PARPAGLIONI CONTRO LO STREGA

Roberto Parpaglioni è amministratore unico e direttore editoriale di Quiritta, la casa editrice che ha pubblicato H.P., l’ultimo autista di Lady Diana di Beppe Sebaste, che sembrava destinato alla cinquina finale del Premio Strega. Così non è stato. Roberto mi manda questa mail, con preghiera di pubblicazione. Eccola, poco prima di ripartire per Torino:

“Sono l’editore del libro che, per opinione ampiamente diffusa, potrebbe essere definito il più bello tra quelli presentati al Premio Strega di quest’anno. Sorprendentemente, però, lo scrutinio del 23 giugno  a “casa Bellonci” lo ha escluso dalla cinquina dei finalisti, riconoscendogli solo 22 giudizi favorevoli sui circa 400 a disposizione della Giuria.

Fino a tre, quattro giorni prima dello scrutinio, il lavoro dell’autore e mio era stato confortato dalle dichiarazioni di molti votanti, nonché da voci provenienti dalla stessa Fondazione Bellonci, concordi nella certezza pressoché assoluta di un esito a noi favorevole.

Nelle ultimissime ore, invece, è avvenuto il disastro. Decine e decine di voti passavano dal nostro libro ad altri, mentre a me arrivavano telefonate di giurati che, avendo dapprima assicurato il necessario consenso al nostro libro, si ritrovavano ad essere letteralmente assediati non solo dagli uffici stampa, ma anche dai proprietari di alcune grandi case editrici che arrivavano ad evocare addirittura la “fine del Premio Strega”, qualora il loro libro non fosse stato promosso alla cinquina dei finalisti.

Io ho pubblicato un bellissimo libro, l’ho fatto partecipare ad un premio importante. Ho gareggiato nella maniera più pulita, onesta e trasparente. Non è facile affrontare giurati che, come unica giustificazione alla propria scelta, dichiarano di aver apprezzato un libro, ma di essere costretti a votarne un altro per “motivi di scuderia” (sic). O altri che, candidamente, ammettono di non saper nulla dei libri che la Fondazione ha loro inviato. O altri ancora che “quel” libro non l’hanno neanche ricevuto.

E non è facile capire il funzionamento reale di un Premio che, già in sede di presentazione, annuncia ufficiosamente la cinquina dei finalisti, per poi confermarla ufficialmente al termine di uno scrutinio che esprime le valutazioni di circa 400 (!) giurati.

Comunque, se il criterio selettivo deve essere questo, mi permetto di suggerire un piccolo consiglio a chi, tra i promotori, ha ancora la forza di ascoltare: tenete in piedi il Premio Strega, un’istituzione di cui l’editoria italiana non può fare a meno. Ma in parallelo organizzatene uno nuovo, altrettanto importante, per “il libro più bello”.

 

53 pensieri su “PARPAGLIONI CONTRO LO STREGA

  1. sante parole. sante katzone. premio bigul d’aria d’oro, col caldo che fa. sarebbe da proporre. una specie di il libro per l’estate, con serata finale a castrocaro, presenta mino reitano e maurizio sejmandi con la partecipazione del telegattone “oh salvatore”. siamo al gattò delle vanità, siamo alla fruit of the loom, siamo all’averno(a) per ribattere amaro amaro allo strega. miss italia libro, miss italia nel mondo libro, mondadori libro miss-terodellafede, premio ratzinger raus, premio chi legge, anzi premio a chi legge.

  2. sante parole. sante katzone. premio bigul d’aria d’oro, col caldo che fa. sarebbe da proporre. una specie di il libro per l’estate, con serata finale a castrocaro, presenta mino reitano e maurizio sejmandi con la partecipazione del telegattone “oh salvatore”. siamo al gattò delle vanità, siamo alla fruit of the loom, siamo all’averno(a) per ribattere amaro amaro allo strega. miss italia libro, miss italia nel mondo libro, mondadori libro miss-terodellafede, premio ratzinger raus, premio chi legge, anzi premio a chi legge.

  3. per coincidenza proprio stasera mi è capitato di parlare con un amico di uno dei libri finalisti. eravamo entrambi abbastanza meravigliati dell’attenzione che questo libro ha attirato e dei meriti che gli vengono attribuiti.
    ma, in fondo, perchè meravigliarsi, perchè il premio strega dovrebbe funzionare diversamente dagli altri concorsi per le arti. i david di donatello sono assegnati in maniera diversa? lì, almeno nelle categorie minori, ogni tanto prevale la scelta di un premio “alla carriera”.
    andassero a cagare i giurati, gli uffici stampa e tutto il resto, battiamoci per avere borse, sovvenzioni e finanziamenti, come ci sono in molti altri paesi.

  4. a leggere la lettera mi sembra di capire che tutta questa sicurezza che l’editore aveva sul risultato del suo libro non sembra essere ascrivibile solamente alla convinzione di aver fatto un buon lavoro ma anche al presunto risultato di fitte consultazioni con giurati e padroni di casa.
    beh, la stessa cosa l’hanno fatta le altre case editrici.
    ora guardate la lista dei passati vincitori e delle loro case editrici: http://www.fondazionebellonci.com/strega/vincitori.htm
    ci sorprendiamo ancora per queste cose?

  5. Denunciare il malcostume di un premio e chiederne uno + nuovo e + bello è assai singolare. Perché mai l’ultimo nato dovrebbe rimanere fuori dai maneggiamenti? D’altra parte anche l’editore del “libro + bello” ha partecipato ai maneggiamenti. Ovvio che le major dettano legge. Non sarebbe + saggio e + utile chiedersi cosa fare per promozionare i propri libri? I premi sono importanti, ma non sono l’unica cosa da farsi. Io, meschina, ho pubblicato nel settembre ’04 “Il portone sulla piazza” ed. Manni, è il romanzo + venduto della casa editrice: la promozione la cura da me medesima. Questo, dice qualcosa agli editori grandi e piccoli?

  6. Denunciare il malcostume di un premio e chiederne uno + nuovo e + bello è assai singolare. Perché mai l’ultimo nato dovrebbe rimanere fuori dai maneggiamenti? D’altra parte anche l’editore del “libro + bello” ha partecipato ai maneggiamenti. Ovvio che le major dettano legge. Non sarebbe + saggio e + utile chiedersi cosa fare per promozionare i propri libri? I premi sono importanti, ma non sono l’unica cosa da farsi. Io, meschina, ho pubblicato nel settembre ’04 “Il portone sulla piazza” ed. Manni, è il romanzo + venduto della casa editrice: la promozione la cura da me medesima. Questo, dice qualcosa agli editori grandi e piccoli?

  7. Mi spiace, ma concordo con
    alcuni dei commenti sopra.
    Frasi come questa, possono
    far pensare a una perfetta
    consonanza al “sistema”:
    -Fino a tre, quattro giorni
    prima dello scrutinio, il lavoro
    dell’autore e mio era stato
    confortato dalle dichiarazioni
    di molti votanti, nonché da
    voci provenienti dalla stessa
    Fondazione Bellonci, concordi
    nella certezza pressoché
    assoluta di un esito a noi
    favorevole.
    Poi sul valore del libro non
    discuto (non avendolo letto, e
    avendo sbirciato i vari
    partecipanti, credo benissimo
    al merito di Sebaste), né sulla
    denuncia di meccanismi di
    potere (non nuova peraltro).
    Anzi sembra che quest’anno ci
    sia stato un oltraggio
    all’annuale conferma in pole
    del candidato favorito (i ben
    informati accusano le trame
    della Sgarbi), ma tutti
    rassicurano sullo scontato
    esito finale!

  8. e poi facevate risatine quando quelli di nazioneindiana.com denunciavano la restaurazione. tenetevi questo bel paesaggetto. la rete e i lettori veri segnalano cose belle, ma poi i vari dorrichi e premistrega fanno strame dei libri amati dai lettori veri e promuovono cose non ancora nate, non ancora pubblicate, i piperni inventati come casi popolari prima ancora che arrivino in libreria, e i cavalli sfiatati rimessi in circolo nei premi per pura imposizione di casa editrice, i maurizzicucchi e giuseppiconte in cinquina allo strega, pfui, e la simpatica parrella che dovrebbe rappresentare la nuova scrittura italiana, quando di altri giovani ben più talentuosi ce n’è almeno venti. tenetevi questo, ignavi ridacchioni della rete, voi segnalate segnalate ma non contate nulla, non riuscite a far circolare le cose belle perché chi conta sono i dorrichi e i premistrega corrotti, pensavate di aver fatto la rivoluzione e invece non contate nulla, e quando qualcuno vi ha fatto notare che invece chi comanda è la restaurazione dei vecchi media, che chi ha il potere dell’immaginario e della bellezza letteraria sono i restauratori dei vecchi media, avete fatto le vostre risatine di ignavi impotenti. tenetevi quello che c’è, ve lo meritate, puzzoni

  9. Chissà se mettendomi a piangere sulla tomba di Diana riesco ad aver il premio Nobel per la Pace. O per la Letteratura. Chissà.
    Iannox

  10. Il premio Strega è passato. Come tutti gli eventi. Restano i libri. Come lettrice di H.P. di Beppe Sebaste penso sia questo il momento di una promozione vera e che dia valore alla qualità. Perchè l’editore non guarda in avanti, a un’estate che con i tanti incontri e eventi letterari che offre, può diventare l’occasione per far conoscere IL ROMANZO dello Strega? Saluti, C.

  11. A chi può essere sfuggito, segnalo, parzialmente in tema, un articolo dell’ultimo New York Times Book Review su quello che viene definito «l’odierno circo dell’editoria» e su certi grotteschi meccanismi di promozione del libro: Rachel Donadio, “She’d Be Great on TV”, http://www.nytimes.com/2005/06/26/books/review/26DONADIO.html?8bu=&oref=login&emc=bu&pagewanted=all (registrazione, gratuita, richiesta). Finale:
    «[…] Publishers may exist for the sole reason of connecting books and readers, but the heavy emphasis on marketing makes many cringe. ”You work for years on a book that can really make a difference,” the veteran publisher Jason Epstein said. ”You go talk to the marketing person. You pay her, but she really works for Barnes & Noble. She says: ‘The author has to be known. What’s the schedule for TV?’ Because the author has to shoot herself on the ‘Today’ show to get attention.” The marketing person ”goes to Barnes & Noble with the package and says, ‘Here’s how it’s going to be promoted.’ ”
    All this hype, of course, is far removed from a book’s content, let alone from reading. Which brings us back to another New Yorker cartoon, in which a cheery, bespectacled woman says to her eager, bald dinner date, ”I’m talking so much about books I haven’t read, I feel like I’m back in publishing.”»

  12. è vero, non sono noccioline. certo, giusCo guarda avanti e ha in parte ragione. ma la promozione è promozione; dei libri dello strega se ne occupano tutti i giornali, addirittura la tivu, interviste ecc. se poi molti dei libri non vendono non sarà perchè sono noiosi? o magari validi ma difficili? (chiedo a voi, io ho solo la MIA verità in tasca:-))

  13. è vero, non sono noccioline. certo, giusCo guarda avanti e ha in parte ragione. ma la promozione è promozione; dei libri dello strega se ne occupano tutti i giornali, addirittura la tivu, interviste ecc. se poi molti dei libri non vendono non sarà perchè sono noiosi? o magari validi ma difficili? (chiedo a voi, io ho solo la MIA verità in tasca:-))

  14. Be’, qualcosa in ogni caso va detto, se proprio non si riesce a farla, qualcosa; va detto che il rito dei premi letterari non riesce più a sollevare le vendite di un libro; va detto che continuare ad attribuire importanza e status ad istituzioni (i premi) del tutto soggettive, umorali e capricciose, è fuori tempo e fuori mercato, oltre che fuori di ogni logica. Vale molto di più la recensione ottenuta da Wu Ming sull’Independent, quanto ad “impact factor”.

  15. Uomo della verità. Se il msg inviato dal mio clone avesse invitato a visitare il sito di Franz Spennacrauti (con il pezzo “Come si diventa -a volte – scrittori”) mi sarebbe andato pure bene, ma non mi va che si raccomandino a mio nome personaggi di cui ignoro l’esistenza (letteraria e non).

  16. Lo Strega è lo Strega, il Nobel è il Nobel: forse non serviranno alle vendite, ma quanto servono, eccome se servono. Non sono noccioline.
    Iannox

  17. cecilia, sei splendida, finalmente una voce di sana saggezza. il libro di sebaste ha fatto parte della cinquina, e questo è già un validissimo strumento promozionale per un libro particolare, che leggerò al di là della questione strega; m’incuriosisce molto.
    angelini, non te la prendere, anzi gioisci: hai degli imitatori, sei a un passo dalla gloria.

  18. cecilia, sei splendida, finalmente una voce di sana saggezza. il libro di sebaste ha fatto parte della cinquina, e questo è già un validissimo strumento promozionale per un libro particolare, che leggerò al di là della questione strega; m’incuriosisce molto.
    angelini, non te la prendere, anzi gioisci: hai degli imitatori, sei a un passo dalla gloria.

  19. Iannox: i giochi di società letteraria non alzano il livello qualitativo anzi, lo deprimono con criteri da lottizzazione. Sono fuori tempo, perpetuano logiche padronali e di cortile che a me fanno sinceramente ridere. E’ anche vero che è il modello corrente di potere all’italiana, secondo il quale chi si limita a fare il proprio onesto lavoro è un cretino o un idealista, altro che innovazione meritocratica.

  20. @ UOMO DELLA VERITA’
    Be’, una recensione è una recensione, e il più delle volte serve all’autore quanto al recensore, nella stessa precisa identica misura: sentirsi legati dalle parole, parole, parole…
    Il premio Strega te lo porti a casa, te lo metti sul libro – una bella fascia elastica di quelle grandi, tutta rossa, e la scritta “Premio Strega” a caratteri cubitali tutti bianchi, bianchi come la verginità; e vuoi che una cosa così non risalti all’occhio di tanti? E poi, fra qualche anno, quando qualcuno dirà: “Ma che roba ‘sto premio Strega! ma avete visto gli altri anni!” Uno va a vedere gli altri anni, e si ricorda quei nomi, i premi Strega, anche le polemiche, ma se li ricorda sì. E in segreto sospira: “Non ci sono più i premi Strega d’una volta.” Ed intanto c’ha due scaffali, se non addirittura tre, tutti dedicati ai premi Strega, rigorosamente ordinati per anno. Ebbene sì, pure io c’ho due scaffali così… Sono di carne e di carta pure io, come tutti del resto ^___^
    Ecco perché un premio Strega non è una nocciolina, e vale, cacchio se vale, vale molto, tanto, tantissimo, più di quanto si sia disposti ad ammettere. Altrimenti perché gli esclusi si sentono così feriti, ma tanto, fino al punto di piangersi addosso quasi? Diciamocelo: lo Strega fa gola a TUTTI/E, nessuno/a escluso/a. Non è il premio Montenegro (che non so se esista… può darsi di sì…) che se metti la fascetta sul tuo libro “premio Montenegro” ti ridono addosso e basta; e devi pure ringraziare perché qualcuno ti ride addosso, in quanto, bene o male, un cane se accorto della fascetta se non del libro.
    Uno libro che è un premio Strega vende sempre, nel tempo. Anzi, si potrebbe dire che migliora col tempo. E forse è proprio così. Ecco Signori, sì, lo Strega è.
    Saludos
    Iannox

  21. @ GIUSCO
    Non è una questione di difendere questo o quello, premio Strega incluso. Ma barbaramente se domani, ad esempio, Genna vincesse lo Strega, o lo vincessero i Wu Ming, non credo affatto che sarebbero tanto pazzi da rifiutarlo. Forse, solo un po’ d’imbarazzo nel ritirarlo, ma capitata a tutti l’imbarazzo. E detto senza peli sulla lingua: mi sembra che i vincitori passati, quelli che il premio l’hanno preso, hanno dato – nel bene e nel male – ai lettori e alla critica dei buoni libri, in alcuni casi ottimi.
    Anch’io sono un idealista, un sognatore, ma non sono per un’inutile crocifissione.
    Però volendo, tutti gli esclusi dal premio Strega potrebbero riunirsi in un club, I Grandi Esclusi – e voglio l’invito per esserci dentro in qualità di Ospite d’Onore: “Ma quanto sei bravo! No, no, tu molto di più, più bravo di me…”, ecc. ecc. Pensate Voi, Signore e Signori, alle grasse risate che ci potremmo fare, una perfetta Fiera delle Vanità da portare in giro per il Paese. Ovviamente scherzavo: non si pensi a me né in qualità di Ospite d’Onore né in quella di Scimmia.
    Saludos
    Iannox

