LICIA TALKS

Sull’Almanacco di oggi, Simonetta Fiori intervista Licia Troisi. Posto.
Per il mercato editoriale è la regina del fantasy, nuova icona del pubblico adolescente, autrice da centomila copie per volta. Ha scalzato dalle nostre classifiche colleghi angloamericani di più lunga esperienza, è tradotta in undici paesi dalla Germania al Brasile, ed è l´unica italiana che tiene testa in un genere letterario assai poco italiano, un mondo di magia, creature mitologiche, epos e apocalisse che da noi vanta fortune recenti. I ragazzi le regalano quel tipo di dedizione finora riservato solo al maghetto Potter, ma Licia Troisi osserva il suo successo con la stessa pacata distanza con cui misura le stelle. Di mestiere fa l´astrofisica, collabora con l´Agenzia spaziale di Frascati e il suo interesse ora è concentrato sul satellite Gaia, che sarà messo in orbita tra qualche anno. Ventisette anni, figura minuta e capelli corti da monella, Licia è cresciuta in una borgata romana, Torre Angela, figlia unica di genitori campani. Con i soldi guadagnati dai libri – ottocento cinquantamila copie solo in Italia – s´è comprata un piccolo appartamento nel falansterio di cemento costruito da Caltagirone a Ponte di Nona, periferia romana. «Questo è il mio successo», dice con i suoi occhi acuti e malinconici, di chi le favole le scrive ma forse non ci crede poi tanto.
Le due trilogie che l´hanno incoronata star del fantasy – Cronache del mondo emerso e Guerre del mondo emerso – sono popolate di mostri ed eroine, e questo suo nuovo L´eredità di Thuban – primo titolo della pentalogia La ragazza Drago non si distacca dai precedenti, fedele al genere nella struttura epica e nei paesaggi straripanti, nei traslochi d´anime e soprattutto in quella eterna lotta tra Bene e Male dall´esito quasi sempre scontato: il tutto sempre giocato sull´orlo della catastrofe e della fine del mondo. Pagine molto “visive”, ispirate da cartoni e videogiochi più che da Tolkien o Pullman, soprattutto dai manga giapponesi di Kentaro Miura e Masashi Kishimoto che tappezzano le pareti di casa. È questo l´immaginario pop che nutre le sue storie, non la letteratura fantastica, un serbatoio di suggestioni in cui i giovani lettori – molti diffusi in Rete – non fanno fatica a riconoscersi. Se si domanda a Licia a quali fonti affidi la sua ricerca mitologica, candidamente confessa: «Il mio mondo è wikipedia». I nomi dei mostri però sono suggeriti dalle stelle, là Internet non arriva.
Quando si parla di fantasy è obbligatorio citare Tolkien, ma le sue storie evocano più un cartone o una schermata di videogioco…
«Sì, non ne faccio un mistero. Per me più di tutti ha contato Berserk del giapponese Miura, un eroe di tradizione nordica che in battaglia è dominato dalla follia. Ne possiedo l´intera collezione».
Com´è accaduto che da un´astrofisica sia nata un´autrice di fantasy?
«Sono due carriere parallele: di giorno studio le stelle e di sera scrivo le mie avventure. È vero che la scienza è il regno della razionalità e il fantasy celebra l´irrazionale, ma la scoperta delle leggi fisiche richiede sempre intuizione e creatività. Così come la scrittura ha bisogno di un´impalcatura razionale. La differenza sostanziale forse sta in altro».
In che cosa?
«Lo scrittore di fantasy è un imbroglione, prende in giro il lettore. Ti avvince, inventa mondi lontani e paralleli, scenari apocalittici sideralmente distanti dal quotidiano, ma in fondo parla di te, dei tuoi problemi. E anche di se stesso».
Diceva Kafka che la realtà non può essere guardata in faccia, ha bisogno d´un velo che la copra. Quel velo dunque è il fantastico?
