CARLO GIULIANI, ANNO QUINTO

Nel nuovo numero di Giap! c’è
questo intervento di Wu Ming. Mi associo all’invito conclusivo: fate girare.

La sottoscritta è da lunedì in terre sabaude: scrivente, comunque. State
bene.

 

"Molti, dunque, sanno già
benissimo
come sarà il morto di Genova. Si prevede
la faccia, la pettinatura, l’abbigliamento,
il curriculum. Tutti conoscono già – e si ripetono –
l’età, i precedenti, le frasi, le canzoni,
le predilezioni, gli affetti, gli effetti,
e su che ritmo stava ballando in quel momento"
(Dal "rap" di Alberto Arbasino intitolato
"Un morto a Genova", giugno 2001)

Si avvicina il quinto anniversario dell’assassinio di Carlo Giuliani, nonché
dei pestaggi, delle torture, dei fermi illegali al G8 di Genova. Il quinto
anniversario di Bolzaneto.
La sfiga di morire d’estate è che l’anniversario cade in piena aria di
smobilitazione, con la gente al mare etc. Stavolta, poi, siam pure campioni del
mondo… Poo po po po po poo po….
Non che morire d’inverno garantisca chissà che… Piazza Fontana è un 12
dicembre (sei mesi e sei giorni prima di Italia-Germania 4-3!).
Qualche giorno fa ci scrive Giuliano Santoro di Carta.  Ci chiede se scriviamo qualcosa per la rivista, il
numero dedicato alla ricorrenza. Il preavviso è troppo breve, non ce la
facciamo, chiediamo scusa.
Però il tarlo rode, e rode, e rode. Poi capita di scaricare un video…
Carlo Giuliani fu ucciso da un proiettile con effetto "dum dum".
Qualcuno gli sparò in faccia, con traiettoria diretta. Lo dimostrano i filmati
e le fotografie, benché alcuni "periti" si siano inventati la storia
del colpo sparato in aria, deviato da un calcinaccio volante.
Carlo Giuliani fu ucciso da Mario Placanica, dicono. Un carabiniere ausiliario
che stava nell’Arma da sei mesi. A uno così darebbero in mano un’arma caricata
con un proiettile illegale?
Secondo la versione ufficiale, sul defender c’erano soltanto due carabinieri.
Eppure si vede un terzo uomo, o meglio: si vede un paio di mani in più, che non
si sa a chi appartengano.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando il defender dei CC passò sopra il suo
corpo per due volte. Un Defender vuoto pesa diciannove quintali. Pieno, intorno
ai venticinque.
Questo defender, però, doveva essere leggero, anzi, alato. Secondo le
ricostruzioni dell’Arma (e di media compiacenti), era "bloccato" e
"a motore spento"… eppure si eclissò dal luogo del delitto in
cinque secondi netti. Si vede nei filmati.
Un defender che ci è sempre stato descritto come "isolato" e "in
balìa di numerosi manifestanti", a dispetto di quanto si vede in tutte le
immagini.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando lo squadrone della morte (come chiamarlo,
altrimenti?) lo attorniò, scacciò tutti i testimoni, un carabiniere lo prese a
calci (vedi foto) e qualcuno gli sbattè con violenza una pietra sulla
fronte. Un grosso ciottolo bianco, insanguinato, presente in diverse foto accanto
al corpo, e in seguito, puf!, scomparso.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando un certo vicequestore (che pochi minuti
prima, per sua stessa ammissione, aveva scagliato sassi contro il corteo di via
Tolemaide, come un teppista qualsiasi: un vicequestore!) finse di inseguire il
primo malcapitato sbraitando: "Tu l’hai ucciso! Col tuo sasso!".
Prima di prodursi in questa scenetta, s’era assicurato che la telecamera di Terra!
(il programma condotto da Toni Capuozzo) lo stesse riprendendo.
Insieme a Capuozzo, il primo giornalista ad accorrere in piazza Alimonda,
pochissimi minuti dopo l’omicidio, fu Renato Farina, vicedirettore di
"Libero", nome in codice "Betulla", a libro paga del SISMI.
Carlo Giuliani era privo di sensi, spezzato, maciullato, ancora vivo.
Ogni nervo del suo corpo stava urlando inascoltato.
Inascoltato, già stereotipizzato, preventivamente irriso dalla satira del
Potere, calunniato col ghigno sulle labbra dal nuovo qualunquismo. Eh, ma stava
per tirare un estintore! Eh, ma si sapeva che c’era il morto, l’aveva scritto
pure Arbasino! Che banalità, farsi ammazzare dalle forze dell’ordine. Eh, ma
sai, questi "coglioni post-Seattle", questi qui che (sempre Arbasino
dixit), hanno "gli occhiali da sole globali, / i compact globali, i
concerti globali, / i rave e rap e hiphop e DVD globali, / i piercing
universali globali / tutti uguali…" Ma com’è arguto Arbasino! E che bei
versi! Glieli pubblica Feltrinelli, pensa…
[Che poi parti cospicue dello stesso movimento, nel biennio successivo, abbiano
fatto di tutto per corrispondere a stereotipi, beh, quella è un’altra storia.
Triste. Ne parleremo un’altra volta.]
Molti degli accadimenti del G8 hanno dato vita a processi. Ma la morte di Carlo
è stata archiviata.
Circola un appello per la formazione di una commissione parlamentare
d’inchiesta sui fatti del G8. Una commissione che indaghi davvero, non un
comitato-burla come quello formato all’indomani di quei fatti.
Il testo è sul sito piazzacarlogiuliani.org. Firmatelo, fatelo circolare.
Il 20 luglio "Liberazione" avrà in allegato un dvd, "Quale
verità per Piazza Alimonda?". Nel video, Giuliano Giuliani commenta le
foto e i filmati agli atti del processo conclusosi con l’archiviazione.
Archiviazione che appare davvero incredibile, vista la verità che emerge da
questi materiali.
E’ il video di cui sopra, quello appena visto. Merita una grande diffusione.
Tante cose, in Italia, meritano una grande diffusione, e raramente la
ottengono. Ma il giorno dopo quello scempio, il 21 luglio, a Genova eravamo in
trecentomila. E’ lecito sperare che la maggior parte di noi tenga viva la
memoria di quei giorni, e abbia ancora sete di giustizia.
Il video è già scaricabile in diversi formati, qui. Con la banda larga è più semplice, ovviamente.
Comunque scaricatelo, fatelo girare.
E se volete dare una mano  al  Supporto legale…

48 pensieri su “CARLO GIULIANI, ANNO QUINTO

  1. A dire il vero io ho letto di filato tutte le pagine de I Barbari – anche l’ultima – stando comodamente allungata, alla faccia di Baricco, sul mio morbido divano, con il mio fedelissimo portatile sulle gambe, e devo dire che quel suo calore mi ricordava il gatto (il mio è morto due anni fa dopo 18 anni di onorata militanza) e dal momento che sono freddolosa (e malinconica) e non sopporto l’aria condizionata neppure il 15 di luglio, il calorino della batteria mi ha scaldato membra e ricordi. Il libro è il libro – dico dell’oggetto materiale – da sfogliare e respirare e vivere e, del resto, la lettura del quotidiano si equivale al video almeno nel risultato materiale: è uno schifo. Ma mi pare che l’illustre dia per scontate troppe cose, come quando dice che il libri probabilmente li hanno comprati ma poi non li hanno letti: è vero che si salva in calcio d’angolo con un Ci sono molte eccezioni e bisognerebbe fare molti distinguo ma non è che con le generalizzazioni cada lui stesso preda di semplificazione-superficialità-medietà?
    Quanto poi all’oggetto gommoso senza fili ho sentito che in qualche recente esposizione ipertecnologica sia stata già stata presentata qualche idea.

  2. Eh, ma stava per tirare un estintore!
    I due fronti non sanno che cos’è l’autocritica, le forze di polizia spesso sono fasciste, alcuni manifestanti stupidamente distruttivi. Però ognuno pensa soltanto a difendere i propri amici. Gli amici dei Farina difendono i Farina, gli amici dei Carlo Giuliani i Carlo Giuliani. Per dire: il carabiniere che ha sparato viene giustificato solo perché è un rappresentante delle forze dell’ordine (del disordine, direi), e Carlo Giuliani solo perché apparteneva all’altro fronte. La morte poi gli ha dato tutte le ragioni: e questo processo di santificazione è quanto di più qualunquistico si possa escogitare. Anche il carabiniere è stato santificato, dall’altra parte, ovviamente. Nessuno che ragioni con delle categorie di senso. E’ in corso uno scontro tra la società tardo capitalistica (e nel contempo neocapitalistica), feroce e intollerante e le forze dell’insubordinazione, vivaci e disgregate. Probabilmente soltanto queste forze garantiranno un miglioramento(o un ribaltamento) dei rapporti economici e culturali, a patto, però, di innescare un processo di osmosi con il resto della società civile (incivile…). Non è con la santificazione dei caduti che si raggiungerà questo obiettivo. Ma innescando germi di senso condiviso.

  3. caro wu ming, da tre giorni sono tornato dalla Cina. Quanto la globalizzazione sia desiderata da quelli che i no-global hanno difeso, quelli “in nome dei quali” si sono mobilitati (anche a genova) un bel viaggetto in Oriente potrebbe rivelarlo meglio.Ho bevuto un’ottima birra belga in un locale sulla sponda del laghetto di Pechino, locale veramente trendy e in stile Cina colonizzata anni ’40 (quella del mondo di Suzie Wong). Il locale si chiama “Wu Ming”.Ma la Cina non vuole eroi che la difendano. La parabola restauratrice e revisionista del neo-confuciano Zhang Ymou con il suo “Hero” (e anche lì l’eroe, perdente, quello che si inchina all’Imperatore e riconosce le ragioni di Stato e Armonia “in nome delle quali” ha sparso sangue e ucciso i suoi oppositori)questa parabola cinematografica, dicevo, già ce lo sbatte in faccia.Forse il dibattito sulla globalità del no-global (non posteriore, ma consustanziale al movimento come fu per il Punk che era già commercio mentre era ancora anarchia) non si può rimandare. E’ più urgente di ogni rappresentazione tragica, fatta attorno ad un cadavere. La carta bollata dei processi che rendono giustizia sono la prosa del mondo, diversa dalla sublime poesia di un’anima che vaga irrisolta cercando una giustizia che lo farebbe morire come mito. il sogno di un “diverso mondo possibile” si nutre di quello stesso mito.LA vita spezzata di Carlo giuliani è una cosa seria e va rispettata, come il dolore dei suoi cari e l’azione di giustizia.il suo fantasma però rischia di portarci su una scena fuori dalla realtà.La prosa del mondo è la prosa del realismo.Capisco che non è il tuo genere, ma anche questo può essere letteratura e alimentare un cambiamento. reale.reale?

  4. Hei hei hei, finalmente ho un min x scrivere sul tuo blog che come vedo é un giovincello.Chi sono? Ma naturalmente l’assistente fruttato(scherzo) e mal pagato(non scherzo…hehe) del grande Luca R. Si si propio quel biondino giovincello che ha passato con voi un magnifico Sabato pomeriggio.Il mio blog é molto differente dal tuo, é nato x parlare delle mie passioni e delle frustrazioni(parecchie ultimamente) ma te lo daro ugualmente, come l articolo che ti avevo promesso, uscito su Taxidrivers.Volevo mandarti tutto ciò su una possibile e-mail ma non la trovo(chiederò a Luca). Saluti e continua cosi col blog.Dario!!!

  5. Mario: quando scrivi “La prosa del mondo è la prosa del realismo” e aggiungi che non è il genere di Wu Ming, fai sorgere il sospetto che tu non abbia letto nulla dei medesimi. Permettimelo.
    Nicolò: permettimi anche tu un’osservazione. Qui non si tratta di santificare, si tratta di avere giustizia, appunto. Aggiungo al nome di Carlo Giuliani un altro nome su cui è calato il buio: Giorgiana Masi. Recentemente il pluriomaggiato Cossiga ha ribadito che quel giorno, guarda un po’, non un colpo è stato sparato dalla polizia. Ora, chi era a Genova nel 2001 e chi era a piazza Navona circa trent’anni fa ha tutto il diritto (e il dovere) di chiedere che vengano riconosciuti come FATTI quelli che ha avuto davanti agli occhi.
    Dario: sono felice di leggerti. La mia mail è loredana.lipperini@gmail.com.
    Aspetto nuove.

  6. Ora Cûk perde la pazienza. Ora Cûk ha la rabbia che sta per esplodere. Ma caz**, è possibile che dobbiate, anche su una questione come questa, apparire col vostro nientedadire? Mi dica, signor La Rocca, da dove ne ha dedotto che ci sia in corso una “santificazione” di Carlo Giuliani? A lei la questione della verità (cosa sia veramente accaduto quel venerdì a Genova) proprio non interessa? E dico la stessa cosa al signor Mariodesantis: cosa intende con quel pomposo “il suo fantasma (di Giuliani, ndr) rischia di portarci su una scena fuori dalla realtà”? Anche a lei frega un piffero di stabilire quale versione sia quella vera? E guardate che il post parla di questo, non di altro. Pone un interrogativo molto semplice: la versione processuale della morte di Giuliani (il colpo sparato in aria poi deviato, etc.) risponde a quanto effettivamente accaduto? Quella qui proposta è un’altra ricostruzione dei fatti, diversa da quella “ufficiale”, e per di più mira a fare circolare materiali (video e foto) affinché ognuno si faccia le sue valutazioni … E voi invece che fate? Il La Rocca si aggrappa alla mancanza di “categorie di senso” (che poi ovviamente non è in grado di fornire), il desantis ci mette in mezzo la letteratura … Ma vi siete fritti il cervello? È il caldo? Scusate, ma Cûk s’è spazientito (qui c’è un triplo salto mortale di insulti) …
    Cûk-Utitz

  7. ho letto (poco) e apprezzato pure. ma pensavo ad un realismo differente.O forse mi sono espresso male.Accetto l’osservazione e rileggendo aprirò un dibattito con me-stesso sul concetto di (neo) realismo.Giuro che non ne scriverò neanche una riga però.alla prox.

  8. cuk non reagirò a testate.Ho scritto che “LA vita spezzata di Carlo giuliani è una cosa seria e va rispettata, come il dolore dei suoi cari e l’azione di giustizia”. però questo è (anche) un blog di letteratura e chi ha scritto (wu ming) è (…..) qualcosa del genere.

  9. Caro De Santis, che quelli che lei (aderendo a un’etichetta giornalistica che il movimento ha sempre rifiutato con veemenza) chiama “no global” fossero contrari alla globalizzazione è una delle tante menzogne dette su quelle proteste. Non c’è mai stato un movimento più globale e pro-globale di quello. Del resto, fuori dall’Italia nessuno si è mai sognato di dire che si trattava di una lotta contro la globalizzazione. In Francia quel movimento si chiamava “altermondialiste”, in America addirittura “global movement”. Quello per cui si battevano (chiedendo la Tobin Tax ecc.) era una globalizzazione diversa, forse addirittura PIU’ globale di questa ma di certo più equa, rispettosa dei diritti e dell’ambiente. Quando poi il modello cinese (basato su una grande massa di lavoro sottopagato e privo di diritti) avrà dilapidato tutte le risorse proprie e altrui e non avrà più una goccia non soltanto di petrolio ma nemmeno d’acqua, dopo vedremo quale globalizzazione era più auspicabile.

  10. Prometto che dopo questo sto zitto -caro Canzian, mica invoco il modello cinese.Era solo per dire che quelli “nel cui nome” protestiamo e ci battiamo spesso sono più complessi di quanto le nostre etichette “altromondiste” possano far pensare.Vedi anche L’India, ora.e via così.E uso il noi, perchè purtroppo ho abbastanza età per avervi aderito a tali movimenti quando ancora si chiamavano roba tipo “terza internazionale” ecc.e tuttora in qualche modo seguo la discussione. Quanto alla definizione “no-global” è stata usata dal “global movement”. se poi il “movimento” è una miriade di “movimenti” e c’è chi usa definizioni e chi le contesta, quello è antico difetto (ci vorrebbe una multinazionale dell’altromondismo con un amministratore delegato di ferro e una linea certa).stop. Saluti.

  11. No, De Santis, lei ha informazioni sbagliate. L’etichetta “no global” è un’invenzione dei giornali, dettata un po’ da pigrizia e un po’ da malizia. A Napoli c’era una rete che si chiamava “No Global Forum”, nata per contestare un evento che così si chiamava, e i giornalisti presero a elidere la parola “forum”. Ecco nati i “no global”, che però non si sono mai chiamati così da soli. Basti dire che lo stesso Francesco Caruso, definito “portavoce dei no-global”, nel 2003 dichiarava:
    “Noi non possiamo dirci No Gobal, anche se ormai per semplificare ci chiamiamo cos0236. Non siamo No global, siamo anzi i figli ribelli di questa globalizzazione. Questo forse è il primo movimento globale che si batte contro le barriere alla globalizzazione. Quella globalizzazione che noi crediamo legittima, universale, necessaria. Quella dei diritti, delle solidarietà. Non dico che dobbiamo avere tutti un cellulare, ma almeno un bicchiere d’acqua potabile. Eppoi noi senza le reti telematiche globali, senza il Web, non saremmo mai esistiti.”
    E questa posizione era condivisa da tutti.

  12. Ciao a tutti,
    con un po’ di disgusto per certi post, intervengo per dire che:
    1) la ricostruzione Wu Ming è abbastanza esauariente e corretta sulla stato delle ultime acquisizioni fatte dalle varie contro-inchieste, tranne che sulla faccenda del colpo dum-dum. Probabilmente si trattava di un colpo in ‘sintetico’, da ‘allenamento…
    2) per ribadire che è essenziale aderire all’appello
    3) che sul sito piazzacarlo giuliani.org, trovate tutti i link per le varie controinchieste, la mia, quella di Pillola Rossa e le altre,
    3) Carlo Giuliani ha impugnato l’estintore per legittima difesa, per impedire che quella pistola che già sporgeva da decine di secondi dal lunotto posteriore del Defender sparasse nel mucchio.
    4)Carlo Giuliani era vivo quando è stato investito dal Defender e ormai morto quando qualcuno gli ha spaccato la fronte con un sasso
    Tutto il resto sono balle…
    HASTA
    Lello Voce

  13. PS: sono arrivato in Piazza alle 17,43, appena dopo che avevano picchiato Paone e distrutto la sua macchina fotografica, dopo poco sono spuntati tanti altri colleghi, tra cui, indimenticabile, Sismi-Farina. Forse ne abbiamo (io e Giacomo Verde) anche qualche immagine nel girato di Solo LImoni.
    >Ri-HASTA
    lello

  14. Diciamo che, fosse stato ancora vivo – benché agonizzante – prima della sassata in fronte, quella sarebbe stata il colpo di grazia. Chiedo a Lello Voce: è possibile che l’intento fosse quello, cioè finirlo?

  15. Direi di no
    la faccenda è complessa, una sinergia di incapacità, violenza, disinformazione (da ore girava la voce falsa di un morto tra i Carabinieri) voglia di vendetta. ecc.
    E’ una faccenda insieme complessa e terribilmente semplice. La verità, soprattutto grazie al nick Franti/Arto e a Pillola rossa la conosciamo, solo che non serve a niente, perche la sentenza del Gip che assolve Placanica lo fa in modo definitivo e non perché il proiettile è stato deviato dal supposto magico sasso, né per legittima difesa (contro un estintore vuoto!) ma perché secondo la sentenza è diritto di un Carabiniere sparare contro chi gli impedisce di fare il suo dovere. Vi sembrerà pazzesco ma è proprio così. Rimando aun mio pezzo su L’Unità:
    http://www.lellovoce.it/article.php3?id_article=122
    ma anche:
    http://www.lellovoce.it/article.php3?id_article=82

  16. Per essere più chiari: quando Carlo è stato colpito sulla fronte con il sasso era CERTAMENTE morto, quando è stato investito dal Defender era CERTAMENTE vivo, a colpirlo è stato un priettile di materiale sintetico di quelli che vengono usati per simulare irruzioni e similia in luoghi chiusi, si spiaccicano sul muro e evitano il pericolo del ‘rimbalzo’ che nel caso di una calibro 9 sono violentissimi in un luogo chiuso. Un proiettile del genere, sparato in faccia, a pochi metri risulta mortale, se invece attinge il bersaglio a distanza, è praticamente innocuo. Ecco perchè tante divise sparacchiavano nel mucchio su via Tolemaide. Ma davvero su Pillola Rossa.org troverete risposta a tutte le vostre domande.
    Carlo non è un eroe, nemmeno Pinelli lo è, nemmeno Ilaria Alpi, sono semplicemente vittime che attendono giustizia.
    Chi poi voglia scoprire la strana storia di 2 Carabinieri che erano a Mogadiscio mentre moriva Ilaria e a Genova menter moriva Carlo ( 1 era a Nassirya, quando esplose il camion e pare si sia comportato eroicamente) legga qui
    http://www.lellovoce.it/article.php3?id_article=82

  17. Certo, Lello, ma i carabinieri non potevano saperlo, che Carlo era certamente morto. Nel momento in cui uno di loro prende una pietra e la sbatte in faccia a Carlo, pensa di star profanando un cadavere o di finire un vivo? Entrambe le cose sono infami, disgustose, criminali al massimo grado. Però la seconda è anche più grave, secondo me.

  18. Caro Ale
    ovviamente non so rispondere alla tua domanda, posso solo offrirti qualche altro fatto che forse può essere utile:
    chi ha colpito Carlo con il sasso lo ha fatto dopo avergli alzato il pssamontagna. L’indumento NON reca alcun segno in corrispondenza della ferita a stella sulla fronte, ma solo il foro di entrata del proiettile sullo zigomo sinistro e traccia della ‘quasi uscita’ posteriormente al cranio. La ferita a stella sulla fronte NON risultava irrorata, il sangue che inzuppa il passamontagna sembra provenire solo dalla ferita da proiettile allo zigomo sinistro.
    Su una cosa però permettetemi di insistere, perchè è la tesi che sostengo da sempre, dal mio primo pezzo scritto per ‘L’Ora’ di Palermo due giorni dopo: Carlo agiva per difendere tutti, appena un istante prima la pistola era puntata contro un manifestante con la felpa grigia che fa appena in tempo a sottrarsi alla mira. allora arriva Carlo, la vede e raccoglie l’estintore. L’estintore ha già colpito una volta il Defender ed è stato respinto con un calcio da chi impugna la pistola, che dunque SA che è vuoto. Poi si gira verso Carlo, lo vede, e spara, tenendo l’arma di sbieco, come fanno i professionisti, impugnata a 2 mani. Spara due volte. Carlo cade. La jeep si riaccende di colpo, non è affatto bloccata dal cassonetto, ci sono foto che dimostrano che era a circa mezzo metro. Ma invece l’autista fa marcia indietro, travolge Carlo 2 volte e fugge via. E poi… e poi… ci sarebbe da passare la notte a scrivere post….
    Non lo farò
    bracci&baci
    lello

  19. Posto solo ancora due rimandi a dei pezzi davvero imperdibili su Pillola (alcuni anche scritti veramente bene), dopo aver precisato che comunque a Piazza Alimonda c’erano sia Carabinieri che Polizia di Stato e che comunque il comonod delle operazioni di piazza, per legge, tocca sempre a un funzionario di Polizia.
    ecco i rimandi
    per i CC in Piazza
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=
    categories&op=newindex&catid=3
    per i proiettili
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=categories&op=
    newindex&catid=3
    sui proiettili
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=
    categories&op=newindex&catid=3
    sui periti
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=
    categories&op=newindex&catid=3
    sul sasso e il passamontagna
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=article&sid=110
    e
    http://www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa/
    modules.php?name=News&file=article&sid=109
    ciao per davvero
    lello

  20. @ Lello Voce
    Non ho letto direttamente la decisione del GUP ma sono ragionevolmente certo che sia basata sulla norma giustificativa dell’uso legittimo delle armi (non la legittima difesa quindi) e questo anche in quanto si è ritenuto il colpo deviato dal sasso. In realtà la norma non incorpora esplicitamente i limiti della legittima difesa, in particolare quello della prporzionalità (è frutto della codificazione fascista), ma il giudice non poteva non ritenerlo operante dato che il limite della proporzionalità discende dalla Costituzione, che è successiva al codice penale.
    Poi sapevo che l’avvocato Pisapia che difende la famiglia Giuliani nel 2005 aveva trovato un elemento nuovo per riaprire il caso grazie a una tac e alla conseguente perizia secondo cui il colpo sarebbe stato diretto e e non deviato.
    Sarebbe comunque interessante poter leggere il primo proscioglimento del GUP, dentro un atto del genere c’è davvero una fotografia dello stato dei diritti in questo momento nel nostro paese.
    Se qualcuno ha un link lo ringrazio.

  21. Certi particolari tecnici, a mio modo di vedere, portano fuori strada, con tutto il rispetto eil dolore per la morte di Giuliani.
    Per esempio scrivere un proiettile con effetto dum-dum porta il lettore non esperto a fantasticare di chissà quale proiettile distruttivo, oppure, l’erudito ad immaginare un carabinere che si mette ad incidere in croce la punta dei suoi proiettili calibro 9 parabellum, per renderli quasi esplosivi(cosa non consentita dalla Convenzione di Ginevra).
    E’ una piccolo particolare ma anche questa conta, tant’è che s’è visto che il proiettile non era dum dum ma da esercitazione.
    MarioB.

  22. Eh Mario, facevano letteratura… 🙂
    L’unico modo per sapere cosa è successo è stare lontani dalla letteratura, cioè leggere le carte processuali.

  23. Un miserabile al cubo direi
    ciò che io precisavo rendeva la situazione ancor più grave che se si fosse trattato di un dum dum…
    questo gesuitismo che vi portate dietro come bava…. è quello che infastidice di più.
    lello

  24. Barbieri, sei uno schifoso, e mi prendo la responsabilità di dirlo. Sei una persona abietta, ogni volta lo dimostri, prima con Ciani e adesso con Giuliani.

  25. Il proiettile doom doom è anche l’ipotesi che c’è nel video scaricabile (che ho appena visto)… Segno che il dibattito è ancora aperto, anche se è probabile sia andata come dice Lello Voce. E comunque, signorini, voi siete al livello dei rap di Arbasino. Esistono argomenti che vanno ben oltre la portata dei vostri commentini da salotto blog-telematico, dovreste rendervene conto, e non fingervi quello che non siete. Siete cicisbei, continuate a fare i cicisbei.

  26. A proposito del proiettile: sì lo so da poco, (ieri), ricontrollo per capirci meglio
    ma secondo me, a quella distanza un dum-dum calibro 9 gli avrebbe dovuto staccare la testa, a meno che la carica non fosse depotenziata, ecc….
    lello

  27. Oltre a essere dei disgraziati avete anche qualche argomento serio sul fatto che sia sbagliato fare letteratura dove bisognerebbe cercare una verità processuale, o avete esaurito le cartucce?
    Ah, a Genova c’ero anch’io.

  28. Il problema, Barbieri, è che tu credi si stia sempre parlando di letteratura, anzi, dell’idea di letteratura del tale opposta a quella del tal altro. Tu credi che il mondo sia ristretto ai piccoli scazzi tra letterati, e così intervieni a sproposito, con sorrisetti, battutine ecc. Sei un poveraccio. Il video-controinchiesta parla di una pallottola dum dum: anche Giuliano Giuliani sta facendo “letteratura”? Ma dai, torna a giocare a Scarpa contro Genna, o a parlare di quanto fa schifo Pulsatilla…

  29. Se leggete l’ordinanza troverete che il GUP fa il ragionamento che avevo prefigurato sopra cioè ricerca – nonostante la possibilità di avvalersi di una norma scriminante (art 53 CP) dell’uso legittimo delle armi – i limiti molto più stretti ed esplicitamente codificati della legittima difesa (art 52 CP): vuole metterci una pietra sopra definitivamente, al riparo da ricorsi in Cassazione.
    Il punto da smontare sarebbe stato questo:
    “[..]le complesse risultanze tecniche danno atto della sicura direzione verso l’alto dei colpi esplosi al primo dei quali, solo per una tragica fatalità, è conseguita la morte del giovane Giuliani.”
    Vedi Lello Voce che le cose non stanno come dici tu, cioè che Placanica faceva il suo lavoro e questo solo basterebbe a giustificarlo.
    Occorre precisione, e il GUP la usa per chiudere il caso(ritengo per un provvedimento ingiusto). Evidentemente deve averlo fatto con una certa efficacia perché Pisapia non è riuscito a fare nulla.
    Poi vorrei aggiungere un’altra cosa. Il pezzo di WuMing non aggiunge nulla a quello che si sa, anzi concorre a farlo circolare nel solito modo approssimativo. Se si vogliono combattere certi figuri, quello non è il modo migliore.
    Ora vi saluto, continuate pure coi vostri “si vergogni”, quando parlerete di qualcosa che abbia sostanza ci risentiremo.

  30. Barbieri l’ordinanaza leggila tutta, come ho fatto io, anni fa, ormai (cazzo, sembra un secolo) e scoprirai che D’Aloiso segnala ENTRAMBI gli articoli. Lo scandalo, per quanto mi riguarda è l’applicazio del 53. Comunque, giudichi chi legge
    “La morte di Carlo Giuliani, attinto dal un proiettile di un Carabiniere che nel corso di una manifestazione ha fatto uso delle armi, impone prima di tutto di valutare se la condotta di PLACANICA sia scriminata dall’art. 53 c.p. che stabilisce la non punibilità per “il pubblico ufficiale che al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di fare uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità”.
    Non si tratta della legittima difesa ma di un potere più ampio, in cui la legittimità della reazione non è subordinata al limite della proporzione con la minaccia, purché non si eccedano i limiti della “necessità”, perché se questi vengono varcati ricorreranno gli estremi dell’art. 55 c.p. che punisce l’eccesso colposo, atteso che anche per i pubblici ufficiali l’uso delle armi costituisce una “estrema ratio” e dunque deve essere sempre preferito il mezzo meno dannoso. Ma quando l’uso delle armi sia ritenuto legittimo nel rispetto della proporzione, il verificarsi di un evento più grave non voluto non può essere posto a carico del pubblico ufficiale in quanto la prevedibilità di tale evento è intrinsecamente collegata alla componente di rischio insito nell’uso dell’arma da fuoco, unica in dotazione del pubblico ufficiale, e il .
    Fine pag 30 —
    suddetto rischio potrebbe scongiurarsi solo rinunciando all’uso dell’arma, normativamente autorizzato (Fattispecie in cui, riconosciuto leggittimo l’uso delle armi da parte dei Carabinieri che avevano mirato alle ruote per fermare un’auto in fuga, è stato escluso che essi potessero rispondere ex art. 55 c.p. della morte non voluta degli occupanti de l’autovettura Cass 22.9.200 – Brancatelli).
    L’uso di armi o di altro mezzo di coazione fisica (consistente cioè in una violenza materiale alla persona) non è punibile
    – quando il fatto è commesso al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio e per la necessità di respingere una violenza o resistenza all’Autorità
    – quando è autorizzato in modo specifico da una norma giuridica.
    In via generale, e dunque senza la necessità di particolari autorizzazioni legislative, la punibilità è esclusa quando si agisca per la necessità di respingere una violenza o una resistenza : l’Autorità, si tratti o no di violenza o resistenza costitutiva di uno dei reati di cui agli artt. 336 e ss. c. p.
    L’art 53 c. p. fa comunque salve, anche nei confronti dei pubblici ufficiali, le disposizioni di cui agli artt. 51 e 52 c.p. e giustifica il comportamento del pubblico ufficiale anche quando non sia diretto a reagire al pericolo di un’offesa ingiusta contro lo stesso pubblico ufficiale, trovando nell’art. 53 c.p. una esimente speciale in virtù anche del fine di adempire ad un dovere d’ufficio che qualifica la sua condotta.
    Si tratta dunque di una disposizione che completa quelle di cui agli artt. 51 e 52 c.p., conferendo una autonoma disciplina all’uso delle armi ed eliminando qualsiasi dubbio sui requisiti richiesti dalla legge perché il pubblico ufficiale o il privato non siano punibili.
    Trattasi, come si è detto, una scriminante più ampia della legittima difesa che trova più frequenti applicazioni in ipotesi di resistenza più che di violenza diretta nei confronti del pubblico ufficiale, ma è indubbio che il confine tra le due figure giuridiche, quando l’autore dell’evento lesivo sia appunto un pubblico ufficiale, può diventare labile.
    Non c’è dubbio, sulla base della ricostruzione dei fatti minuziosamente effettuata, che PLACANICA, comandato in servizio di ordine pubblico, fosse
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    pienamente legittimato a fare uso delle armi quando ricorressero i presupposti della necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’Autorità. E non vi è parimenti dubbio che la situazione in cui PLACANICA si è trovato ad agire fosse di estrema violenza volta a destabilizzare l’ordine pubblico ed in atto nei confronti delle stesse Forze de l’ordine, la cui incolumità era direttamente messa in pericolo.”
    Detto questo non commento nemmeno le tue opinioni sulla giustezza della sentenza: si è impedito di celebrare un processo, e questo è a mio parere scandaloso, si è impedito il contraddittorio e le magagne, se avrai la bontà di essere meno farisaico e di leggere anche gli altri link, erano davvero tante, anzi troppe.
    Mi pare inoltre che questo tuo gonfiar le penne presuntuosetto su robe del genere sia il segnale della tua pochezza globale: spiumato sei poco più di un galletto amburghese
    salutiamo
    lello voce

  31. Ecco, dove volevi arrivare. Ma non c’era bisogno di esplicitarlo, lo sapevamo già. A te sta sulle palle il fatto che si tratta dei Wu Ming. Avrebbero potuto scrivere qualsiasi cosa su qualsiasi argomento, tu ci avresti trovato comunque da ridire, e avresti comunque spostato l’attenzione dall’argomento a chi lo proponeva.
    Quello dei Wu Ming non è un documento, è un invito accorato a firmare un appello (di cui forniscono i link) e a scaricare una videoinchiesta molto importante (di cui forniscono il link), e anche a visitare il sito che contiene atti processuali e controinchieste (e ne hanno fornito il link). Un invito spedito a poco meno di diecimila persone e ripreso da molte altre, che probabilmente ha portato all’attenzione di molti ignari la lotta per avere la commissione parlamentare sui fatti di Genova, e il fatto che ci sono controinchieste e negli ultimi cinque anni chi era vicino a Carlo non è rimasto fermo. Credo che questo genere di iniziativa giovi alla “causa” molto più dei tuoi pelosi e inutili distinguo, per i quali vale il testo di un adesivo di Piermario Ciani che ho visto in rete: “ATTENZIONE: LIVORI IN CORSO”.

  32. PS: tanto per capirci e far capire a tutti: sulla base del 53, come lo interpreta il GUp potevano sparare anche durante l’irruzione alla Diaz, non so se mi spiego. Rileggete con attenzione quanto scrive…
    lv
    PS: il lavoro di Placanica non era sparare in faccia ai dimostranti. Tu lo sai bene che la legge italiane impedisce l’uso delle armi in ordine pubblico. Il cordoncino che lega la pistola alla fondina e che compare in OP serve prorpio a impedire che un manifestatnte possa impadronirsi dell’arma menter è NELLA fondina, dove DEVE rimanere…
    ma lo sai, lo sai, mastichi da leguleio, si vede dal gusto con cui usi espressioni giuridico-orride come ‘scriminante’, di scriminante, si dice discrimante, ma quando lo capirete tu e la D’aloiso?

  33. Non è vero che il 53 CP permette di entrare sparando alla diaz. Oggi questo non sarebbe possibile e infatti le forze dell’ordine sono sotto processo per quel pestaggio.
    Lello, questa non è poesia, non c’è sotto soltanto un linguaggio tecnico per cui l’art 53 CP è una “scriminante” o “causa di giustificazione”, ma la cosa è ancora più complicata perché si tratta di norme in sistema con altre in particolare con norme costituzionali approvate dopo l’entrata in vigore del codice penale fascista, e norme che puniscono comportamenti analoghi come reati.
    Il giudice ha dimostrato (a mio parere discutibilmente ma dalle perizio quello esce…) che Placanica ha agito rispettando i limiti ben più stretti della legittima difesa.
    Anche la frase che tu scrivi
    “lo sai bene che la legge italiane impedisce l’uso delle armi in ordine pubblico.”
    certo ci sono dei limiti, ma presa così genericamente non è vera, tant’è che a Genova erano tutti armati fino ai denti.
    Tu magari per passione fai discorsi trascinanti, ma resta il fatto che l’atto del gup è motivato bene (ma scusa, se non fosse così pensi che Pisapia sarebbe rimasto con le mani in mano?).
    Questo significa che è giusto? No, significa che c’è certamente un favore per la forza pubblica. Ma non credere che nel processo le cose sarebbero cambiate. Se le perizie erano quelle non cambiava nulla. Poi se vuoi sapere la mia opinione credo che sarebbe stato giusto applicare l’eccesso nella legittima difesa e punire Placanica. Però vedi che la tua passione non serve, ci vuole altro, la letteratura, la parola non funziona. C’è un altro sapere di mezzo che non è frutto di idiozia come lo dipingi tu. Ci vogliono perizie e tecnici del diritto, il resto sono esibizioni.

  34. Barbieri,
    io non penso affatto che il sapere giuridico sia frutto di idiozia e so bene che occorre ben altro che poesia, in questi casi: infatti ho lavorato per circa 3 anni a una controinchiesta, visionando centinaia di foto e filmati, facendomi una ‘cultura’ balistica, ecc…
    Le osservazioni che con gli amici di Pillola Rossa (con i quali mi identifico) abbiamo portato avanti non erano poesia, né letteratura, tanto è vero che molte delle nostre acquisizioni (prima di tutto nella sintesi che ne dà il nick Franti) sono finite in dibattimento.
    La mia tesi di fondo, comunque, continuo a sostenerla più o meno da solo e cioè che Carlo abbia agito (LUI!) per legittima difesa. Ora sì, devastato dalla rabbia e dalla delusione per la giustizia italiana, ci ho scritto su qualche verso, ma prima nessuno, per quanto mi riguarda faceva letteratura. Con Giacomo Verde abbiamo fatto un video ‘artistico’, Soo Limoni, ma perché pensavamo che uno sguardo diverso su tutta genova potesse essere utile.
    Su Pisapia: NO COMMENT, per quanto riguarda la sua conduzione legale, PFUI per l’uomo, visto che è stato l’unico parlamentare a sostenere, con firma, la proposta di legge che concedeva automaticamente il porto d’armi ai militari. Non basta che qualcuno sia di RC perché mi sia simpatico…
    Tieni presente che le conclusioni della mia controinchiesta, poi pubblicata da Sherwood sono state nelle mani della Redazione di Liberazione per mesi, senza che alcunché fosse pubblicato.
    lv.

  35. Aspetta Lello, non volevo dire che la letteratura non ha un ruolo in questo caso. Mi viene in mente un’intervista a Scarpa su Fernandel dove critica il ruolo dello scrittore come “bestiolina da allegoria”, uno scrittore può anche raccontare gli orrori di Bolzaneto con tutta l’oggettività possibile, dice.
    Forse sbaglio ma credo che manchi un libro così, un libro oggettivo, accurato (la stessa cura che ti fa intervenire per scrivere che il proiettile non è dum-dum per intenderci) però anche che formi un’immagine complessiva dell’orrore totale che è accaduto a Genova, le prigioni illegali create dal governo, la presenza dei politici, le cariche delle forze dell’ordine contro il corteo autorizzato che poi ha innescato quelle reazioni dei manifestanti, le testimonianze in parlamento delle persone coinvolte, del ministro che disse non è successo nulla, mentre cittadini stranieri e italiani venivano sequestrati e torturati a Bolzaneto e nell’altra prigione illegale, l’infermiere che parlò e poi fu minacciato pesantemente, e tante altre cose… Un testo che con le armi della letteratura e col rigore dell’istruttoria dia conto del fatto e di quello che passava per la testa della gente, dei sogni come delle porcherie, mi pare che manchi. Penso a un “Gomorra” insomma, soprattutto inattaccabile dal punto di vista della ricostruzione dei fatti (non “letteratura” ma “letteratura al servizio di…”). Con parecchia coscienza e capacità si potrebbe fare, e sarebbe un’immagine che resterebbe, utile.

