IL LUNGO ADDIO DEL PAPA

Due cose da leggere, ora.

Da Azioneparallela, l’intervista di Marino Sinibaldi a Carlo Sini: “Occorre una riflessione critica su come i mezzi di diffusione abbiano dentro di sé qualcosa di morboso. È innegabile. A me è venuto di associare, me ne dispiace ma è così, le immagini del Papa sofferente a quelle del funerale di Diana”.
Su Carmilla , l’intervento di Giuseppe Genna: “Tutto ciò conduce a riflettere sull’effettività metafisica dell’operazione mediatica condotta dal Papa fino alla fine. E’ indubbiamente commovente, ma la metafisica ha ben poco a che fare con la commozione. Con la commozione ha invece a che fare la religione, la quale predispone per l’appunto una retorica, cioè un’arte della persuasione e della commozione, di cui i simboli religiosi diventano stilemi, elementi particellari di un linguaggio indurito”.

68 pensieri su “IL LUNGO ADDIO DEL PAPA

  1. @isabella
    Stiamo allargando un po’ troppo il discorso. Io mi riferivo all’articolo di Genna (che peraltro pubblica sempre in posti dove non si può commentare) che ho trovato pessimo, tanto cognitivamente quanto moralmente. Genna è uno scrittore, essenzialmente cinico, che attraverso la risibile “teoria” dell’ultra-psichismo vuole fare anche il tuttologo. E’ uno stupefacente macinatore di materiali eterogenei, che riscagazza fuori tenuti assieme soltanto dai filamenti mucosi di una retorica tipicamente postmoderna, che mira soltanto a confondere ed impressionare. Al culmine del suo confuso articolo, Genna oscenamente insegna ad un grande papa agonizzante come andava condotta la Chiesa: “concentrandosi sul suo nucleo metafisico!”. Ha detto bene un commentatore: “patafisico” andava ugualmente bene, in un simile armeggiare esibizionistico di vacuità (altro che “specola tomistica”!). Ciò che sinceramente mi preoccupa non è certo Genna, ma i consensi superficiali che riceve, segno che in generale non si legge, ma si scorre semplicemente i testi, reagendo ai “token” linguistici in maniera emotiva e cumulativa. Ma sono disposto ad un confronto frase per frase, con chi volesse tentare di convertirmi.

  2. Anonimo, grazie per il premio e i consigli, perche’ non vai a sentire un po’ di storia? non sei a Roma? vabbe’ mi spiace, di certo pero’ la Storia non la trovi in questo blog.

  3. Il tuo intervento sulle lacrime per fallujia e bambini del mondo è alquanto suoresco spettatrice!
    Il riferimento a fallujia lascia trasparire una certa ….
    E io sto postatndo direttamente dal collonnato , se qualcuno mi vede sono quello col berrettino verde scuro.
    Ola

  4. Però un po’ di Benny Goodman al papa glielo potevano pure fare ascoltare. Sicuramente le relazioni internazionali ci avrebbero guadagnato. chissà, magari in segreto si ascoltava Tiger Rag, e come ultimo desiderio ha detto, “let’s dance, vi prego”.

  5. Mi pare davvero difficile immaginare che IL PAPA abbia in qualche modo deciso come “gestire” la situazione degli ultimi giorni, mi pare un’idea infondata e superficiale. Tuttalpiù l’avrà gestita qualcun altro dietro le quinte, no?
    L’enfasi mediatica è stata esagerata, palesemente. L’idea di iniziare a celebrarlo con speciali PRIMA della morte, lo speciale del TG1 ossessivo, che doveva andare a patire da ieri sera a rigor di logica, l’attesa dell’annuncio, la modifica dei palinsesti PRIMA e non DOPO. L’attesa dell’annuncio in dirretta ad ogni occasione.
    I coccodrilli stipati ovunque (giornali compresi) premevano per uscire dalle loro paludi.
    Io l’ho trovato il contrario di etico. Noioso. Triste.

  6. ti scrivo per scelta, sapendo che sei giornalista. ho un dubbio che può far ridere gli italiani ma che mi rode da ieri: il tanto acclamato matrimonio carlo-camilla, fissato per venerdì ( paradossalmente in contemporanea con il forse-funerale del papa) si farà lo stesso o in segno di rispetto verrà spostato’?’ grazie infinite

