ZETAVU SCRIVE…

…una saggia, auspicabilissima lettera aperta a un giovane giornalista blogger, che non rinuncio a segnalare sia pure da una connessione pericolosamente volante.

"E’ obbligatorio "capirci di internet" per parlare di internet?
E’ una domanda che mi faccio spesso quando leggo altre importanti firme fare polemiche contro la rete, polemiche che a me sembrano del tutto sballate. Per anni mi sono arrabbiato sui fondi di Umberto Galimberti o sui suoi interventi nella rubrica lettere di D-La Repubblica delle Donne.
Poi un giorno ho provato – lo faccio sempre – a capovolgere la clessidra e vedere se succedeva qualcosa. E’ successo che mi è apparso chiaro che se riconosciamo ad ognuno il diritto di discutere di questo grande fenomeno a partire dal suo terreno, dalla sua cultura e nel suo linguaggio, ne ricaviamo un bel patrimonio di conoscenza e di comprensione delle cose. Certo bisogna sopportare la distorsione che la nostra voce subisce quando arriva all’altro, il giudizio tagliente che sentiamo ingiusto (ma che potrebbe non esser tale). Non è sempre così in ogni comunicazione umana? E se fosse come diciamo noi dogmatici (mi metto nel mazzo per generosità) avremmo diritto noi a parlare di politica, di economia e di media, senza magari avere dirette e precise competenze in materia?
La "conversazione" non si regge proprio su questa competenza "diluita"?"

Segue qui

3 pensieri su “ZETAVU SCRIVE…

  1. Mi permetto di dissentire, il parlare tra persone di varia cultura non è codificato, spesso le proposte più significative escono fuori durante un dialogo a più voci come quando si discute nei capannelli volanti e sempre variabili per strada, in piazza o nei forum. Internet ‘è’ comunicazione e tante persone che parlano di un argomento sono simili ai blogger che con la loro varia umanità, ‘sono’ internet. La penso così nel mio piccolo.

  2. Poco fa ho ammesso al cospetto di Trespolo di essere ignorante, lo ammetto pure quì in maniera spudorata e ammetto che su molti argomenti che si affrontano ho dei bei buchi in fatto di ‘competenza’ specifica. Non sono però, come la maggior parte degli umani, tonta. Ci sono delle volte che entrare nel merito dei discorsi è impossibile (sulla fisica teorica non mi permetterei, mai) e altre in cui ci sono ampi margini per opinioni e esperienze. Il problema è semmai perchè si sente il bisogno di partecipare a discussioni sui cui temi si hanno conoscenze aprossimative. Praticando, io, questa perversione ritengo la cosa legittima e dettata, primariamente, dalla curiosità. Penso anche che le persone ‘molto competenti’ e quelle ‘poco competenti’ sono complementari. Ho modo di verificarlo in varie occasioni (non sto a dire quali per non dover parlare troppo di me) e mi spiego la cosa in questi termini: chi ha una conoscenza specialistica spesso ha sull’oggetto di cui si occupa una visione focalizzata e ravvicinata che raramente concede spazio a connessioni con ciò che sta attorno; viceversa, le persone con minori ‘conoscenze’ specifiche hanno la tendenza a connettere le loro generiche conoscenze con aspetti di altre realtà o discipline (nella misura che le loro meno strutturate nozioni consentono). A volte ho a che fare con persone talmente ‘competenti’ da non riuscire a darsi una spiegazione semplice su qualsiasi cosa, per cadere in complessità che li imprigionano (ma che in ambiti specifici tornano utili e che mancano a animi ‘semplici’ come il mio 🙂
    Altra cosa positiva di un discorso tra persone con livelli di conoscenza diversi (se si riesce a stare in un ambito di reciproco rispetto) è la possibilità di spiegare a chi non ha nozioni sufficienti e, nel fare questo (a volte) capire meglio l’argomento o trovare spunti inediti. Senza contare poi lo stimolo che possono dare domande di ‘ignoranti’ ben formulate e problematiche. La cosa fondamentale in dialoghi su internet e su qualsiasi massimo sistema è avere voglia di ascoltare, imbastire delle domande/risposte/argomentazioni intelligenti e avere anche una buona dose di pazienza e ironia per non diventare delle piaghe webbiche. Sia che si parta da posizioni ‘competenti’ o ‘incompetenti’.
    besos
    ps. non so se sono andata fuori tema, ho scritto come la cugina ‘tarda’ della Aspesi o è semplicemente ora di dormire. Non vogliatemene: oltre ai periodi ‘difficili’ attraverso anche quelli pseudo-saggi. Poi passano.

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