«Bisogna andare in fondo alla realtà, magari stravolgerla, per capire meglio alcuni aspetti. Il fantasy è in sostanza un inganno: racconta un mondo parallelo al nostro, ma i protagonisti esprimono desideri, bisogni, ansie che ci appartengono».
È questo che lo fa amare dagli adolescenti, piccoli e grandi?
«Credo che sia un genere archetipico, nel senso che restituisce sentimenti elementari, però trasposti in una cornice fantastica. Quando scrivo le mie storie, cerco di travasarvi il mio vissuto, l´inquietudine dell´adolescenza. È questo l´elemento in cui i lettori più si riconoscono. I personaggi faticano sempre a trovare la propria strada, così come succede nella vita reale».
In fondo è un genere consolatorio. Se il fantastico introduce inquietanti crepe nel reale, il fantasy finisce per essere fuga e riparo da un quotidiano minacciato da mille paure. Anche in questa nuova serie di La Ragazza Drago alla fine trionfa il Bene.
«Ma l´equilibrio al quale approdano i miei personaggi è sempre instabile. Sofia, la protagonista, vince l´insicurezza mettendo in gioco i propri poteri speciali, ma la scoperta di questo talento magico le infonde una sorta di malinconia. La solitudine di coloro i quali si sentono diversi».
La solitudine dei numeri primi, per citare il recente romanzo di Paolo Giordano. È una coincidenza che entrambi, lei e Giordano, siate fisici e romanzieri?
«Quel libro è davvero bello. Tutti siamo stati numeri primi nella vita: è una cifra caratteristica dell´adolescenza, prima o poi lì si ritorna. Giordano ha la mia età e anche lui fa il fisico, studia le cause prime della realtà. Ci accomuna l´investigazione sui meccanismi dell´universo, ma temo che le affinità finiscano qui».
Lei si sente un po´ Sofia, diversa e solitaria?
«Sì, a lungo mi sono sentita come lei. In lei ho raccontato la mia paura di volare, che è poi paura di vivere. L´ho superata di recente, ma è come se ancora facessi i conti con un costante senso d´incapacità o di inadeguatezza. Ero così all´università, un po´ lo sono tuttora: tendo a considerarmi peggio di come sono».
Non sarà un vezzo?
«No, è una necessità e alla fine diventa una forza».
Anche i suoi personaggi al principio sono perdenti: Sofia un´orfanella abbandonata, Mattia un ragazzino pingue e goffo. Poi però...
«È la rivincita degli ultimi, se vogliamo chiamarla così. Da ragazza fondai con un paio di amiche la “compagnia degli sfigati”. Ero considerato secchiona e un po´ bruttina e ne soffrivo parecchio».
Ora è scrittrice di successo. Una fiaba la sua stessa vita?
«Vivo con molto distacco tutto questo. Ora è così, domani potrebbe non esserlo. Mi chiedo cosa piaccia delle mie storie e – al di là dell´identificazione – credo che il fantasy finisca per funzionare come antidoto a una realtà spesso meschina e priva d´una dimensione epica. Forse i ragazzi hanno bisogno di valori e ideali assoluti, il fantasy glieli propone».
La sua Ragazza Drago ha molti elementi in comune con la saga della Rowling: i bambini eletti, l´infanzia difficile dei protagonisti, il collegio, il maligno incarnato in Nidhoggr che è l´equivalente di Voldemort…
«Sì, ho letto Harry Potter e come tanti ne sono rimasta sedotta. Quanto alle affinità, in realtà sono ingredienti comuni a tanta parte della letteratura per ragazzi».
Le sue eroine sono spesso femmine, in un genere prettamente maschile.
«Mi viene più naturale dar voce alle ragazze. Poi non ne potevo più di eroi villosi sul genere Conan il Barbaro, le fanciulline avvinghiate all´irsuto polpaccio dell´eroe».
Qual era il suo libro preferito, da bambina?
«Piccole donne, ma non mi sono mai arresa al matrimonio tra Jo e il professor Bhaer. Speravo si sposasse con Laurie».

