Numerone di Nuovi Argomenti su Pier Paolo Pasolini. Riprendo da Babsi la prefazione:
Con queste parole sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974, Pier Paolo Pasolini rivendicò l’importanza capitale di uno scrittore, la potenza che ha la letteratura di raccontare quello che i giornali, le inchieste giudiziarie, gli immediati processi storici non possono fare. Dopo trent’anni la sua rivista non dedica requiem e commemorazioni, ma qualcosa di diverso. Una sezione di autori chiamata IO SO. Roberto Saviano, Helena Janeczeck, Alessandro Leogrande, Marco di Porto, Osvaldo Capraro, Davide Bregola e Babsi Jones affrontano 7 diversi problemi con piglio “corsaro”: i nuovi avventurieri dell’economia italiana, il multiculturalismo ai tempi del terrorismo, la criminalità organizzata e l’uso dei minori, l’antisemitismo di sinistra, la pedofilia nella Chiesa cattolica, lo stragismo vent’anni dopo, la percezione della guerra nei Balcani… Nuovi Argomenti propone anche I nitidi “trulli” di Alberobello di Pier Paolo Pasolini, un articolo mai apparso in volume e individuato nel fondo del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Il numero è completato da pezzi di Alessandro Piperno, Leonardo Colombati, Lorenzo Pavolini, Massimo Onofri, Flavio Santi e altri [il sommario completo]
La novità è che molti degli interventi sono disponibili on line:
Cantico del dopoguerra nei Balcani di Babsi Jones (Su Unità di crisi con mp3)
Umma di Gallarate di Helena Janeczek
Se le porte della percezione fossero ripulite tutte le cose sembrerebbero infinite di Davide Bregola
Io so e ho le prove di Roberto Saviano
Ode al Lexotan di Matteo Fantuzzi
Stato e Chiesa in Italia e nella "cattolicissima" Spagna di Leonardo Colombati
Aggiornamenti in corso.
E’ una storia sbagliata. Non serve altro. Perché Pasolini è morto, e sparger ceneri non serve, e nemmeno il cilicio può più nulla, anche quando mette su di sé nomea corsara.
Così torno a Paolo, a quello originale, e non a tutto l’altro, che s’ammanta d’aura di trombiettere.
g.
come, scusa? 😉
lapsus ….a “me mi” sa che giuseppe si senta un trombeur de femmes;-)
geo
Molto bello, in particolare, l’intervento di Roberto Saviano.
ma lasciarlo in pace pare brutto????
cosa vuol dire “lasciarlo in pace”? non apro più i suoi libri per lasciarlo in pace? lo leggo, ma non lo dico perché se lo nomino non lo lascio in pace? penso ad altro e lo lascio in pace? ci penso, ma non lo dico per lasciarlo in pace?
e poi: perché una rivista della quale PPP era una figura importante dovrebbe far finta di niente e lasciarlo in pace? Nuovi Argomenti non è mica il Corriere della sera.
e poi: sì, lasciarlo in pace pare brutto, proprio brutto, perché a lasciarlo in pace è (SONO) stato/I chi (=QUELLI che) lo ha(NNO) ammazzato, facendo contenti quelli che hanno detto che se l’era cercata (nessuno che gli telefona sul videofonino per chiedergli se lo pensa ancora, senatore?), quelli che lo hanno denunciato decine di volte, ecc. A Bologna c’è una mostra che, per quanto brutta e raffazzonata, rende l’idea di chi voleva che se ne stesse in pace. PPP in pace non ci voleva stare, e non voleva essere lasciato (tantomeno in pace).
Io Pasolini me lo ricordo rileggendolo, e non leggendo “corsari” dell’ultimo minuto.
Io so: uno degli articoli più belli, più coraggiosi, più tristi anche, tra quelli che ho letto (da quando facevo le elementari, e sbirciavo l’Unità di mio padre, a oggi).
Ci sono cose che non si dimenticano: Io so di Pasoloni, l’ultima predica di Romero…
purtroppo gli intellettuali inseguono il successo.
la denuncia è un optional
@girolamo: la degna furia dell’intellettuale pastasciuttaro.
@iannox: esatto
Mah, scusate, lasciando da parte quell’espressione un po’ paracula “affrontare con piglio corsaro”, mi pare che almeno tre testi di quelli a disposizione, Roberto Saviano, Helena e Davide, siano belli e civili. A me piace anche il lavoro di Fantuzzi ma mi rendo conto che è diverso da quelli sopra e forse dà l’idea del letterario più che del civile.
La scrittura di Babsi per me resta un mistero. Sono convinto che potrebbe dire qualcosa, ma mi sembra che qui, come sempre più spesso nel suo diario in rete, segua una strada enfatica, una specie di registro alto liricheggiante che non è suo e non porta nessun beneficio a quello che potrebbe dire. Non so, mi sono immaginato che se Bregola avesse curato con un po’ di vigore l’editing di Babsi il testo sarebbe migliorato da così a cosà.
Chiudo ricordando che Saviano ad agosto si è beccato una coltellata a causa del suo lavoro di giornalista, e forse certi giudizi dei pasoliniani di ferro sono un po’ affrettati.
Chiunque tocchi Barbieri viene accusato di vuoto. “Senza contenuti” fu definito il mio blog così pieno di ogni ben di Dio:- ) Oggi tocca a Babsi, “che potrebbe dire qualcosa” (se solo non avesse bacchettato Barbieri).
Vabbè, i bimbi sono fatti così.
A proposito, segnalo un “Pasolini mon amour” qui:
http://www.frameonline.it/
ArtN27_Pesaro2005_Fiumicinomonamour.htm
“Per simboleggiare poeticamente questa desolazione è stato scelto il totem Pasolini. Il film si apre infatti con le immagini dell’idroscalo di Ostia dove, come è noto, fu ucciso il poeta-regista (riallacciandosi idealmente al primo episodio di Caro diario) e dove oggi troneggia (?), solitario, il monumento a lui dedicato. Come a suggerire tra Fiumicino e Ostia una continuità (un’interscambiabilità?). Il monumento, scarno, accresce quella sensazione di desolazione nella quale è immerso, enunciando così allo spettatore, in un colpo solo, tutto quel che verrà, a cominciare, pasolinianamente, dalla solitudine degli esseri (gente di popolo, certo, ma soprattutto gente che ha fatto cinema). Che in realtà è la nostra solitudine. Attuale, odierna…”
beh, io sono quasi daccordo con barbieri (non su babsi perchè ancora non l’ho letta) il volume dedicato a pasolini mi sembra una cosa buona, l’articolo di saviano poi è ottimo (gli altri devo ancora leggerli), però anche a me da un po’ fastidio, mi sembra un po’ eccessiva e facile, l’identificazione acritica con l’IO SO di pasolini, e anche la frase “affrontare con piglio corsaro” mi sembra un po’ un arbitrio, però nell’insieme credo sia una operazione da apprezzare.
georgia
chiaro che i grandi scrittori NON vadano mai lasciati in pace, è il peggior torto che potremmo fare loro 🙂
geo
Sul CANTICO di Babsi:
http://www.carmillaonline.com/archives/2005/12/001591.html#001591
Giuseppe, non credo che il modo di usare le parole si divida tra Il Cantico di Babsi Jones e l’elzeviro di Montanelli.
Non credo che la frase “[..] è per me composto secondo modulazioni della sostanza radiante e non pronunciata che rende memorabile l'”Io so” di Pasolini, che soltanto per questa radianza dichiara inutile orpello il possesso delle prove.” sia in qualche modo comprensibile.
