TRE LIBRI E UNA MAILING LIST

La mailing list nasce in queste ore, prende spunto anche da quanto si è detto negli ultimi giorni qui, si deve alla passione di Romanzieri.com ed è rivolta a tutti i blogger interessati a scambiare non solo libri ma opinioni extra-post. L’indirizzo è http://groups-beta.google.com/group/neuronal (e c’è anche un bannerino).
I libri sono tre: il primo è di uno scrittore (e non solo) che conoscete,
Mario Bianco.  Si chiama Di ruggine in rugiada, lo ha pubblicato L’Ambaradan, racconta di un ritorno: quello di Giovanni Rosso, vicino ai sessant’anni, nel suo quartiere (Borgo San Salvario, Torino). E di una improvvisa saggezza.
Il secondo è di
Flavio Santi, e in un certo qual modo riporta al discorso su scrittura e lavoro (o sua assenza). In poesia: perchè questa è la natura de Il ragazzo X, Edizioni Atelier.
Il terzo è di un signore cui si devono Il giorno dei Trifidi e I figli dell’invasione: si chiamava John Wyndham, e
nottetempo pubblica ora il suo Considera le sue abitudini (1956): laddove una donna si sveglia e si ritrova in un mondo completamente femminile…

6 pensieri su “TRE LIBRI E UNA MAILING LIST

  1. Neuronal, vorrei ribadirlo, nasce come spazio comune a tutte le voci della rete legate a letteratura e libri. Riprendendo anche la vostra idea di un luogo di scambio (anche fisico) di libri, Loredana, anche tu ne sei, oltre che iscritta e benvenuta, amministratrice.
    Massimo

  2. Riporto qui quanto ho postato, forse tardivamente, stamani in calce al pezzo di Stefano Massaron:
    L’idea di Piersandro Pallavicini (che ho avuto il piacere di conoscere a Milano in un “raduno” di it.cultura.libri, qualche anno fa) è ottima perché ispirata da un sentimento di solidarietà nei confronti di coloro che non possono più permettersi l’acquisto di un libro e non hanno tempo di recarsi in biblioteca, dove però, mi pare, è ancora possibile ricevere il libro in prestito.
    Mio figlio ha chiesto ed ottenuto con una spesa simbolica (quasi quanto quella suggerita da Pallavicini) libri che, non disponendone la biblioteca di Lucca, sono stati ordinati presso altre biblioteche italiane.
    Io stesso ho risposto al telefono qualche volta, quando la bibliotecaria mi chiedeva di mio figlio per annunciargli che poteva recarsi a ritirare il tal libro giunto da fuori.
    L’idea di Pallavicini potrà avere qualche problema di gestione se il libro deve essere poi reso al sistema (non a chi lo ha donato) per poter essere redistribuito.
    Gli utenti (i lettori) dovrebbero essere consapevoli della loro responsabilità nel garantire il funzionamento del servizio, restituendo il libro in tempi accettabili, per rendere meno gravosa la gestione.
    Ma il post di Pallavicini ha richiamato alla mia mente una proposta, assai più complessa e difficile da realizzare, suppongo, che feci qualche tempo fa, mi pare proprio su questo blog.
    Appare come un’utopia, e forse pecca di ingenuità. Ma, secondo me, vale l’impegno.
    Si tratta di convincere gli Editori a lasciare nel proprio sito il libro che è stato pubblicato in cartaceo e renderlo scaricabile gratuitamente, o dietro un compenso simbolico (1 euro). Allo stesso autore dovrebbe essere consentito di mettere il libro per intero nel proprio sito per renderlo, anche qui, scaricabile, questa volta gratuitamente.
    E’ chiedere troppo? Sono convinto che gli editori non ci rimetteranno proprio un bel niente, perché chi può comprare il libro, continuerà a farlo per averlo in casa nella sua piccola o grande biblioteca; mentre sarà possibile a tutti gli altri di accedervi attraverso la rete, senza costi o dietro un simbolico pagamento.
    Per gli scrittori affermati, come Pallavicini e tanti altri, che hanno voce presso gli editori, non potrebbe essere una “battaglia” per la quale valga la pena di impegnarsi?
    Un caro saluto.
    Bart
    Postato da Bartolomeo Di Monaco il 2005-04-24 08:52:55.0
    Ho dimenticato di precisare che ho scritto:
    “L’idea di Pallavicini potrà avere qualche problema di gestione se il libro deve essere poi reso al sistema (non a chi lo ha donato) per poter essere redistribuito.”;
    poiché l’idea di vendere il libro mi sembra assai limitativa. Il libro, quando è stato venduto, non è più disponibile e chi non può più chiederlo ha lo stesso problema di prima.
    Ossia, quel libro si è reso disponibile per una sola persona.
    Il sistema del prestito (come quello bibliotecario) consente, al contrario, una più generale usufruizione, anche se comporta un impegno gestionale maggiore.
    Ribadisco, però, che, secondo me, questa soluzione del prestito via rete ha valore importante ma minimale rispetto al risultato più grosso, che ho descritto nel precedente post, e dovrebbe restare in funzione fin tanto che l’obiettivo finale non sia stato raggiunto.
    Bart
    Postato da Bartolomeo Di Monaco il 2005-04-24 10:17:34.0

  3. gli editori hanno poco da temere dal prestito gratuito delle biblioteche,dal bookcrossing e da ogni altra forma di divulgazione che non preveda l’acquisto in libreria.Almeno finchè negli ambienti intellettuali sarà considerato così dépassé procurarsi cultura in quella maniera(Prediligono persino una cleptomania mal curata)

  4. Non sono ancora abituato a questa velocità… ne sono sorpreso e, in questo caso, addirittura entuasticamente. La reazione è stata immediata e mirata, la trovo straordinaria. Sono d’accordo però con Bartolomeo, meglio chiedere impegno nella restituzione piuttosto che vendere i libri che arriveranno.

  5. Dalla lavanderia, con venti minuti tranquilli a disposizione, credo che sia meglio pretendere che l’ultimo che legge il libro, lasci i recapiti esatti e si responsabilizzi a “passarlo”. E chi non è puntuale che venga indicato sul blog come un “Gran Ritardario” che nel nostro ordine di valori dovrebbe diventare il “peggio del peggio”. Non potendo decidere altro, e standocene qua – in questo senso sì, davvero in guerra, dietro a una trincea – a parlare, a produrre “comunicazione” (?) “senso” (?) vediamo se riusciamo almeno a far circolare dei libri che altrimenti se ne starebbero a far polvere a casa di Pallavicini (qualcuno ce l’ho anche io, eh?) 🙂

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