INTEGRALISMI, UNO E DUE

Da Repubblica Roma:
“Ancora polemiche sulla “Marcia nazionale per la vita” di domenica scorsa. In un primo momento, sui duecento bus che il Comune avrebbe concesso gratuitamente ai partecipanti al corteo. Un punto sul quale il consigliere capitolino del Pd Dario Nanni ha presentato un´interrogazione urgente al sindaco, chiedendo se la notizia fosse vera. Ma a smentire ci ha pensato subito l´Atac. Poi la diatriba si è spostata su un centinaio di pannelli affissi sui lati degli autobus di linea utilizzati per pubblicizzare la manifestazione: spazi forniti a costo zero dal Campidoglio agli organizzatori della “Marcia per la vita”. Ma dal Comune, il direttore del dipartimento Comunicazione e diritti dei cittadini, Luigi Di Gregorio, spiega che si tratta «di pannelli a disposizione dell´Amministrazione, circa 800 al mese, che vengono utilizzati per segnalare manifestazioni promosse da onlus e associazioni e patrocinate dal Campidoglio, oppure richiesti dagli assessorati per eventi e servizi». E questa volta, a farne domanda, è stata la delegata del sindaco per le Pari opportunità, Lavinia Mennuni.”
Dalla mia casella di posta, la mail di T.
“Mia figlia ha pochi mesi, faccio l’amore col mio compagno, non pensiamo che non prendo più la pillola. Mezza giornata di indecisioni col sorriso sulle labbra, vogliamo un altro figlio ma ci diciamo: non subito. Mi rivolgo al mio medico di base per la pillola del giorno dopo. Me la nega affermando che si tratta di una ‘pillola abortiva’. Le rispondo che si sbaglia e le faccio notare che non può rifiutarsi. Mi dice che lei è medico e sa quel che dice. Però, aggiunge, non è per motivi bioetici (sic) che non mi fa la prescrizione ma perché non ritiene il farmaco adatto a me. (Ha mangiato subito la foglia nel timore di un mio reclamo, mi dico.) Le chiedo come mai. Mi risponde che non è tenuta a dirmelo. Le chiedo allora, come medico, cosa mi consiglia. Mi dice che mi consiglia di andare al pronto soccorso dell’ospedale per chiedere lì la prescrizione. La chiudo lì sapendo che è inutile insistere: intanto la dottoressa ai miei occhi ha compiuto un doppio illecito, negarmi un diritto e violare il codice deontologico rifiutandosi di motivarmi le presunte (ovviamente false) ragioni di salute della mancata prescrizione. Intanto è tarda mattinata, il mio compagno tra poco dovrà andare al lavoro, io resto sola con la bambina e non abbiamo l’auto. Chiamo il consultorio: il ginecologo quel pomeriggio non c’è. Chiamo l’ospedale: mi dicono che posso andarci ma ci vorrà tempo perché dovranno farmi un’ecografia. Cosa che non mi risulta affatto necessaria ai fini della prescrizione. Infine otteniamo la ricetta da un medico di nostra conoscenza che non c’entra nulla coi servizi pubblici appositamente preposti e interpellati, che sarebbero stati obbligati a soddisfare la richiesta e anche in modo tempestivo. Chiamo il locale Tribunale dei diritti del malato, parlo con una persona molto gentile che a parole mi spalleggia e dà ragione su tutto ma si dice poco informata sulla normativa, dice che deve informarsi e mi richiamerà. Mi richiama e mi dice che la Regone ha emanato una disposizione che consente ai medici l’obiezione sulla contraccezione d’emergenza. Ho cercato un po’ e a me questa disposizione non risulta, anzi mi sembrerebbe assurda. Così da alcuni giorni leggo e parlo con persone per capire cosa posso o non posso fare, soprattutto cosa *è utile* che io faccia. Intanto, per caso, chiacchierando con una persona amica, vengo a conoscenza di episodi di integralismo religioso in cui questa dottoressa sarebbe coinvolta nella città dove abito: il rifiuto di prescrivere pure la contraccezione ordinaria, ostracismi massicci e ahimè efficaci a colleghi impegnati sul fronte della procreazione assistita, ingerenze nella scuola pubblica contro i corsi di educazione sessuale. Quest’ultima cosa mi allarma e indigna forse più di tutte le altre. E’ proprio l’educazione sessuale, l’educazione di genere la chiave principale che può forse aprire la porta di un vero cambiamento in Italia contro le grandi e le piccole violenze di ogni specie sulle donne, e per liberare gli uomini dai percorsi di diseducazione umana in cui la nostra cultura li incanala e incastra dalla nascita. Mi è stato addirittura sconsigliato di agire contro questa persona per non rischiare di subire ritorsioni più o meno manifeste, contro me e la mia famiglia. Io invece vorrei agire, e con efficacia, da privata cittadina a cui è stato leso un diritto, da madre che vuole offrire a sua figlia una speranza e da donna che vorrebbe dare il suo contributo concreto nelle lotte politiche e sociali. Sto cercando di capire quali strade posso percorrere ma sono persuasa della necessità di non restare inerti”.

51 pensieri su “INTEGRALISMI, UNO E DUE

  1. Anche io in un caso ho avuto bisogno della contraccezione d’emergenza. Il medico di guardia per prescrivermela mi ha fatto molti problemi. Addirittura ha iniziato a dirmi: “ma perchè non lo vuoi tenere questo bambino”. Ma la contraccezione d’emergenza non interviene dopo il concepimento, quindi mi stava dicendo una enorme e colpevole menzogna. Io ero giovane, sola e molto impaurita e questo episodio a ripensarci mi provoca ancora adesso molta rabbia.

  2. Io la lettera la trovo sconvolgente. Molto molto grave questa successione di fenomeni. Mi chiedo se non sia il caso di pubblicare invece l’elenco dei medici che rifiutano la pillola del giorno dopo, tanto so’ tutti fieri no? un po’ come la faccenda dell’editoria a pagamento, in questo modo si crea la consapevolezza di una mancanza culturale!

  3. Sì, è il caso di fare un censimento dei medici che ostacolano l’accesso alla contraccezione, l’accesso all’ivg e fanno disinformazione. C’è bisogno di un registro pubblico di medici obiettori e obiettrici, e quando vai alla asl a fare una prenotazione l’impigata o impiegato ti deve dire: ci sono due possibilità Medico A non-obiettore e Medico B obiettore, per chi prenoto?

  4. E soprattutto: la contraccezione di emergenza nei pronto soccorso deve avere codice rosso. Perché nessuna donna, giovane e non giovane, italiana e no, deve trovarsi a sfiorare i sessanta euro per un medicinale di emergenza.

  5. D´accordo col registro pubblico dei medici obiettori, ma per quanto riguarda la contraccezione d´emergenza non è solo un problema di informazione. Sto cercando di documentarmi meglio, ma da quanto ho capito finora l´obiezione non è affatto un´opzione in questi casi. Quindi fare l´elenco di chi la usa come scusa per non fare il proprio dovere puó essere una strada, non solo per scegliere da chi andare peró, ma per aiutare a denunciare. Altrimenti si rischia di legittimare qualcosa che non è legittimo manco per niente, e si apre la strada per modificare la legge.

  6. Nel mondo del profitto ci sono due strade possibili per cambiare le cose.
    La prima non ve la sto a ripetere. 😉
    La seconda è colpire proprio il profitto. In questo caso non si devono obbligare i dottori, visto che in questo stato è cosa comunque impossibile, ma bisogna obbligarli a dichiarare se sono obbiettori, pubblicare le loro scelte e sperare in uan significativa riduzione dei loro profitti. Se ciò non avvenisse resta solo la prima strada.

  7. Gli illeciti si susseguono, e questa lettera ne è l’ultimo esempio. Bisogna ripetere fino allo sfinimento che l’obiezione di coscienza è legale soltanto per le procedure direttamente connesse all’interruzione volontaria di gravidanza. Negli altri casi è, come scrive Serbilla, un illecito: la pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo è un farmaco che previene la gravidanza, dunque non può e non deve essere negata.
    Io sono davvero esasperata. La marcia per la vita, con il “mio” sindaco con la fascia tricolore, è un episodio desolante: nel manifesto dell’iniziativa non è mai citata la parola “donna”. Ci cancellano come soggetti, effettuando l’operazione inversa a quella compiuta dalla legge 194.
    Le conseguenze vanno ben oltre questa punta dell’iceberg. Soltanto ieri ho raccolto la testimonianza di un’altra donna, l’ennesima, cui è stata negata l’epidurale durante il parto in un grande ospedale cattolico di Roma. A nulla sono valse le proteste sue e del marito.

  8. Concordo con Zauberei, è inquietante la successione di fenomeni e molto spaventosa la minaccia di oscure ritorsioni, tipo lista nera. Del tipo: mi denunci? Ti ritrovi tua figlia esclusa dalla graduatoria del nido e non sai bene perché. Oppure trattata peggio da un’educatrice vicina a qualche associazione religiosa. Sono cose possibili specie in una piccola città.
    No e poi no, non si può obiettare sulla contraccezione d’emergenza. Invece la lista pubblica obbligatoria di medici obiettori sarebbe doverosa. Però ha ragione Zauberei, si potrebbe fare una lista tipo EAP, dove chi è vittima di una cosa così può denunciare, anonimamente, il nome e la località del medico in questione (che poi decida o meno di dar corso privatamente a un reclamo o a una denuncia). E’ pur sempre un inizio.

  9. A me quello che colpisce di più è il passaparola sul “potere” di questa persona di condizionarti la vita. Si parla di massoneria deviata, ma questa non è tanto diversa, e somiglia molto alla cultura mafiosa.

  10. Comunque anche io sono d’accordo per un registro pubblico dei medici obiettori. Lo può fare il Ministero della Salute, l’Ordine dei Medici oppure in mancanza di questo si prepara un wiki con le segnalazioni delle utenti passandosi parola su chi evitare.

  11. @valberici
    Geniale!! Facciamo capire alle case farmaceutiche quanti soldi non intascano a causa dei medici obiettori. Tocchiamoli sull’unica cosa a cui pensano: il profitto!

  12. Direi che CloseTheDoor ha centrato il punto: un wiki. si posta per comune, volendo la testimonianza, volendo solo punti base. ci sara’ il problema dell’informazione raramente verificabile, e potenzialmente sabotata, ma se abbastanza persone ci passano, i fatti saranno corretti da se’.
    sono tentata di suggerire di fare il lavoro in positivo, invece che in negativo, cosi’ da scansare querele preventive. mettiamo in luce nomi dei medici, degli ospedali, dei farmacisti rispettosi del diritto di scelta e di salute delle donne. una specie di “centro di raccomandazione collettiva”, in cui sosteniamo e ringraziamo per l’ottimo lavoro fatto quelli/e che se lo meritano.

  13. Concordo, dal basso. Ci sto per il Wiki. Le riflessioni di sullepunte le facevo anche io, eppure credo che se si può mantenere l’anonimato non si rischiano querele e la denuncia del negativo sarebbe più efficace. Non so.

  14. Mi piace l’idea del “centro di raccomandazione collettiva” 🙂 e che la cosa nasca dal basso è ottimo. Ma per avere codice rosso e asl che ti permette di scegliere c’è bisogno comunque dell’intervento del Ministero, purtroppo sono due cose necessarie.

  15. Rimanendo in tema di soldi ma andando leggermente ot: una delle ‘argomentazioni’ frequenti di un neo-conservatore canadese molto popolare che si chiama William D. Gairdner, oggetto di studio interessante per i discorsi che fa e che risultano molto persuasivi e ben argomentati per chi la pensa come lui, ma che, in realtà, trasudano omofobia, razzismo e sessismo, e che paragona le femministe ad un cancro etc etc, nel suo libro ‘the war against the family’ nel capito dal titolo raccapricciante “the invisible holocaust: abortion vs the family” dice, tra le innumerevoli boiate, che anche chi è contro l’aborto si ritrova in pratica forzato dal governo canadese a pagare per l’aborto con le tasse. Ci sono delle argomentazioni allucinanti e una scelta linguistica “violenta” in tutto il libro e credo che un tipo di fanatismo cattolico stia importando e usando in Italia le stesse strategie discorsive che questo tipo ed altri hanno messo in circolazione da anni. danger danger danger!

  16. Mi fa piacere che la proposta del wiki piaccia, io terrei entrambe le opzioni: positivo e negativo. Penso che sapere PRIMA quale scelta ha fatto un ginecologo (o un farmacista) possa essere un’informazione importante nella scelta, per non avere pessime sorprese nel caso in cui una si trovasse di fronte alla scelta gravidanza sì/no.
    Non vedo il problema dell’anonimato, se il wiki funziona come tutti i blog si tratterebbe di fare un lavoro stile appunto Wikipedia che memorizza gli IP degli utenti, i quali rimangono gli unici responsabili di contenuti eventualmente diffamanti. Su Internet in realtà essere anonimi è molto più difficile di quanto si immagini.

  17. Alcune brevissime considerazioni:
    1. l’aborto sarebbe una conquista?
    2. la stupidità che condanna a morte
    3. aborto e ingiustizie sessiste
    4. avversione all’aborto scelta laica
    5. diritto di obiezione
    6. le femministe non rappresentano la volontà delle donne
    7. libertà di opinione e diritto al rispetto
    1. l’aborto non è un conquista femminista e , anche se lo fosse, non ci sarebbe nulla di cui vantarsi.
    L’aborto non è una conquista femminista, come non lo è il divorzio.
    Si tratta degli esiti di due referendum ai quali votarono uomini e donne.
    Solo le femministe che le propagandano come loro conquiste, incuranti del fatto che c’è poco da esser fieri se le uniche conquiste ottenute sono, già di per se, un segno di sconfitta.
    La magra figura, sicuramente inconsapevole, è doppia:
    1- raccontano l’ennesima menzogna dicendo che l’esito di un referendum popolare sarebbe una loro conquista.
    2 – si vantano di quelle che non sono altro che sconfitte di civiltà.
    Ciò che alle femministe sfugge è che si votò in favore dell’aborto per limitare il danno di quelle donne che ricorrevano alle mammane.
    Donne senza scrupoli (altro che maschi assassini!) che, in cambio di danaro, infilavano ferri da calza nelle pance di poveracce facendone morire la metà per setticemia.
    Chi scelse in favore dell’aborto lo fece per salvare almeno la vita a quelle sventurate.
    Un solo morto è sempre meglio di due.
    L’aborto fu un ripiego non una conquista.
    L’unica conquista femminista che ricordo è l’aberrazione giuridica dell’ “inversione dell’onere della prova”.
    Bella roba!
    2. Si abortisce per stupidità
    Tolto l’1% che abortisce per gravi patologie della madre o del bambino e un altro 1% che abortisce in seguito ad uno stupro,casi dei quali non mi sentirei mai di sindacare, resta un 98% che abortisce per STUPIDITA’ e ignoranza.
    Ho scritto ignoranza perché si tratta effettivamente di una possibilità ma… sappiamo tutti che è decisamente remota.
    In realtà è per stupidita che quei bambini sono condannati a morte in un paese che ripudia la pena capitale.
    L’aborto rappresenta il diritto di essere CRETINE.
    3. Aborto e ingiustizie sessiste.
    L’aborto coinvolge tre individui.
    Una decide e gli altri subiscono la scelta.
    Una donna resta incinta a causa di un rapporto occasionale e non è tenuta ad informare il/i presunto/i padre/i.
    INGIUSTO.
    Una donna può decidere di tenere il bambino, di abbandonarlo in ospedale o di ucciderlo senza consultarsi con il/i presunto/i padre/i.
    INGIUSTO.
    Una donna può abortire senza che la volontà del il/i presunto/i padre/i venga perlomeno registrata nella documentazione sanitaria.
    INGIUSTO
    Un uomo che volesse salvare la vita di suo figlio non avrebbe il diritto di proporre il proseguimento della gravidanza e il successivo abbandono del figlio in ospedale, potendo contare sull’affido esclusivo del bimbo senza alcun onere per la madre.
    INGIUSTO
    Se la donna volesse tenere il figlio contro la volontà del padre, questi, è comunque tenuto al mantenimento del piccolo.
    INGIUSTO
    (in ottica paritaria, dovrebbe essere previsto l’aborto maschile, ossia il rifiuto al mantenimento del figlio indesiderato)
    4. Obbligo di aborto?
    Essere favorevoli all’aborto non è un obbligo.
    A prescindere dalle convinzioni politiche o religiose esistono uomini e donne che in modo laico pensano che, in mancanza di evidenze e scadenze certe, la vita umana debba considerarsi tale a partire dal concepimento.
    Hanno il diritto di pensarlo e di proporre mezzi alternativi all’aborto per salvare la vita a quei feti che loro considerano individui informando le donne sulle varie opzioni.
    5. Obiezione di coscienza.
    Anche chi è favorevole all’aborto, come me, che avrei votato a favore, non può fare a meno di riconoscere i diritti di:
    – non abortire e di essere informati dai consultori sulle varie possibilità di scelta;
    – non uccidere, cioè essere obiettore.
    6. Femministe e volontà delle donne.
    la partecipazione delle donne alla manifestazione è la prova eclatante del fatto che esistono donne contrarie all’aborto.
    ne consegue che le femministe, nonostante i lavaggio del cervello mediatico, non rappresentano la volontà della maggioranza delle donne.
    7. Chi è contrario all’aborto ha diritto allo stesso rispetto che ha chi vuole l’aborto.
    Le provocazioni e gli insulti lanciati nei riguardi di chi ha partecipato alla marcia per la vita sono evidenza di fascismo, anche se lo si vuol mascherare con un altro nome.
    NO COPYRIGHT
    La riproduzione parziale o totale del contributo è libera, senza alcun obbligo di indicarne l’autore.

