LA BELLEZZA EFFIMERA DEI ROGHI: SUL LIFTING DI SOFIA LOREN

E’ una vecchia storia, quella su cui mi sto interrogando in questi giorni, seguendo percorsi che sono di vita e insieme di scrittura. La storia riguarda il senso del dovere che molte, anzi  moltissime donne si ritrovano sulle spalle da quando erano bambine, e che a un certo punto della loro vita rischia di schiacciarle. Quel “tu devi” non passa mai, a meno che non ci lavori parecchio. E se infine riesci a uscirne, ci sono altre donne che ti richiamano all’ordine: perché ti sei sottratta ai tuoi doveri, qualunque essi siano? Perché, per esempio, non invecchi bene?
Sul solito social network, mi è capitato di imbattermi in una discussione su Sofia Loren, e su quanto è liftata, e mamma mia che orrore, e ha la parrucca,  e oh che imbarazzo, e oh che schifo, e meglio uscire di scena giovani e belli (tiè, aggiungo mentalmente quando leggo). Donne, a commentare. E se provi a dire ma scusate, ma perché vi comportate come un branco?, ti rispondono che sei ideologica e che, al solito, magari, vuoi mettere i mutandoni alle statue secondo quanto comanda il politicamente corretto.
Le donne sono crudeli con le donne, e ci sta, mai sostenuto che le donne siano buone a prescindere. Ma sono crudeli soprattutto con chi invecchia, e sono prontissime a prendere le misure di quanto invecchia “male”, sia quel “male” da attribuire all’eccesso di botulino, sia da attribuire alla sciatteria. Il “più si diventa vecchi, più si diventa liberi” di Saramago sembra non valere per le donne.
Certo che abbiamo un problema di “jeunisme”, e viviamo come dovere l’ essere giovani o apparire giovani a ogni costo. E certo che questi discorsi sono rischiosi, come quando si tenta di riparlare del corpo e interrogarci su  quanto sia davvero libero l’uso del medesimo come lasciapassare per il nostro essere nel mondo,  perché quel che viene rinfacciato (lo fece, in una indimenticata puntata di Annozero, Niccolò Ghedini a Emma Bonino, lo fanno le vestali del “siamocontrolefemministeperchèsiamopiùfemministe”) è di avere una visione della vita bigotta, infelice, costrittiva, dove il corpo viene punito e mortificato. In realtà, si tratterebbe semplicemente di dargli la giusta importanza: di poterlo accudire e curare e migliorare sapendo però che non è l’unica carta in proprio possesso ma una parte della propria storia. La più visibile. E se è bello, piacevole, importante avere a disposizione le tecniche giuste per poter almeno in parte attenuare le offese che il tempo arreca al corpo, dovrebbe essere anche importante e, forse, bello, ricordare che quel corpo ha comunque una storia che non può essere azzerata. Cinquant’anni non sono, non devono essere trenta: e, no, non voglio essere scambiata per mia figlia. Per lei. E per me.
Quando si invecchia, è più dura. Lo sottolineava già Simone de Beauvoir, ricordando come l’aver parlato di vecchiaia ne La forza delle cose aveva suscitato un putiferio: “Ammettere che mi trovavo alle soglie della vecchiaia voleva dire che questa aspettava al varco tutte le donne, e che già molte ne aveva afferrate… Gentilmente, o con risentimento, molta gente, e soprattutto persone d’età, mi hanno abbondantemente ripetuto che la vecchiaia non esiste. Vi sono persone meno giovani di altre, semplicemente questo”.
E se è nella logica delle cose che siano le giovani donne a criticare le più anziane, quel che sta avvenendo è che sono le coetanee a rivelarsi più dure.  In Non è un paese per vecchie riportai alcune tracce della full immersion nella rete:
“Sul forum alfemminile, un’utente pone il problema delle “donne anziane siliconate” che le fanno “una gran tristezza”. E’ l’inizio di una discussione interessante quanto crudele. Risponde infatti una seconda utente: “quando le incontro per strada con quei labbroni oppure al mare in topless,hanno tutto cascante tranne il seno… mi intristisce molto il fatto che non accettino d’invecchiare”. Una terza rincara la dose: “A me fanno tristezza quelle donne che vogliono fare per forza le ragazzine… e si vestono come le figlie quindicenni… poi bo’ per me sono anche ridicole” . “Vengono a farsi tatuare il trocco semipermanente!”, si indigna un’altra. “La loren me fà ribrezzo ad esempio! Brrrrrrr! Vomito. Bleah…..”, chiosa l’ultima. Non va meglio altrove: nel forum di discussione di Amici le spettatrici si scagliano contro “le fanatiche in menopausa”. Sui blog, giovani pensose scrivono: “donne lontane si muovono intorno a me scimmiottando la giovinezza, l’aria è satura di fumo, io odio il fumo, odio le vecchie signore ingrassate nelle oscene maglie a fiori, odio le vecchie signore “inmummiate” nelle gonne corte con gambe tozze sopra gli zoccoli estivi. Perchè non chiedo a tutte di uscire? Questa è la mia stanza e la mia intelligenza e fluida, non cristallizzata, come la loro”. “Odio le vecchie pretenziose,” si affianca una ragazza di vent’anni. “Odio le vecchie che lavorano”, aggiunge un’altra. Un’altra blogger racconta con disgusto e dovizia di dettagli il suo pomeriggio in pasticceria: “c’è una vetusta baldracca che beve il suo caffè-macchiato-senza-schiuma-in-tazza-grande-grazie e mi sorride. ammiccante. civettuola. abbronzatissima. con la pelle di una vecchia carpa sotto sale. Io continuo a bere e mi perdo in quegli interessantissimi canyon di rughe che ha sullo sterno mentre lei butta un occhio sul giornale. Cispe pesantemente truccate, rossettone, scarpe lucide col tacco. Non è altissima ma calza un 44, sicuro, e ha orecchini che sembrano due lampadari rococò. Mi fa pena. mi ricorda una di quelle tante vecchie borghesi tignose che affollavano la galleria in cui esponevo anni fa. ma lei, la vecchiarda, quando non guarda il giornale guarda me. e sorride. Non la vuole proprio smettere. e io non so che fare..”.
Specchiarsi in uno sguardo di ragazza è crudele: eppure, pensavamo che tutto questo potesse essere superato, che esistesse una condivisione di idee e parole e, sì, persino sorrisi che scavallasse l’età, il pregiudizio, il risentimento. La semplice estetica. Invece no. Su un sito molto fortunato e molto snob, che si chiama Le Malvestite, si infierisce allegramente contro le vecchie. Si fa di più: si lancia la bandiera di Menopausalandia (“capitale: Sophialorenopoli”), naturalmente maculata e dotata di un grazioso slogan: “Heil Menopausa”. I commenti sono in tema: “venerdì sera ho visto proprio un gruppetto di menopausiche modaiole stile simona ventura… una mi è rimasta impressa: sfoggiava orgogliosa un lunghissimo e larghissimo impermeabile beige da cui spuntavano i leggings infilati nelle ballerine nere… sembrava un’adolescente francese che vedeva per la prima volta la tour eiffel, peccato che non avesse il quoziente intellettivo per arrivarci a parigi”.”
Storia antica, come premesso. E sarebbe bello che quando si ripete ci fermassimo a riflettere sulle nostre paure, sul motivo per cui è così rassicurante riunirsi in cerchio a bruciare la strega di turno, sapendo che il fuoco, infine, si consuma. E ritorna il freddo.

