Per la vigilia, da Carmilla. Franco "Bifo" Berardi ha scritto un pamphlet, Da Bologna (Serie A) a Bologna (Serie B). Lettera aperta di un provocatore ai buoni cittadini bolognesi. E’ in distribuzione gratuita in alcune librerie, edicole e locali pubblici bolognesi. Il testo completo dell’opuscolo si può trovare qui.
E ancora Buon Natale, nonostante.
la presentazione del libro “prende” (chissà, lo spero, che parli anche di tresso, leonetti, ravazzoli);
di nuovo auguri, specie a quelli che magari passeranno il natale col magone
… chiedo scusa per la figuraccia, avevo letto solo la nota introduttiva del testo: integrale, pronto per la lettura
dal momento che ho pasticciato concludo: sulla figura di pietro tresso
http://www.comune.bologna.it/iperbole/asnsmp/maitanliberazione26ottobre2003.html
tresso non c’entra col pamphlet di berardi; è comunque una figura, a mio avviso bella e dimenticata, del movimento operaio
Profitto del passaggio per di qua,
andando per di là, cioè con la mia congrega di pagani derelitti a mangiare chissacchè dalla nostra amica confuciana Li Huan ka face cocina antica assai, cinese dicesi.
Cioè per salutar a todos los companeros de stu blogghe e augurando anca ogni ben a la siora parona, la Lippa, per dire.
a’v salut
Mario B.
BUON NATALE a TUTTI
ho letto Bifo e condivido, aggiungo solo che da parte sinistra (quella che, purtroppo, mi toccherà votare in mancanza di altre alternative) non c’è una grande mobilitazione per il referendum sulla costituzione e che la base dei DS (e non solo) ha una notevole ignoranza rispetto alla gravità delle modifiche fatte. Il mio timore è che, la presa di posizione netta contro il fascismo istituzionale cui siamo destinati sia rimandata al dopo elezioni. Mi sembra che buona parte della sinistra (intesa soprattutto come dirigenza)si sentirebbe benissimo (dispiegando tutto il legalitarismo di cui ci sta imbrattando) se le elezioni regalassero un Duce della loro ala. Non so cosa ne pensa Bifo, a me questo silenzio rispetto allo scempio costituzionale spaventa e mi spaventa ancora di più la base votante che non ha nessuna informazione in merito ed è, in molti casi, convinta che si siano solo ‘svecchiate’ alcune leggi obsolete (così sono state chiamate da alcuni insegnanti, non oso immaginare osa siano per un’immaginario meno informato). A nessuno viene da chiedere perchè queste variazioni sono state fatte e come mai le mani sopra le nostre leggi fondanti siano state messe in primis da Dalema e poi dagli innominabili abitanti di questa legislatura. In Italia non c’erano davvero problemi più importanti? evidentemente, per certi politici, no e oggi sarebbe doveroso chiedersi dove ci condurrà un eventuale Primo Ministro di ‘sinistra’ che ha i poteri di un Duce (per quelli di destra meglio tacere, mi vengono i brividi).
Spero che Bifo, con ironia e lucidità, rifletta anche su questi non trascurabili particolari.
besos
Spettatrice:
“When I try to sleep at night
I can only dream in red
The outside world is black and white
With only one colour dead
Oh Bifo, Bifo, because Bifo
Oh Bifo, Bifo, because Bifo
Yihla Moja, Yihla Moja
You can blow out a candle
But you can’t blow out a fire
Once the flames begin to catch
The wind will blow it higher
Oh Bifo, Bifo, because Bifo
Yihla Moja, Yihla Moja
-The man is alive
And the eyes of the world are
watching now
watching now
(Peter Gabriel for Bifo)
Lucio, se tremendo!!!
Buon Natale
se = sei
Spettatrice, sai per caso se Wu Ming 1 se l’è presa per il mio affettuoso sfottò del Prolegomeno?
Spero non sia stato così sciocco. Un bacione natalizio personalizzato a te.
Tanti auguri anche da parte mia!!!