  22. Quello che mi piace dell’intervento dell’editore Parpaglioni che stiamo commentando, è il finale: istituire un premio alla semplice bellezza di un libro. E’ una proposta ingenua e micidiale. Lo Strega in effetti ha questo di speciale, che è come le elezioni politiche: vince chi ha maggiori mezzi di comunicazione e promozione, poiché si basa sulle pubbliche relazioni. Vince chi ha potere e chi è ricco. Sono certo che anche Parpaglioni ha telefonato e comunicato ecc., ma sono altrettanto certo che non ha i mezzi per lusingare, promettere o minacciare nessuno. Chiediamoci: cosa c’entra l’esperienza silenziosa della lettura di un libro con l’universo delle pubbliche relazioni su cui si basa lo Strega coi suoi quattrocento votanti mondani?

  23. E se il premio Strega rappresentasse la letteratura italiana come il Festival di Sanremo la canzone italiana?
    Avrei scoperto l’acqua calda o ci sarebbe da indignarsi?

  24. il Nobel lo danno a chi ‘muove continenti’ e discorsi anche politici con le parole, e non a chi scrive bene, altrimenti ogni anno l’Accademia di Svezia avrebbe una fila di questionanti da far paura! Secondo me bisogna insistere sulla promozione degli autori,
    Valeria Parrella è una vincitrice, leggete le cose che scrive su Napoli e vi accorgete che oltre a scrivere è una che ‘vive’, umile giudizio.

  25. E se il premio Strega rappresentasse la letteratura italiana come il Festival di Sanremo la canzone italiana?
    Avrei scoperto l’acqua calda o ci sarebbe da indignarsi?

  26. Uomo della verità. Ricordo che ai tempi in cui giocavo all’editore (www.librimoltospeciali.com) inviai al premio Settembrini (gestito dalla Regione Veneto, capitanata da Galan) il libro “Quel bruttocattivo di papà Cacciari!” che aveva in quarta di copertina un elogio firmato da Cacciari stesso, notoriamente inviso a Galan. Il libro finì subito al centro della disattenzione della giuria. Secondo te fui più ingenuo io o questo Parpiglioni?

  27. @ L’UOMO DELLA VERITA’
    Ognuno ha la sua propria verità, a dimostrazione che non esiste la “verità assoluta”, di conseguenza neanche il “libro assoluto”. 😉
    Io vado per il gelato. Chi ne vuole uno? E’ fresco e nutriente. I gusti, be’, ovviamente ognuno se li sceglie da sé.
    Buona serata a Tutti/e.
    Iannox

  28. Chiaro che ci son libri belli al di fuori del Premio Strega.
    Ma i meccanismi dei Premi – e non solo dello Strega – sono vecchi come il cucco. Ed allora, inutile muoversi per lo scandalo a tutti i costi, perché non c’è. Se ci dobbiamo indignare, indigniamoci per altri meccanismi dell’editoria, sia di quella grande che di quella media e piccola.
    Mi son rotto e fa pure un caldo bestiale, da girone dantesco: io all’inferno non ci sto bene e neanche in paradiso, quindi me ne vado in gelateria. ^___^
    Saludos
    Iannox

  29. angelini, non è che sei un po’ permaloso:-) quel pezzo di franz è buono si, il ragazzo si farà, ha pure un cuore, in questo mondo così brutto. e si, non sono andato a leggere i link che avevi dato, per cui mi sono permesso una battuta. te la sei presa:-)
    mi pare che iannox – così a spanne – abbia fatto un discorso sensato, umano nel senso più genuino del termine. bravissimo iannox, lo sai che ti stimo. anche giusCo mette ottima carne al fuoco, e anche tesen. dunque? la verità è molteplice, perchè ognuno ha la SUA verità. andrea c.: recepito?

  30. angelini, non è che sei un po’ permaloso:-) quel pezzo di franz è buono si, il ragazzo si farà, ha pure un cuore, in questo mondo così brutto. e si, non sono andato a leggere i link che avevi dato, per cui mi sono permesso una battuta. te la sei presa:-)
    mi pare che iannox – così a spanne – abbia fatto un discorso sensato, umano nel senso più genuino del termine. bravissimo iannox, lo sai che ti stimo. anche giusCo mette ottima carne al fuoco, e anche tesen. dunque? la verità è molteplice, perchè ognuno ha la SUA verità. andrea c.: recepito?