25 pensieri su “LA BELLEZZA EFFIMERA DEI ROGHI: SUL LIFTING DI SOFIA LOREN

  1. Questo, sulla “ricezione” della vecchiaia delle donne è corretto. ma fermarsi a riflettere sul eprché queste donne diventano parodie di loro stesse sarebbe altrettanto costruttivo. é difficile fare i conti con il tempo che passa (io ne avverto il peso a 35 anni, con la testa che urla 20 anni e il corpo reale che trascende i confini del corpo immaginato), ma ci sono molti modi di piacersi, o di venire a patti con se stesse, che non implichino lo snatuyrarsi in nome di discutibili canoni estetici. Che imperano, ma non sono obbligatori. A Sofia Loren contrappongo Virna Lisi, per restare in tema, che ha un’età che è stata sicuramente addolcita dal chirurgo o dalla medicina estetica, ma con naturalezza e grazia. é possibile aiutarsi anche così, la domanda è, perché tante scelgono il modello loren e poche quello lisi? oltre che essere vittime del sistema crudele, non sono anche responsabili del perpetuare stereotipi irrealistici?

  2. Io non contrappongo nessuna a nessuna. Nè penso che Lisi e Loren debbano essere modelli. Ognuna deve essere libera di fare la propria scelta, direi. La gabbia dei modelli è un’altra: per esempio, quella di costringerci, inconsapevolmente, a tifoserie sul modo giusto di invecchiare. Non esiste un modo giusto. Esiste la vecchiaia. E quella sì, quella è il tabù.

  3. Perché l’aspetto degli altri deve rispondere al nostro gusto? L’eleganza è diventata un valore? L’eleganzasecondome è un valore? Che tristezza guardare il mondo con questi occhi.

  4. La crudeltà sta all’umanità del forse che permette la riflessione serena e ragionata,come la saggezza conquistata su una crescita che ha scavato la propria umanità in quel fuoco che le ha bruciato le mani. Condivido quello che hai scritto. Bianxa 2007

  5. L’odio – perché di odio si tratta – per le donne anziane (e non per il simpaticO vecchinO, eh) è dettata anche dalla paura di invecchiare a propria volta e di ritrovarsi ad essere la *vecchia* che tanto si detesta. Il che è inevitabile per i più (epperfortuna), salvo la solita cura sull’uscire di scena giovani e belli. E sarà inevitabile anche per chi ora scrive tali delicatezze riguardo persone colpevoli del tremendo delitto di offendere il loro prezioso senso del decoro. Chissà se allora non cambieranno idea: nella vita c’è sempre la speranza di farsi furbi/e, prima o poi.

  6. A dire la verità el “vecchie” sono le prime a fare sempre commenti orribili sulle ragazze o donne più giovani, del tipo “guarda quella come si veste, poi si lamentano se le stuprano”, “ai miei tempi a scuola si andava con la divisa non vestite come quelle!” (questo a un gruppo di ragazzine in tuta, “ai miei tempi una donna che non porta calze anche d’estate era considerata una che si metteva in mostra, altro che oggi!”…evidentemente quel giorno avevano educazione fisica) o mille altri.
    Comunque sia, ognuno è libero di vestirsi come vuole, ma se una è ridicola non può certo aspettarsi i complimenti, ci vorrebbe un po’ di senso della misura: la sessantenne con capelli blu,quella con la maglietta dei sette nani o quella con il bikini a perizoma quando tutto il resto casca sono liberissime di vestirsi così, ma gli altri sono altrettanto liberi di trovarlo di cattivo gusto (minimo).

  7. ovviamente lo stesso vale per gli uomini. altrimenti diciamo che è bellissimo l’uomo col calzino bianco e sandali o quello con pancia che si mette la canottiera da palestrato, no?

  8. Piacersi e non piacere, questa è libertà.
    Lei, la donna libera, a ottant’anni, si mette un pareo che le lascia una spalla scoperta e va. Sente i commenti e vede gli sguardi… li registra solo perchè la fanno sorridere di vero gusto. E basta.
    (((com’è difficile però)))

  9. se una a cinquanta e passa anni vuole girare coi leggins e le ballerine stile Sabrina, può e deve farlo. Ma senza aspettarsi (o pretendere) di non essere un po’ spernacchiata. Ammiro le spernacchiate che imparano a incassare con grazia e autoironia, magari rispondendo ton sur ton.
    Ma prospettare una specie di rivoluzione etica per cui nessun@ deve più ridere di nessun’altr@, se non per le ragioni “giuste”, la vedo dura.

  10. Diana, ancora una volta c’è una differenza fra la risata, la pernacchia e quell’avvitarsi a chi la spara più crudele, come nel caso della Loren. E’, ripeto, il compiacimento del branco che fa riflettere, non l'”anvedi quella”.

  11. diciamo, allora, che non mi aspetto che un branco di donne sia diverso da qualsiasi altro branco umano, qualunque sia l’insieme o sottoinsieme a cui appartiene.

  12. Lascio un commento frivolo: ho 68 anni e mi sono fatta tre ciocche blu… 🙂
    Cattivo gusto? Non so. Certamente di cattivo gusto è il trand sulla Loren, anzi, direi cattivo e basta.

  13. Credo che rientrino in questa ottica di lapidazione virtuale anche le varie rubriche dei giornali on line in cui si pubblicano foto in costume da bagno delle celebrità e tutti giù a insultare disgustati perché la star ha la cellulite e nonostante cio’ si permette anche di andare al mare. E’ una forma di voyeurismo generalizzato e leggittimato, oltre che inutilmente crudele. Come se essere vecchi o grassi o avere la cellulite fosse una colpa,una provocazione, come se leggittimassse la violenza del branco. Non centrano il buon gusto o il cattivo gusto. Cosa dovrebbe fare Sofia Loren per fare contente queste donne? Suicidarsi immediatamente? Continuare a vivere, ma nella vergogna, nascondendosi per sempre alla vista delle donne giovani per non offenderle con la sua vecchiaia?

  14. unica cosa che mi sovviene per “confortarmi” (ovvero per tirarmi ancora più giù fino al fondo da cui non si può che risalire) che buona parte di questo disprezzo disperatamente dissociativo da quel-che-si-sa-diventeremo l’ho ritrovato anche al maschile. Certo in modo meno variopinto: riassumibile comunque nell’epiteto “vecchio di m.”, dispensato senza particolari colpe a chi è di là dal confine (?).
    E Buzzati dovrebbe essere fatto leggere a scuola, all’età giusta.

  15. “ridicolo” vuol dire che fa ridere qualcun altro, pertanto il problema se mai è di quel qualcun altro, non della sessantenne con le ciocche blu o con i leggings e le ballerine. Quelle che scrivono queste cattiverie sulla Loren le troverei ridicole, se non fosse che mi fanno gelare il sangue dalla paura.
    Ma vivere e lasciar vivere no?

  16. Ho visto anche io la Loren tutta tirata e mi ha fatto un po’ di tristezza. Forse perché da lei non me l’aspettavo. Solo una sensazione.

  17. Questo tema mi appassiona particolarmente. Mi sorprende quanto le giovani donne siano afflitte dalla sindrome dell’ “eterna giovinezza”, come se fosse possibile essere sempre da quella parte della barricata. Qualche tempo fa ho sentito indicare una signora forse colpevole di portare troppo belletto, come “quella con un sacchetto di scorie radioattive in tasca”. Si è parlato molto dell’invidia delle madri verso le figlie, ma si parla poco della guerra di alcune donne nei confronti del Materno. Che cosa è la Sofia Loren di turno, se non il rispecchiamento di ciascuna di noi nel viso della propria madre?

  18. Tanti anni di enfatizzazione dell’immagine, complici i media, non potevano che produrre stupidità e cattiveria. Non meraviglia questa “disperazione” estetica. Semmai sono un po’ colpita dalla decadenza, per così dire funzionale rispetto all’involucro.
    Rughe spianate, seni eretti e look adolescenziale si accompagnano spesso, a guardarsi in giro, a movimenti impacciati, andatura affaticata, respiro corto: segni inequivocabili di vecchiaia.
    Meno botulino e più palestra, nuoto piuttosto che shopping lento pede, care signore!

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