UMILIAZIONI

Gian Paolo Serino racconta su Il Giornale le umiliazioni cui possono andare incontro gli scrittori nel corso delle presentazioni librarie, sulla scia del libro curato da Robin Robertson "Le umiliazioni non finiscono mai" (Guanda). Stralci (l’integrale, qui)

Leonardo Colombati, autore di Perceber, uno dei romanzi rivelazione di questa stagione letteraria, ricorderà sempre la sua prima presentazione a Roma: "Una signora mi sottopose a una raffica di domande sul perché nel libro parlassi di un uomo a cui viene amputata una gamba. Solo quando replicai acidamente alla sua ultima osservazione e la vidi prendere il cappotto, la borsetta e una stampella per andar via piccata, scoprii che aveva una protesi di legno". E Alessandro Piperno, caso letterario dell’anno con il suo Con le peggiori intenzioni, racconta di quando "un signore mi ha avvicinato dicendo che gli avevo cambiato la vita. Poi mi ha dato il libro perché lo firmassi e il libro non era mio".
Un caso simile vissuto anche da Marco Vichi, lo scrittore fiorentino che con le storie del suo commissario Bordelli ha dato nuova linfa al genere giallo: "Era stato da poco pubblicato il mio primo romanzo L’inquilino. Mi avevano chiesto di fare un incontro in un bar di Fiesole, alle 19.30. Pioveva. Arrivai verso le 19. Non c’era nessuno, a parte il barista e la persona che mi aveva invitato. Alle 19.28 entrò un signore chiudendo un ombrello gocciolante di pioggia, attraversò il bar, chiese un caffè, poi prese la tazzina e andò a sedersi nel tavolino di fronte al nostro. La donna guardò l’ora e disse che si poteva cominciare. Disse il mio nome e il titolo del libro, poi parlò un po’ della trama del romanzo e alla fine mi fece una domanda. L’uomo seduto davanti a noi mi guardava in modo strano. Alla fine si alzò in piedi e disse: "Scusate, sono venuto qua perché ho letto che Marco Vichi presentava il suo libro… ma credevo che fosse un altro Marco Vichi, un mio amico. Ci dev’essere un caso di omonimia. Arrivederci"". …
Linciaggio emotivo, invece, per Tommaso Pincio: "È successo al Festival della Letteratura di Mantova. Presentavo il mio romanzo, Un amore dell’altro mondo, che parla di Kurt Cobain. A me sembrava una storia toccante ma siccome c’erano anche delle scene estreme arrivato il fatidico momento delle domande del pubblico, una ragazza si alza e mi dice: "Ma non ti vergogni a raccontare certe cose? Che esempio dai ai giovani?". Confesso che non mi ero mai posto il problema, la letteratura abbonda di scrittori il cui stile di vita è ben peggiore del mio, ma in quella circostanza mi sentii un po’ in imbarazzo perché la sala era piena di giovani, seppur fanatici di una rockstar maledetta".
…Da brividi, invece, o meglio "da paura" la storia raccontata da Carlo Lucarelli: "Nel mio romanzo Febbre gialla dovevo inserire una frase in cinese. Non conoscendo gli ideogrammi mi sono affidato agli editor della casa editrice chiedendo una traduzione più vicina al mio pensiero.Il libro è stato pubblicato e tutto sembrava andare per il meglio. Un anno dopo ero in una scuola media e una bambina cinese a un certo punto alza la mano e mi chiede: ma cosa c’entra la pubblicità dei trattori con la trama del libro? Il mio editor era andato in internet e aveva scaricato la prima frase in cinese che aveva trovato: quella che, appunto, pubblicizzava la forza motrice di un trattore made in China".

23 pensieri su “UMILIAZIONI

  1. A me, semplice scrittore per ragazzi, un bambino di quarta elementare chiese qualche mese fa: “Tu l’hai conosciuto di persona Andersen?”
    “No”, risposi, “perché quell’antipatico decise di morire nell’Ottocento, senza nemmeno darmi il tempo di nascere.”

  2. Bisogna prendere tutto con molta, molta ironia.
    Io evito, se posso, le presentazioni. Primo perché non so parlare del mio lavoro, secondo perché essendo femminuccia i problemi crescono in modo esponenziale.
    All’inizio della mia carriera avevo un tal Ivo Cipollina che mi scriveva una media di tre poesie al giorno, l’ha fatto per circa tre mesi. Tali opere avevano titoli rivelatori del genere “Ode alla patata”. È arrivato a telefonare in redazione chiedendo il mio numero di telefono.
    Poi è stato il turno del Masochista Svizzero, bizzarro fan dai gusti bizzarri.
    Con “Ragazze che dovresti conoscere” ho collezionato proposte di ogni genere. A dispetto di alcune mie colleghe, mi è andata bene, non ho ricevuto pesanti insulti.
    Un compagno, durante una presentazione di “Skill” ha urlato che il testo era una forma di propaganda del nuovo capitalismo immateriale e che, in realtà, venivo pagata da Bill Gates in persona.
    Sono stata accusata di essere misogina, mi hanno detto che dovevo vergognarmi per come rappresentavo le donne nei miei libri. Da questa dichiarazione è nata la favoletta che a scrivere i miei lavori sia il classico nerd frustrato.
    In un capitolo a parte potrei far rientrare i porno-anoressici e le rispettive, pericolosissime, madri.
    @ Gianni,
    il testo dovrebbe contenere anche un capitolo su come evitare, accuratamente, l’ambiente letterario, terreno altamente insidioso…

  3. tsk! principianti!
    david peace racconta che ad un incontro con i lettori nello yorkshire un uomo gli si è presentato come una mancata vittima dello squartatore.
    come prova gli ha fatto tastare i buchi sulla testa.