  7. brava sara! la cosa interessante è quella. si possono sovrapporre due concerti mediatici?
    in realtà, sovendo morire il papa ha scelto di farlo nel giorno in cui avrebbe inguaiato il matrimonio di carlo e camilla, togliendo un paio di pietre dalla scarpa alla chiesa cattolica e a lady diana, in cielo la burocrazia è molto snella.
    a me stanno iniziando davvero a girare le palle! io ho visto la tv ieri e anche un poco oggi, e c’è chi sta davvero esagerando. verso le 23 di ieri sera socci ha dichiarato che i cattolici sono stati i più perseguitati dell’ultimo secolo e poi ha affermato che il papa ha sconfitto il grande male del secolo, no, non il cancro, ma il socialismo. accanto a lui c’era lucia annunziata che, nonostante le uscisse il fumo dal culo, non ha fiatato. la prima dichiarazione di berlusconi è stata sul contributo del papa a sconfiggere il comunismo. e così via, canale che vai merda che trovi.
    perchè nessuno parla? stiamo assistendo ad una beatificazione e non ho nessuna intenzione di entrare nella questione, però, se si è scelto di rispettare il dolore e la commozione di un mondo per compiere delle analisi più approfondite sul papato di giovanni paolo II, non mi pare il caso di autorizzare il catto-destrorso di turno di sparare cazzate.
    quando si sveglieranno coloro a cui spetterebbe, per par condicio, di sottolineare che see vero che il papa ha finanziato solidarnosh, dando inizio alla fine del socialismo reale è altrettanto vero che proprio la polonia ha poi abbracciato un sistema liberista che poco ha di cristiano. delle sue posizioni su omosessualità, uso del profilattico, aborto, ecc. che la caduta del muro ha aperto le porta all’ “esportazione della democrazia americana”, che il suo no alla guerra non ha fermato nè i governi, nè ha spinto a sollevazioni di popolo.
    rispetto il lutto, sopporto a malapena l’ondata emotiva, ma sono veramente stanco della beatificazione mediatica.

  8. Sara, non so proprio cosa risponderti.
    Invece: ci sono due articoli interessanti sul comportamento dei media: uno di Gianni Canova, sul Manifesto, che sostiene come la lunghissima diretta sull’agonia del Papa rappresenti il culmine dell’ossessione necrofila, post-Vermicino, dei media stessi. E uno di Aldo Grasso, sul Corriere della Sera, che dimostra come la “noia” di cui parlava William Nessuno sia anche da rapportarsi alla sciocca illusione di poter dare un tempo televisivo al tempo della fine.
    Posso aggiungere un piccolissimo aneddoto che testimonia di come questa ossessione non sia solo di oggi, anche se oggi raggiunge il suo culmine: durante gli ultimi giorni di Giovanni XXIII, la sottoscritta, insieme alle sue compagne di prima elementare, venne portata a piazza San Pietro a pregare (ebbene sì, ho fatto le elementari dalle suore). Ricordo perfettamente una telecamera della Rai (che mi sembrava gigantesca) che mi si piazzò davanti e qualcuno (operatore? giornalista?) che mi diceva: “prega bambina. Alza gli occhi al cielo. Ancora un po’”. E io che mi chiedevo, pur obbedendo, che caspita volevano da me. La televisione, allora, era giovane: eppure.

  9. Andreac sai perchè nessuno parla? Perchè hanno paura di sembrare poco beneducati (non maleducati). Perchè quando si arriva un certo punto della “gerarchia sociale” – che esiste, e che rende meno liberi, proprio come in Balzac – si ha paura di non piacere, o meglio si vuole piacere “per forza”. Vogliono sembrare educati. Come se l’educazione consistesse – nei fatti – nel dare ragione agli avversari. “Per delicatezza…” Come se l’educazione e il rispetto non prevedessero – soprattutto in politica – di parlare delle proprie tradizioni (TRADIZIONI, STORIA, COSTUMI) che possono – devono – essere diverse da quelle degli avversari. Come se il rispetto non prevedesse il dover rappresentare anche quelli che la pensano diversamente. Come se il rispetto non prevedesse che uno/a può fare a meno di andarci alle trasmissioni televisive. No. Ci devono andare per forza. Devono piacere per forza. Devono vincere per forza. Ma qualcuno che perda e poi si dica “Questi errori cerchiamo di non farli più?”, come insegnano le favole, esiste? No. Lo dico sempre io, che si leggono pochi romanzi. Ahhhhh…che pazienza. Meno male che c’è Lolip. E domani, tutti preparati sui Fratelli Grimm!

  10. Tutto è contro di loro, tutto ciò e tutti coloro che non apprezzano la loro vita. Tutte le voci che dall’esterno condannano e ripudiano la loro vita!
    Ma cos’ha la loro vita che non va? Cosa diavolo c’è di meno riprovevole della vita dei Levov.

  11. ilposto io penso che si tratti anche di una precisa strategia. e questo è l’aspetto più patetico ed inquitante.
    perbenismo ecco di cosa si tratta, qualcosa he una volta veniva additato come falsa morale borghese e che adesso si pensa possa garantire il rispetto e il voto degli italiani.
    o gli italiani sono stupidi o lo sono diventati a furia di essere trattati come tali.
    e gli stupidi si sa che poi si fanno abbindolare chi sappiamo noi.
    uno dei sostenitori della strategia di non parlare mai male degli avversari è klaus davi…che è consulente politico dei ds, mi pare.
    come si deve fare?

  12. Il mondo è così diviso: in principio è la brezza; E poi vi sono le cose che con voce o con gesto alla brezza rispondono;
    E poi vi è anche la pietra crudele, che tronca il volo alla brezza,
    E su cui nulla che alla brezza risponda può germinare.
    L’uomo che alla brezza si elesse compagno
    invano contro di essa erigerà siepe o muro.
    Per lui il silenzio, come conchiglia, custodirà la sua voce,
    e, respinta, più violenta si leverà nel suo cuore,
    finché egli sorga e la segua.
    (Margherita Guidacci)

  13. Andrea C, insisto, il Papa non poteva scegliere nulla in questa ultima fase, ha scelto qualcun altro per lui.
    Leggiadra Lolip, non è solo il tuo ricordo di bambina: le telecamere ERANO gigantesche all’epoca…

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