  18. Non so allestire un wiki ma consideratemi pure a disposizione per altre funzioni tecniche (stile wikipedia-administrator).

  19. vnd
    nel tuo lungo intervento esprimi un concetto a cui penso spesso: “si votò in favore dell’aborto per limitare il danno”, cioè mi impressiona sempre il pensiero che l’essere umano mai riesca a porre rimedio alle proprie tragedie, ma invece le assecondi cercando, appunto e nel migliore dei casi, di limitare il danno.
    Poi insisto a dire che nessuno è in realtà favorevole all’aborto, perchè se così fosse si tratterebbe di un valore da trasmettere, un’esperienza da consigliare; sappiamo che così non è.
    Ad ogni modo rimango convinta che tutti abbiano il diritto di manifestare, di esprimere liberamente le proprie opinioni, nei limiti imposti dal vivere civile.
    E la cosa fondamentale, per entrambi gli “schieramenti” è evitare accuratamente i toni da crociata, la reciproca demonizzazione.

  20. Mi spiace Rita, mi spiace deluderti e smentirti quando dici che “nessuno è in realtà favorevole all’aborto, perchè se così fosse si tratterebbe di un valore da trasmettere, un’esperienza da consigliare; sappiamo che così non è.”. Io SONO FAVOREVOLE. Ovviamente non la reputo un’esperienza positiva, che dona felicità o altro sentimento leggero. Al contrario. Ma sono favorevole perchè lo reputo un diritto della mia persona. Del mio essere donna. Il lungo intervento di vnd mi lascia basita.. leggo che quello che io chiamo diritto di donna, lui/lei lo chiama diritto di essere cretina. Bene. Che continuino le marce prolife, che continuino le discussioni senza fine che mettono sullo stesso piano il diritto di una donna di ricorrere all’aborto con quello di un uomo che non vuole pagare gli alimenti (vnd scrive anche questo! gulp!).. La mia indignizione per l’esperienza che ha dovuto vivere T sarà perenne e la mia difesa prolegge 194 sarà inesauribile. A tutti i costi. Rendo l’idea?

  21. Ma la misoginia c’è nel famoso Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders? Perché è evidentemente un grave disturbo.

  22. diciamo che il ricorso all’aborto è un “diritto” che si spera sempre di non dover mai esercitare nella vita (perciò ho messo diritto tra virgolette) ma deve essere garantito. io preferisco dire che sono favorevole al principio di autodeterminazione del proprio corpo (e la gravidanza avviene in un corpo di donna quindi a lei spetta l’ultima parola se portare avanti la gravidanza o no) ma sostanzialmente concordo con Monica

  23. Monica,
    non ti dispiacere, non mi deludi e comunque il problema non sussiste proprio: io ho solo detto la mia così come tu hai detto la tua.
    Guarda che nelle tue prime quattro righe hai detto esattamente quello che ho detto io e che avevo anche detto in precedenza commentando un altro articolo di Lipperini.
    Quella volta là dicevo che bisognerebbe pensare bene al significato delle parole e per questo affermavo che secondo me nessuno in realtà può essere favorevole all’aborto, dato che, di sicuro, si impedisce a un agglomerato di cellule che hanno o non hanno dignità di essere umano di nascere – e nascere, DI SICURO, come essere umano.
    Si tratta quindi di essere favorevoli o contrari alla legge 194 e qui ti ripeto che la ritengo un’ottima legge, da applicare dal primo all’ultimo articolo.
    Ecco, io non credo al diritto assoluto, per me non esiste proprio questo DIRITTO, dato che, con l’aborto, “si dispone della vita altrui” per dirla con il solito e strasfruttato Norberto Bobbio.
    Il tema è delicatissimo, non si può parlarne con sbrigatività tramite i soliti slogan e soprattutto non si diventa persone disprezzabili se si propende per l’una o per l’altra posizione, nessuno può lanciare anatemi, i fanatismi e le crociate sono da evitare, da parte di tutti quanti.

  24. Pur avendo specificato in post precedenti quale è la mia posizione, l’idea del Wiki dei medici mi sembra bella. Perchè ho la sgradevole sensazione che troppi professionisti facciano del moralismo sulla pelle altrui per poi essere liberali con le proprie tasche. Se si crede in un valore, bisogna crederci fino in fondo, affrontando le conseguenze sia economiche che legali. In questo modo probabilmente i finti moralisti verranno fuori, ed anche abbastanza in fretta.

  25. ma garantire alle persone il diritto di scelta è così un concetto “maziano”?
    per me le manifestazioni prolife hanno tutto il diritto di cittadinanza, così come le manifestazioni “proaborto” (non se se c’è un termine più consono, ma è uguale)…ogni persona deve avere il diritto di fare la scelta che ritiene per sè più giusta.
    se ritenessi l’aborto un omicidio, non abortirò mai..nonostante tutto.
    se parimenti fossi favorevole, nel caso mi ci trovassi abortirei…nonostante tutto (cioè nonostante la legalità o meno del mio gesto).
    quindi – secondo me – è un segno di inciviltà obbligare qualcuno in una scelta vincolata (obbligare anche psicologicamente e con disinformazione), una violenza inaudita obbligare una persona a scegliere quello che IO ritengo giusto.
    La libertà di scelta deve essere informazione, deve essere conoscenza, deve essere approfondimento..altrimenti che libertà è?
    forse la faccio un po’ troppo semplice…

  26. @roro il punto è proprio questo, non si fa una marcia genericamente “proaborto” perché, chi è per la libertà di scelta non pensa a se come ad un tribunale che deve e può decidere per le altre persone. Mentre fanno questa marcia antiabortista perché pensano di poter decidere per altre persone cosa è meglio, perchè hanno la convinzione di possedere la unica e sola verità.
    Al più si possono fare manifestazioni in difesa della legge 194, dato permette l’aborto quando la singola persona lo ritiene necessario.

  27. Il diritto alla procreazione cosciente e responsabile per legge deve essere garantito dallo Stato almeno secondo livelli essenziali di prestazioni. La lista va chiesta alle istituzioni, sono quelle a dover essere messe in mora. Perché arretrate su un diritto?

  28. @Rita, dici:
    “Poi insisto a dire che nessuno è in realtà favorevole all’aborto”
    Non capisco come si possa affermare una cosa del genere. Dove l’hai letto? Migliaia di persone sono favoreli all’aborto, me compresa.

  29. Quello che è successo a T. e a tante altre ragazze e donne è umiliante e semplicemente vergognoso. Sono a favore della lista che può permettere di avere a che fare con medici laici.

  30. Libera
    non l’ho letto, non ho bisogno di leggere qualcosa per decidere come la devo pensare, perlomeno non sempre.
    E comunque non hai letto per intero i miei interventi mi sembra (non che tu sia tenuta per carità, ma giusto per non parlare a vanvera).
    E l’ho sentito da una donna, una giornalista che stimo molto, Ritanna Armeni, anni fa, a Ottoemezzo durante una conversazione col cardinale Ruini. Effettivamente quella volta mi sono stupita di sentire, per la prima (e forse unica) volta, esprimere da qualcuno l’esatta idea che avevo io.
    Poi non so dirti se qualche illustre firma ne abbia anche scritto.

  31. P.S. anzi, ti dirò di più Libera, e te lo dico perchè mi pare – e sottolineo mi pare – che tu sia molto affezionata alle etichette e particolarmente sensibile alla parrocchia politica da cui proviene una certa opinione, evidentemente ti dà sicurezza – la Armeni in quell’occasione aveva anche detto che dire “l’aborto è un diritto” è un’espressione sbagliatissima.
    Ho abbastanza buona memoria quindi non sono andata a verificata, fallo tu se ti va e se ne hai bisogno.

  32. @Rita
    E’ un’opinione tua e dell’Armeni, non certo di tanta altra gente che non la pensa come voi.
    Quanto a quel che mi dà sicurezza, sono i miei principi e le cose in cui credo, non ho bisogno di etichette.

  33. Esatto Anonimo/Libera, sono le mie e le tue LEGITTIME opinioni che a volte, ti sembrerà stravagante (soprattutto riguardo le “mie”), non collimano.
    Do you understand?

  34. E in ogni caso, Libera, quand’anche io fossi l’unica a pensarla diversamente dal resto del “mondo” perderei forse qualche diritto riguardo la mia libertà di espressione, dovrei uniformarmi al pensiero dominante?

  35. @andrea barbieri, non è questione di arretrare su un diritto, almeno a mio avviso sono due cose diverse. anzi tre. se ti capita un fatto simile puoi sporgere denuncia e reclamo alla asl. se intraprendi le vie legali, puoi essere accusato di diffamazione se ne frattempo denunci pubblicamente, su internet, con nome e cognome quel medico che hai pure denunciato, finché è la tua parola contro la sua. quindi io credo che chi si trova in un caso simile deve poter diffondere la notizia e il nome del medico per utilità pubblica, ma restando nell’anonimato per salvaguardare se stesso, e al contempo denunciarlo. Un po’ come la lista EAP appunto, una cosa dal basso e clandestina, possibilmente senza la riconoscibilità degli IP cui alludeva CloseTheDoor. Poi giustissimo chiedere la lista pubblica di medici obiettori ma, forse non ti è chiaro, non sulla pillola del giorno dopo: su quella è illegale obiettare. Spero di essermi spiegata.

  36. Scusa Rita se ho dimenticato di firmarmi e sono risultata “anonimo”. Volevo solo dire che non si può, secondo me, parlare a nome di tutti come hai fatto tu. Dire “nessuno in realtà è favorevole all’aborto” non ha molto senso, perché in tanti sono favorevoli. Tutto qui. Certo che puoi pensarla diversamente, il mondo è bello perché è vario, ci mancherebbe.
    Do you understand too?

  37. ma io parlavo solo di dare il giusto peso alle parole Libera, niente di più, niente a che vedere con la legge 194.
    E scusami tu Libera, a volte (ha ragione su questo Lipperini) sono aggressiva … me ne accorgo dopo, rileggendomi, ma non c’è l’intenzionalità …

  38. Rita, non è questione di aggressività: è che bisogna capire, con calma, che un commentarium non è una gara. Non si vince niente. Per molti è difficile capirlo (non parlo di te): sembra che più si posta più si acquistano punti. 🙂

  39. La legge 194 stabilisce un principio molto semplice: che il diritto di scelta di ogni donna sul proprio corpo, almeno fino a un certo limite anch’esso stabilito per legge, è insindacabile. Punto. Non è questione di essere pro o contro aborto. Il fatto di rigirare continuamente la frittata facendo diventare la lotta per la salvaguardia della 194 una lotta pro-aborto è un giochino alle cui regole non si può e non si deve stare, perché è fatto apposta per accusare e incolpare. Può essere fatto in buona fede, ma di solito non è così.

