#PERCHIARA

Mancano dieci giorni al 31 ottobre. Che è, certo, la notte di Halloween, ma è anche il compleanno di Chiara Palazzolo. Chiara avrebbe compiuto 53 anni, dunque, fra dieci giorni, se fosse ancora viva.
Sono però vive le sue parole. Perché infine è questo che conta, e chiunque sia stato sfiorato dalla morte degli amati lo sa: non sono gli oggetti, gli abiti, le case, i quadri, a restare. O meglio, restano ma non parlano più di chi li possedeva e amava. Sopravvivono, anzi, a chi li possedeva e amava sfidando coloro che li maneggiano con la loro apparente durata, con il loro essere ancora là, ancora visibili, ancora concreti, apparentemente immutabili.
Le parole, che sembrano effimere, che  non hanno – così si crede – concretezza, non si toccano, paiono destinate a svanire nell’aria, sono invece quelle che rimangono.
Le parole di Chiara sono i suoi romanzi e racconti. E, per chi la amava, il tono della sua voce, la sua risata, i suoi ragionamenti, le sue lunghissime telefonate, i suoi entusiasmi. Queste restano nel cuore e nella mente di chi ha condiviso un pezzo di cammino con lei, e nessuno può toccare, mai, per nessun motivo, quella eredità di affetti.
Ma è alle parole pubbliche, quelle che Chiara ha regalato alle sue lettrici e ai suoi lettori, che un gruppo di amiche e amici e lettrici e lettori ha deciso di rivolgersi per dieci giorni, in vista di quello che sarebbe stato il suo compleanno. Alle parole che hanno suscitato amore per Chiara anche in chi non la conosceva.
Dunque, per dieci giorni, quelle amiche e amici e lettrici e lettori, e tutti coloro che vorranno unirsi, useranno l’hashtag #perChiara su blog, Facebook, Twitter, per diffondere ancora le sue parole. Ci saranno tanti modi, il 31, per ricordarla: librerie che allestiranno una vetrina con i suoi romanzi, articoli e anche una piccola sorpresa.
Cos’altro possono fare le lettrici e i lettori e le amiche e gli amici, se non far sì che le parole di una scrittrice non si disperdano nel tempo? Questo. Dunque, lo facciamo. Da oggi.

3 pensieri su “#PERCHIARA

  1. Lo confesso: ho comprato libri su Amazon. L’ho fatto convinto dalla facilità di trovare quello che cercavo più che dallo sconto, dalla consegna a casa più che dalla velocità.L’ho fatto e non lo farò più. Ci sono mille motivi o forse solo uno che li riassume tutti quanti.
    Non possiamo lamentarci se il verduriere sotto casa lascia il posto a una banca ma la frutta la compriamo al supermercato, se non ci sono più negozi di dischi ma decine che vendono telefonini, se non troviamo più un libraio a cui chiedere consiglio mentre noi spendiamo in rete. Se la ricchezza è un concentrato all’1%, se non sappiamo più scegliere perché abbiamo delegato a qualcun altro come l’istruzione dei figli alla televisione.
    Non possiamo lamentarci del mondo e di come è diventato se non abbiamo fatto nulla per farne davvero parte. La nostalgia può permettersela solo che sa pensare al futuro.
    Cercherò una libreria vicino a casa o all’ufficio, finché ce n’è. Una libreria piccola il giusto, indipendente. Distante da ciò che è diventata la Feltrinelli, il Picard della cultura, libri al chilo e l’offerta della settimana. Un libraio da salvare, a cui prenotare la mia curiosità, che possa procurare ciò che non può immagazzinare.
    Un libraio che ci salvi. Che ci aiuti ad andare oltre al tutto e subito.
    Per tornare a scegliere e saper aspettare.
    http://studiolombarddca.wordpress.com/2014/08/24/lo-confesso/

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