MOZART A MILANO E ALTRE STORIE

Son giorni convulsi, e di tutte le letture fresche ho poco tempo per parlare. Così, segnalo due titoli già in libreria da settimane (ma che meritano) e uno che verrà.

Partiamo da una data. 23 gennaio 1770: il convento di San Marco a Milano ospita due viaggiatori austriaci. Sono Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart, che resterà in città, in momenti alterni, per circa un anno. Armando Torno rievocò quel soggiorno in un programma di sala, ai tempi del bicentenario dalla morte del compositore, nel 1991: nell’imminenza di un altro anniversario (i 250 anni dalla nascita), il breve saggio viene ripubblicato da Mondatori con il titolo Mozart a Milano, ed è un gran bene.

Seconda storia. Stella sta perdendo la sua vita: soffre di Alzheimer. Suo figlio Noel ne ricorda troppa: soffre di sinestesia e  tutto si fissa nella sua mente senza selezione, in un caleidoscopio ossessivo di colori. La chiave potrebbe essere  in un laboratorio dove, accanto a Noel, lavorano uno psichiatra che ha la voracità vitale e autodistruttiva  di Don Giovanni,  l’enciclopedico JJ, la desiderata Samira. E’ Gli artisti della memoria di Jeffrey Moore, uscito per Marcos y Marcos.

Infine, la parola a Marco Drago: “Ho cominciato a scrivere Zolle pensando a un rapporto d’amicizia fra due trentacinquenni di provincia. Due ragazzi “studiati”, molto attenti a tutto quello che succede, ma fatalmente provinciali, fatalmente lontani dai luoghi dove succedono le cose. Uno dei due doveva essere una specie di intellettuale qualunquista (letture: ‘Il Foglio’, ‘Panorama’, ma anche T.S. Eliot, William Carlos Williams e Robert Frost), l’altro un intellettuale ‘selvatico’ nemico dei libri, delle etichette e di ogni generalizzazione mediatica. Poi mi ha preso la mano un tema che all’inizio ritenevo secondario e cioè il perdurare del matrimonio anche dopo il divorzio. Un tema che – devo dire la verità – non mi ha mai particolarmente appassionato (non sono credente e non sono sposato, dunque non ho mai nemmeno divorziato), ma che mi pare possa avere qualche senso alla luce di come viene vissuto oggi il matrimonio. Credo di aver messo, in questo libro, un bel campionario di mie manie/ossessioni personali: il sesso (cambi di partner, ninfomania), il primo amore (che nelle canzonette ‘non si scorda mai’ e nella vita nemmeno), il collezionismo di dischi (con tutta la fauna di ultraquarantenni senza donne che lo alimenta), il cattolicesimo (che faccio finta di rinnegare ma rientra sempre in quello che scrivo) e il mondo editoriale (una versione piccola e claustrofobica dello showbiz)”.
Zolle esce fra due settimane circa per Feltrinelli.

16 pensieri su “MOZART A MILANO E ALTRE STORIE

  1. Io a Marco Drago gli auguro ogni bene per via di campanile, simpatia etcetera ed anche a Maltesenarrazioni che spero presto rifulga di nuova beltà & magnificenza,
    olè

  2. Giuro, credevo che Drago non avrebbe più scritto, anche perché aveva preso una deriva strana del tipo: sono un autore totale mi esprimo su vari medium soprattutto radiofonici. Del resto mezzo gruppo del maltese non scrive più. Allora speriamo che risorgano anche Galiazzo e Rivetti. “Risorgano” in senso buono, non che io pensi che se uno non scrive non esiste, figuriamoci. Insomma Drago dopo sei anni licenzia Zolle, e io sono contento perché il suo programma a radio3 non è male, ma come autore, secondo me, lui è nato scrittore. In bocca al lupo.

  3. Ma di quel libro che ha appena fatto Feltrinelli e che si chiama Atomico Dandy che vogliamo dire? Questo Pallavicini non lo conosco, Drago sì, e me piasce. Si somijano, i due italiani feltrinelliani? Che han quasi la stessa età

  4. Se vuoi parlare di Atomico dandy, puoi farlo direttamente con Pallavicini che interviene sul forum di fernandel (www.fernandel.it) e sul suo blog nel sito http://www.feltrinelli.it
    Pallavicini come critico è abbastanza duro ma lo stimo perché è rigorosissimo e tutto sommato con un’idea di letteratura forte (altro che dandy). Come scrittore mi pare tra i migliori in Italia, anche se di mestiere è un ricercatore nel campo chimico.
    L’Italia è quel posto dove si parla poco di quelli veramente bravi (Celati per esempio) perché danno fastidio a quelli falsamente bravi.

  5. Sembrerà strano, ma io e Loredana in pochi mesi ci siamo avvicinati sinergicamente e ormai combaciamo per idee. Il suo post sopra sembrerebbe una pigra battuta invece è un assist per segnalare ai passanti distratti il circolo culturale “Luogo comune” di Faenza.
    http://www.racine.ra.it/luogocomune/
    un bacetto a Lory

  6. No, titontolone: era per segnalare l’articolone di Repubblica di sabato su Celati.
    Comunque va bene anche il circolo.

  7. L’avevo letto l’articolo sai, ma volevo vedere se eri scucuzzata e non lo citavi te. L’articolo è molto bello, e naturalmente abbastanza solitario. La cosa formidabile è che siate riusciti a preparalo a un giorno di distanza dalla mia lamentela.
    (Sarebbe bello sai che io e te facessimo un programma radiofonico dove ce ne diciamo di tutti i colori. Titolo: crampi di primavera.)

  8. Giuro che se un giorno riuscirò a tornare alla radio (perchè notoriamente a noi mediatori culturali compromessi con il potere basta volere, scellerato di un titonco) porrò come condizione la tua presenza 🙂

  9. Lo so che non è facile Loredana, e ti dico anche che segretamente faccio il tifo per te, però tu devi tenere gli antennoni aperti perché come ha detto Raul Montanari su Linus questo è un momento di grandissima vitalità, che tu dovresti esplorare tutta quanta e catturare per restituirla al pubblico. Un imbuto insomma.
    E quando ci riuscirai, pigramente ti ascolterò dalle casse dello stereo o dentro la twingo rosso ciliegia.

  10. Sono felice che tu scriva che questo è un momento di grandissima vitalità. Non so come, ma pensavo che tu sostenessi invece che questo è un clima di pesante restaurazione. 🙂

  11. Da su si restaura, da giù ci si muove. Decidi tu dove fermare l’ascensore. Io spero al primo piano, con gli inquilini nuovi e più interessanti. Ma se vuoi salire fino all’attico del notaio… 🙂

  12. Per mia inclinazione caratteriale e vocazione professionale, ho sempre frequentato il sottosuolo. Credo che gli attici dei notai siano già troppo frequentati, e non aggiungo altro. 🙂

  13. Se sei disposta a stare nel sottosuolo, quindi in compagnia di Moresco, io ti fregio del più alto ordine, quello del Captatore Massimo di Segnali Culturali. Ora che sei più potente perfino di un cavaliere jedi, cammina per il mondo Loredana 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto