LA PAROLA ROMANZO

Sul quotidiano, nuova formula, c’è un lungo articolo di Roberto Saviano. Trovate qui il testo integrale. Ho copiato questa parte. Ve la porgo, pensandoci su.
Quando me ne sto per andare  molti ragazzini intorno all’auto della mia scorta si raggruppano.
Visi ancora abbronzati,  solito ghigno. «Bello il romanzo che hai scritto». Dicono.  Tenendo forte la carica sulla z.  Come se la parola romanzo insultasse  il libro. E poi ridendo  «Proprio nu’ bellu romanzo». Romanzo, sinonimo di invenzione,  storiella, fesseria. Non può contenere verità né nomi e  cognomi, e indirizzi e sangue.
La cosa più inutile e inventata  hai fatto: un romanzo. L’inutile.  Un inutile che compravano
di nascosto, o sbirciavano in  singole pagine dove i loro capizona  venivano raccontati. Forse
persino per sapere o capire  quello che le leggende di paese,  che creano boss come sovrani,
non gli raccontavano.  (…)
E’ dai giudici, da certi giudici  che bisogna aspettarsi carognate,  è da alcuni politici arrivisti
che bisogna aspettarsi  comportamenti infami. Ma dagli  scrittori proprio non c’è da temere. Se questo accade è perché  divengono buffoni, giullari, come se davvero credessero che le parole, le loro parole,  quelle degli scrittori usate per  mestiere e quindi solo di convenienza secondo loro, possano  mutare le cose.

8 pensieri su “LA PAROLA ROMANZO

  1. Io vorrei sottolineare invece la parola “giullare” proprio in questi giorni in cui una spinta o spintone alla politica (assai discutibile sia lo spintoni che gli spinti) lo sta dando un “giullare” come Grillo – nell’accezione che ha sempre voluto dare al termine “giullare” Dario Fo. non rientro nella vecchia e aggiornatissima questione dell’efficacia del giullarismo, della satira e ora di un’anti-politica guidata proprio da un ex/comico.
    Solo mi chiedo, in coda a questo passo di Saviano: romanziere è solo “giullare” e non può cambiare le cose? Credo sotto sotto Saviano spera/crede di sì. E un “giullare” dichiarato sì? insomma, che differenza c’è tra l’azione civile di Saviano attraverso la scrittura e l’azione civile di Beppe grillo atraverso il nodo web/piazza?

  2. questo pezzo di saviano è molto bello, l’ho letto stamattina sull’autobus venendo al lavoro. lui riesce con semplicità e anche con umiltà, non solo in questo pezzo, ma per esempio anche in quello che ha letto a massenzio per il festival letterature, a rendere l’idea di come sia possibile far parte di un mondo, delle sue abitudini, del suo sfondo culturale (gli anelli alle dita, la lingua, le mani che si danno o non si danno per mostrare o meno rispetto, il modo in cui si trattano le ragazze, le mitologie infantili) e nello stesso tempo esserne esiliati.
    è una condizione molto comune, purtroppo, a chi viene dal sud.
    il finale è bellissimo.

  3. che i giullari, gli scrittori,la parola in genere possano cambiare la realtà,a dispetto dei ragazzi di Casal di Principe,lo dimostra proprio la manifestazone di casal di principe con il bravo Saviano e la discussione sull'”antipolitica”dell’altrettato bravo Grillo.Michele

  4. che i giullari, gli scrittori,la parola in genere possano cambiare la realtà,a dispetto dei ragazzi di Casal di Principe,lo dimostra proprio la manifestazone di casal di principe con il bravo Saviano e la discussione sull'”antipolitica”suscitata dall’altrettato bravo Grillo.Michele

  5. Lo trovo bellissimo questo pezzo.
    le parole hanno sempre potere sulle cose, bisogna vedere a quali altri armi si accompagnano e che obbiettivi si pongono. La giullarità quella proprio prototipica è analogica non è che ti dice: pincolo prende tutti questi soldi!! incavolati!! Grillo non è un giullare è un torero di insoddisfatti. Non porta a pensare, porta a incavolarsi. La giullarità del romanziere è invece molto più rarefatta sofisticata aleatoria. E’ come sentire un profumo e capire di che cos’è. In quel tempo che cerchi di capire, esplori mondi prospettive e possibilità. E magari diventi un po’ più consapevole. E civile.

  6. Mi viene da dire che questo Paese potrebbe “aver significato dal significante” (come diceva Carmelo Bene) quando, per esempio, nei Baci di cioccolata non troveremo più la spiegazione della parola “t’amo”, ma qualche frase estratta da romanzi. Come quello di Saviano, per esempio. Ma, si potrebbe contestare, il cioccolatino è un momento dolce, e dolcezza richiede.
    Sarò fuorviato dagli ettolitri di sangue che per mestiere ho visto, ma non trovo ne’ duro ne’ funereo il brano di Saviano. Quasi sempre, poi, il bello o il brutto è negli occhi di chi legge.

  7. Grazie per questo pdf, il cartaceo l’ho perso.
    E’ molto interessante la narrazione che fa Saviano: il linguaggio simbolico che narra più di tanti articoli di cronaca. Per lo stile lo trovo un po’ troppo prolisso (mi ritrovo con quanto dice Serino di lui: una bobina di inchiostro che gira a vuoto).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto