PAROLE PER LE DONNE E PER TUTTI. E QUALCOSA DI CUI NON SI PARLA A PROPOSITO DI ABORTO

Già, che strano. Tornano a essere faccende di donne, robetta da fondo pagina, gli argomenti che apparivano prioritari fino a pochi mesi fa. I femminicidi (provate pure a parlarne, in rete: sono quasi maggioritari, ormai, gli interventi che contestano termine e fenomeno). L’aborto.  L’educazione sentimentale o di genere o come diavolo volete chiamarla senza evocare gli spettri dei talebani di casa nostra.
Che strano, davvero. E quanto faticoso trovare e ripetere le stesse parole, continuare a dire guardate che questa non è una faccenda che riguarda gli altri, guardate che non basta assumere comportamenti individuali virtuosi, e così via (un discorso parallelo a quello che fa Naomi Klein a proposito del cambiamento climatico: urge un People Shock, non un “quanto sono bravo”).
Si va avanti, cosa altro si deve fare? Non solo e non più tenendo il conto delle morte ammazzate perché avevano abbandonato il compagno, ma cercando di lavorare dall’inizio.
Dalla scuola.
E’ il motivo, nel mio piccolissimo, per cui ho aderito per il secondo anno consecutivo all’iniziativa di Zeroviolenza e parteciperò a un ciclo di incontri nelle scuole della periferia romana. L’esperienza dello scorso anno è stata bellissima: anche se la sensazione di essere solo un granello, un inciso, una parentesi, continua a essere forte. Ci vorrebbe continuità. Ci vorrebbe la possibilità di rendere duraturo ed esteso a ogni scuola italiana questo lavoro. Se la si smettesse di temere la violenza verbale e mentale di chi pretende che il mondo debba essere come lo immaginano solo alcuni fondamentalisti cattolici, forse questa possibilità sarebbe data a tutte le bambine e i bambini e ai loro genitori.
A proposito di fondamentalismi.
Ignorata dai media nostrani, c’è una notizia che viene dal Parlamento europeo: dove, lo scorso 20 gennaio, è stata votata la risoluzione Tarabella sulla tutela della libertà delle donne in materia di diritti riproduttivi. Ne parla Maddalena Robustelli su Noi donne, ricordando che l’approvazione è avvenuta nonostante le firme raccolte dalla Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche. Che non si sono fermate. Come scrive Robustelli:
“Incassata la sconfitta, con le correlate recriminazioni sulla scarsa sensibilità delle istituzioni comunitarie all’istanze dei cittadini contrari al riconoscimento del diritto all’aborto, nella prospettiva del prossimo voto di marzo in plenaria sulla mozione Tarabella, oggi i suoi oppositori si rivolgono agli europarlamentari italiani. Li interpellano esplicitamente al fine di “far rispettare davvero le regole europee, che fissano a livello nazionale la titolarità della regolazione giuridica dell’aborto, difendendo così la sovranità del nostro Paese”. Con un’ulteriore richiesta, in aggiunta, rivolta alla deputazione socialista nazionale “perché serve capire se anche loro considerano l’aborto un nuovo diritto a favore delle donne anziché un vero e proprio dramma”. Sicuramente i richiedenti ricordano che alla bocciatura della Risoluzione Estrela concorse l’astensione di sei parlamentari del Pd, circostanza che dovrebbe altrettanto sicuramente indurre tale partito a fare chiarezza al suo interno su come si intendano salvaguardare le scelte normative a favore del diritto delle donne ad una maternità libera e consapevole”.
Il Pd non tradisca le donne, chiede la Laiga in una petizione. Ecco, non facciamo il bis di quanto avvenuto con la Risoluzione Estrela. Nel silenzio assoluto dei media, per giunta.

4 pensieri su “PAROLE PER LE DONNE E PER TUTTI. E QUALCOSA DI CUI NON SI PARLA A PROPOSITO DI ABORTO

  1. Sono nonna: ho seguito di persona gli “scontri” tra laici e cattolici a partire dal divorzio. Mi consento una considerazione volutamente semplicistica.
    A quanto pare i credenti svegli, colti e di buon senso (ne conosco più d’uno), i quali si dichiarano sinceramente democratici, non si rendono conto della prevaricazione insita nelle norme che caldeggiano. Di fatto, vorrebbero constringere i laici a condividere ope legis un modello etico confessionale.
    Divorzio, aborto (da non intendere certo quale contraccettivo), fecondazione eterologa eccetera consentono di accedere a tali pratiche, non obbligano – è ovvio- nessuno a farlo.
    La chiesa (genericamente intesa) si è spesa moltissimo nella pressione politica sul legislatore e assai meno, a quanto mi risulta, nel ricondurre i SUOI FEDELI a una morale in linea con i precetti religiosi.
    Non li ritiene capaci di rispettarli?

  2. No, cara virginialess, semplicemente la Chiesa Cattolica sa che dove non arriva la persuasione e la conversione, arrivano le Leggi e il Principe di turno. È questo che i laici del nostro Paese non hanno mai capito.

  3. Intendi dire che delega al “Principe” la costrizione dei fedeli entro il recinto confessionale di sua competenza? Bella fiducia nell’efficacia del proprio magistero! E tanto peggio per i poveri laici obbligati a starci dentro…

  4. Ricordi il principio medievale secondo cui i popoli devono seguire la religione adottata dai propri governanti? Una versione aggiornata. Lampanti gli esempi del referendum contro la Legge 40 e del “Family Day”: pur di non far aprire l’Italia al riconoscimento di diritti di cittadinanza ormai comuni in tutti i Paesi medio-occidentali, la Chiesa non ha esitato ad appoggiare “Prìncipi” potenti dai comportamenti individuali assolutamente e palesemente antitetici ai propri princìpi morali (ricordi chi sfilava in testa a quella manifestazione? Gente con almeno 2 famiglie a testa! E il fenomeno del “turismo della fecondazione”, ovviamente riservato a chi poteva permetterselo?). Questi prìncipi le hanno assicurato normative favorevoli, finanziamenti cospicui e spazio pressoché monopolizzato sui mass-media “popolari”. Risultato? La Chiesa ha ottenuto tutto: nessun allargamento dei diritti civili, finanziamenti alle proprie scuole confessionali a detrimento di quelle pubbliche, blocco del dibattito pubblico su tutte le questioni da lei unilateralmente dichiarate “eticamente sensibili”, arretramento delle opinioni favorevoli all’apertura verso quei diritti sociali e soprattutto individuali che anzi vengono sempre più rimessi in discussione. Per contro, i comportamenti privati dei singoli continuano a essere distanti da quanto prescritto dalla fede cattolica: dove non è arrivato -e non arriva- il messaggio col suo esempio ci pensa efficacemente il Principe di turno: l’ipocrisia assoluta al potere. E i laici -compresi quelli cattolici- sono stati tutti messi a tacere, in nome della libertà di parola e del “rispetto” delle opinioni diverse dalle loro. Eterogenesi dei fini o semplicemente “oltre al danno, pure la beffa”!??

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