PERICOLO GIALLO: BIONDILLO VERSUS CUCCHI

Crimen   Riprendo integralmente da Carmilla l’intervento di Gianni Biondillo in risposta all’articolo di Maurizio Cucchi Il trionfo dei giallisti, apparso sul Corriere della sera.

Ho ricevuto un fax da una amica. È un articolo di Maurizio Cucchi sul Corriere della Sera di lunedì: Il trionfo dei giallisti, “falsi” letterati. Interessante, molto interessante.
La prima cosa che fa Cucchi è mettere, come dire, le mani avanti: a lui Lucarelli in tivù gli sembra bravo e “persino” simpatico. Bene. E poi, en passant, ci confessa che con tutta la buona volontà, lui, Lucarelli non l’ha mai letto. Non ce l’ha con lo scrittore, è proprio che Cucchi non riesce ad appassionarsi ai cruciverba (?), ai rebus (?), e ai gialli (scusate, sono tonto: ma cosa c’entra?).
Non riesce a leggere la leggendaria Settimana enigmistica, così come i noir o i thriller sono per lui “misteriosamente tabù”. Be’, uno potrebbe dire: “finiamola qui. Non li hai letti, non hai nulla da dire in merito”. No. Non è così. Non li ha letti, ma Cucchi ha un sacco di cose da dirci in merito.

La prima cosa è che “il genere domina”. Già. “La narrativa è fieramente occupata da giallisti e affini”. Per lui, che non riesce a leggere i gialli, deve essere proprio un problema. Poniamo che io non riesca a leggere poesie (fortunatamente non è così, fortunatamente io alla fonte di Cucchi mi sono assai abbeverato): deve essere una bella fatica per me entrare in una libreria e trovare solo libri di poesia. Già.
Mi viene un dubbio. Su certe cose sono un tipo preciso fino al maniacale, controllo la classifica delle vendite di questa settimana: dei primi dieci libri di narrativa italiani in classifica solo due (ho detto 2 non 20 o 200) si potrebbero classificare come giallo-noir: Romanzo Criminale di De Cataldo, al sesto posto, e La luna di Carta di Camilleri, al decimo. Il primo è Baricco.
No, no, è chiaro, Cucchi intendeva il dominio culturale, non quello delle vendite. Ora che mi ricordo, il suo romanzo era uno dei finalisti dello Strega di quest’anno. Il premio dei premi. L’avrà vinto il solito giallista, mi dico. Vado a controllare. Accidenti: non c’è neppure un giallista nella cinquina. E neppure nella selezione allargata ai primi 11 libri. Boh, non capisco.
Rileggo l’articolo, magari sono io che sono proprio tonto.
I giallisti, ci dice Cucchi, fanno “letteratura” in quanto, appartenendo ad un genere, “compiono un’operazione squisitamente letteraria”. “Ma” (ecco la frase illuminante) “lo sappiamo: la letteratura (senza virgolette) è un’altra cosa”. Così si chiude l’articolo.
Ho capito tutto.
Non ha senso, per ciò, che io ora gli spieghi che forse dovrebbe informarsi. Che “scoprire chi è l’assassino” come in una sciarada da Settimana enigmistica è una cosa completamente ininfluente nella letteratura noir (vedi, appunto, Romanzo Criminale). Che persino il morto può non esserci nel genere giallo (negli ultimi 3 racconti che ho scritto non c’è un morto neppure a pagarlo). È perfettamente tempo perso rammentargli che Sciascia di “gialli” ne aveva scritti sei, che La promessa di Durrenmatt è considerato un capolavoro del noir, che il Pasticciaccio brutto è un poliziesco a tutti gli effetti.
Non è di questo che stiamo parlando.
Vi dirò: non credo che Cucchi sia in malafede. Credo anzi che sia sincero. E neppure che stia dicendo una bugia. Cioè: penso che il suo assunto sia completamente indifferente sia al vero che al falso.
In questo senso è perfettamente inutile che io gli ricordi che se parlassi della poesia contemporanea citando come unico referente D’Annunzio, per poi aggiungerci: “tutto questo andare a capo non lo capisco, mi indispettisce, è per questo che non leggo poesia, ma ho molto da dire in merito”. O, altrettanto, se per parlare di fisica teorica mi rifacessi ad Aristotele e poi aggiungessi che non sopporto gli ipse dixit, insomma che se facessi questo, quanto meno qualcuno potrebbe chiedersi se io non stia dando aria alla bocca.
Quello che sta facendo Cucchi con il suo articolo è un’altra cosa. Sta dialogando, per sottintesi, con qualcuno. Lo rassicura. A quel “qualcuno” sta dicendo: “ehi, ci siamo capiti? Io lo so cos’è la letteratura, quella senza virgolette”. Non ha importanza se lo sa veramente o meno. E non mi soffermerei neppure sull’eventuale tono pretenzioso o snob. Quello che fa Cucchi, con quelle affermazioni, è dare una certa impressione di sé a un particolare auditorio.
Ormai ci sono. Mi ha aiutato nell’analisi del testo cucchiano la lettura illuminante di alcune pagine di Harry G. Frankfurt, eminente filosofo morale docente all’università di Princeton.
Le affermazioni di Cucchi sono sincere, insisto. E non sono, necessariamente false (“i valori di verità delle sue asserzioni non sono al centro del suo interesse” dice Frankfurt). Inoltre “non si cura di come stanno davvero le cose” (sempre Frankfurt). Infatti Cucchi ammette di non leggere Lucarelli e, la parte per il tutto, neppure tutti gli altri “giallisti”. E, come già detto, cerca di dare un’impressione di sé al suo auditorio. Tutte queste caratteristiche hanno una voce esatta nel dizionario filosofico di Frankfurt. Tutte le opinioni espresse da Cucchi nel suo articolo sono, a detta dell’esimio professore di Princeton, una cosa ben precisa: “stronzate”.
Ovviamente, aggiungo, dato che le dice un poeta laureato sono, per me, emerite stronzate.

Update. Correttamente, mi si chiede di postare anche l’intervento di Cucchi. Eccolo qui:

Carlo Lucarelli, quando parla alla televisione vestito di nero e muovendo con ritmo le mani, mi sembra bravo e persino cupamente simpatico. Non mi sono mai avventurato a leggerlo, confesso, perché soffro di una grave sindrome. Non so, infatti, appassionarmi a cruciverba, rebus, gialli e altre forme affini di civile intrattenimento. Anzi, la leggendaria Settimana Enigmistica – come il noir, il thriller – è per me misteriosamente tabù. Nei giorni scorsi, a Milano, lo stesso Carlo Lucarelli ha aperto «Giallo&Co», vale a dire «approfondimenti letterari, cinematografici e gastronomici» sul tema e, ancorché tentato, non ho avuto il coraggio di approfittarne, essendo un semianalfabeta del genere. Eppure il genere domina, tanto che quella del giallo sembra la struttura narrativa prevalente. Esce un film e vedi l’ immagine di un simpaticone con pistola fumante; in tv spuntano ovunque detective, poliziotti, ladri e assassini. È confortante, lo ammetto. Anche la narrativa è fieramente occupata da giallisti e affini, che tendono a staccare dalle loro opere un’ umiliante etichetta autoadesiva: «libro di genere». Se ne sentono offesi e diminuiti e talvolta danno sfogo alla loro sacrosanta indignazione con battute metafisiche: «in America non è così», «esprimiamo una società violenta», «non abbiamo una tradizione narrativa forte». Non per essere pedante, ma legandosi a presupposti fissi (stereotipi?), quelli che appunto ne determinano l’ appartenenza a un genere, i giallisti compiono un’ operazione squisitamente letteraria. Vale a dire, esistono in quanto interni a un sistema predefinito. E dunque (con le dovute, rare eccezioni) fanno essenzialmente «letteratura». Ma lo sappiamo: la letteratura (senza virgolette) è un’ altra cosa.

Maurizio Cucchi

98 pensieri su “PERICOLO GIALLO: BIONDILLO VERSUS CUCCHI

  1. Non bastava un link a Carmilla? E l’articolo di Cucchi? In molte altre occasioni sono stati trascritti articoli non disponibili online. Tanto per sapere… e per confrontare botta con risposta. Grazie.

  2. Ma poi Cucchi, dopo aver detto che “lo sappiamo: la letteratura (senza virgolette) è un’altra cosa”, spiega almeno cosa sarebbe, secondo lui, questa letteratura (senza virgolette)? Sennò non vale, è troppo troppo troppo facile.

  3. L’estate scorsa avevo lasciato un commento su uffenwanken.splinder.com che, partendo dall’intervista al Corriere (sempre il Corriere, ma pensa un po’!) di Carla Benedetti, diceva cose che si integravano molto bene con queste di Biondillo. Volevo recuperare quel testo. Purtroppo, Krauspenhaar – cosa a mio avviso inspiegabile – ha sì lasciato on line il suo blog dismesso, ma ha cancellato TUTTI i commenti. Non capisco, rinuncio a capire. Comunque il problema è sempre quello del trombonismo, del parlare di cose che non si sono lette, propagandando vecchi stereotipi come fossero verità assolute.

  4. Grazie per l’update. Mi pare gli stereotipi ci siano da una parte e dall’altra, da Biondillo e da Cucchi. Avendo letto il primo romnzo di Biondillo, non mi stupisco. Cucchi non lo conosco, però l’articolo è fuffa. Si sono trovati.

  5. Io credo che non si possa chiedere a chi ha una storia letteraria alle spalle -trentennale oramai- come quella di Cucchi di capire ciò che è troppo diverso da lui. Voglio dire che certe stroncature fanno parte del gioco (e della vita), in un certo senso sono un segnale del buon lavoro che alcuni autori dell’area giallo/noir stanno compiendo, tanto da farle assumere rilievo generale; se un certo fenomeno sta giungendo all’orecchio di chi fa tutt’altro, come il Nostro in questione (e mille altri), qualcosa si muove davvero. La reazione di Biondillo è spropositata, oltre che impari (Biondillo che scrive pubblicamente, da letterato a letterato, che Cucchi profferisce “emerite stronzate” è uno spassoso calembour): la guerra di ciò che è oggi realmente rappresentativo la sta già vincendo il mondo che anche lui porta avanti.

  6. “Non si può chiedere a Cucchi di capire ciò che è troppo diverso da lui”. No, per carità. Magari di leggerlo prima di scriverne, però 😀
    PS. A me la risposta di Biondillo non sembra spropositata. Mi sembra giustamente ironica.
    PS x Melloni: WebArchive non tiene in cache i commenti dei blog Splinder?

  7. un’opinione da osservatore neutrale:
    la “prevalenza del giallismo italiano”, in quanto generalizzazione a-scientifica (e mi pare anche non suffragata dai numeri), mi sembra, poi mi direte se sbaglio, la classica notizia inventata o leggenda metropolitana che col venir continuamente ripetuta e discussa finisce per sembrare scontata e vera a tutti i partecipanti al dibattito pubblico, con effetti comunicativi comici:
    – quelli che criticano questa “prevalenza” vedendovi una segno di decadenza e di involgarimento perché se una cosa piace a molti sarà meno elaborata di una che piace a pochi, dato che i colti sono meno degli incolti;
    – quelli che criticano questa critica ritenendo che l’accusa di involgarimento sia implicitamente snobistica e classista
    – quelli che ritenendo che le classi oppresse hanno ragione a prescindere ritengono che i gialli in quanto espressione prevalente siano segno di riscossa contro il dominio dei pochi che detengono un potere di casta
    – quelli più furbi di tutti che criticano questi ultimi sostenendo che le loro teorie sul carattere rivoluzionario dei gialli siano false, dato che le caste che bloccano la cultura vanno superate in altro modo e i gialli partecipano sottilmente e senza saperlo dell’ideologia del dominio
    – quelli ecumenici che dicono che se alla maggioranza piace quello non c’è niente di male, ognuno ha i suoi gusti e si può trovare del bello in ogni cosa
    – eccetera
    – eccetera
    (ok, sto un po’ parodizzando)
    Il punto è che la percezione della “prevalenza del giallismo”, come tutte le percezioni fondate su generalizzazioni soggettive, è vuota, il suo oggetto non esiste, la notizia non ha fondamento, è una leggenda creduta vera, e tutti discutono a partire da premesse false creando ulteriori oggetti fantasmatici (nel mio esempio parodico, l’esistenza di caste, contro-generalizzazione che a un certo momento è data per scontata da tutti benché sia un effetto di quelle premesse, per cui il problema diventa quale sia il modo migliore per superare le caste…). L’unico modo di uscirne è smettere di discutere il merito di quella affermazione, in un senso o nell’altro, e parlare di oggetti: questo libro, quest’altro libro, questa strategia narrativa, quest’altra strategia narrativa, e così via.
    Almeno, così mi pare, poi non so

  8. @ GiusCo et alii: l’avvizzimento non è una buona ragione per inventare: ” “La narrativa è fieramente occupata da giallisti e affini”;
    non è una buona ragione per sostenere che: “Eppure il genere domina, tanto che quella del giallo sembra la struttura narrativa prevalente.”
    Quella del giallo, ammettendo il giallo come genere, non è affatto la struttura narrativa prevalente. Soprattutto, se Cucchi non legge gialli, cosa ne sa della struttura narrativa dei gialli?
    Quanto all’osservazione filosofica di Gianni, non è certo così campata in aria: l’interesse per il valore di verità di un’affermazione è molto spesso superato da un altro genere di interesse, che non contempla la descrizione di uno stato di cose ma contempla (eccome) la persuasione: che è cosa ben diversa.
    Breviter: credo che il pezzo di Cucchi sia un articolo a tesi, e credo che sia evidentissimo (credo anche che la tesi sia banalmente evidente e completamente sballata)

  9. @ Giorgio: sono d’accordo su alcuni punti, ma non su tutti (scusa, non ti avevo letto)
    Questa affermazione: “Il punto è che la percezione della “prevalenza del giallismo”, come tutte le percezioni fondate su generalizzazioni soggettive, è vuota, il suo oggetto non esiste, la notizia non ha fondamento, è una leggenda creduta vera, e tutti discutono a partire da premesse false creando ulteriori oggetti fantasmatici”
    Beh, io direi che come la poni tu si possa trattare di un’illusione di massa, trasformata variamente in mania o pregiudizio: io credo che, a partire da premesse false, si conduca un discorso tendenzioso (non toglie nulla a ciò che dici, ma aggiunge un tocco di presunzione, magari mi sbaglio)

  10. Caro Gianni,
    che dire? Adesso che scrive romanzi un po’ di Cucchi vi tocca cuccarvelo pure a voi romanzieri. Visto che stile? Apodittico è dir poco. Dello stesso atteggiamento (dire che una cosa non la si conosce, non la si legge, ecc, ma che certamente è una robaccia schifa) ho avuto infinite prove da altri apparteneti al gran gotha della poesia italiana ( che poi sono quelli che trovate a spolverare i tavoli degli editor, la sera, finito il lavoro). Ne ho scritto a proposito di slam, verso il quale i preconcetti non sono minori che nei confronti del romanzo ?giallo’ o ‘Noir? 8minchia che universo colorato quello letterario, poi ci sono i rosa i verdi, aquando i viola, i grigi, gli arcobaleno?). La mia parte cinica e crudele gode del fatto che anche a voi sia toccato il Cucchi, che noi quotidianamente ci sorbiamo. Benvenuti nel Club!
    Per festeggiare alla faccia tua fumo!!
    un abbraccio
    lello

  11. Ivan, non so se ho interpretato correttamente il tuo appunto, ma nel caso di sì: può darsi che tu abbia ragione, non lo escludo, ma non potendo scrutare nell’anima delle persone (dato tra l’altro che non è detto che esista, l’anima 🙂 ) cerco qui di non presumere circa presunzioni, intenzioni o cattive fedi altrui, ma di attenermi a fatti almeno in parte verificabili (nei limiti di un tale mio atteggiamento, che è chiaramente una piccola strategia finzionale esso stesso, non un dato). Altrimenti si rischia di scrivere un altro capitlo della stessa storia.
    Che poi oggetti fantasmatici possano avere effetti reali anche spicevoli, da una parte e dall’altra, cioè siano profezie autoavverantesi, è anche questo un fatto risaputo, ma anche in quel caso l’analisi dei feedback va condotta secondo me “fuori dalle teste dei personaggi” (che come è noto non hanno testa).
    Non so se mi sono capito 🙂

  12. @ Giorgio: non dico che si debba presumere troppo, ma osare qualche presunzione sì. A rigor di logica la tua analisi (come ho detto) fila, ma a parte la deduzione ci sarebbe anche l’abduzione:-) Hai capito cosa intendo…non si tratta di fare breccia nella mente altrui (ti confesso che non vorrei stare nella testa di Cucchi neanche per un istante).
    @ Lello: mentre la tua parte cinica gode (scherzo), nel caso ripassi da queste parti: puoi lasciarmi in mail le coordinate di ciò che hai scritto in merito ai pregiudizi nei confronti di slam poetry, poesia, etc. (suppongo di averli già, ma non si sa mai): vorrei scrivere qualcosa.

  13. Per Melloni e Babsi: di informatica so ben poco. So solo che, spostando l’archivio di Uffenwanken sulla nuova piattaforma WordPress, “grazie” a un fraintendimento con l’esperto che ha eseguito il lavoro, (colpa mia, per chiarire) i commenti, da uffenwanken.splinder.com, sono spariti. Nel senso che io volevo soltanto chiuderli definitivamente, ma NON cancellarli. Se per caso, come dice Babsi, c’è la possibilità di recuperarli, fatemi sapere.

  14. Ah, quindi è colpa di Reister! 🙂 Scherzi a parte, Franz, io ne so quanto te. Babsi dice “WebArchive”, ma io non so nemmeno cosa sia. Ci affidiamo a lei?
    GiusCo: il Corriere vende 800.000 copie e ha un bacino di lettori di due milioni. Cucchi ha scritto sul Corriere. Biondillo ha risposto su Carmilla, che se va bene avrà tre-quattromila visite in un giorno. Dire che la reazione di Biondillo è “spropositata” significa comunque prendersela con chi usa la fionda contro i carri armati 🙁

  15. Maurizio Cucchi, quando scrive la sua rubrica di posta con i lettori sullo Specchio de La Stampa, mi sembra bravo e persino cupamente simpatico. Non mi sono mai avventurato a leggerlo, confesso, perché soffro di una grave sindrome. Non so, infatti, appassionarmi a canzonette, baci perugina, poesie e altre forme affini di civile intrattenimento. Anzi, il leggendario Festival di Sanremo – come il sonetto, il poema – è per me misteriosamente tabù. Nei giorni scorsi, a Milano, lo stesso Maurizio Cucchi ha aperto «Poesia&Co», vale a dire «approfondimenti letterari, cinematografici e gastronomici» sul tema e, ancorché tentato, non ho avuto il coraggio di approfittarne, essendo un semianalfabeta del genere. Eppure il genere domina, tanto che quella della poesia sembra la struttura letteraria prevalente. Esce un film e vedi l’ immagine di un simpaticone con la penna in mano a decantare verbi; in tv da Marzullo spuntano poeti, critici e il fantasma di Gassman che legge la bolletta del telefono. È confortante, lo ammetto. Anche la letteratura è fieramente occupata da versificatori e affini, che tendono a staccare dalle loro opere un’ umiliante etichetta autoadesiva: «libro di poesia». Se ne sentono offesi e diminuiti e talvolta danno sfogo alla loro sacrosanta indignazione con battute metafisiche: «parlo di libri che non ho letto», «la letteratura di genere è una cagata pazzesca», «non abbiamo una tradizione poetica forte». Non per essere pedante, ma legandosi a presupposti fissi (stereotipi?), quelli che appunto ne determinano l’ appartenenza a un genere, i poeti compiono un’ operazione squisitamente letteraria. Vale a dire, esistono in quanto interni a un sistema predefinito. E dunque (con le dovute, rare eccezioni) fanno essenzialmente «poesia». Ma lo sappiamo: la poesia (senza virgolette) è un’ altra cosa.