Ciao,
Lucio, non credo che wm1 abbia problemi a dirti cosa pensa dei tuoi prolegomeni (magari una risata). Forse in questo periodo festivo si sta semplicemente dedicando alla famiglia e non ha tempo di vagare per i litblog.
baci et abbracci a te e a tutti i lippernauti (spero si possa dire, Lucio, tieni a bada i miei strafalcioni)
Lo so già: ormai la canterò sempre così: “oh Bifo, Bifo, because Bifo…”
😉
Lucio, complimenti per il ritratto di Bois preso da dietro (o davanti?). Come giustamente consiglia Alberto dovresti raddrizzare l’immagine, vista in quel modo somiglia a un gomito o, vabbè. Su, non fare torto a uno che il prossimo anno regalerà un bel premio anche a te e…a me… si spera.
Mica mi prodigo così amabilmente per il primo che capita.
besos
Spettatrice, ho appena finito “Il collare di fuoco”. Domani posto la recensione. Prepara spiritualmente Eymerich. Sento che mi caccerà da Carmillaonline… che faccio, rinuncio? Dammi un consiglio, mia buona fatina.
Come si possa chiamare tragedia ,la chiusura di tre sezioni di una scuola
professionale che oltretutto dirotterebbe gli studenti verso altri istitui
superiori della città ,per me è un mistero. Leggevo che l’imprenditrice
pinca pallina , improvvisata avvocata difensora dei più deboli, avanzava
addirittura l’ipotesi che all’aldini ci fossero degli svantaggiati, da qui
la particolare malvagità del sindaco, eh già, e pensare che tutti credevano
che in quella scuola professionale ci andasse il fior fiore della gioventù
bolognese, figli di notai, imprenditori, intellettuali, grossi commercianti,
politici di rilievo….tutta gente, questa, che si è battuta contro la
riforma Moratti che come è noto i giovani svantaggiati li vuole mandare
diritti diritti a lavorare…..
Pensare poi che Cofferati sia lì , e chi lo avrebbe mandato?, addirittura
per annientare Prodi al fine dell’avvento di un governo autoritario e
ultraliberista, mi
sembra un pensiero alquanto bizzarro
infine, le polveri sottili, ci sono dappertutto, non soltanto a Bologna, dipende
ANCHE
dalle macchine con le quali tutti noi andiamo in giro, e anche dal fatto che
abbiamo l’abitudine di vivere ben riscaldati, sono certa che i compagni di
lotta di Bifo, an, forza italia, imprenditori e commercianti,
insorgerebbero, non appena si ventilasse l’ipotesi
di limitare drasticamente il flusso delle automobili, cosa si pensa che il
rilevatore Sirio
l’abbia spento quel cattivone di Cofferati per fare un dispetto ai
bolognesi? Certo tutto questo non rende cofferati meno colpevole, sul
traffico, intendo, ma così stanno le cose: il traffico non lo vuole
eliminare nessuno, destra o sinistra, è la stessa cosa.
maria
Come si possa chiamare tragedia ,la chiusura di tre sezioni di una scuola
professionale che oltretutto dirotterebbe gli studenti verso altri istituti
superiori della città ,per me è un mistero. Leggevo che l’imprenditrice
pinca pallina , improvvisata avvocata difensora dei più deboli, avanzava
addirittura l’ipotesi che all’aldini ci fossero degli svantaggiati, da qui
la particolare malvagità del sindaco, eh già, e pensare che tutti credevano
che in quella scuola professionale ci andasse il fior fiore della gioventù
bolognese, figli di notai, imprenditori, intellettuali, grossi commercianti,
politici di rilievo….tutta gente, questa, che si è battuta contro la
riforma Moratti che come è noto i giovani svantaggiati li vuole mandare
diritti diritti a lavorare…..
