LA PRIMA VOLTA CHE HO VISTO I FASCISTI

Si è concluso il progetto di narrazione collettiva lanciato da Wu Ming,La prima volta che ho visto i fascisti”. I racconti sono stati raccolti e sono pubblicati, sotto licenza Creative Commons, qui.
Dalla prefazione di Wu Ming:
Quel che segue è un eterogeneo insieme di testimonianze: pagine di diario, frammenti, racconti, reminiscenze, visioni febbrili. Testi curati o tenuti per anni in un cassetto della mente, rovesciati sulla pagina d’istinto, di getto, senza preoccupazioni di estetica o di stile. Persone dai diciotto ai sessant’anni ci narrano storie, esperienze d’infanzia, ustioni e abrasioni della pubertà o della tarda adolescenza, primi incontri con la violenza, col “fascismo-sostantivo” (il fascismo storico) o col “fascismo-aggettivo” (epiteto da usare lato sensu), col “vetero-“, col “neo-“, col “post-” e col “cripto-“fascismo, col “microfascismo” quotidiano (insidiosa logica della prevaricazione), col fascismo trauma personale e familiare, stanza privata dei cimeli e degli orrori, refolo d’aria viziata.Variabili e costanti: Roma, Trieste e Latina consueti focolai di fascismo; l’Emilia-Romagna e la Toscana “rosse”; il liceo, porta-finestra spalancata sulla vita “là fuori”; manifestazioni, attacchinaggi, “strappinaggi”, cariche di celere, agguati dietro gli angoli;padri, madri, nonni, bis-nonni, soprattutto nonne, nonne che non vogliono vedere i nipoti vestiti di nero“.
Prosegue qui.

 
 

26 pensieri su “LA PRIMA VOLTA CHE HO VISTO I FASCISTI

  1. SUI BLOG ITALIANI
    Luca Sofri e i pensieri sui blog italiani
    Luca riflette sulla poca autorevolezza dei blogger italiani rispetto ai giganti del mezzo Usa, i quali sono capaci di fare opinione e di battere i giornali tradizionali nel dare le notizie. E ha ragione. Però, per esempio e per quanto a Luca e a me non piaccia, a Dagospia capita spesso di essere citato dai giornali “importanti” e di dare notizie (frivole o meno) prima del corriere o di repubblica o dei tg. E’ capitato anche all’orrido Macchianera, per esempio. Ma capisco che non sia questo il punto.
    E’ vero, i blogger italiani non fanno opinione, ma riconosco che non è facile in un paese conservatore vero (altro che l’America) e tradizionalista e rotto a ogni novità e dove non conta quanto sei bravo o preparato o intelligente ma a quanti cocktail nelle terrazze romane hai partecipato. In ogni caso, pur non facendo opinione in quanto blogger, i blog italiani spesso sono utili ai giornalisti tradizionali. Io, per esempio, su 1972 e Leibniz, per dirne uno di “destra” e uno che mi pare di no, trovo segnalati articoli che poi mi capita di usare per i miei oppure che poi faccio tradurre e pubblicare sul giornale cartaceo.
    Ma c’è un’altra cosa, questa volta contro i blogger americani. Le elezioni americane hanno dimostrato tutti i limiti dei blogger come strumento serio di informazione. Durante la campagna sono stati utili, hanno scoperto un paio di bidoni spacciati per veri dalla grande stampa (vedi il caso Cbs e Dan Rather) e hanno offerto buone idee e opinioni. Il giorno delle elezioni, quando il gioco s’è fatto duro e i duri avrebbero dovuto dimostrare la durezza, però si sono afflosciati, hanno fatto flop. E i media tradizionali hanno vinto (attenzione: i media americani, ché quelli italiani non sono ancora emersi dalla figuraccia). E’ successo che i network tv avevano commissionato degli exit poll a una società demoscopica, ma questi exit poll, una volta commissionati, erano talmente inaffidabili che nessuna delle stesse tv che li aveva commissionati ha avuto il coraggio di mostrarli ai telespettatori. E, a loro merito, va dato atto che erano exit poll favorevoli al candidato che preferivano. Così gli americani sintonizzati alla tv non ne hanno saputo niente. I blogger invece ci sono cascati (Kerry nel primo dei due veniva dato vincente in Stati del Sud dove ha perso di 20 punti e vincente in Pennsylvania con un margine del 40%) e hanno generato l’aspettativa della vittoria di Kerry che ha contagiato anche l’Italia. Wonkette, il sito di una ragazzina viziata che in America passa per un genio, ha pubblicato questi exit poll inaffidabili. Le erano stati passati da quello che lei ha definito “un uccellino” del partito democratico. Drudge ha ripreso Wonkette e la voce ha fatto il giro del mondo. Gli stessi blogger di destra, come The Corner, uno dei migliori, forse il migliore, sono andati nel panico, erano disperati. Gli autori di The Corner si volevano suicidare (tranne quelli, saggi, che invitavano alla calma come Michael Ledeen e Mark Steyn) per l’annunciata vittoria di Kerry. Tra i media tradizionali non c’è cascato nessuno (a parte gli italiani). I media tradizionali (a parte gli italiani) sono più affidabili dei blogger, i quali farebbero bene ad abbassare le piume. Io l’ho appena fatto.