  16. Grazie Ivan. Sono andato un po’ alla cieca; ho provato su un post (su, mi pare, 5 a disposizione) (28.9.2004), era uno dei primi, ed ecco cosa ho trovato:
    “We’re sorry, access to http://uffenwanken.splinder.com/post/3030725 has been blocked by the site owner via robots.txt.
    Read more about robots.txt
    See the site’s robots.txt file.
    Try another request or click here to search for all pages on uffenwanken.splinder.com/post/3030725
    See the FAQs for more info and help, or contact us.”
    Domanda: devo contattarli direttamente per recuperare i commenti?
    E’ gratis? 🙂
    Ancora grazie.
    P.s: e non ditemi che non sono lampante:-)

  17. KUKI,
    chiunque tu sia mi inginocchio davanti al genio! 😉
    Firmato: un figlio de-GENERE, autore di “romanzi diversamente letterari” 😉

  18. Melloni: non credo che più di un lettore su mille del Corriere odierno abbia guardato l’articolo di Cucchi. Sono invece abbastanza sicuro del fatto che duemila persone leggeranno l’articolo di Biondillo, in una settimana di esposizione su Carmilla. Siamo lì, come numeri effettivi. Ma forse tu ne fai una questione di “peso”.
    Babsi, b.georg, Roquentin: sui commenti subito dopo il mio, del pomeriggio. Cucchi, poeta puro, esprime una forma. Parla ai suoi, dice Biondillo. E i suoi pensano -come lui- che questa sia una moda. Lo penso anch’io, che altro che poesia non riesco a leggere. Il guaio è che lo pensate anche voi, altrimenti ve ne sbattereste.

  19. Sulla questione “moda”, rimando a quello che ha scritto bgeorg più sopra e anche a quello che scriveva WM1 qualche giorno fa. Questa “dittatura del giallo” o del noir nei fatti non esiste, i libri che vendono di più non sono appartenenti a nessuno di quei due filoni, e tra l’altro la maggior parte dei libri che vengono definiti “noir” non lo sono affatto. Ma quello che non capisco è il discorso di GiusCo: viene segnalato un atto di arroganza intellettuale (non so niente del tal argomento ma mi esprimo lo stesso e anzi ci vado giù duro), e secondo GiusCo l’averlo segnalato è male. E fin qui sarebbe solo un’opinione con cui non sono d’accordo. Ma poi GiusCo, in pratica, dice: se Biondillo risponde a Cucchi, vuol dire che la pensa come Cucchi. Se davvero Biondillo la pensasse in modo diverso da Cucchi, non avrebbe risposto.
    Non mi è chiaro il ragionamento.

  20. @ Franz: “…blocked by the site owner via robots.txt.”
    Sì, e quelli di splinder dovrebbero farti il favore di cancellare la tua directory (un dominio di terzo livello) dalla lista del file robots.txt (dubito che serva cancellare tutto il file: serve per impedire a motori di ricerca e affini di “passare”: dal punto di vista di splinder, credo serva a risparmiare sul traffico…): ma sembrano un po’ fissati.
    @ GiusCo: “Il guaio è che lo pensate anche voi, altrimenti ve ne sbattereste.”
    Non credo molto alla telepatia, e dalle mie parole non si deduce affatto quello che dici tu.
    Rinvio la spiegazione a domani, ma per quello che mi riguarda ti sbagli (e non di poco).

  21. Credo che si stia minimizzando, Franco. Ma, ti ripeto, da quello che ho scritto a quello che ha letto GiusCo ci sono numerosi e profondi abissi (e lo stesso, mi sembra, per le parole di altri).
    Poi: la dittatura del giallo è, letteralmente, un dato inventato, come fai notare (e hanno fatto notare B.Georg e Wu Ming1)

  22. E’ un peccato che non ci siano più i VMO, il pezzo di Cucchi meritava un addendo di versi a "Franza o Spagna" 🙁 Ricordo che l’ultima strofa diceva:
    E li litturi
    cumuni murtali
    nun butteno via gnenti
    come col maiali
    se beveno de tutto
    se liggono Faletti
    se fanno cumplici
    d’un ginocidio
    lu stillicidio
    de pulizzieschi
    libbri grutteschi
    restaurazziune
    disillusiune
    lu populu cugghiune
    lu salveremu
    da se medesimu
    je porteremu
    la cuscienza,
    quista è la nostra missiune
    quista è la nostra
    rivuluzziune
    coi nostri libbri
    bellissimi!
    Con tanta nostalgia, linko a "Franza o Spagna" letta dal grande Marc Luperini:http://vmo.splinder.com/post/5952452 

  23. Non conosco Cucchi e non ragiono per generi. Sono da sempre disordinata e mettere ordine nei cassetti della letteratura mi opprime. Preferisco sapere che i calzini sono sotto la scatola che contiene i foulard che a sua volta si trova sotto il maglione rosso che ho comprato ieri. Se rimettono ‘in ordine’ m’incazzo: non trovo dissonante che i calzini stiano vicini ai foulard e entrambi siano sotto il maglione rosso. Forse per questo sono refrattaria ai ‘generi’ intesi come similitudine di trama o situazioni. Qualcuno ha pure ridotto l’intera gamma di ‘storie’ presenti nella letteratura a meno di dieci trame ‘fondamentali’. A far bollire la cosa ancora un pò si ricava il brodo ristretto di: soggetto, verbo, complemento oggetto. Poi si passa all’afasia e al battito di ciglia. Da profana sono refrattaria ai giudizi di un Cucchi che non ha letto, ma ‘sa’ e sono refrattaria anche a molti giudizi di nonCucchi che hanno letto e ‘sanno’. Per questo dormo sonni tranquilli quando leggo qualsiasi giudizio sulla Letteratura (con la L maiuscola) e su quella ordinata in scaffali e catalogata a dovere in particolare. Credo che la cosa sia dovuta al fatto che quando leggo un libro mi domando cosa sto leggendo e non in quale cassetto di trame sistemarlo. Se sto leggendo qualcosa che trovo interessante, ben scritto, che mi ‘parla’ (anche se il supporto fosse stato usato per scopi igienici) il mio giudizio è decisamente positivo. Se le parole sono vuote, la storia (seppur complessa) priva di vita e significato il sonno è la risposta solita e fisicamente coerente. Siamo un corpo e, salvo purghe fallaci, possiamo liberarci facilmente di qualsiasi libello molesto sottraendolo alla vista, non vedo perchè ostinarsi nel vivere esperienze negative e/o savonareleggiare in giro ricordando a tutti che bisogna pur morire, generi letterari compresi.
    La piccola morale è: ma perchè codesti signori, dando per scontato che si leggano libri gialli (e non verdi, rosa o in pluricromia), non si chiedono perchè, quali messaggi, concetti, visioni o altro veicolano, quale lettura del mondo è presente tra le righe, perchè le persone (le piu’ varie, non solo le plebi) ne leggono diversi? Se liquidano tutti gli interrogativi che un simile fenomeno pone con un semplice ‘la gente è scema’, bhe direi che detta ‘sta cosa una volta sarebbe bene non insistere nel replicare a ogni piè sospinto. Leggiamo (anche) libri cosiddetti gialli, siamo cretini e felici di esserlo, ma abbiamo anche il diritto di chiedere a tutti i Cucchi della terra un minimo di discrezione: dedicatevi alla vostra ‘LETTERATURA’ e non rompeteci le zone inguinali.
    Conosco poco e male Deleuze, ma alcuni gorni fa ho visto il filmato delle sue ultime interviste. Continuo a conoscere poco i suoi scritti (che non ho letto) ma dalle divagazioni di quelle interviste mi torna i mente l’accostamento tra ‘concetti’ e ‘personaggi’, la similitudine (che lui propone) nel creare/elaborare le due cose. A quei critici che come Cucchi atrofizzano le proprie capacità intellettive intorno a una logica di pensiero binaria (zero-uno) consiglieri non di rifarsi a Deleuze, ma di provare a trovare categorie meno banali per inquadrare la realtà, anche quella degli stupidi ‘gialli’.
    Visto che mi riprometto di limitare il numero di post (ma non la loro lunghezza) vi lascio con una citazione dal solito Evangelisti che parla di SF. Le conclusioni (a mio parere e avviso) possono benissimo riferirisi a tutti i ‘generi’ che il ventre della letteratura può partorire:
    ….Credo che la fantascienza, più che prevedere scenari futuri, sia una lettura del presente in forma metaforica. Se spesso, in tanti suoi autori, ha descritto regresso invece che progresso, è perché quegli scrittori ne coglievano i segni attorno a loro. …
    dal sito di Eymerich
    besos e ‘notte

  24. Premesso che, causa stanchezza, non ho letto tutti i commenti, ma volendo comunque riferirmi alla replica di Biondillo(senza intenzione alcuna, quindi, di negare interesse alla discussione che ne è venuta fuori):
    consigliatemi per favore un buon libro di scrittore italiano vivente, di “genere giallo o noir” (o non di genere che dir si voglia, ma di quel filone) che possa togliermi di dosso le convinzioni sui gialli (fatte salve le debite eccezioni) che ho da una vita e che coincidono con quelle di Cucchi;
    che sia un libro significativo e che possa vantare l’appellativo di letterario senza virgolette.
    Tale richiesta non è, come potrebbe sembrare, polemica o provocatoria; ve lo chiedo per capire finalmente se le mie sensazioni sono errate oppure no, visto che la cosa che più odio, oltre a quella di leggere libri che non mi convincono, è di averli scelti io stessa.
    Ve lo chiedo anche perché possa avere un senso, per me, continuare a leggere di tali polemiche e, soprattutto, questo ed altri lit-blog.
    Grazie

  25. @Gianna
    Ciao, provo a risponderti:
    Romanzo criminale.
    E aggiungo che che secondo me la suddivisione in generi letterari vale sì per i molti libri mediocri che escono a ripetizione, ma si sovrappone ai libri veramente belli come una copertina, un’applicazione esterna, superficiale, a volte risibile (ma talvolta utile), legata a ragioni forse più sociologiche che letterarie.
    Non è improbabile che tra duecento anni Romanzo criminale possa venir classificato, che so, come romanzo storico, ad esempio.
    Tra parentesi: spero di non vedere mai il film.

  26. Gianna, premesso che “giallo” e “noir” sono due cose molto diverse (“noir” non è un genere bensì una sensibilità, un particolare sguardo sul mondo, e non ruota affatto intorno alla soluzione di un mistero, fatta eccezione per il mistero di come gli umani riescano a convivere a dispetto di tutto), io ti consiglio:
    – la “Trilogia nera” di Leo Malét, ripubblicata in un unico box (nero) da Fazi.
    I titoli sono: “La vita è uno schifo”, “Il sole non è per noi” e “Nodo alle budella”.
    – “I miei luoghi oscuri” di James Ellroy (inchiesta sulla morte della madre dell’autore).
    – “Il talento di Mr. Ripley” di Patricia Highsmith (c’è anche il film, che è “noir” proprio nell’accezione che dicevo).
    – “La breve estate dei Colchici” di Serge Quadruppani (purtroppo difficilmente reperibile ma se mi scrivi ti spedisco in prestito la mia copia)
    – Marc Behm, “L’occhio che guarda” (irreperibile, idem come sopra)

  27. Ah, li volevi solo italiani?
    Bene. Questi, alla rinfusa, sono *neri* e sono libri importanti. Sul valore “letterario”, non ho dubbi. Alcuni di questi libri sono costruiti su una lingua scarna e su un (finto) “registro medio” con un approccio mimetico a dialetti e slang, altri invece no, e lavorano su una lingua più “spiazzante” (fino al vero e proprio delirio sessuo-verbale de “La presa di Macallè”, romanzo nerissimo, senza uno spiraglio di luce).
    Michele Serio, “Pizzeria inferno” e “Nero metropolitano”
    Giuseppe Ferrandino, “Pericle il nero”
    Massimo Carlotto, “L’oscura immensità della morte”
    Andrea Camilleri, “La presa di Macallè”
    Valerio Evangelisti, “Noi saremo tutto”
    Giancarlo De Cataldo, “Romanzo criminale”
    Maurizio Braucci, “Il mare guasto”
    Giuseppe Genna, “Grande madre rossa”

  28. la letteratura senza virgolette è un’altra cosa. certo. la letteratura senza virgolette è quella letteratura che pur di accaparrarsi lettori, ne elimina i tre quarti. il quarto rimasto prima o poi, avvilito e rassegnato, dovrà leggerla per forza.

  29. :-))))) che bello hai scritto un pezzo su Cucchi.
    ora me lo salvo e leggo così poi forse compro anche il libro, ma non subito purtroppo, perchè sono in terribile arretrato da letture e ne ho una pila enorme da smaltire :-).
    Però io ero venuta per mettere un mio OT (uno dei terribili ot) spero che sia tu che cucchi mi perdonerete ;-))))))))))
    OT
    La Capria difende Garboli dagli stupidi pettegolezzi pieni di sci-BILE della valduga, chi volesse leggere può farlo qui
    http://georgiamada.splinder.com/post/6606842#comment

  30. GIANNA,
    quelli che ho citato nel mio pezzo ad esempio.
    Alcuni di quelli citati da WM1. Dico alcuni perché, il bello è anche che non siamo d’accordo per partito preso: ci sono quelli che apprezzo di più e quelli che apprezzo di meno. Non dimenticherei (è il mio gusto che parla) la trilogia di Bustianu (Sempre caro, Sangue dal cielo, L’altro mondo) di Fois. Ma ce ne sono tanti.
    Vedi qui non si difende nessuna categoria. Nel genere c’è tanta fuffa. Così come nel “non genere”.
    Tu hai il diritto di leggere e dire: “Non mi è piaciuto”. Ma nessuno ha il diritto di dire: “non l’ho letto ma so già che non mi piace”. Va bene come battuta, forse. Ma quello che mi fa paura, in realtà è l’atmosfera NEOCON che sta attraversando la cultura italiana (cultura tutta: da quella politica in giù). Questo rinserrare le fila, questo fare l’elenco dei buoni e dei cattivi mi fa paura, insomma.

