiamarla filosofia.
    Io credo che teologia e scienza abbiano un pensierio unidirezionale. Fede in un caso e dimostrabilità nell’altro. Sono la loro forza ma anche la loro debolezza.
    Sono, per cosi dire, dei binari: finchè li segui non sbagli, arrivi al punto. Ma se il punto non lo conosci?
    Ecco questo è il compito della filosofia oggi: scoprire nuovi punti di vista, nuove domande.
    Ne opinione ne scienza ma innovazione.
    Il tutto secondo me.
    ciao
    *intendo se adotta il metodo scientifico

  17. Caro lucis, grazie per vaer mostrato che la domanda è ben posta! (La domanda è posta infatti proprio perché alla filosofia sta stretta sia l’opinione che la scienza, proprio perché la filosofia non è né arte né religione né scienza, proprio perché non può vedersi assegnati dei compiti ma non può nemmeno esserne priva, proprio perché ha a che vedere con il sapere ma con un sapere che non è guarnito dal metodo scientifico. E così via)

  18. Leggo che ci si occupa di storia della filosofia e poco di porre problemi filosofici, come se questi si possano affrontare ignorando la tradizione filosofica. Sbagliato! E sono proprio alcuni dei post letti che lo dimostrano. Esempio. Si parla di differenze tra filosofia, scienza e opinione ignorando le radici, la genesi dei campi disciplinari del sapere, come se l’opinione, cioè la Doxa, non avesse niente a che fare con la scienza e il metodo scientifico, e la separazione tra episteme e doxa in filosofia?
    Pochi filosofi o professori di filosofia in rete? La Filosofia ha delle peculiarità di linguaggio, come del resto la fisica e la matematica, verso cui c’è disabitudine, è sempre stato un sapere elitario. Nulla però esclude che il cervello evolva per altre strade!

  19. il filosofo pagato perchè esiste…pensa (alle volte) e ciò basta anche se muto…
    E’ un collezionista di merda o un archeologo di cianfrusaglie…
    dorme, sogna, non caga,…
    le virtù della filosofia le cercano gli imbecilli!

  20. io credo che un compito alla filosofia possa essere affidato. non tanto in un sapere per quanto colui che tenta di esprimerlo sia autorevole resta una parte della verità. allora da sempre ho voluto credere che il compito della filosofia sia quello di fare domande che destano meraviglia sia nella loro originalità che nella loro ovvietà impensata. lessi tempo fa un romanzo “il popolo delle nebbie” e in esso riscontrai il mio pensiero, le migliori domande sono le nostre risposte.

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