  31. angelini, io penso che nessuno in questo ambiente sia un ingenuo. per questo ritengo gli interventi di iannox sull’argomento siano i più sensati.
    iannox, prenderai sicuramente il cono grande, questo è chiaro!
    un abbraccio.

  32. angelini, io penso che nessuno in questo ambiente sia un ingenuo. per questo ritengo gli interventi di iannox sull’argomento siano i più sensati.
    iannox, prenderai sicuramente il cono grande, questo è chiaro!
    un abbraccio.

  33. @ UOMO DELLA VERITA’
    Ben volentieri te la offro una coppetta allo strega, ovviamente alla carriera.
    Io m’accontenterò d’un più semplice cono… ma solo per il momento. ;-D
    Un forte abbraccio
    Giuseppe

  34. @ giorgio tesen – non so se sono del tutto daccordo cone te, come ho scritto in un post all’inizio, quando un premio viene dato alla carriera più che alla ‘performance’ in questione può essere mano triste di quello dato per ‘pastetta’ (diciamo così, per semplificare), ma è triste lo stesso. se di premio letterario si tratta, che il libro parli per l’autore, che l’autore sparisca. e poi, scusa, io posso capire che sia difficile stabilire i meriti letterari, ma allora è ancora più difficile stabilire chi ‘vive’ e chi non ‘vive’. leopardi era uno che non viveva? o salinger, non vive? dai, a questo punto è meglio che la cosa si risolva in termini di mercato.

  35. Be’ ho scoperto che due libri molto belli cho ho in casa “I confini di Torino” e “I demoni e la pasta sfoglia” li devo anche a Roberto Parpaglioni, quindi denghiu.

  36. Gentilissimi,
    dopo il mio intervento appositamente offensivo del giugno 2004, i miei precedenti interventi censurati e anni di dibattiti vuoti sui mali della letteratura in Italia, vi invio un intervento più costruttivo. Per non perdersi nei piacevoli sofismi dialettici ed espositivi molto cari a qualcuno è un intervento sotto forma di manifesto, ed è rivolto a coloro i quali hanno un rapporto con ciò che scrivono, perché le cose vanno male in special modo a causa della moltitudine di “scriventi” che hanno un rapporto solo con l’immagine di loro stessi che vogliono dare. Stiamo sempre qui ad accusare editori e distributori ma è ora di dire chiaro che dobbiamo lamentarci degli scrittori prima di ogni altra cosa. E’ bene quindi cominciare ad assumersi responsabilità e muoversi con consapevolezza e passione, e per primo deve cominciare chi si sente lettore e scrittore.
    Odio i manifesti, la manifestazione preventiva di intenzioni, ma questo manifesto è datato 1999 e viene reso pubblico ora perché è già stato rispettato. Gli espositori delle idee contenute nel manifesto sono due, e per parte mia confermo il rispetto di ciò che pensavo e scrivevo nel 1999, avendolo anche messo in pratica prima di quella data. Dell’altro firmatario vale la sua firma per quel giorno del 1999, per gli anni seguenti vale ciò che ha pensato e fatto negli anni seguenti e solo lui può ribadire o meno le idee espresse nel manifesto non avendo noi più nessun contatto.
    Credo questa sia la possibilità di una nuova genesi per tutti. L’ultima possibilità per tutti quelli che credono che scrivere sia necessità e follia. Il resto è Nulla.
    Al prossimo anno.
    Simone Battig
    VIA 99
    VIA 99 è una libera associazione di scrittori e lettori che si scelgono l’un l’altro come soggetti e oggetti dello scrivere e del leggere fondata a Comuna Santuaria nell’inverno del 1999.
    VIA 99 ha come scopo la partecipazione attiva tesa alla rinascita di più consapevoli e potenti generazioni di lettori e scrittori.
    VIA 99 è un atto selvaggio di onestà.
    Questo secolo e questo millennio si chiudono in un clima di grande smarrimento, uno smarrimento che è al contempo interiore ed esteriore, psichico e planetario. Le nostre identità esplodono come i perimetri delle nostre città. Il caos delle anime rispecchia, riproduce e fomenta il caos del mondo. Le biografie e le storiografie si disgregano, si perdono in melme corrosive.
    I linguaggi dominanti (informazione, scienza, economia) possiedono e ribadiscono ossessivamente le loro ragioni, ma perdono e ci fanno perdere a velocità crescente il ricordo del nostro sensibile bisogno di sensibile.
    La letteratura è sempre stata una via per ritrovare e arricchire la percezione della nostra realtà che è onnicomprensiva. VIA 99 esprime il bisogno di rivedere il senso del creare e leggere letteratura, di ripristinare il naturale passaggio tra scrittori e lettori. Ciò è interrotto in questo momento da una mediazione esasperata (che ha anche una sua connotazione editoriale e commerciale indirizzata ad accatastare ogni genere di libro ad una velocità insostenibile di fruizione) imposta, nella maggior parte dei casi, da una critica d’accatto o compiacente, da responsabili di collana mestieranti sia della letteratura che del settore marketing/investimenti, da un giornalismo culturale di stampo clientelare e da un’inaccettabile confusione di ruoli.
    VIA 99 vuole ripristinare un’intesa pura tra lettori e scrittori che abbia come luogo esclusivo di comunicazione l’opera.
    VIA 99 vuole esporre ora la sua via e dichiarare un patto d’onestà con se e con i lettori.
    VIA 99, credendo fermamente che fare letteratura sia un processo individuale connesso ad un’abilità psicocinetica e non un concetto astratto, propone una serie di principi ispiratori e di purezza letteraria:
    1- La letteratura è una ramificazione della nostra realtà mediata dall’immaginazione.
    2- Scrivere non è un fine (perché non risolve nulla), ma una necessità e un mezzo di espansione della percezione.
    3- Il concetto di evoluzione è principio primo e ispiratore. La scrittura deve porre l’autore di fronte all’opera da compiere con uno stato d’animo atto a portare un punto di vista evolutivo rispetto ai suoi testi precedenti.
    4- La tensione interiore e lo stile dell’opera sono proiettati verso il tentativo di creare una letteratura di potenza che scuota le emozioni dello scrittore e del lettore. S’intende fare letteratura di potenza la capacità di produrre un forte mutamento e di subirlo al punto tale da esserne coinvolti fino al parossismo.
    5- Il concetto classico di autobiografia (o parziale autobiografia) non esiste perché deve essere chiaro che la letteratura è narrazione e invenzione. L’unico concetto è che ciò che facciamo è autobiografico perché è un’emanazione importante del nostro sentire.
    6- La stesura organica di un unico corpo narrativo non preclude l’uso indistinto di testi comunemente considerati romanzo, racconto, poesia, testo teatrale.
    7- Leggi il più possibile, ascolta i consigli di lettura ma segui un tuo percorso sia esso casuale o autoindotto.
    8- E’ vietato il confronto con altre persone che sia specificatamente incentrato sull’opera compiuta o in fase di scrittura. Questo perché il dialogo che non sia generale ma direttamente riferito all’opera dell’autore può dall’esterno mutarne l’originalità e indebolirne la potenza.
    9- Non è ammessa la scrittura diretta del testo a computer tramite tastiera o word vocali; essa deve avvenire su carta, e solo al termine dell’intero processo di scrittura e riscrittura è consentito riportare il testo a computer. Nel momento della stesura definitiva su file si possono apportare solo lievi modifiche formali (es: punteggiatura, correzioni di parole…)
    10- E’ vietato prestarsi a qualsiasi lavoro di editing (sia che si tratti di un romanzo, di una raccolta di racconti o di poesie) condotto da editor di case editrici o comunque da altri autori ad esse collegate. Il lavoro di revisione del testo è un processo esclusivo ed individuale dell’autore, che ha il dovere di non uscirne finché non si sente soddisfatto, e deve comunque essere precedente al momento in cui si tenta la via della pubblicazione.
    11- E’ vietato farsi imporre dall’editore o concordare con esso il titolo dell’opera (sia che si tratti di un romanzo, di una raccolta di racconti o di poesie), in quanto l’autore è responsabile unico delle parole.
    12- VIA 99 non considera e riconosce alcun premio letterario atto a dare un riconoscimento formale ad un’opera comunque già pubblicata da qualsiasi casa editrice. VIA 99 sostiene e incoraggia tutte le altre iniziative per la diffusione e l’incentivazione della letteratura che non riguardino opere già pubblicate.
    13- Tutte le opere pubblicate successivamente a VIA 99 devono riportare l’intero testo del presente documento come certificazione di purezza.
    Giuro di attenermi a VIA 99 tenendo fede alla mia coerenza e sensibilità con tutti i mezzi disponibili, sotto la mia responsabilità e affrontando qualsiasi tentativo di corruzione.
    Comuna Santuaria, domenica 28 febbraio 1999
    Simone Battig Davide Bregola