  4. ..e un fan di John Lennon i buchi glieli ha fatti.. in fondo a tanti scrittori va bene.. che sia questo tentativo di evitare umiliazioni e buchi a far nascondere a JTLeroy la sua vera identità? che se poi fosse, come si mormora, una “femminuccia” peggio ancora.. Del resto George Sand si mascherava, forse per evitare umiliazioni..? Va là che GPSerino è stato buono, che non sono queste le vere umiliazioni che uno scrittore, o una scrittrice, potrebbe subire. Ah Serino come rimpiango il tuo veleno!

  5. Lisa, un mio amico scrittore, invece, era egli stesso un serial killer e quando la polizia lo catturò, fece questa dichiarazione: “Non è stata colpa mia, è stato lo scrittore che è in me!”
    Non venne creduto e finì in galera. Poi, col tempo, capì che in passato aveva scritto delle cose veramente brutte.

  6. Festa dell’Unità. Invitato per un reading alle 9 di sera riesco a cominciare solo alle 10 e mezza perché il tal capogruppo dei ds che parlava prima di me sfora alla grande. Parto dicendo le prime parole di presentazione e bang! a venti metri di distanza inizia un concerto rock. dieci minuti da incubo in cui parlo a spettatori perplessi che ovviamente non sentono una beata mazza (non sento neanch’io quel che dico), mentre quello che mi aveva invitato mi lascia solo sul palco per cercare di ritardare il concerto e darmi almeno 20 minuti per la mia ormai patetica esibizione. e a me è andata pure bene perché a lui lo stavano quasi menando. E’ stato divertente, in fondo, ma solo dopo, a ripensarci.

  7. Alla presentazione di ‘Disturbando famiglie felici,’ una giovane madre (diceva di essere mia amica) “Ma la avventure della protagonista sono successe nella realtà, sono fatti veri?” (il libro per i molti che non lo sapessero è anche la storia di un’umiliazione).

  8. Quattro anni fa, nell’abito del festival di Castelfranco Veneto dedicato ai nuovi media, avevano organizzato un dibattito sui videogame. Era una conferenza mattutina, i partecipanti erano soprattutto studenti delle scuole superiori accompagnati dai temibilissimi insegnati.
    Da subito il binomio videogioco/violenza ha dominato la discussione arrivando al seguente, surreale, scambio di battute.
    Ale C: “Da piccola giocava a guardia e ladri?”
    Insegnate, genere femminile, età probabile, sui cinquanta. “Sì, certo”
    Ale C: “Voleva essere nella squadra delle guardie o dei ladri?”
    Insegnate: “Signorina, insegno matematica, sono sempre stata razionale e già da piccola avevo capito che il crimine non paga. Io stavo con le guardie!”
    Mi ha ammutolito, in quel preciso istante ho immaginato di imbracciare un disintegratore laser e ho sorriso.
    Nella stessa conferenza mi sono beccata dell’immorale e, naturalmente perché per me è una costante, di quella al soldo delle case produttrici di videogiochi.
    Alla fine l’organizzazione mi ha omaggiato di una bottiglia da un litro e mezzo di grappa di prosecco.
    L’evento è stato talmente traumatico da finire all’interno di un racconto. E ripensandoci non mi viene neanche da ridere.
    Ogni storia, però, ha il suo lato positivo, nel mio caso coincide, sempre, con il porno-anoressico di turno che, puntuale, si avvicina a fine presentazione.

  9. Facendo lo scrittore di libri per ragazzi, vado spesso nelle scuole a incontrare i ragazzi. Evito di parlare solo io (cosa che mi annoia profondamente) e perciò do spazio alle loro curiosità o critiche. Premetto sempre che al mondo non esistono domande imbarazzanti o domande stupide ma che esistono solo eventuali risposte stupide. E allora mi sono sentito chiedere (a volte gli insegnanti hanno assurdamente rimproverato i loro studenti per questa “sfacciataggine”) se ho scritto libri porno (ottimo pretesto per parlare di sessualità e di mercificazione dell’eros), quanto guadagno (splendido trampolino per discutere del valore o non valore del denaro), per che squadra tifo (Torino, da cui parto per raccontare l’importanza della storia e delle radici) e così avanti. Insomma, penso che (se si decide di mettersi in gioco affrontando il confronto pubblico, soprattutto se con degli adolescenti) bisogna essere onesti e sinceri fino in fondo. E se no…è meglio fare a meno di mettersi in discussione. Luciano / Il ringhio di Ideifx

  10. Negli incontri che faccio con i ragazzi, mi sento umiliato quando mi accor
    rgo che li sto annoiando. Perchè una delle cose peggiori che si possa fare ai ragazzi è spegnere (o non riuscire ad accendere) le loro intelligenze e le loro curiosità. Luciano / Il ringhio di Idefix

  11. “E sempre in Sicilia, a Mazara del Vallo, Maurizio Maggiani, vincitore dell’ultimo Premio Strega, invece di presenziare alla presentazione del suo libro si è visto consegnare «Il peschereccio d’oro»: il previsto reading si è trasformato in un imbarazzante show con ballerine scosciate e il riconoscimento consegnato da un sempreverde Daniele Piombi.”
    E’ bello sapere che i miei cari concittadini mazaresi si distinguono per queste cose…
    Comunque Maggiani ha fatto anche una presentazione “seria”, organizzata dal grande Sferlazzo (mio libraio di fiducia).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto