PICCOLA STORIA IGNOBILE

A me i bis non
piacciono. Mi spiego: quando si va ad un concerto di musica classica è
consuetudine antica avere un repertorio di bis da sciorinare al termine del
programma ufficiale. Spesso, intendiamoci, i bis sono addirittura più preziosi
di quanto li ha preceduti. A non piacermi, però, è il gesto ipocrita
dell’interprete che sembra concedersi alle richieste plaudenti del pubblico,
sapendo perfettamente che li avrebbe comunque eseguiti.
Questa volta,
non a richiesta, decisamente controvoglia e senza alcuna premeditazione, devo
porgervi un bis: e intervenire in una polemica innescata da Carla Benedetti e
Tiziano Scarpa su Il primo amore.
Perché uso il
verbo dovere? Perché quanto leggo a proposito di Gomorra e dei Wu
Ming mi sembra, per usare un eufemismo, meschino. D’accordo, siamo franchi:
ignobile.
Premessa, breve: Gomorra di Roberto Saviano è, come
penso abbiate capito, un libro straordinario, che insieme ad altri segna un
momento importante della nostra narrativa. Ha avuto ed ha, per inciso, una
sorte curiosa: da un lato ha trovato concordi, nel lodarlo, la maggior parte di
critici e cronisti culturali, in rete e non. Dall’altro, somiglia ai test di
Roscharch, dove ognuno vede quel che vuole o può vedere. Il che, attenzione,
non è affatto un male: immagino, anzi, che con i libri davvero belli, davvero
riusciti, succeda esattamente questo.

Ora. Ricostruiamo i fatti.

Fatto uno. Gomorra diviene oggetto di tre lettere
e/o recensioni da parte di altrettanti componenti del primo amore. E fin
qui, benissimo, evviva. In una di queste, però, Tiziano Scarpa scrive
testualmente:

“In questi anni, scrittori, intellettuali, siti, riviste,
giornali, redattori, piccoli editori, organizzatori di convegni ti hanno dato
credito ospitando tuoi scritti e interventi, valorizzandoli come meritavano,
fin da quando eri un ventiquattrenne sconosciuto; gradualmente, tutto questo ha
portato alla pubblicazione presso un grande editore che potrà tutelarti meglio
di una piccola casa editrice; giornalisti e recensori hanno parlato del tuo
libro, e ultimamente c’è pure chi si è speso sfruttando i suoi contatti per
segnalarti ad alcune trasmissioni televisive, che a loro volta ti hanno
chiamato a presentare Gomorra sugli schermi”.

Lo dico esplicitamente. Siamo stati in diversi a sentire a
fior di pelle un brivido sgradevole nel leggere queste parole. Sarà stato scritto in assoluta buonafede, ma
l’intervento suonava come una laudatio a se stessi, i bravi scopritori. Solo
uno l’ha detto in pubblico, però: e se ne è assunta la responsabilità. Di qui
il

fatto due. Sull’ultimo Nandropausa, Wu Ming 3 e Wu
Ming 2 recensiscono Gomorra e Wu Ming 1 scrive un lungo intervento sul
libro nel quale, fra l’altro, dice:

“adesso c’è la gara a chi per primo intuì il talento, e
chissà dove saresti a quest’ora se io non, e va riconosciuto che c’è un gruppo
di persone che. Solita fiera
delle vanità
, solita condotta parassitaria, solito esibizionismo sconcio”.

Fatto tre, la risposta. Che non risponde affatto. Nello
stesso stile serpentino che portò alla stroncatura dei Wu Ming (anzi, al dare
ai Wu Ming dei fascisti, o delle “voci docili”) fingendo di recensire Lo
zar non è morto
, non si confuta nulla, ma si scala l’iperuranio
finto-accademico del letterario sostenendo che:

     -Wu Ming rivendica una vicinanza tra Asce di guerra
e Gomorra (non solo non è vero: semmai è stato detto che esistono libri
che distruggono le convenzioni accettate tra dove finisce il reportage e dove
comincia la letteratura. Ma se qualcuno si fosse preso la briga di leggersi
la prefazione e la postfazione alla nuova edizione di Asce di guerra
avrebbe scoperto che gli autori lo hanno sempre considerato un libro pieno di
difetti).

     – In una vergognosa contrapposizione (che immagino imbarazzi
profondamente una brava persona come Saviano) tra l’autore di Gomorra e
Wu Ming, i nostri scrivono: “Saviano potrebbe subire rappresaglie criminali e
rischia personalmente per ciò che ha pubblicato. È stato più volte minacciato
sia durante le indagini, sia durante la stesura dei suoi pezzi, quando uscivano
a fatica su quotidiani e riviste, e spesso gli stessi giornali con cui
collaborava esitavano a pubblicarli. I Wu Ming rischiano poco o nulla scrivendo
fiction, o miscelando fiction e non fiction”.

Parentesi: il discorso
sulla distinzione fiction-non fiction è vecchio almeno di quarant’anni (fu già affrontato all’epoca
del new journalism americano, e prima ancora in Italia abbiamo avuto
Giancarlo Fusco – scrivere l’inchiesta come se fosse un romanzo, e viceversa -.
Mai sentito nominare Hunter Thompson, gente? E A sangue freddo di Truman
Capote?) Comunque, andiamo avanti:
“Saviano lavora come manovale al
porto di Napoli per scoprire dove vanno a finire le merci cinesi e come viene
organizzato lo stoccaggio. I Wu Ming tutt’al più, prima di scrivere un romanzo
storico, vanno a turno in biblioteca”.

Pessimo giochino, quello di far passare Wu Ming come un gruppetto borghese
blasè (sapete per caso quali siano stati i lavori- manuali -dei singoli componenti del
gruppo e dei loro genitori? Avete mai incontrato un Wu Ming ad una cena
editoriale? Ad un convegno? Ad una convention sui cosmetici? Io no, e voi?).
Valgano due soli esempi.
La battaglia condotta dall’allora 0,4 % del Luther Blissett Project ai tempi
del libro “Lasciate che i bimbi”. Battaglia non soltanto processuale (il
libro è stato sequestrato dalla magistratura e la causa civile è ancora in
corso). A Wu Ming 1, per dire, fecero trovare una testa di maiale mozzata
nell’androne di casa. Ma lui, forse, era in biblioteca.
Ah, non erano in biblioteca neanche a Genova,
nel 2001: erano in via Tolemaide, per inciso. Il pomeriggio del 20 luglio.

Insomma. Brutta storia, bassa storia, che passa sopra svariate
teste pur di sostenere che gli artigiani della narrazione, i postmoderni (ma
quando mai i WM si sono definiti tali?), i collettivi (“Quasi tutto ciò che
scrivono i Wu Ming è il frutto di un lavoro assai più rapido, spesso di seconda
mano, distribuito sulle spalle di cinque”
: chiunque conosca minimamente il
lavoro del gruppo sa quanto sia lunga la gestazione dei loro libri. All’attuale
romanzo che dovrà uscire nel 2007 stanno lavorando dal 2003) sono funzionali al
sistema. Gli scriventi, invece, sarebbero quelli scomodi. Scomodi a chi?
Scomodi come? Se per essere scomodi basta lanciare qualche anatema on line o su
carta, ogni tanto, la rivoluzione sarebbe già stata vinta abbondantemente. Dal
salotto di casa.

Non ci sto, a questo regolamento di conti, per giunta
sgangherato. Non mi piace. E’ cosa velenosa, ingiusta, vigliacca. Ad un ragazzo
che mi è caro e che tempo fa mi chiedeva perché io e alcuni degli attuali
componenti del Primo amore non andassimo d’accordo, ho risposto che si può
essere di idee diverse, e stimarsi ugualmente. Ma prima, per favore, impariamo
a giocare pulito. A scendere dal presunto Empireo di chi ritiene di avere la
verità in tasca e a sporcarsi le mani. Ma sul serio. I santoni corrono un
rischio: quello di diventare santini, buoni al più per un piccolo gruppo di
devoti. E, domani, per i collezionisti del trash.

Aggiornamento: anche Genna su Carmilla, e Babsi Jones.

69 pensieri su “PICCOLA STORIA IGNOBILE

  1. Non è molto piuù bello e interessante parlare del libro di Saviano, anzichè stare dietro, appunto, a “piccole diatribe ignobili?”
    Ah, l’invidia….
    Laura

  2. Sempre OT:
    questo è il testo della canzone Cuore di latta, di cui parlavo prima. Scusate ancora per il disturbo, Michele
    Io sono un ragazzo col cuore di latta
    Fabri Fibra!
    io voglio una donna col cuore di latta
    La ragazza amore mio è ancora chiusa in galera
    io mi chiedo e mi domando quando uscirà
    sono anche passati gli anni in cui ero minorenne
    abbiamo fatto un pò di danni ma quando uscirà?
    e pensare che eravamo affiatati parecchio
    e siamo diventati i più famosi della città
    siamo anche finiti in tele c’ha visto l’Italia
    amore mio ti rendi conto che pubblicità
    ma chissà cosa pensava la piccola Sofia
    quando volava dal balcone spaccata a metà
    mi sarebbe piaciuto almeno questo Natale
    ritornare a casa mia salutare papà
    se penso che però ho esagerato
    e magari lo ammetto che mi sono sbilanciato
    lanciato mi sono pure sputtanato
    ho macchiato il maglione di sangue appena l’ho comprato
    me l’hanno pure sequestrato mi sono entrati
    in camera anche senza un mandato
    ho pure fatto 21 anni e il giorno del
    compleanno non l’ho neanche festeggiato
    peccato!mi hanno rinchiuso in questa cella
    sapessi che fastidio in bagno essere toccato
    mi fanno uscire il giorno in cui presenterò
    a qualche prete un piano di volontariato
    io se ho fatto quel che ho fatto
    è perchè quando l’ho fatto
    ero fatto anche troppo innamorato
    solo perchè ti immagino con gente nuda
    e commetto un reato dicono questo è malato
    e poi cos’è questa storia cariata
    cazzo vai a dire in giro che non sei più innamorata?
    come puoi trovarti un nuovo ragazzo
    dopo quello che abbiamo passato ma sei ubriaca?!
    e se magari fai un figlio scommetto
    il povero neonato finirà in un sacchetto
    dopo tutte queste madri che impazziscono
    e abbandonano il figlio dentro qualche cassonetto
    dopo le 97 coltellate per uccidere tua madre
    con i tagli nel petto
    dopo tutte le versioni che ho detto
    ti permetti di portare un altro uomo nel letto?
    ma visto che sognavi di perdere tuo fratello
    io ti uccido pure lui almeno il quadro è perfetto
    e adesso che potremo stare io e te da soli
    t’innamori di un altro ma tu lo fai per dispetto?!!
    Rit:
    Oh problemi di coppia ma dico non lo sai prima
    o poi che la coppia scoppia la coppia scoppia
    la la la la la coppia scoppia la la la la la
    Oh problemi di spazio si ma cosa fai se ti
    nasce un figlio pazzo un figlio pazzo
    figlio pazzo figlio pazzo pazzo pazzo
    Oh l’amore ti blocca ma dico non lo sai prima
    o poi che la coppia scoppia la coppia scoppia
    la la la la la coppia scoppia la la la la la
    Oh problemi di spazio ma dico hai mai provato
    ha lanciare tuo figlio dal terrazzo giu
    dal terrazzo giu dal terrazzo giu
    dal terrazzo giu dal terrazzo giu.
    Omar è più che normale sono queste mamme che stanno male
    Omar è più che normale sono queste mamme che stanno male
    quindi portami in un locale perchè io stanotte
    mi voglio sfogare che mi scappa da collassare
    quindi io stanotte mi devo sfogare
    e per l’occasione si farà un festone
    io sono un fenomeno da baraccone
    mi sveglio con in mano una consumazione
    ti porto un cane morto per colazione
    vedo solo grasse moccolone e i ragazzi
    che assomigliano a Taricone
    arrivo con la faccia dello sbruffone
    cammino con il passo da strascicone
    quando entro nei club scatta l’inventiva
    qui la gente mi conosce come Fabri Fibra
    ho l’energia implosiva quando gonfio
    la mia pancia dalla cannabis attiva
    e quando perdo la saliva e meglio che
    prendi aria altrimenti non sai chi arriva
    ho la mascella che mi vibra e se parlo s’inca
    ca castra porca figa mi piace fare il galante
    solamente con donne che hanno 1000 euro in contante
    esco dal coma e mi rimetto al volante
    ho fatto inversione a U in piazza Dante
    se magari faccio testa coda e lei s’appoggia
    alla mia spalla cosa fa ci prova?
    se magari sei in competizione con tua madre
    vuoi punirla cosa fai chiami Omar?
    oh queste ragazze appena lo prendono
    diventano subito pazze cambieranno religioni
    però le mestruazioni ci sono in tutte quante le razze
    se la mia ragazza fa la troia in palestra
    appena torna a casa io le spacco la testa
    e quando impazzirò perchè il lavoro mi stressa
    allora lancerò mio figlio dalla finestra
    oh!quale sarebbe la nazione più adatta
    per trovarsi una ragazza con il cuore di latta
    questo trambusto ormonale non passa
    e fai un figlio a 70 anni e vedrai come scappa
    ma io non voglio impazzire per una sciatta
    che tra lei e sua madre non si sa chi è più vacca
    perchè magari fa la donna in carriera
    fai la mogliettina sexy anche la mamma che allatta
    Rit.

  3. Cioè,
    uno dice sono appena arrivato e trovo un novello putiferio: cioè dico lasci la strada vecchia per la nuova e sai già quel che si trova, o no, ovvero “Certamen fumisticum seu de scriptorum malanimo seu bah…”.cioè uno alla fin fine si dice:
    ma ne valeva la pena, mah…,
    forse che sì forse che no, già, cioè:
    “L’mportan est que se fatzia potiferio ou bailamme ou tricchetracche”
    comme disait Bertrand de Bornes.
    Cioè: se parlava de Restaurasciòn poi tutt a l’è mort ou sciupàà, poi de souqquì et sulà, tout dimenticàà, tout nel calderon ou minestròn del web que gira e tuira et fuma et spussia et se riversa et deborda de toute le parts.
    Alla fin fin sai che te digo:
    que val sempre la legge del Buogiorno Maikel ovvero:
    parla pur mal ma parla parla parla,
    basta che te parla che qualche liber in + se vend,
    te digo mi.
    MarioB.

  4. Guardatelo: subisce una sorte avversa
    ma agisce così bene col filo della sua sciabola
    che i nemici non possono far altro
    che comunicargli il loro dissenso
    Nella mischia, si lancia all’attacco e il suo cavallo e lui segnano sul terreno una linea unica, diritta, che arriva ai nemici: qui, egli colpisce i cavalieri. Scrive. Imprime sulla carta sciabolate; e nelle parole i punti son segnati da frecce, la sua penna è il duro giavellotto. I cavalieri sono corpi che rotolano in un mare agitato in cui l’ombra si gonfia: sono i nemici caduti. Su questo mare naviga la nave sublime: a mò di albero, la morte, e per vela, la pagina bianca di tutti i possibili, la pagina che riempiranno le sue imprese. Ognuna delle sue dita scopre non un mare, ma tre; ognuno di quei mari a sua volta assesta mille colpi crudeli. Il Tempo si era ripromesso di stampare un secondo eroe, identico a lui; hai mentito, o Tempo: scegli il pegno che ti scioglierà da quel giuramento!
    Tratto da Le Mille e una notte “Anis Al-Jalis”.Ms A, t. III, ff.28-49.
    Faccio l’avvocato, difendo per mia natura, e rido di gusto quando i folletti del bosco vanno al mare e si trasformano in barracuda!
    Clima tropicale?
    Datevi una rinfrescata.
    Saviano è una doccia fredda.

  5. La Rocca, ma come fai a dire che “cane rabbioso” e “gomorra” sono la stessa cosa? ma ti rendi conto della bestialità che dici? ti rendi conto o no? un raccontino di sì e no sessanta paginette spacciato per romanzo vs. un’opera viva, pulsante, densa, sporca e sanguinante, dolente…

  6. Sono arrivato qui tramite il feed di Nandropausa. Non avevo colto il riferimento a Scarpa e Benedetti, sono molto, molto fuori gli ambienti della letteratura. Certo quella lettera di Scarpa a Saviano non era il massimo dello stile.
    Davvero wm1 esibisce un Roberto giapster? Non lo ha detto forse incidentalmente, specificando subito dopo che i wm non hanno né possono avere alcun merito in quel che Saviano ha scritto? E ha scritto soltanto quello, wm1? Non ha anche analizzato il libro?
    A parte questo, non capisco perché Scarpa e Benedetti non abbiano risposto direttamente all’accusa di wm1, e hanno invece risposto su un piano teorico un po’ traballante, per giunta tagliuzzando il testo e dando interpretazioni di una notevole superficialità.

  7. @Settimio, oddio come sei arrabbiato. Io non ho detto che “Cane rabbioso” e “Gomorra” sono la stessa cosa. Ho detto che esiste anche il romanzo di Petrella che secondo me è la stessa cosa sul versante fiction. Dico delle bestialità? Mi dispiace che lo pensi.
    Ah, anche “Il giorno della civetta” è un libretto di poche pagine. Quindi, secondo te non vale niente.
    Comunque, sei una persona molto cortese. Nemmeno ti firmi, poi.