  37. Caro ano nemo,
    mi dispiace ma io non ho mai fatto spam con insulti. Se ti riferisci ai giochini tipo Candida Mozzi che si dicono che io sto inviando e-mail di insulti con la tua intelligenza puoi benissimo capire che è un modo come un altro per togliere la possibilità di parlare a qualcuno. Si finge che faccia qualcosa di ingiurioso e si archivia. Io quello che faccio poi lo firmo.
    Se ti riferisci al mio attacco dell’anno scorso forse a quest’ora avrai capito che era solo una parodia di un monologo tratto da spike lee.
    se tu poi sei contento che le persone siano ignorate è un problema tuo, non mio. Sto semplicemente usando quello che usa la gente come te, con la differenza che io lo faccio due volte l’anno perché ho latro da fare, sai la famiglia i figli campare..come tutti.
    Simone Battig

  38. Ah…scusate se invado nuovamente la vostra privacy su Internet (oh..ma c’è qualcosa di contradditorio..oh..oh..), la dicitura giusta dell’ultima frase è ovviamente “ho altro da fare”.
    Ringrazio Giuseppe Iannozzi e Giuseppe Caliceti per aver pubblicato il mio contributo annuale sui loro siti. Gli altri dodici o tredici,da Genna a Mozzi alla Lipperini ovviamente non li ringrazio ma li invito sempre a riflettere, magari dietro lo specchio e non davanti.
    Simone Battig

  39. Questo Battig è passato dallo spam (e insulti) via e-mail allo spam sui blog. Come s’era deciso di ignorarlo prima (anche grazie ai filtri, opzione integrata in tutti i client di posta elettronica esistenti: if sender contains > “Battig”, transfer to > “Trash”), penso si continuerà a ignorarlo ora.

  40. @ SIMONE BATTIG
    Si dovrebbe imparare ad ascoltare, ma siamo in Italia, e molti sono così, con gli orecchi pieni di cerume, e pretendono di scrivere, di leggere, ma senza ascoltare prima.
    Io preferisco prima ascoltare, tutti.
    Cari saluti
    Iannox

  41. Caro Simone (e caro Iannox): abitualmente non soltanto ascolto, ma fornisco spazio a chi lo chiede. Tanto è vero che il lungo intervento di Battig rimane, intonso, nei commenti a questo blog. Lo avevo ricevuto via mail, precedentemente, come almeno un altro intervento dello stesso battig. Vorrei precisare che non sono obbligata a postare tutto quello che mi viene inviato. Grazie

  42. Caro Franco,
    tu forse hai lo stesso problema di ano nemo. Ignorare tutto quello che costa fatica e che non sei in grado di spiegare. Inoltre come signorilmente dici “nessuno mi caga” e poi proprio tu “mi caghi”. Attento a non scivolare nel water con tutta questa merda che mi butti addosso per quattro righe l’anno.
    La domanda è: di cosa hai paura Franco? Delle stesse cose di chi vuole ignorare? O di te stesso?
    Simone Battig

  43. Cara Lipperini,
    da una giornalista come te uno come me non si aspetta che tu pubblichi “tutto ciò che ti viene inviato”. Uno come me si aspetta che “da tutto ciò che ti viene inviato” tu faccia, visto che hai voluto avere un blog, un discorso tuo, ragionato a partire dai punti di vista differenti che si presentano, anche criticandoli ferocemente e con cognizione di causa.
    Se invece tu intervieni “indifferente”per dire una cosa scontata che già tutti sappiamo in partenza dimostri solo di fare tua la voce dei vari Franco o Ano nemo. E la cosa, visto che siamo ospiti a casa tua, si commenta da sola.
    Simone Battig

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