Vorrei parlarvi non delle molte presenze – importanti, piacevoli, stimolanti – al Salone del Libro da cui sono appena tornata. Vorrei parlarvi di un’assenza, di cui molti, forse, non si sono neanche accorti. L’assenza è quella di Erri De Luca, che al Salone non c’era. Così come non appare la notizia (o appare in pochi luoghi) dell’udienza del 20 maggio: dopodomani.
Di Erri De Luca si è parlato, l’ultima volta, in occasione della manifestazione NoExpo di Milano. Forse perché era presente? No, certo: ma è stato evocato come diretto ispiratore di tutti i black bloc, di tutti gli uomini neri della nostra paura. E’ stato chiamato in causa, in alcuni casi associandolo a Bifo e Toni Negri, già che c’eravamo, nella foia di esorcizzare vecchi fantasmi mai compresi o addirittura mai conosciuti, così, perché fa chic, perché conquista like sui social e fa crescere l’indice Klout, pensa come siamo messi.
Grazie al suo editore, Feltrinelli, a Torino sono almeno state distribuite magliette con su scritto iostoconerri, che è anche il nome del sito dove si possono trovare informazioni su di lui. Diversi scrittori l’hanno indossata. Sfogliando le foto su Twitter, nell’account di Feltrinelli, è possibile vedere Roberto Saviano, Valeria Parrella, Fabio Geda, Concita De Gregorio, Gad Lerner, Pierluigi Battista, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Emanuele Trevi, Giovanni De Luna, Valerio Magrelli, Nicola La Gioia, Mauro Covacich, Domenico Starnone e tanti altri che la alzano a favore di obiettivo. Ecco, quello che mi auguro è che si alzino anche le loro voci, in questi due giorni. Perché cercando in rete trovo ancora pochi scritti di solidarietà: quello di Marco Aime, per esempio. O quello, con una riflessione sulla libertà di espressione, di Antonio Moresco.
Che ce ne siano altri, e in gran numero, è l’auspicio.
C’è da sperare che stiano con Erri, assieme a quelli che stavano con Erri sin dai tempi di Euridice, anche nelle cose concrete. Perché Erri è imputato di aver preso la parola, ma soprattutto perché le sue parole dicevano cose, e non parole: e attorno, accanto, assieme a quelle cose (che non sono limitate a una sola valle, che pure merita di essere difesa, in anni in cui tacere di alberi è un delitto, perché su monti delitti comporta il silenzio) di scrittori laureati ne vedo ancora meno.
monti delitti=molti delitti
Non intendo in questa sede fare un richiamo alla necessaria comprensione della complessità, mi basta un ben più modesto invito a uscire dalla eccessiva semplificazione. Mi limito quindi a osservare che:
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Enrico De Luca detto Erri è stato citato in giudizio dalla società italo-francese LFT, incaricata dai governi italiano e francese dello scavo di un tunnel esplorativo propedeutico allo scavo del tunnel di base della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, come misura a tutela dell’incolumità degli operai impegnati nei lavori del cantiere di Chiomonte, messa a repentaglio da ripetuti attacchi condotti anche con razzi, molotov e bombe carta, ritenendo che l’invito del De Luca al sabotaggio del cantiere possa comportare ulteriori rischi per i lavoratori stessi.
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La sacrosanta libertà di De Luca e di chiunque altro di prendere posizione, dimostrare, scrivere contro la realizzazione della Torino-Lione ovviamente non è oggetto della causa in discussione presso il tribunale di Torino.