17 pensieri su “LICIA TALKS

  1. Il 30 Aprile viene alla Mondadori di Lucio Sestio a presentare il suo ultimo libro.
    Sono molto curioso di ascoltarla. Anche se non ho mai letto nulla di lei, la sua biografia mi pare assolutamente interessante, e comunque sia, il suo genere (fantasy) mi aggrada parecchio.

  2. Bellissima intervista…Volevo rispondere a michele. I lettori di licia ( ci sono anche io tra questi e ne vado fiero visto che grazie a lei anche l’italia ha motivo di vanto in questo campo) hanno letto fantasy o comunque sono ai primi rapporti con questo mondo( tanto che Licia scrive libri per bambini) Il fatto che a te non sia piaciuta è rispettabile perchè ognuno ha le sue idee e i suoi gusti e su quelli non si può criticare, ma fare gli “sboroni” facendo credere di aver letto chissà quale libro non mi garba proprio. Mi dispiace che non ti siano piaciute le storie del mondo emerso perchè sono veramente fantastiche.

  3. Concordo con Michele sul gradimento della Troisi. Per cinzia: pubblicare per Mondadori aiuta, tu che dici? Consiglierei altri autori italiani che non hanno avuto questa fortuna, come Luca Tarenzi o Andrea D’Angelo che scrivono non solo molto meglio, ma anche cose più originali. Avete sentito parlare di loro, mi auguro.

  4. La Troisi è attuale, è simpatica, è tecnologica. Ha tutto quello che serve per “sfondare” nel mondo della letteratura. Non solo è brava come lavoro di astrofisica (Astronomica nel suo blog ne è la prova), ma anche nella scrittura. Per quanto mi riguarda la Troisi è una grande autrice e i suoi libri sono molto avvincenti e scritti veramente bene. Ho avuto anche la possibilità di incontrarla live, e vi dico che è veramente una brava persona e il suo stile è unico. Forse essere pubblicati dalla Mondadori aiuta, ma il Passaparola ancora di più. Ma siccome il passaparola che c’è stato è stato molto buono (così ho scoperto Licia Troisi), forse è stato questo il successo dell’autrice fantasy più famosa in Italia no? 😉
    @ Stefano: no mi spiace, non ne ho sentito parlare.

  5. Sono mamma di un ragazzo di 16 anni che ha letto sia le trilogie del mondo emerso che la ragazza drago. E’ talmente entusiasta dei libri di Licia che costringe anche me a leggerli. Devo dire che li ho trovati molto interessanti. Naturalmente quando ha sentito che sarà alla fiera del libro di Torino ho dovuto prenotare. Complimenti a Licia e arrivederci a Torino.

  6. che la troisi abbia uno stile affascinante e che coinvolga molto il lettore sono d’accordo.. le sue storie prendono molto!
    però resta a mio parere ancora incompleta, se così vogliamo definirla.. alla fine le cronache e le guerre si somigliano moltissimo, e sono forse un po’ troppo “scorrevoli”..

  7. per michele: il fascino delle Cronache e di Guerre sta proprio nel fatto che siano strettamente collegate e soprattutto scorrevoli…il linguaggio di licia è fresco e semplice e lega un mondo che nella realtà non potrebbe mai esistere a tematiche attuali (i problemi dell’adolescenza ad esempio)…che abbiano forti somiglianze posso darti ragione ma sono l’uno il completamento dell’altra; io personalmente preferisco cronache ma riconosco che la seconda trilogia abbia messo davvero la parola fine alla prima…se di fine si può parlare…come dice Sennar, alla fine di Cronache, è un eterno ciclo!!!!
    Cmq Licia è ancora una neo-scrittrice se la trovi incompleta ora aspetta di vederla fra qualche libro in più…già in Guerre si nota la maturazione del suo stile….

  8. Personalmente, e vi parla un persona che ha letto sia le cronache e le guerre e ne dirige un fan site(www.mondoemerso.it) riconosciuto dalla trosi! Posso dire(a michele!) che non è affatto vero che solo le persone che non leggo fantasy parlano bene di lei!
    Io però trovo molto meglio la seconda trilogia, secondo me è piu “studiata” il fatto che dubhe debba combattere contro se stessa rende il libro molto attuale con le problematiche degli adolescenti che non riescono a essere loro stessi senza dover essere schiavi della società!
    ciao a tutti XD!!!!!! 😉

  9. Un libro scorrevole non è necesariamente un libro ben scritto, un libro fantasy non è necessariamente una sequela di cose irrealistiche e di incongruenze logiche. Per thomas: non colgo il legame tra il tuo ruolo di gestore di un portale dedicato alla scrittrice romana e la tua conoscenza del genere fantasy. Per Gianmarco: essere presenti in bella vista in tutte le librerie ed edicole italiane, ricevere recensioni in molti grandi giornali (da gente che non conosce il genere, di solito) di solito aiuta non poco il passaparola. Tu che dici?

  10. io sono una ragazzina di 11 anni ho letto i libri di licia in 2 settimane (tutti tranne la ragazza drago), sono rimasta affascinata dalla bravura di licia nel trasmettere emozioni, credo che i suoi libri siano i migliri che io abbia mai letto, e non vedo l’ora di L’ULTIMO
    W LICIA 6 LA MIGLIORE

  11. Ho letto il primo libro della trilogia e non mi è sembrato proprio di essere di fronte a grande letteratura per ragazzi…del resto, se si preferisce l’insipido Laurie all’affascinante Prof. Bhaer…

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