Pensare poi che Cofferati sia lì , e chi lo avrebbe mandato?, addirittura
per annientare Prodi al fine dell’avvento di un governo autoritario e
ultraliberista, mi
sembra un pensiero alquanto bizzarro
infine, le polveri sottili, ci sono dappertutto, non soltanto a Bologna, dipende
ANCHE
dalle macchine con le quali tutti noi andiamo in giro, e anche dal fatto che
abbiamo l’abitudine di vivere ben riscaldati, sono certa che i compagni di
lotta di Bifo, an, forza italia, imprenditori e commercianti,
insorgerebbero, non appena si ventilasse l’ipotesi
di limitare drasticamente il flusso delle automobili, cosa si pensa che il
rilevatore Sirio
l’abbia spento quel cattivone di Cofferati per fare un dispetto ai
bolognesi? Certo tutto questo non rende cofferati meno colpevole, sul
traffico, intendo, ma così stanno le cose: il traffico non lo vuole
eliminare nessuno, destra o sinistra, è la stessa cosa.
maria
Lucio,
vabbè che mi chiami fatina (non Fatucci, meno male), ma non pensare che io abbia dei poteri magici 🙂
Mediare con Bui con Evangelisti o altri non è in mio potere. E’un mio sogno segreto e utopistico e…. spero resti tale: non avrei energie a sufficienza 🙂
Posso solo dirti che, la parte che ho letto del ‘collare’ a me non dispiace. Purtroppo in questi giorni mi sono dedicata ad altro e non posso dare un giudizio complessivo. Ho sentito anche dei commenti perplessi o negativi in persone che amano Eymerich, ma trovano questo nuovo ‘ciclo’ troppo ‘diverso’. A me, in qualche modo, piace proprio per quello e per la nuova impostazione, ma non faccio testo.
In ogni caso se tu hai deciso di farci su una delle tue ‘critiche'(vabbè) non dovresti preoccuparti delle conseguenze, se ti viene l’incubo Bui o Evangelisti o altro non riuscirai più a fare le solite angelinate. Se poi se la prendono, come si suol dire: è passata a Napoleone…
forse l’importante è non insultare e denigrare gratuitamente, una sana risata non ha mai fatto male a nessuno.
besos
oddio, spero che l’ira di Eymerich mi scansi…
Ma non può essere semplicemente che Bui, come la stragrande maggioranza delle persone, stia passando questi giorni per i fatti suoi e con tutt’altro per la testa? Con una bimba piccola, poi, gli toccherà senz’altro fare il giro dei parenti che la vogliono vedere…
Non c’è mica l’obbligo di frequenza, sui blog. Angelini, rilassati, su! 🙂
Angelini, sono fresco fresco reduce dal tuo blog, dove ho lasciatou n doppio commento. Mi sa che hai letto un po’ troppo in fretta un passaggio del paralipomeno wuminghiano, e che la tua lettura di quello che segue sia stata influenzata anche da quella s-vista (cioè dal non aver visto cosa c’era scritto) 🙂
Beh, nient’altro che “Bifo ha scritto un pamphlet”? Una critica no? Che pamphlet ha scritto? Ha raccolto in un unico luogo i luoghi comuni della critica che i bifozombie fanno, non solo a Bologna da mesi. Senza neanche documentarsi troppo, visto che definisce il vicesindaco “una signora di nome Scaramuzzino”. Il vero problema di Bifo è che è dogmatico pensando di essere antidogmatico.
le contraddizioni della sinistra fanno parte di un capitolo infinito, che va da kronstadt a cuba, e passano per le città italiane amministrate dalla sinistra.
berardi, criticando cofferati mi pare critichi anche la partitocrazia (perché la tav pare essere una convergenza parallela, di interessi naturalmente).
Franco, hai ragione. Ho corretto. Grazie mille. Spero che così vada bene:-)
spero che in questo clima natalizio la tenutaria mi permetterà un commento non argomentato e quindi anche generico, scorretto e anche leggermente ot (oltre che del tutto “imo”, ovviamente), ma l’oggetto mi trascina e il tempo è poco: sono iscritto da anni alla mailing list di bifo (ok, non è sua, ma ci capiamo). All’inizio era interessante, oramai da tempo il mio è un piacere perverso. Imho non è quasi mai successo in tutti questi anni nei suoi interventi su argomenti svariati, che bifo dicesse qualcosa di fondato su dati di realtà, non iperideologico, utile, costruttivo, in grado di argomentare sulla base di un ascolto non pregiudiziale delle opinioni differenti dalla sue, quando non del tutto assente e tale da permettegli di commisurare direttamente l’avversario politico al nemico puro. Passa ormai dalla depressione più nera in cui il mondo è sull’orlo della tragedia perché il capitalismo è identico al nazismo ed entrambi ai Ds (quasi testuale) e non vi è via di fuga alcuna, all’esaltazione isterica per cui due sbarbati che occupano un’edicola diventano il segno che la rivoluzione del “lavoro immateriale” (da lui chiamato con neologismo degno della fumosità retorica ottocentesca: “cognitariato”) è imminente (quasi testuale anche questo). Non l’ho mai sentito fornire uno straccio di dato empirico a sostegno di qualcuna delle sua “visioni” sociologiche, né argomentare razionalmente qualcuna delle tesi “politico-filosofiche” se non con tirate retoriche cripto-dannunziane, piene di funesti presagi, nuvole nemiche e dense d’odio ed eroi giovani e belli che lottano per l’amore contro forze immani e sovrastanti (queste cose non ci sono nei testi, lo ammetto, ma qualsiasi critico degli archetipi letterari le troverà con facilità).
Quanto al politico stretto, lassame perde: in mano a lui un gruppo politico giungerebbe al suicidio in due mesi. Bifo è un onesto (perché è onesto) retore che ha letto male i francesi e da decenni ripropone i suoi equivoci al se-dicente “movimento”, con reciproca consolazione – noi siamo i buoni e per questo non contiamo nulla – e nessun risultato politico degno di questo nome.
Personalmente sono stato e sono molto critico su alcuni atteggiamenti cofferatiani: peraltro ne comprendo la logica anche se non la condivido, ma giudico politicamente insulso definirla come una forma di collateralismo agli interessi del liberismo in salsa neo-stalinista: è semplicemente un giudizio sciocco e politicamente nullo, che conduce il “movimento” nel consueto cul-de-sac del ribellismo inconcludente e prepolitico, ma molto soddisfatto della propria presunta radicalità.
Cofferati ha presente la necessità di rilanciare politiche di welfare locale stante la situazione drammatica dei ceti popolari, e pensa di agire sul doppio binario “ripristino di regole corrette di accesso” + “adeguamento delle fonti di finanza locale a sostegno dei servizi” (per fare case e servizi ci vogliono soldi, la cosa è nota, almeno finché esiste la finanza pubblica). Lo sta facendo in modo a mio parere molto rigido, cioè arrivando allo scontro di principio su questioni non centrali e distorte dal suo stesso approccio e tale rigidità, se da una parte è preferibile all’immobilismo buonista e clientelare fondato sullo scambio politico del modo consueto di governare italico, dall’altra va a tutto suo danno distorcendone la prospettiva: andrebbe probabilmente mediata con un rapporto organico con istituti di governo dal basso dei processi e con un’attenzione maggiore ai soggetti precari (la formazione sindacalese potrebbe fornire una spiegazione sia della forma pseudo-contrattuale con cui sta operando, immaginando controparti che invece sono soggetti da coinvolgere – sia un eccesso di “lavorismo regolato” nell’analisi dei destinatari dell’azione di welfare, ma è un’interpretazione del tutto superficiale, lo ammetto)
buone feste
il solito logorroico bg
ok, Bifo non è personaggio lineare e anche a me capita o di non capirlo o di far fatica a condivederlo, ma non per questo penso che le cose che scrive siano sempre da buttare. Non mi sembra che sia in discussione la sua persona, bensì quello che scrive su Cofferati e la gestione di Bologna. Le cose che cita non sono inventate. Le trappole di una legalità esasperata sono dietro l’angolo: troppi abomini della storia umana erano perfettamente legali e troppe lotte giuste erano (sono in molti paesi) perfettamnte illegali.
Non so se dietro l’agire di Cofferati ci sia il disegno prefigurato da Bifo (è una possibilità), ma i troppi silenzi di molta sinistra su argomenti fondamenali (vedi riforma costituzionale) sono sospetti e imbarazzanti. Bifo o non Bifo, ne vogliamo parlare?
besos
ok, Bifo non è personaggio lineare e anche a me capita o di non capirlo o di far fatica a condivederlo, ma non per questo penso che le cose che scrive siano sempre da buttare. Non mi sembra che sia in discussione la sua persona, bensì quello che scrive su Cofferati e la gestione di Bologna. Le cose che cita non sono inventate. Le trappole di una legalità esasperata sono dietro l’angolo: troppi abomini della storia umana erano perfettamente legali e troppe lotte giuste erano (sono in molti paesi) perfettamnte illegali.
Non so se dietro l’agire di Cofferati ci sia il disegno prefigurato da Bifo (è una possibilità), ma i troppi silenzi di molta sinistra su argomenti fondamenali (vedi riforma costituzionale) sono sospetti e imbarazzanti. Bifo o non Bifo, ne vogliamo parlare?
besos
la ripetizione non è voluta
besos
“non per questo penso che le cose che scrive siano sempre da buttare”
domando scusa a spettatrice, ho usato un eccesso di iperbole ma è ovvio che nemmeno io penso che bifo sbagli sempre e se ho dato l’impressione di attaccare la persone me ne scuso ulteriormente, intendevo celiare sul fatto che egli è una sintesi perfetta di una serie di “tic” della parte più intellettuale del “movimento” e ne rappresenta a mio parere molti dei limiti ben noti.
In generale poi, per comprendere certi “fatti” occorre ascoltare almeno due versioni e approfondire, oppure astenersi. Altrimenti il rischio è appunto di passare direttamente da un “fatto” agli “abomini della storia”, che indubbiamente ci sono ma vanno riconosciuti dove è sensato riconoscerli
(ti pare possibile che uno che ha fatto il capo del sindacato per anni di colpo si dimentichi che certe volte l’illegalità è progressiva? Non sarà che forse le cose sono un pochino più articolate di come vengono messe giù? Se poi, per citare uno dei “fatti”, si pensa che occupare una casa popolare – e non una privata – cioè scavallare le graduatorie di assegnazione sia progressivo, forse il nostro è tutto un problema lessicale)
bg
Purtroppo conosco gente che vive in strada e so anche che rischiano parecchio a vivere in quel modo. Se tra occupare una casa privata e una pubblica scelgono la seconda il motivo è che entrando nella prima la cacciata è immediata, mentre occupando la seconda c’è speranza di attivare un percorso di assegnazione posti (anche diversi da quello occupato). A Bologna poi la situazione di illegalità abitativa è quella segnalata da Bifo: una speculazione immensa ai danni di chi è fuori sede o straniero. Speculazione quasi totalmente illegale che il sindaco probabilmente, nella sua beata ingenuità, ignora totalmente. Alcuni comuni a forte tensione abitativa stanno cercando di requisire le case sfitte (in paesi non bolscevichi come la Francia, la Svezia e altri è prassi comune in presenza di senza casa e se l’abitazione è rimasta sfitta per piu’ di due anni), ma a Bologna non ci si chiede se le moltissime abitazioni ufficialmente sfitte siano realtà o fantasia (ben remunerata), si preferisce procedere nei confronti dei baraccati nel modo vergognoso descritto da Bifo. Non sembra anche a te che nel concetto di legalità sulla casa in Cofferati (in questo specifico caso) ci sia qualcosa che non torna?
ti ricordo poi che dopo l’arresto di alcuni ragazzi che avevano occupato si è tentato di riversare sulle loro teste l’accusa di occupazione a fini ‘sovversivi’ (accusa riconosciuta infondata anche in questa repubblica delle banane).
besos
concordo con te, spettatrice, su questo (come ho detto sopra): nel suo modo di procedere a mio parere cofferati ha sbagliato molto, e in particolare ad esempio ha sbagliato con la faccenda dei pakistani, è stato ridicolo con i lavavetri, e sciocco nel gestire la faccenda del lungoreno – prima di creano le sistemazioni sostitutive poi ci si manda la gente, non il contrario. Per insipienza cofferati ha sbagliato, si spera che si corregga. Serve dirlo, certo.
Serve, è politicamente sensato e utile, dire che quindi cofferati è il laboratorio del neoliberismo gestito da sinistra (in salsa neostalinista o protofascista, fai tu)? Provo ad argomentare qualcosa (scusa la lunghezza)
dici: “mentre occupando la seconda (casa popolare) c’è speranza di attivare un percorso di assegnazione posti”
be’, questo avrebbe molto senso come strumento di lotta politica quindi come atto dimostrativo e “a tempo”, oppure concordato con le associazioni di immigrati per farceli entrare. Questo se il tuo obiettivo è fare lotta politica, rendere noto e rivendicare un bisogno sociale, stimolare possibili risposte istituzionali (ad esempio: più case popolari; oppure: welfare abitativo, o cose simili).
Se lo fai per abitarci tu al posto di un altro, scusa ma di senso politico non ne ha proprio nessuno (ne avrebbe se l’abitazione fosse privata, invece): confondere l’azione politica con fare gli affari propri “contro” quelli di altri ugualmente deboli o di più, non è esattamente etico. Se non si accetta che esistano criteri oggettivi per cui qualcuno ha diritto e qualcuno no (tipicamente: il reddito) si accetta il sopruso come regola. Cosa posso saperne io del reddito personale di chi occupa o di quello della sua famiglia? Mi devo fidare della sua buona fede e della sua dichiarazione di sovversiva povertà?
Se il punto è stimolare l’istituzione ad occuparsi del problema abitativo, sistemare te e i tuoi amici non è esattamente il sistema giusto per farlo. Senza contare che economicamente e socialmente gli studenti non sono soggetti deboli, certo non quanto gli immigrati o gli working poor.
Certo, da qui a pensare che la prima cosa da fare sia sgomberarli, ce ne corre e su questo concordo (come mi ha detto qualcuno, sgombera quelli e insieme sgombera le ville abusive sul lungoreno, e avrai il mio appoggio).
dici. “A Bologna poi la situazione di illegalità abitativa è quella segnalata da Bifo”
posso dire con una certa dose di sicurezza che i problemi della casa non sono minori a milano che a bologna. E le cause strutturali sono note a tutti: oltre alla scelta politica trentennale di non costruire case popolari, e un quadro legislativo del tutto inadeguato (su cui guarda caso proprio il sindacato sta presentando proposte costruttive e interessanti) c’è la grande speculazione finanziaria che cerca remunerazioni facili (su cui si deve intervenire a livello di tassazione), ma anche la piccola e piccolissima rendita diffusa su cui non si può intervenire indiscriminatamente con la forza dato che coinvolge fette amplissime di popolazione, e dove ci sta sia lo stronzo che lucra sugli immigrati sia il lavoratore che risparmia per 30 anni per dare la casa ai figli; e prima di tutto c’è l’assenza di istituti di welfare strutturali di sostegno al reddito e all’abitazione.
Ma la speculazione danneggia il territorio, il welfare abitativo italiano danneggia i soggetti deboli. Il punto insomma è la politica, non la speculazione.
Ora, molte di queste faccende come forse sai non sono purtroppo nell’orizzonte di intervento di un sindaco. Un sindaco in italia ad esempio non può requisire le case sfitte poiché manca il quadro legislativo. E può poco anche riguardo agli istituti di welfare – che rimane di gestione centrale e i cui drammi – di risorse economiche e di sistema – sono così vasti che li lasciamo perdere.
Un sindaco può però ad esempio destinare fondi alla costruzione di nuove abitazioni, cosa che cofferati a quanto ne so sta facendo e piuttosto massicciamente: a milano dopo 8 anni di albertini e di speculazioni ben più enormi di quelle bolognesi e che hanno riguardato distese oceaniche di aree dismesse, la giunta ha dato un contentino con la costruzione futuribile di qualche migliaio di alloggi convenzionati. Non conosco i numeri esatti ma credo che proporzionalmente sia meno di quanto cofferati sta già programmando e per una popolazione e problemi di scala decisamente più ridotta.
Ha senso sostenere che Albertini e Cofferati sono uguali? Per me no.
Oppure un sindaco può ripristinare e far ripartire l’assegnazione di ciò che esiste: il patrimonio abitativo pubblico. Nel primo anno di amministrazione cofferati, mi dicono, sono stati assegnati a cittadini aventi diritto 620 alloggi pubblici di cui 129 a immigrati. Nell’ultimo anno dell’amministrazione guazzaloca, ne erano stati assegnati 249. Siamo a più del doppio. Ok, non è molto, anzi. Ma è una traccia di neoliberismo? Le faccende sono un pochino più complicate?
bg
l’estratto del testo di Bifo è condivisibile. cioè, posso condividerlo persino io; da chilometri e chilometri di distanza a bassa velocità.
gli spacconi come sg mi stanno tremendamente sullo stomaco, perchè si presentano quali portatori di verità assoluta (senza poterselo minimamente permettere, e anche se potessero sarebbe comunque cosa brutta assai da fare).
nella maggior parte dei casi, penso che siano le persone più dannose per il progresso della collettività.
b!
Nunzio Festa
p.s. intanto io mi friggo in favolosi dubbi esistenziali e piccini piccini.
bg,
leggo solo ora il tuo intervento in difesa di Cofferati a proposito del tema casa. Dici giustamente che il problema è generale e con questo diluisci tutto. E’ vero che è generale e ti ricordo anche che lo è perchè proprio la sinistra al potere ha messo le mani sull’unica legge che calmierava gli affitti: il cosiddetto equo canone. Oggi i politi di governo comprensibilmente e le sinistre inspiegabilmente non si vogliono più porre il problema casa se non dal punto di vista del libero mercato.
In Italia da quando è stato reintrodotto non funziona e sta decurtando gli stipendi delle famiglie in modo infame visto che in una città media come la mia si pagano dai 600 ai 700 euri al mese per appartamentini di 50mq.
Tu dici che non si possono requisire le case, ma la cosa è vera in parte, visto che per emergenze (e ti assicuro che vivere sotto un ponte a temperature sotto lo zero è Emergenza) i prefetti o chi per loro possono requisire appositi ambienti (credo anche privati) per dare sollievo alla popolazione. La nostra sinistra è così indifferente al problema (e Cofferati è ivi compreso) che non propone neanche politiche già praticate in altri paesi. In Francia possono requisire, temporaneamente, gli immobili sfitti per più di due anni. Questo costringe i proprietari a immetterli nel mercato e a cercare di affittarli abbassando il prezzo pur di evitare l’uso pubblico. Sembra che questo meccanismo (semplice e per niente cavilloso) consenta di tenere il prezzo degli affitti a livelli accettabili. Perchè i sindaci (di sinistra) dei comuni con alta tensione abitativa non cominciano a considerare cosa seria e dolorosa il vivere in strada e premono per trovare soluzioni (anche già praticate da altri)?
Quando chiedi ai poveracci di preoccuparsi di criteri di assegnazione consiglierei una qualche notte all’addiaccio insieme a loro per capire che, potendo, si cercherebbe di occupare pure la poltrona del sindaco (scomodissima, sembra) pur di non battere i denti. Quando lamenti la mancanza di organizzazione ti ricordo che a parte la pietà dei singoli le associazioni politiche che dovrebbero essere più sensibili (le sinistre) se ne fottono abbastanza di far presenti e risolvere i problemi delle fasce più deboli. Dovranno nascere tra tutti noi poveracci nuove aggregazioni politiche, per il momento sono il bisogno e la disperazione individuale a far strada.
Besos
cara spettatrice, non mi devi convincere della realtà di problemi che conosco. E nemmeno del fatto che la sinistra non fa la sinistra da almeno dieci anni (nel mio piccolo politica cerco di farla, non solo di scriverne, con i miei evidentissimi limiti)
faccio solo presente che tipicamente non sono i poveracci che occupano (almeno se sappiamo di cosa parliamo) ma quelli almeno un minimo politicamente organizzati. i poveracci muoiono di freddo, in genere.
sarei felice se il prefetto di milano requisisse le case per gli sfollati di via lecco: sarei più perplesso se le requisisse per metterci dentro studenti fuori corso. Non che gli studenti non meritino strumenti di welfare, tutt’altro (anzi, nei paesi civili tipi quelli scandinavi questi strumenti ci sono): ma allora serve fare azioni politiche volte a introdurre nuovi strumenti di welfare. La nostra discussione, credo, è se l’azione politica dell’area “bifiana” sia o meno utile a questo scopo. Ti dirò come la penso (tutte opinioni contestabili, ovviamente)
vediamo: di certo la politica fa poco sia per i “poveracci” che per una situazione generale più equa per tutti (eviterei di mettere noi stessi tra i poveracci: il fatto che siamo qui a parlarne dovrebbe suggerire pudore). Ma per l’appunto le risposte che servono sono politiche, ossia ad esempio la riforma del welfare.
Noi invece abbiamo:
giunte di destra che tendenzialmente non se ne occupano perché la loro ideologia il welfare vorrebbe limitarlo al minimo e sostituirlo con la carità; governi centrali di destra che si barcamenano tra questa stessa idea e esigenze populistiche e di consenso (che li spingono a politiche ambigue, per metà liberiste per metà consociative o neopopolari); governi centrali di sinistra piuttosto ideologicamente confusi che invece che aggredire il problema si sono occupati solo dei vincoli di bilancio, cosa non secondaria invero, dato che senza i soldi non si fa welfare (e il nostro bilancio di welfare è tragicamente occupato per il 65% dalle pensioni – 35% nei paesi scandinavi – cioè da trasferimenti non redistributivi che non fanno che replicare la disuguaglianza di partenza e non considerano chi è fuori dal lavoro), ma insufficienti se il welfare non lo si riforma radicalmente, in direzione di una maggiore equità nelle possibilità di accesso e autovalorizzazione e di reti di protezioni sganciate dal lavoro (di cittadinanza).
Qualcosa nel programma prodiano si intravede forse: molto timidamente e sottoposto al fuoco del populismo rifondarolo di qui – che propone modelli fordisti improponibili – e delle scivolate neocentriste di là. Solo la consapevolezza di essere all’ultimo tram potrebbe convincerli a darsi una mossa.
Ecco, poi abbiamo nel nostro specifico, da una parte il sindaco cofferati che punta a sostenere il welfare locale in senso egualitarista e legalista (più case, più assegnazioni, rispetto delle regole) ma assieme fa stupidaggini da sceriffo del tutto fuori luogo e dimostrando un’insipienza su cosa sia il governo dei processi davvero notevole, dall’altra l’area di bifo che per non sbagliare lo accusa di voler sostituire prodi con un governo ultraliberista, reazionario, neostalinista, insomam di essere più o meno un neofascista mascherato
(difficile dire a livello di soluzione dei problemi reali quali siano le soluzioni proposte da quest’area: da 20 anni viene ripetuto il mantra del reddito di cittadinanza, unico e solo articolo di governo dell’esistente buono per tutti gli usi)
Ecco, io penso che in questo quadro ci siano attori “dalla nostra parte” e attori “avversari”, e che quelli dalla nostra parte abbiano fatto parecchie cazzate.
Poi ci sono attori certo generosi, che contribuiscono a tenere desta l’attenzione su determinati problemi (non senza provocare peraltro scazzi anche notevoli con le associazioni di base che di tali problemi si occupano per davvero: potrei raccontare qualcosa sui rapporti esistenti a milano tra operatori di base sull’immigrazione e gruppi di attivisti dell’area centrosociale – la stessa di bifo e la stessa mia, tanto per essere chiari – che non depone certo a favore di questi ultimi) ma il cui contributo positivo in termini “politici” – nel senso detto sopra – confesso mi appare misterioso. E al contrario il cui attivismo a volte appare paradossalmente piuttosto tafazziano.
Ma è senz’altro un problema mio, non ne dubito.
ciao e scusa la prolissità
bg