  40. giusto Loredana, anche perchè è l’unico modo per arrivare a qualche sintesi positiva se veramente ci stanno a cuore le cose.

  41. Lutla, mi è chiara la distinzione tra farmaco per abortire e farmaco anticoncezionale, e il riconoscimento del diritto all’obiezione nel primo caso ma non nel secondo. Nonostante ciò che dice qualcuna qui, sono piuttosto precisino.
    La prima obiezione al tuo discorso che mi viene, è già stata fatta: l’anonimato in rete non esiste, dall’IP si risale a una persona fisica in caso di querela per diffamazione o calunnia.
    Il fatto è che a me sembra un’umiliazione tanto grande e ingiustificata dalla legge, che non riesco a capire come si possa pensare di difendersi attraverso una lista di medici scorretti nascosta su internet. C’è un interesse pubblico troppo grande per muoversi in questo modo. D’altra parte capisco che un privato non può caricarsi sulle spalle il peso. Ma non esistono associazioni che vi possono aiutare, o giornalisti che si prendono la responsabilità di denunciare il fatto in modo circostanziato attraverso un’inchiesta e nell’ambito del diritto di cronaca (non dico la Lipperini che ne fa già abbastanza, altri)?
    Non so, sono i miei due cents.

  42. Loredana, una domanda per te.
    Ogni tanto mi trovo questa dicitura:
    “Il tuo commento è in attesa di approvazione.”
    Ogni tanto, non sempre.
    Allora ti chiedo se è una moderazione che parte in automatico, o se la scegli tu.
    Ho bisogno di saperlo per capire se certi discorsi non ti vanno bene. Perché non voglio proprio scomodare nessuno. Quindi se tu mi dici che la moderazione è una scelta, dato che non ho nessuna intenzione di scrivere soltanto cose che possono piacere a te, tranquillamente levo l’incomodo.
    Grazie

  43. Andrea, non dipende da me! Sto ricevendo diverse mail e dapprima pensavo fosse una coincidenza di IP, ma non e’ cosi’. a questo punto e’ un problema della piattaforma e segnalero’ questa sera stessa. Davvero scusate per i disagi.

  44. “Ma non esistono associazioni che vi possono aiutare, o giornalisti che si prendono la responsabilità di denunciare il fatto in modo circostanziato attraverso un’inchiesta e nell’ambito del diritto di cronaca?” @Andrea Barbieri sì, qualcosa c’è, e mi pare che quel poco di qualcosa si prova a giocarselo tutto. Purtroppo è ancora poco. Condivido le tue riflessioni comunque. Infatti ho concluso il mio commento con ‘non so’ 🙂 Credo che la cosa essenziale sia denunciare e reclamare, usare le vie legali e gli strumenti degli URP. Questo non esclude necessariamente la lista nera pubblica. … Non so …

  45. Diciamo che se si aspetta che la cosa parta dall’alto, sarò negativa, ma non credo che succederà mai niente, vuoi per scelta (boicottaggio) vuoi per sistematica (?) carenza organizzativa, non so. Raccogliere materiale autonomamente non è una cattiva idea, sicuramente a un certo punto bisognerà discuterne con chi fa questa battaglia ma ha “spalle più larghe” diciamo così, da un punto di vista almeno legale. Penso per esempio, non so se sbaglio, all’associazione Luca Coscioni, perché so che se ne occupa di ivg, oppure a Laiga.

  46. L’associazione Coscioni (sul sito ha sia i moduli per la denuncia sia i numeri di emergenza per alcune zone del paese per cui sono disponibili ginecologi che diano le ricette per la pillola del giorno dopo) consiglia – in caso di diniego di ricordare al medico che ha l’obbligo legale di scrivere i motivi per cui rifiuta. E se a voce vi ha detto che lo fa per motivi di coscienza quello deve scrivere. Serve sia si decida di rinunciare sia si decida di segnalarlo su un sito. Se posso aggiungere un consiglio personale fatevi accompagnare dal partner (o da chiunque sia di vostro gradimento): essere in due aiuta a essere più lucidi.

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