  31. Gianni, aggiungo che la cristallizzazione (artificiosa) in generi avviene, di solito, proprio per poter identificare la fuffa con alcuni generi, e per fingere di scoprire una coincidenza che in realtà è costruita a tavolino.

  32. Giusco, scusa: anch’io, come Melloni, non colgo il nesso. Perché mai dovrei pensarla come Cucchi? 😀
    A parte che sto ancora chiedendomi, dall’abisso della mia ingenuità, cosa sia esattamente “un poeta puro”, posso dirti che la sensazione che ho leggendo Cucchi che ammicca verso un “noi” complice o compiacente è che stia parlando con un “noi” che non mi riguarda affatto. “Noi” chi? Sarebbe anche bellissimo, quasi entusiasmante, se Cucchi spiegasse – a me, ben intesi, magari “a noi” – cos’è la letteratura “tra virgolette” e quella senza virgolette. Magari c’è anche una (letteratura) fra parentesi, una – letteratura – per inciso, una /letteratura da sottodominio. Chissà.

  33. Babsi, non vorrei rovinarti la giornata, ma hai provato a leggere Cucchi? (non dico la recensione…). Leggilo e poi dimmi che ne pensi:)
    “Sarebbe anche bellissimo, quasi entusiasmante, se Cucchi spiegasse – a me, ben intesi, magari “a noi” – cos’è la letteratura “tra virgolette” e quella senza virgolette.”
    Sarebbe anche comodo che ogni tanto due più due facesse cinque, per le mie tasche e per la logica di Cucchi, ma l’aritmetica ha una sua forma di severità. Non credo che Cucchi spiegherà ciò che non sa: si gioca a dadi sperando che esca “sei”, ma non sempre va bene.

  34. GiusCo, lo chiedo senza alcuna malizia, per pura curiosità: se ti interessa solo la poesia, come mai a giugno ci scrivesti una specie di “domanda di assunzione” nel collettivo Wu Ming?

  35. Cos’è un troll:
    GEORGIA ha scritto qui sopra:
    :-))))) che bello hai scritto un pezzo su Cucchi.
    ora me lo salvo e leggo così poi forse compro anche il libro, ma non subito purtroppo, perchè sono in terribile arretrato da letture e ne ho una pila enorme da smaltire :-).
    Però io ero venuta per mettere un mio OT (uno dei terribili ot) spero che sia tu che cucchi mi perdonerete ;-))))))))))
    OT
    La Capria difende Garboli dagli stupidi pettegolezzi pieni di sci-BILE della valduga, chi volesse leggere può farlo qui
    (…)
    Poi però ha scritto su Blgdiscount:
    :-))))) che bello hai scritto un pezzo su King.
    ora me lo salvo e leggo così poi forse compro anche il libro, ma non subito purtroppo, perchè sono in terribile arretrato da letture e ne ho una pila enorme da smaltire :-).
    Però io ero venuta per mettere un mio OT (uno dei terribili ot) spero che sia tu che king mi perdonerete ;-))))))))))
    OT
    La Capria difende Garboli dagli stupidi pettegolezzi pieni di sci-BILE della valduga, chi volesse leggere può farlo qui
    (…)
    In quanti altri blog lo ha fatto?

  36. Wu Ming 1: partendo da commenti su questo stesso blog (mi pare a proposito di Scirocco, che per me era illeggibile come molta roba vostra) vi suggerii di provare a collaborare con un elemento poetico puro, nel senso -anche per Babsi- di individuo che ragiona solamente di suono e forma delle parole. Un orecchio assoluto, insomma. Non proposi me stesso.

  37. Georgia trolleggia pure su Vibrisse:
    “:-))))) che bello hai scritto un pezzo su Capone.
    ora me lo salvo e leggo così poi forse compro anche il libro, ma non subito purtroppo, perchè sono in terribile arretrato da letture e ne ho una pila enorme da smaltire :-).
    Però io ero venuta per mettere un mio OT (uno dei terribili ot) spero che sia tu che capone mi perdonerete.
    OT
    La Capria difende Garboli dagli stupidi pettegolezzi pieni di sci-BILE della valduga, chi volesse leggere può farlo qui
    http://georgiamada.splinder.com/post/6606842#comment

  38. x GiusCo. sarà… Comunque le iscrizioni sono chiuse. Se qualcuno di Nabanassar vuol provare con altri collettivi letterari… Pensa che c’è gente che scrive prosa senza sapere cos’è uno scazonte 🙁

  39. Un… orecchio assoluto? Ci rinuncio. Dormirò benissimo anche senza sapere se prima di assopirmi ho letto un po’ di pagine di:
    – “letteratura”
    – (letteratura)
    – Letteratura
    Aggettivi come “puro” e “assoluto”, invece, tendono a guastarmi un po’ il sonno.
    PS. Ivan: sì, ho letto Cucchi. Ma forse mi manca l’orecchio assoluto? 🙂

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