LO SGUARDO ROVESCIATO

Pubblico qui un intervento di Ivano Porpora, come sempre con enorme piacere.
Riepiloghiamo i fatti.
Qualche giorno fa abbiamo rilevato, su queste stesse pagine, un problema che si protrae da diverso tempo a Viadana (MN): una pubblicità di dimensioni ragguardevoli che sulla Statale mostra porzioni di un corpo di donna, poste come modello per corpi meno perfetti e passibili di modificazioni chirurgiche. Si tratta di un concorso a premi che, tramite l’invio di prove d’acquisto di prodotti per l’igiene personale (salviette, cotone, assorbenti), rende possibili queste modificazioni. E abbiamo cercato di spiegare perché questo fosse un problema. Abbiamo segnalato anche alle autorità competenti le nostre riflessioni, cercando di scinderle dal benpensantismo; non abbiamo ottenuto, a distanza di un mese, risposte in termini di azioni o motivazioni.
Sabato la stessa città celebrava la Festa del Lambrusco, forse l’evento più importante dell’anno assieme alla festa dello Zafferanone – primi di settembre – e alla Fiera di San Pietro – seconda metà di giugno. E nel weekend passato è stato fotografato, sopra un arco che introduce a una galleria del centro, proprio in faccia al Municipio, il cartellone che vedete in alto. Stavolta non il corpo porzionato ma un sedere femminile indubbiamente tonico – e, in uno striscione quasi altrettanto grande, un seno.
Fosse tutto qui potremmo essenzialmente ascrivere il fatto a due continuità: quella di una strategia promozionale e quella di una mancata reazione da parte dell’Amministrazione. Amministrazione di cui potremmo giustificare o comprendere l’operato dicendo: C’è la crisi, avevano bisogno di soldi, hanno offerto soldi, hanno accettato i soldi.
Le nostre obiezioni a quanto sopra, alcune personali e suscettibili di discussione (è una pubblicità che veicola un messaggio dannoso per bambini e adulti), altre inopinabili (si tratta di luogo di grande passaggio), aggiungerebbero poco a quanto detto allora se il messaggio non fosse stato censurato domenica mattina.
Ecco l’immagine.
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Pare che la censura non sia stata effettuata in base alle segnalazioni – partite in maniera virale sabato sera. Pare che domenica mattina ci fosse la commemorazione di un politico locale cui a Viadana è stata intitolata una via, che la commemorazione passasse di lì e che, quindi, non si sia ritenuto opportuno – il messaggio avrebbe causato in effetti qualche stridore – coniugare la memoria di un onorevole DC con l’immagine di un sedere femminile.
Mi hanno però colpito due cose.
La prima è che alla fine della commemorazione la censura sia stata levata. In termini di mera comunicazione il messaggio che passa è “No, la sua memoria non può essere contaminata da un messaggio che riteniamo inappropriato. Finita la memoria, il messaggio che riteniamo inappropriato può tornare al suo posto”.
Sarò io fissato in questo momento con tematiche legate alla memoria, ma questa, la memoria, parte dal presente. Si installa nel presente e si proietta nel passato. Facciamo questa ipotesi: se lo stesso onorevole fosse stato vivo lo avremmo ritenuto degno del messaggio, mentre la morte lo ha posto al riparo dal messaggio stesso grazie alla censura. Invece, per dire, adulti e bambini vivi, presenti, che siano passati per una festa di paese il sabato sera e la domenica pomeriggio non sono stati posti allo stesso riparo. E in questo vedo, quantomeno, un cortocircuito.
La seconda cosa riguarda la natura del messaggio.
Definire il porno non è cosa semplice; ricordo un bellissimo articolo di Aldo Nove che indicava Transformers 3 come il perfetto esempio di film pornografico a causa della meccanicità depurata – diremmo depauperata, ma sarebbe un’inferenza – da qualsivoglia pacchetto emozionale. So che una caratteristica intrinseca del film porno consiste nella negazione del rapporto amoroso, e anche direi del rapporto sessuale. Senza volerci addentrare in una tematica che chiederebbe altri spazi, il porno metamorfizza il volto dell’attrice, instaura una comunicazione verbale usualmente violenta (ben evidenziata da Michela Marzano in Sii bella e stai zitta) e cancella il volto dell’uomo. Si potrebbe obiettare che il volto dell’uomo è cancellato perché il genere più in voga adesso attua il cosiddetto POV (ossia: l’uomo non può mostrare il proprio volto perché è coinvolto in prima persona nella creazione del film in qualità di attore, regista e cameraman. Ciò che comparirà sarà quindi solo la porzione strettamente sessuale del suo corpo). Ma già in generale il corpo dell’uomo è cancellato e con esso il sesso in qualità di rapporto: ciò che rimane da questa sorta di sezione effettuata dalla camera è il solo organo genitale di lui come dominante e l’intero corpo di lei come esperienza di fruizione totalizzante.
Con un terzo soggetto, indispensabile perché il genere porno si conchiuda: l’occhio del fruitore che gode di questa fruizione.
Bene. Questa introduzione ci serve per capire come l’occultamento del sedere (sedere che in quanto tale non ha niente di pornografico) non annulla il messaggio di carattere porno, il quale presuppone l’esistenza di una parte occulta ma dominante e inserita all’interno del messaggio, e la cui presenza qui è testimoniata dall’Io del testo in basso (Te lo pago io). Cancellare il sedere e mantenere un testo in cui è fortemente inscritta una parte dominante al soddisfacimento dei cui desideri è mirata la comunicazione in una sorta di rapporto a 3 (donna inquadrata che deve soddisfare – uomo non inquadrato che partecipa e gode – interlocutore che assiste e gode in privato), mantiene così in vita la caratteristica squisitamente porno del testo.
Mi è stato risposto “Ma si tratta di un culo bellissimo”. Il punto è proprio questo: posto quanto abbiamo rilevato nello scorso articolo, il problema non è il sedere, ma il fatto che ci sia un corpo presentato come immagine ideale da un terzo, che questo terzo si indichi come parte dominante disposta a pagare un’uniformazione a questo corpo, che ci sia uno spettatore messo in condizione di godere di questo messaggio. E che di queste tre parti venga riconosciuta deprecabile ed eventualmente occultabile per motivi di decoro solo la prima.
All’obiezione: “Allora sei contro il porno?” rispondo: “Credo che il messaggio pornografico sia un messaggio estremamente complesso, e che quindi sia indispensabile accedervi solo in maniera volontaria, consenziente e che non danneggi alcuno”.
Mi pare che in questo caso siano mancati tutti e tre i requisiti. E questo è un problema.

9 pensieri su “LO SGUARDO ROVESCIATO

  1. Ivano, non ti conosco, ma solidarizzo con te. Il tuo problema è che dici cose troppo (semplicemente) intelligenti in una realtà che è quella della provincia. Che non è Viadana, ma l’Italia tutta.
    Domenica scorsa ero a casa da mia mamma. Aveva la tv accesa su un programma domenicale, all’ora di pranzo. tutti gli uomini (Amadeus, etc.) in giacca e cravatta. Le donne (ché gli uomini erano uomini, anche attempati, le donne erano solo ragazze giovani) tutte con minigonna inguinale.
    Mia figlia più grande ha 13 anni. Mi sa che devo iniziare a pensare ad un espatrio collettivo, non ce la faccio più.

  2. Sul cortocircuito del primo punto: il messaggio non è inappropriato in sé, è inappropriato rispetto ad una commemorazione. Chi è vivo non ha bisogno di essere al riparo dal messaggio, non è questo il senso della censura per quell’occasione.
    Sul porno, credo che la riflessione sia assurda. Il porno è una tecnica, non ha natura o caratteristiche intrinseche altre da ciò che unicamente è. Tutto il resto ce lo vediamo noi, ma è come dire che la natura sia buona o cattiva, che la letteratura sia buona o cattiva e così via. Non capisco perché ostinarsi a voler definire il porno. Il triangolo immaginario poi ( compreso il parallelismo tra film e pubblicità ), è tutto da dimostrare, ma certamente non è una caratteristica fondante del porno.
    Direi che qualsiasi messaggio è “estremamente complesso, e che quindi sia indispensabile accedervi solo in maniera volontaria, consenziente e che non danneggi alcuno”, e questo è il problema della pubblicità tutta.

  3. Gianni: sul fatto che tutta l’Italia sia provincia credo, purtroppo, che concordiamo.
    Il punto non è che si stiano lasciando le cose come sono, quanto che si faccia cultura. Cultura di disvalori davanti alla quale anche io sono tentato dall’espatrio.
    Shane: non concordo su nulla, ahimé. Primo punto: il messaggio è inappropriato in sé, a mio modo di vedere, non rispetto alla commemorazione. Chi è morto ha altro da fare. Chi è vivo deve essere messo al riparo da un messaggio, certo che sì. Non si chiama “censura”, questa. Si chiama limitazione di messaggi potenzialmente devianti.
    Un esempio: perché non facciamo una pubblicità su un uomo che spara in faccia a un malvivente per pubblicizzare il nostro nuovo fucile? Perché ci sono valori su cui la nostra civiltà si poggia che non credono nell’uso delle armi, e perché questo messaggio di per sé banale ne veicolerebbe altri non banali. Un qualsiasi studio di un qualsiasi messaggio pubblicitario mostra come tutto, soprattutto il subliminale, tende a promuovere l’acquisto del prodotto.
    Sul porno, ciò che ho cercato di svelare è proprio la natura tecnica del messaggio porno.

  4. Non ho basi di psicologia, ma a me sembra che parte dell’analisi sia forzata. Credo che sia importante definire il problema se non si vuole fare la figura di quelli “contro” a prescindere.
    Il messaggio è dannosissimo, ma mi pare che si voglia trovare un rapporto a tre che, nello specifico, non c’è. Il destinatario di questa pubblicità, per quanto triste, credo sia la donna e basta. “uomo non inquadrato che partecipa e gode”? “interlocutore che assiste e gode in privato”? Non capisco. Non siamo più negli anni ’80, il messaggio è arrivato finalmente al destinatario femminile, gioca semmai su un concetto di sensualità già presente nell’immaginario delle donne perchè fatto interiorizzare secondo canoni stabiliti per anni. D’altronde credo che anche nel porno cui si fa riferimento il destinatario sia cambiato, ma andiamo fuori tema.

  5. @ Porpora
    in realtà penso che su molte cose concordiamo. Io non ho problemi a parlare di censura, per esempio vieterei ogni messaggio pubblicitario in luoghi pubblici. Però il messaggio porno non può essere inappropriato in sé, e il messaggio chessò di un’auto invece essere appropriato. è più onesto dire che il porno ci sembra sbagliato e morta lì. e tutti i messaggi saranno posti all’occhio critico di chi li fruisce. Tu proietti sul porno cose che il porno non ha, per quanto lo fai in buona fede e con buoni intenti. dovresti parlare di film porno specifici e non del porno, che non prevede metamorfizzazioni, negazioni eccetera. poi anche la donna gode, l’organo genitale maschile non è di per sé dominante, il fruitore non è per forza un uomo. nella pubblicità poi il fruitore principale è la donna.
    l’obiezione che poni al messaggio porno è applicabile a qualsiasi messaggio.

  6. Rob: sì, certo che si tratta di una forzatura. Il messaggio porno in sé richiede cose qui non presenti. Quanto cerco di spiegare è che siamo in presenza di una codifica molto vicina a quella del messaggio porno, e che è stato ritenuto offensivo un solo aspetto di tre, molto evidenti, che creano un messaggio porno nebulizzato.

  7. Ivano, sono anni che sostengo – e che metto via materiali – sul fatto che la pornografia è ormai una weltanschauung. Ne riparleremo, oh se ne riparleremo. Comunque grazie – per un pigro come me è una benedizione trovare chi scrive cose semplicemente da sottoscrivere e diffondere 🙂
    Dàje così Ivà.

  8. Mille grazie, Lorenzo. (Anche per le altre volte, eh?).
    Shane: alla fine dell’articolo l’ho specificato. Non si parla di inappropriatezza in sé di un messaggio porno, quanto di inappropriatezza di una sede e di una serie di sue varianti. Spero concordiamo che un atto sessuale e un atto sessuale non concordato siano profondamente diversi tra loro, così come mettere carne di bovino in un hamburger e mettere carne di bovino in una ricetta per indiani di nascosto.
    Cioé: l’articolo non parla di male del porno, quanto di necessità di capire di cosa stiamo parlando e su quello ragionare.

  9. @ Porpora
    Ma infatti sul finale concordo, ma è valido a prescindere dal messaggio pornografico. Sono le tue considerazioni circa ciò che tu credi sia la natura tecnica o che cerchi di scoprire alle quali mi sono opposto ( oltre al collegamento con la pubblicità ). Se interessa, ovviamente.

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