  2. C’è una certa Italia che vuole per forza somigliare al SudAmerica!
    Mortificano l’intellienza e sono banali queste caricature!
    Resteremo un piccolo paese fin quando ci guarderemo così.
    C’è chi vuole per forza du Italie divise, non si premiano gli sforzi di avvicinamento ma si marcano le differenza soprattutto in campagna elettorale!
    Be fuzzy, please!

  3. Caso Sgrena, visto (da vicino) dall’Olanda
    Harald Doornbos è un auteorevole inviato di guerra olandese, ex giornalista di un quotidiano comunista. Ha viaggiato verso Baghdad con Giuliana Sgrena e altre due colleghe italiane. Ecco che cosa ha scritto
    “Stai attenta a non farti rapire” ho detto alla giornalista italiana che era seduta accanto a me nell’aereo che ci portava a Bagdad. “Oh no” ha detto “Non può succedere. Noi siamo dalla parte del popolo iracheno oppresso. Gli Iracheni non hanno intenzione di sequestrarci”.
    Non è molto cortese essere critici verso una collega. Ma l’atteggiamento della Sgrena è una vergogna per il giornalismo. O non è lei che, sull’aereo, mi ha detto di rimando che “sono proprio i giornalisti come te che non aiutano il popolo iracheno”? “Gli americani sono i peggiori nemici dell’umanità” mi hanno detto le tre donne dietro di me, perché la Sgrena andava in Iraq con due colleghe italiane che, come lei, odiavano gli americani.
    (…)
    “Non capisci la situazione. Siamo anti-imperialiste, anti-capitaliste, comuniste” dicevano. Gli iracheni sequestrano solo chi simpatizza per gli americani, i nemici degli americani non hanno niente da temere”.
    (Doornbos dice loro che sono fuori di testa)
    Ma loro sapevano giudicare meglio. Quando siamo arrivati all’aereoporto di Bagdad, stavo aspettando che una jeep americana mi venisse a prelevare. Ho visto una delle italiane che girava gridando. Un iracheno le aveva rubato il computer e l’equipaggiamento televisivo. Erano rimaste fuori a tremare, mentre aspettavano un taxi che le portasse a Bagdad.
    Con il suo pregiudizio la Sgrena non solo ha messo a repentaglio sé stessa, ma a causa della sua condotta un ufficiale dei servizi è morto, e il governo italiano (incluso il primo ministro Berlusconi) ha dovuto pagare milioni di euro per salvarle la vita. C’è da sperare che la Sgrena decida di cambiare carriera. Propagandista o parlamentare forse. Ma dovrebbe lasciar perdere il giornalismo immediatamente.”

  4. Il governo cinese è diventato sempre più sofisticato ed efficace nel controllare Internet, censurando i dibattiti e la circolazione di notizie su temi tabù come Taiwan, il Tibet e il Dalai Lama, il massacro di Piazza Tienanmen. Uno studio compiuto dallo Harvard Law Schhol’s Berkman Center for Internet ha ricostruito la vasta rete di esperti che la Cina mobilita quotidianamente per operare questa censura: migliaia di agenzie governative, di ricercatori, di funzionari pubblici ed esperti privati. Secondo John Palfrey, coordinatore dello studio, altri paesi stanno imitando l’esempio cinese e questo minaccia l’universalità di Internet: «Vogliamo avere il world wide web, oppure un Internet cinese, un Internet americano, uno saudita?»

  5. Conoscete l’artista americano Jeremy Blake?
    Un suggerimento guardate le sue animazioni digitali e provate a cercare delle somiglianze con i vostri pensieri… non ne troverete!
    Be Fuzzy

  6. Questo non è più un interloquire, per quanto fastidioso. Questo è già spam, uso militarizzato dell’OT per intasare gli spazi e impedire il confronto. Non c’è differenza tra la diarrea verbale dell’Anonimo qui sopra e le paginate di “I love Berlusconi”. Chiedo umilmente alla tenutaria di rimuovere.

  7. va be’ che ce frega dell’anonimo. Mi pare che l’iniziativa di Wu Ming sia bella e che se ne debba parlare ancora, non solo il 25 aprile.

  8. Ma quale Anonimo? Si chiama M-a-s-s-i-m-i-l-i-a-n-o P-a-r-e-n-t-e. Ripetere in coro: Massimiliano Parente, uno che non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di quel che dice quando non si dedica alle polemichette finto-corsare.

  9. Anche quest’ultimo lavoro collettivo dei WM testimonia del fatto che per i letterati e’ possibile uscire dai soliti temi editorial-esistenziali e provare a fare cose per e con la collettivita’. I ‘ragazzi’ avranno pure i loro limiti (chi non li ha?), ma cercano di essere parte della ‘funzione sociale’ di si parlava nel post Lipperinico su JPS 🙂
    Besos
    P.S
    In circa 30 min. l’Anonimo ha monopolizzato lo spazio commenti. Che abbia sempre delle munizioni di riserva? 🙂
    Anche se non mi va di fare il censore in questo caso concordo con Franco non solo perche’ i suoi post sono invasivi, ma anche perche’ se fanno visita delle persone nuove risulta veramente irritante leggere il lungo monologo, pazientare sino in fondo e poi decidere ancora di commentare.
    Se almeno si limitasse a lasciare i link sarebbe gia’ qualcosa: così e’ inaccettabile.

  10. segnalo che su l’Unità di oggi sono state anticipate alcune testimoninaze della bella raccolta dei Wu Ming (nella stessa pagina in alto, in una rubrica, B. Sebaste parla del sito della Lipperini e altro). By, un lettore

  11. Franco, è che nella giornata di oggi anonimo è riuscito a rendersi talmente ridicolo che è un peccato bannarlo 🙂

  12. La Lipperini, io credo che chi viene qui solo per insultare (rivelando di non avere argomenti di sorta, altro che “riserva”! e anche se li avesse, non avrebbe la capacità di proporli in modo comprensibile) debba essere bannato.

  13. “I ‘ragazzi’ avranno pure i loro limiti (chi non li ha?), ma cercano di essere parte della ‘funzione sociale’ di si parlava nel post Lipperinico su JPS :-)”
    Questo non è un limite, è un merito, in rapporto al discorso a cui alludi (ma temo che le mie ultime risposte siano state lette da me stesso, arrivo sempre in ritardo).

  14. Anonimo, i falsi ti vengono proprio male. Comunque quel che dici di te stesso è abbastanza vero, per quel che riguarda la prima parte. Sul resto, dai, che ti dai troppa importanza. E i WM non si abbasserebbero mai a parlare con te, figurarsi DI te.

  15. Su -breviariodelcaos.splinder.com -troverai:
    -segni della fine del mondo.
    -tutto ciò che non evreste mai voluto sapere su di me,e mai avreste chiesto.

  16. E’ vero, si sarà anche reso così ridicolo da rendere un delitto bannarlo, ma i commenti alla prefazione della raccolta sono andati smarriti in quest’orgia…
    L’ho trovata lucida come pochi altri scritti sull’argomento, specie nel condannare la connivenza della nostra povera sinistra attuale.
    Anch’io arrivo in ritardo, non avendo flat. Non importa, prima o poi, leggo sempre.

  17. Roquetin, la mia sui ‘ragazzi’ voleva essere una battuta, avevo pure messo la faccina (sigh), ma visto che ho un po’ di febbre si vede che non riesco a evitare le ‘freddure’, sorry
    ‘Notte
    P.s. e…non prendermi sempre e troppo sul serio: ogni tanto mi piace scherzare e …ridere

  18. Nei blog Americani e Francesi nessuno si permette di bannare nemmeno i peggiori insulti, questione di cultura alla Libertà!

  19. spettatrice: lo avevo capito. Ho scritto due righe senza pretese per insistere sul merito. Non ti aspettare sempre un trattato:)
    Il mio sonno vale metà della tua febbre, e tra un paio d’ore saremo quasi pari.

  20. la prima sfilza di post anonimi vanno dalle 14 e 37 alle 15 e 11, tenendo conto che prima del primo post avrà speso qualche minuto a “pensare”, si deduce che per più di quaranta minuti l’anonimo è stato a raccogliere materiale peraltro poco attinente all’argomento di oggi.
    fa specie l’orario, io a quell’ora stavo attaccando delle tracchie di maiale cotte sulla brace, dopo la vellutata di lenticchie, la quiche di peperoni e prima dell’insalata, del gelato a fragola, della mousse al limone e della torta ferrero rocher. ero insieme a tanti amici.
    oggi ci sono state manifestazioni, gite, incontri…ma lui è sempre solo.
    e per un sacco di tempo nemmeno noi a fargli compagnia.
    io mi sento un po in colpa.

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