  8. La Rocca, l’hai detto eccome: “Ricordo che esiste anche Angelo Petrella e il suo “Cane rabbioso”. E’ la stessa Napoli di Saviano”.
    E comunque mi sono firmato eccome. Non ti piace il mio nome?

  9. Non ho (ancora) letto il libro, ma non è necessario per prendere posizione in questa polemica. Il che vuol dire, visti anche i meriti del libro, che c’è qualcosa di sbagliato, in questa polemica.

  10. E’ che ci sono quei fatali momenti in cui i nodi e il pettine etc
    Quel momento é arrivato
    La lipperini che da anni cerca di tenere insieme le promozioni spacciate per recensioni di libracci su repubblica con l’aria etico-epica di una letteratura sedicente d’avanguardia
    e il comunismo snob-freak dei wu ming i cui libri muovono a sincera pena e non rischiano niente, come dice scarpa

  11. Non sono intervenuta fino a questo momento perchè mi sembrava di aver detto tutto quel che dovevo dire nel post, che ho scritto di getto giovedì sera e con il solo e unico scopo di cercare di ristabilire una parvenza di oggettività su quanto avvenuto.
    Inoltre, aderisco in pieno all’appello di Nazione Indiana affinchè da questo momento si parli soltanto del libro di Roberto Saviano, che è quel che conta.
    Ciò detto, alle persone come Remo, e ad altri che intendono approfittare della situazione per scagliare insulti gratuiti (mi si dimostri, qui ed ora, quando le mie recensioni sarebbero promozioni, e di quali libracci si parla), preavviso che non intendo replicare oltre.
    Confido che un pessimo episodio come questo possa rivelarsi utile, invece, per ritrovare saggezza, serenità e pertinenza nelle discussioni in rete.
    Grazie.

  12. Anche da quest’ultimo commento di Loredana Lipperini, mi sembra che il nostro “appello” sia venendo inteso come una critica unicamente del testo di Benedetti-Scarpa; in realtà, esso nasce anche dall’irritazione per lo speculare tentativo di recupero della persona dell’autore compiuto, con toni e intensità diversi, anche da Wu Ming 1.
    Insisto: il recupero DELLA PERSONA, il suo arruolamento in questo o quello schieramento.
    Liberato il campo da questo, le posizioni più strettamente critiche degli uni e dell’altro (dicendo in fretta, quelle sullo statuto dell’io autoriale e/o narrante) potranno, si spera, essere discusse e approfondite allo stesso titolo delle altre. Come è normale che sia.
    Ma senza che “Gomorra”, speriamo, serva solo da ennesimo strumento nell’ambito dell’ormai pluriennale regolamenti di conti fra i due “gruppi”.

  13. Il libro di Saviano è un ottimo libro. Le polemiche letterarie spesso sono inutili. E’ del tutto assurdo chiedersi se è preferibile l’io narrante o il lavoro di artigiani, se la letteratura è opera autoriale o recupero di storie che già vivono da sè, se il il valore di un’opera dipenda o no da quanto rischi il suo autore, se ci debba essere corrispondenza tra quanto l’autore scrive e quanto fa e vive, se è più potente la fiction o la faction, se un libro è un capolavoro o no, se la letteratura debba rappresentare o ricreare o eludere la realtà, se un buon libro debba essere fatto di molte o di poche pagine, se debba essere scritto col sangue o con l’acqua, ecc. ecc. ecc. ecc. Lo stato attuale della scrittura e delle richieste del lettore concede all’autore di imboccare la strada che vuole. Basta con queste dispute su chi ce l’ha più duro.

  14. Andrea, perdonami e senza alcun intento polemico nella polemica: da quale passo del mio commento deduci quel che deduci?
    Mi rileggo e non lo capisco: ma forse il caldo mi squaglia le sinapsi.
    Pace.

  15. Il libri di Saviano è riuscito a diventare un best seller: questo è un grande merito. L’impegno che predica le ritirate strategiche, che ordina di raggruparsi nelle riserve – siamo i buoni, siamo i perseguitati, più ci emarginati più ci sentiamo nel giusto – l’impegno che sacralizzando la letteratura la sacrifica è solo posa, atto estetico.
    Il libro di Saviano invece esplode, non si chiude. Non crea riserve ma nazioni.
    Questo è un discorso. Un altro discorso andrebbe fatto sullo statuto di capolavoro. Gomorra non è un capolavoro, perché in una realtà letteraria ricca come la nostra non possono esistere i capolavori, per fortuna. E’ rischioso definire Gomorra un capolavoro, perché il capolavoro sintetizza e contemporaneamente impone la sua legge. Di conseguenza, di fronte al capolavoro, tutti gli altri oggetti narrativi diventano scarsi resti. E questo non è ammissibile: non solo per rispettare il valore di altre opere, di altre scelte e di altri approdi, ma anche perché un’operazione di questo tipo instaurerebbe una realtà artificiale, perché frutto di un artificio: quello del capolavoro.

  16. Cara Loredana, è quando dici:
    “Non sono intervenuta fino a questo momento perchè mi sembrava di aver detto tutto quel che dovevo dire nel post”
    E il tuo post, se non m’inganno, prende partito per Wu Ming 1 contro Benedetti-Scarpa.
    Sicché, quando poi dici che aderisci in toto al nostro appello – e te ne ringrazio -, la cosa mi sorprende, perché detto appello afferma che non siamo d’accordo né con l’uno né con gli altri (riservandoci di approfondire altrove e meglio i motivi del nostro disaccordo, spesso diversi per ciascuno di noi – e molti di noi, difatti, stanno lavorando a scrivere ancora per spiegare meglio).
    Spero così di essere stato più chiaro. Tanto più che, come nel finale di “Do the right thing”, “pare che domani farà ancora più caldo”…
    🙂

  17. Andrea, la mia adesione all’appello non deve stupirti: mi sembra di aver precisato, proprio in questo post, che l’intera vicenda passa sopra la testa di Saviano in primis.
    Semplicemente, non sono riuscita a tacere nel momento in cui venivano scritte falsità clamorose che, ribadisco, non hanno nulla a che vedere con Gomorra, così come, ai tempi, avevano pochissimo a che vedere con “Lo zar non è morto”.
    Finita qui, per quanto mi riguarda: ma forse è il caso che vada a comprarmi un ventilatore.
    🙂

  18. Confermo quello che dice Andrea Raos in quest’ultimo intervento. Il merito dell’appello è quello di emancipare ognuno dei firmatari dalle proprie posizioni (prese, immaginate, scritte)e indicare une sortie de secours. Detto questo vi annuncio una serie di articoli che stanno per uscire:
    Libera Avanguardia e Pubblico di Merda
    (lettera a Cortellessa perchè la si smetta una volta e per tutte nel considerare i lettori come degli imbecilli, e perchè si introduca nell’editoria italiana il termine lettore al posto di copia venduta)
    L’Autorimessa ha chiuso,viva i garage, ovvero invito a Roberto Bui a non diffondere a mezzo stampa la lettera di licenziamento degli “esperti” in Autori, di quanti abbiano investito tutti i loro soldi e tempo negli incontri di Boxe: A contro B, C contro D
    o come si può leggere in rete:
    il “Gruppo ‘ 63” definisce Bassani e Cassola “le nuove Liale”, paragona insomma “Gli occhiali d’ oro” o “La ragazza di Bube” a romanzacci per tenere adolescenti, rimprovera al “marxista Moravia” la collaborazione ai “giornali della grande borghesia”.
    Sanguineti, si proprio lui, Edoardo Sanguineti.
    Chi ha parlato di Liala, ultimamente…
    Poetically Incorrect o dei poeti banditi
    Attacco da sinistra (e senza destra) alla nuova liberal socialdemocrazia secondo cui i poeti sono santi e magari anche navigatori, e condannano l’opera di Handke al silenzio come si fece con Celine, Pound per non citare la mancata attribuzione del nobel a Borges.
    Cronaca nera: ogni giorno in Italia nascono tre nuovi editori. Più figli meno libri.
    Fuori i nomi: quando la verità non diventa delazione.
    Star systeme o del colabrodo: quando Houellebecque inventò lo scrittore Rockstar.
    Transgender e romanzo d’appendice.La volta che Gramsci, in letteratura e vita nazionale, definì i romanzi di Dostoevskij come letteratura d’avventura (au bon sense)
    Cronaca nera: le fictions e i reality stanno uccidendo il linguaggio. Da un posto al sole alla canicula mentale,sudano tutti.
    1984: vagiti d’occidente
    Grazie al processo di infantilizzazione della società italiana,e soprattutto grazie ai nuovi tappi delle bottiglie d’acqua, nei treni italiani tutti si allattano impugnando i nuovi biberon. A quando il rigurgito?
    a suivre
    effeffe
    ps
    besos a loredana

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