La vostra eccetera ha appena finito di leggere il già citato Verdenero di Carlo Lucarelli. Il poi vi dico è d’obbligo. Nel frattempo, questo pomeriggio vado a presentare Ancora dalla parte delle bambine alla Biblioteca Sarti, per il Premio delle Biblioteche di Roma (qui una breve chiacchierata sull’argomento).
Altro.
Si parla di fan fiction, qui.
Poi. Oggi Claude Lévi-Strauss compie cento anni. Per festeggiarlo, riporto una sua frase da un piccolo libro edito da Nottetempo, che pubblica un’intervista di Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia ad uno degli uomini più saggi che ancora cammini fra noi.
“Voglio confidarvi un segreto. Non ho alcuna percezione della mia identità personale e non mi riconosco assolutamente in ciò che sono stato nel passato. Quello dell’identità individuale è quindi un problema che non mi sconvolge più di tanto”.
Auguri.
Loredana, se parli oggi del tuo libro cita Style Piccoli (vedi Corriere odierno)…
Merita.
Bellissima frase
Non ho letto il Corriere! Alessandro, riassumi? 🙂
Mitico progetto editoriale, fratellino dell’insostituibile Style. In pratica, “dritte” per mamme che vogliono il bene per i loro figli (diventare calciatore nell’inter o ballerina alla scala). Soprattutto, il perbene.
Da me ne ho scritto piu’ diffusamente.
Volo.
Bella la frase di Lévi-Strauss… peccato che se la possa permettere solo lui e pochi altri. In sostanza, se non avesse un’identità individuale, sarebbe la sua una personalità schizoide, scissa, o paradossalmente granitica. Cosa che a cent’anni suonati può anche accadere. Rientra nella tua “ricerca” preliminare sul “senile”, Loredana? Perché sono sicuro che l’occhio non ti è caduto a caso su quella frase… comunque ho molto materiale sull’argomento, avendo seguito un corso di Psicologia, tanti anni fa. Una delle fonti principali era Le Ultime Notti, piece interpretata da Mastroianni. Un’altra era Memorie di Adriano, in un’ottica più dilatata. Restano comunque centrali le tematiche dell’identità e della memoria.