Credo che il cantico dovrebbe corrispondere a un modo di raccontare le cose gentile, giottesco. E dentro quel modo di raccontare c’è spazio per la pietà, per gli spettacoli terribili, per la commozione, per lo stupore.
cara georgia (mà e pà erano stalinisti?;-)) – lasciare in pace non significa non leggere/commentare etc, significa non cercare di usare il suo cadavere per darsi credibilità autoriale.
tipo genna, appunto.
scusa andrea ma quello che dici risale ad un vizio italico antichissimo: cioè dire COME uno scrittore, o presunto tale, E DI COSA Debba scrivere.
Ogni scrive solo come può. Tu puoi criticare legittimamente, dire che scrive male, che non è uno scrittore, che l’argomento e pure la forma non ti piace, non ti interessa, ecc. ma NON dovresti mai dire come uno dovrebbe scrivere, è cosa arbitraria, antipatica e non legittima, semmai puoi solo scrivere tu per dimostrare COME si debba scrivere, incorrendo naturalmente nelle ire degli altri :-).
Semmai tutto questo sentirsi dei pasolini (o altro) è anche quello un vecchio vizio fastidioso, e molto diffuso.
geo
L’accenno al giottesco nel cantico, da parte di andrea, al solito acuto e senza papille pilifere, è interessante e andrebbe sviluppato.
lisa, poi, ha ragione da vendere e, se la vende, la compro io.
All’ “io so” pasoliniano Barbieri oppone dunque, dopo un paio di indecisi “non credo”, la sicumera dell’annuncio finale: “io credo”.
beh lisa dipende :-).
Se il darsi credibilità vuol dire IO SO, non perchè so, perchè ho cercato di sapere, perchè mi sono messo a rischio per sapere, perchè ho rischiato anche la vita per sapere, ma solo perchè già sapeva Pasolini e tanto mi basta: perchè IO SONO COME PASOLINI, un suo prolungamento senza sforzo, allora hai, in parte ragione, se invece ci si da credibilità con una guida (seguendone le tracce lasciate in sospeso) e per guida si prende pasolini (ma tutto il pasolini non solo il più facile), allora è altra cosa, in fondo dante si prese (e da lui “rubò” a piene mani) come guida niente po’ po’ di meno che il grande virgilio, Dante era un presuntuosone convinto di essere forse superiore a virgilio (anche se non lo dice mai) … però in fondo tutti i torti ‘un ce li aveva.
Come sempre saranno i posteri a decidere se uno è un coglione presuntuoso o solo uno giustamente consapevole dei propri meriti.
Però lasciare in pace MAI.
La cosa strana che forse i pasoliniani dovrebbero tener presente è che Pasolini non si scelse, ne si appoggià mai a nessuno(forse dante), lui sapeva solo perchè era un libero corsaro in cammino.
il “piglio corsaro” forse invece è solo una delle tante merci in liquidazione, un berrettino con il logo.
Forse prima di identificarsi con lui bisognerebbe capire che è una identificazione molto difficile quasi impossibile (anche se apparentemente molto facile).
geo
Han detto bene Lisa e Cerasuolo: condivido in pieno.
Iannozzi, prendi dunque a guida Lisa e Cerasuolo, seguendone le tracce lasciate in sospeso:-/
continuo a non capire.
Non ho religioni e Dei di riferimento, ho un mio modo di intendere questo aspetto dell’esistenza e forse per questo fatico a capire anche i punti di vista in altri settori della vita e produzione umana.
?
Sì, stupitevi: per me Paolini era (è nella memoria) un essere umano. Un human being con cui non sono sempre andata d’accordo e che ammetto di conoscere in modo parziale, ma non è di lui che vorrei parlare. Vorrei invitare a un osservazione del modo in cui noi agiamo rispetto a certi scrittori: a me, priva di religioni particolari, vien da pensare che ci si rapporta a essi in forma di culto. La cosa non mi stupisce visto che tutta la nostra società è basata su criteri di valore, eccellenza, importanza oltre che ‘religione’ (con tutte le sue gerachie umane e di valore e….. non sono poche). Sto passando con la mia ruspa preferita a demolire gli altarini degli Dei? No, non mi permetterei mai. Chiedo solo un minimo di tolleranza religiosa per coloro che si riferiscono agli scrittori (ma anche ai matematici, ai musicisti e agli artisti in genere) in modi umani e trattandoli da esseri umani. Non credo che la maggior parte degli artisti (a meno che si tratti di casi di estremo egocentrismo) si sentano sviliti se uno li avvicina, li interpreta, li ‘usa’ da semplice umano. Non credo soprattutto che uno come Pasolini abbia mai manifestato questo genere di necessità e non mi pare neanche che abbia mai avuto un senso di subalternità a chichessia. Perchè oggi è fatto divieto agli altri (a noi) di sentirsi come lui si sentiva? solo un sentimento religioso (il Dio è intoccabile e posso solo pregare) o una perfetta integrazione mentale nei parametri di eccellenza e copyright moderni può ridurre in questo stato. Se vogliamo essere liberi dobbiamo essere accessibili agli altri e lasciare che gli altri siano accessibili a noi, se ci poniamo già in posizione di ‘religiosi’ o laicamente tutori dei copyright mentali prima ancora che legali, non ci sarà spazio per libere elaborazioni al di fuori di certe ‘altezze’, forse non ci saranno elaborazioni visto che altri hanno detto, hanno detto bene e non possiamo nè ripetere nè ampliare pena sanzioni amministrative o castrazioni volontarie.
Sono stata un pò pesante e lo so. Purtroppo ho avuto insegnanti ex sessantottini che pur avendomi lasciato ampi vuoti culturali mi hanno insegnato a non avere sentimenti di soggezione rispetto a molte cose/persone. Che ci volete fà, sono gli incovenienti di una scuola che non c’è piu’:-)
besos
Ps: finora ho letto gli interventi di Saviano e Babsi e mi sono piaciuti, non per il confronto tra gli attributi sessuali di un morto e dei vivi, ma per quello che contengono: parlano da soli anche senza gli io so o presumo.
Ragioniamo sulle mafie e sulle guerre piuttosto che sugli omaggi a Pasolini se no viene da pensare che con le diatribe sugli stili ci teniamo su le nostre rimozioni piuttosto che le sorti della letteratura 🙂
Sarò franco: ultimamente spira vento di forca da queste parti.
Non mi sembra che almeno alcuni frequentatori di questo blog vengano qui con intenzioni costruttive, quanto per denigrare e cercare di volgere al negativo tutto quello che viene scritto.
Se oggi Lipperini scrivesse che non bisognava fare un numero di Nuovi Argomenti su Pasolini, Iannozzi e Barbieri sosterrebbero il contrario, e Georgia terrebbe un sermone di luoghi comuni di pseudo sinistra per dire che effettivamente hanno ragione.
Auspico il ritorno a discussioni costruttive.
No, prendo ***in primis*** a guida le mie proprie tracce: vedi commento n. 1 a questo post. La coerenza non è acqua per me.
Severus: è una vita che contesto, alla mia maniera, e non secondo modelli. Chi mi conosce un po’, lo sa bene. Che gli altri pensino pure ciò che più fa comodo alle loro coscenze. In fondo non si può esser a tutti simpatici, né lo si pretende.
eccolo il severus che mi mancava.
ti eri un po’ ammorbidito ultimamente, ero veramente preoccupata :-)))))
P.S
tieni presente però che a me saviano è piaciuto un sacco (ed è l’unico che ho letto finora).
L’unico forcaiolo occhiuto mi sembri proprio tu, non fai mai riposare la tua e-mannaia… zac … :-).
Avanti così, a me piaci solo cosi, mondo d’un boja!.
@Severus
Eureka! E’ arrivata la discesa, finalmente qualcuno che sa tenere in giusta considerazione la libertà di contraddirsi, oppure il bisogno di non essere schiavi delle proprie idee. Naturalmente contraddico tutto e mollo i freni.
Severus
grazie!
Mi chiedo solo perchè, a fronte di notizie e cronache qui postate, invece di leggere opinioni d’ogni tipo, leggo sempre lezioni di letteratura, di politica e di vita.
scusa isabella ma … cosa ti vieta di postarle tu simili opinioni?
fallo (senza fallo) e, se saranno intelligenti (come sembri volerle) vedrai che qualcuno ti verrà sicuramente dietro ;-), mica ti aspetterai dagli altri quello che tu, per prima, non sai (o non vuoi) dare, vero?
A me la rete incomincia sul serio a far ridere … e spesso mi diverto veramente.
Siete F.A.V.O.L.O.S.I 🙂
georgia
Georgia
per la serie continuo a non capire
è vero che il modo di porsi è, come dici tu quello, di intervenire con ciò che uno può o vuole dare e….. non ci piove.
Però non è corretto dedurre che una/o non vuole o non può dare, solo perchè sottolinea una triste situazione di fatto. Non mi sento di censurare nessuno e continuo a postare le cose che ritengo opportune. Purtroppo, ogni tanto, ci sono degli eccessi metereopatici in rete e, vabbè, soprassediamo. Quello a qui non vorrei soprassedere è il reiterarsi di ciò. Oltre al sottolinearlo non si può andare, non ho nessuna intenzione di porre veti o chiedere censure (a meno che non si arrivi all’insulto e alla diffamazione). Lascia che almeno, con due righe poi!!!, si manifesti anche questo malessere, fa parte dei nostri reprocipoci assestamenti e vietarlo può fare imbestialire, molto.
Vabbè, sì, a patto che dopo l’ostruzionismo e isterismo reiterato non si passi al lamentismo, all’autocommiserazione e al com’era bello il tempo andato 🙂
Georgia
semplicemente perchè avrei voglia di leggere quelle altrui di opinioni.
Le mie le conosco e le scrivo già per lavoro e per diletto.
Vengo qui, ospite, per leggere quelle di persone che reputo ne abbiano di interessanti ed intelligenti.
Così mi spiace trovare quasi solo sgomitate a chi sente di avere il dono della giusta lettura delle cose del mondo e della letteratura.
Sarà perchè ho fatto la “scuola” di Loredana (sai che è stata il mio primo direttore, molti lustri fa?) ma sono abituata a dare informazioni o a raccontare le cose.
Ed allora non comprendo come si possa essere tanto sicuri di dire la cosa giusta.
E’ una storia sbagliata/ finita con un fiume d’inchiostro.
Fabrizio De Andrè
iannozzi, ho intravisto nel tuo sito che citi, apprezzi, conosci de andrè.
per chiarire ogni equivoco: è una storia sbagliata è un titolo provocatorio, giusto?
era la definizione di comodo che stava bene alla borghesia.
una storia di checche.
sbagliata, appunto.
(de andrè dice che E’ una storia vestita di nero)
I versi esatti, del passo che parafrasavo in realtà dicono:
“Cominciò con la luna sul posto/ e finì con un fiume d’inchiostro/ è una storia un poco scontata/ è una storia sbagliata.”
Allora, il consiglio è: sì, rileggetevi, ascoltate la canzone di Faber integralmente. Vale più di mille inutili parole che col tempo si sono ammassate.
Sì, adoro Fabrizio De Andrè. E non solo. Sì, il titolo era volutamente provocatorio, hai fatto bene a farlo notare.
Spettatrice. “Un osservazione del modo in cui noi agiamo rispetto a certi scrittori: a me, priva di religioni particolari, vien da pensare che ci si rapporta a essi in forma di culto”.
Ti copio una notizia d’agenzia. “L’India è col fiato sospeso per la vita del suo personaggio più amato. La malattia del superdivo di Bollywood, la “Hollywood” indiana, Amitabh Bachchan (foto), 60 anni, amato e venerato come un dio, ha gettato il paese nello sconforto. Alla notizia del ricovero di Bachchan in ospedale per problemi intestinali e di un successivo in tervento chirurgico, tutto il popolo indiano è andato in allarme. Le prime pagine dei quotidiani sono occupate dai bollettini medici; le tv locali lanciano in continuazione messaggi di auguri per l’attore malato, e migliaia di persone, da ogni angolo dell’In dia , sono arrivate fino a Mumbai, dove Amitabh è ricoverato. Dall’Italia sono arrivati persino i cinque Wu Ming, che per l’attore nutrono un vero e proprio CULTO”:-/
Sarò ancora più franco (Georgia, la mannaia cala): ho la precisa sensazione che ci siano persone che postano qui soltanto per farsi notare. Iannozzi e Georgia stessa, che non ci risparmia mai inutili e spesso patetici sermoni. Quanto a Barbieri, si nasconde dietro la comoda affermazione “io sono solo un lettore” per attizzare una rivalità fra blog (contro Lipperini, a favore di Nazione Indiana) che non c’è, tanto che Lipperini linka spesso Nazione Indiana e Nazione Indiana linka Lipperini.
Se anche Isabella e Spettatrice la pensano come il sottoscritto, immagino che ci siano molti altri che tacciono ma sognano un blog privo almeno per qualche tempo di Iannozzi, Georgia e Barbieri.
Eureka! Forse mi si farà notare è necessario avere qualcosa da dire riferito al post, ma a me piace anche così. E la discesa continua!!!
Lucio,
Urk, i wM in pellegrinaggio per l’attore indiano, super-urk.
Vuoi vedere che questo spiega il recente viaggio di wm5 nel Paese?
Lucio, i miei appunti sulla sacralità degli scrittori non riguardano nè l’affetto, nè il rispetto dovuto agli esseri umani e ad alcuni (diciamo) ‘speciali’ in particolare. La mia ‘critica’ è mossa ai limiti che diamo a noi stessi nel paragonarci a modelli che giocoforza non possiamo raggiungere perchè si tratta di altre persone e di altre ‘storie’. Se penso che Pasolini o Sartre o Hegel o Freud o… abbiano esaurito le risposte e le domande sul mondo opero un suicido intellettivo a priori. Solo se accetto la loro dimensione umana, la faccio mia, la uso e la (ri)elaboro uso in qualche modo il mio intelletto. Solo in questo modo quello che gli umani precedenti hanno elaborato continua a essere vivo e vitale, se lo chiudo in una bacheca di cristallo e mi inginocchio in adorazione probabilmente avrò delle visioni mistiche, ma non aprofondirò e ‘vivrò’ altre mie vitali capacità. Se non ci si rapporta in modo ‘succube’ agli Dei difficilmente si sprofonda nel fanatismo e nel ‘Deicidio’. Perchè, sì, l’altra faccia di una fede assoluta è un rifiuto/odio assoluto.
Il lato oscuro dell’adorazione acritica (l’odio) scatta spesso e volentieri proprio nei più fanatici perchè basta una minima delusione a far deflagare il pallido equilibrio su cui si reggeva la fede che condannava la persona a una castrazione di se.
Lucio ti dedico un pezzetto da ‘La via dello Zen’ di A. Watts.
L’Occidente non ha alcuna istituzione riconosciuta corrispondente al taoismo, poichè la nostra tradizione ebraico-cristiana identifica l’Assoluto-Dio con l’ordine logico e morale della convenzione. Questo potrebbe quasi definirsi una catastrofe culturale, perchè grava sull’ordine sociale con autorità eccessiva provocando proprio quelle rivolte contro la religione e la tradizione che hanno così fortemente caratterizzato la storia occidentale. Una cosa è sentirsi in conflitto con le convenzioni socialmente sanzionate, ma tutt’altra cosa è sentirsi in discordia con le radici stesse e il terreno della vita, con l’Assoluto medesimo. Quest’ultimo sentimento nutre un senso di colpa così ingiusto che non può che sfociare o nella rinnegazione della propria natura o nel rifiuto di Dio. Poichè la prima di queste alternative è , in definitiva , impossibile (come sputare via i propri denti), la seconda diventa inevitabile, quando certi palliativi come il confessionale perdano ogni loro efficacia. Com’è nel carattere delle rivoluzioni, la rivolta contro Dio dà luogo ad una tirannia ancora peggiore, quella dello stato assolutista – peggiore perchè non può mai perdonare e perchè non riconosce nulla oltre le sue facoltà giurisdizionali. ecc..
Il contesto in cui queste parole sono collocate non riguarda certo gli scrittori, ma il fenomeno che descrive forse non è limitato ai rapporti con l’Assoluto-Dio.
Besos.
Lucio,
Urk, i wM in pellegrinaggio per l’attore indiano, super-urk.
Vuoi vedere che questo spiega il recente viaggio di wm5 nel Paese?
Lucio, i miei appunti sulla sacralità degli scrittori non riguardano nè l’affetto, nè il rispetto dovuto agli esseri umani e ad alcuni (diciamo) ‘speciali’ in particolare. La mia ‘critica’ è mossa ai limiti che diamo a noi stessi nel paragonarci a modelli che giocoforza non possiamo raggiungere perchè si tratta di altre persone e di altre ‘storie’. Se penso che Pasolini o Sartre o Hegel o Freud o… abbiano esaurito le risposte e le domande sul mondo opero un suicido intellettivo a priori. Solo se accetto la loro dimensione umana, la faccio mia, la uso e la (ri)elaboro uso in qualche modo il mio intelletto. Solo in questo modo quello che gli umani precedenti hanno elaborato continua a essere vivo e vitale, se lo chiudo in una bacheca di cristallo e mi inginocchio in adorazione probabilmente avrò delle visioni mistiche, ma non aprofondirò e ‘vivrò’ altre mie vitali capacità. Se non ci si rapporta in modo ‘succube’ agli Dei difficilmente si sprofonda nel fanatismo e nel ‘Deicidio’. Perchè, sì, l’altra faccia di una fede assoluta è un rifiuto/odio assoluto.
Il lato oscuro dell’adorazione acritica (l’odio) scatta spesso e volentieri proprio nei più fanatici perchè basta una minima delusione a far deflagare il pallido equilibrio su cui si reggeva la fede che condannava la persona a una castrazione di se.
Lucio ti dedico un pezzetto da ‘La via dello Zen’ di A. Watts.
L’Occidente non ha alcuna istituzione riconosciuta corrispondente al taoismo, poichè la nostra tradizione ebraico-cristiana identifica l’Assoluto-Dio con l’ordine logico e morale della convenzione. Questo potrebbe quasi definirsi una catastrofe culturale, perchè grava sull’ordine sociale con autorità eccessiva provocando proprio quelle rivolte contro la religione e la tradizione che hanno così fortemente caratterizzato la storia occidentale. Una cosa è sentirsi in conflitto con le convenzioni socialmente sanzionate, ma tutt’altra cosa è sentirsi in discordia con le radici stesse e il terreno della vita, con l’Assoluto medesimo. Quest’ultimo sentimento nutre un senso di colpa così ingiusto che non può che sfociare o nella rinnegazione della propria natura o nel rifiuto di Dio. Poichè la prima di queste alternative è , in definitiva , impossibile (come sputare via i propri denti), la seconda diventa inevitabile, quando certi palliativi come il confessionale perdano ogni loro efficacia. Com’è nel carattere delle rivoluzioni, la rivolta contro Dio dà luogo ad una tirannia ancora peggiore, quella dello stato assolutista – peggiore perchè non può mai perdonare e perchè non riconosce nulla oltre le sue facoltà giurisdizionali. ecc..
Il contesto in cui queste parole sono collocate non riguarda certo gli scrittori, ma il fenomeno che descrive forse non è limitato ai rapporti con l’Assoluto-Dio.
Besos.
urka, 2 volte?
giuro che non volevo
urka, 2 volte?
giuro che non volevo
sogna pure severus
Lucio, piuttosto che sfruculiare su quello che penso, da bravo insegnante sottolinea in rosso tutti i miei errori di ortografia e sintassi!
Urka, sono troppi!finiresti prima la matita:-)
Chiedo scusa a tutti
besos
Spettatrice. Errori o non errori, immagino tu voglia dirmi che il mito della morte dell’autore ha dato origine non solo a teorie, concetti e metodologie critiche (che comunque non sono affatto neutrali), ma anche a una maniera particolare, assolutamente inedita, di concepire la letteratura: una letteratura involta nella rete infinita dell’autoriferimento, nei cui nodi sta sì lo scrittore ma ridotto al ruolo di bricoleur, di “scrivano”, di “eterno copista” del già scritto. Insomma – secondo te -l’autore non è mai scomparso, però il mito della morte dell’autore ha comunque prodotto qualcosa: ci ha lasciato in eredità un’idea epigonale di letteratura…
E’ così?:- )))
P.S. Però l’idea di cinque Autori con la A maiuscola & Prometeici come i Wu Ming, che si precipitano in India per i problemi intestinali del loro Attore di culto Amitabh Bachchan è davvero esilarante, non trovi?
Lucio, non volevo spostare il mio discorso così ‘in là’. Non credo di avere tutte le ‘competenze/letture a posto’.
Il mio discorso voleva limitarsi a certi atteggiamenti che ho riscontrato in codesta sede, ma mi rendo conto che postando il pezzo di Watts posso aver messo in pista delle suggestioni non intenzionali.
Su quello che dici avrò modo di pensarci, non posso fare osservazioni adesso (anche se ne ho qualcuna in punta di lingua) perchè finirei per straparlare di cose che non ho chiare. Ci sarà modo di affrontarle in altre occasioni.
Besos
ps
Però l’idea di cinque Autori con la A maiuscola & Prometeici come i Wu Ming, che si precipitano in India per i problemi intestinali del loro Attore di culto…
– Lucio, visto che mi hai associato a C. Benedetti e all’Armageddon e che l’ultimo nato ha il viso di Beppe Grillo e di Himmler io direi che stò fatto merita tutta l’attenzione del tuo blogghe.
Ma sarà poi vero? guarda che i ragazzi sono abituati ai bluff, verifica, anche se in tutti i casi (si trattasse pure di bufala) l’accostamento è troppo ghiotto. Dai problemi intestinali non si sca(m)ppa!!!!
E se tu mettessi certi accenti sbagliati (stò) solo per sviare i miei sospetti?:-)
No Lucio, si tratta o di bruta ignoranza o di distrazione.
Per evitare la gogna potrei camuffarlo in ‘sto (sono) fatto(a)’, ma dovrei essere paragonata e assimilata ad altra persona C. Benedetti non basta :-), non è abbastanza psichedelica
besos
Lisa wrote:
*@girolamo: la degna furia dell’intellettuale pastasciuttaro*
infatti: sono un intellettuale perché nutro la mia mente, e per di più mangio la pastasciutta (infatti ieri ne ho fatta una buonissima), quindi nutro il mio corpo. E sono anche furioso, perché me lo ha insegnato Giordano Bruno cosa vuol dire esserlo. Se vuoi aggiungere altre banalità, sono mancino, del segno della vergine e ho la sinusite.
Non so chi usi i cadaveri *per darsi credibilità autoriale*, so che c’è anche chi li usa per riempire con un contenuto purchessia il vuoto di un post, o di una mente.