  36. Scrivo aggiungendomi ai commenti perché spero che la cosa giri e perché credo che sia collegato.
    Ieri i compagni coinvolti neglio scontri di corso Buenos Aires sono stati condannati a 4 anni di galera. Quattro anni, cristo!
    E sarà un caso che questa condanna mostruosa arrivi proprio adesso, vicino all’anniversario di Genova?
    Fate girare, dobbiamo attivarci.
    E non è solo politica, la cosa (non lo è mai, ma questa volta tanto meno), mi viene da piangere a pensare a quei compagni.
    Facciamo qualcosa.

  37. Vorrei semplicemente dire che i VERI EROI sono quelli che fermano i carri armati senza passamontagna (vedi piazza TIENANMEN!!!!!)non quelli con sanpietrini ed estintori in mano!!! Capiamoci bene, eroi non sono neanche coloro che sparano in faccia alla gente!!! Vorrei solo avere una risposta a qesta semplice domanda: Perchè Carlo Giuliani è andato a Genova? Qui sta il problema, perchè per combattere le decisioni assurde prese ai G8 è necessaria intelligenza, furbizia e astuzia non forza e lotta fisica. Grazie. Ciao

  38. Una Commissione per sapere
    Giuliano Giuliani
    Cinque anni dopo, ieri. In piazza Alimonda. Alle 17 e 27. Nelle edicole un dvd con le immagini, fotografie e filmati che mostrano quello che è davvero accaduto.
    Chi lo ha guardato rivede nella piazza le scene, le sequenze, valuta le distanze, ricostruisce i fatti: come sono avvenuti e non come hanno inventato.
    Una emozione in più. Una sorpresa, una conferma.
    Guardiamoli allora, ancora una volta, i fatti.
    Un contingente di circa cento carabinieri, che poco prima aveva trattato un manifestante «catturato» in pieno stile Abu Grahib, si produce in un attacco insensato al corteo che in via Tolemaide, dove è regolarmente autorizzato, è sottoposto da oltre due ore a cariche ingiustificate. È un attacco di fianco, con chiusura delle vie di fuga. Fuori da ogni regola, quindi. L’attacco viene giustificato dai responsabili di piazza sulla base di una plateale menzogna. Sostengono che c’erano nella piazza centinaia di manifestanti aggressivi e minacciosi. Le immagini mostrano soltanto un anziano in pantaloni corti e ciabatte, non particolarmente aggressivo. Tutto fa pensare alla costruzione di una trappola. Infatti, dopo meno di un minuto, il contingente si ritira precipitosamente, scappa, invitando così alcune decine di manifestanti (e non le centinaia o migliaia che dicono) a rincorrerli. Due defender proseguono a marcia indietro, i carabinieri a piedi sono più veloci, li sorpassano. Poi, in una manovra incomprensibile, i due defender si ostacolano e uno di essi si appoggia a un cassonetto per l’immondizia rovesciato e lì da alcune ore. Un manifestante corre verso il defender, raccoglie da terra un estintore (uno dei due che gli stessi carabinieri portano in piazza) e lo lancia da circa tre metri verso il defender. La pistola è già impugnata. L’estintore picchia sul bordo superiore del finestrino (d’altra parte la suola dello scarpone è sufficiente a renderlo inoffensivo) e rotola distante, a oltre quattro metri. Carlo è giunto nei pressi del defender, sul lato destro, totalmente fuori della visuale dello sparatore, che arma la pistola e ripete più volte «vi ammazzo tutti». Vede per terra l’estintore, si china a raccoglierlo guardando in alto davanti a sé perché vuole disarmare lo sparatore. È a quasi quattro metri dal defender. Partono due colpi in rapida successione, il primo colpisce Carlo poco sotto l’occhio sinistro. Colpo diretto, mirato, ad altezza d’uomo. I consulenti inventano il colpo per aria deviato da un calcinaccio. Ma è un imbroglio. Il dvd mostra l’ingrandimento del filmato durante gli spari. La pistola è orizzontale. Chi spara? Un giovane ausiliario non dovrebbe usare proiettili speciali o truccati (la deviazione del calcinaccio con conseguente scamiciatura del proiettile viene adottata per cercare di giustificare l’incompatibilità di foro d’entrata e d’uscita con un calibro 9 parabellum). E poi, in quanti sono su quel defender? E dopo, quale carabiniere spacca la fronte di Carlo morente con una pietrata? Atto infame che una inqualificabile scena cinematografica ideata sul momento cerca di attribuire a un manifestante («lo hai ucciso tu, col tuo sasso…»).
    Ecco a che cosa serve un processo. A tradurre in sentenza l’evidenza delle testimonianze inequivocabili. Non ci arrendiamo alla mediocrità di un’archiviazione, continueremo a chiedere un dibattimento nel quale affrontare tutti i falsi e tutte le contraddizioni.
    E le responsabilità politiche? Le responsabilità della catena di comando? Una recente trasmissione televisiva (sembra incredibile che sia apparsa in RAI, forse un segno di tempi nuovi) ha mostrato le incongruenze operative dei reparti dei carabinieri nella giornata di venerdì 20 luglio, la autonomia delle decisioni, spesso in aperto contrasto con le indicazioni delle centrali operative. Perché? Perché il protagonismo violento di reparti mobili della polizia e della guardia di finanza nella giornata di sabato, e poi la mattanza alla Diaz, e poi le torture a Bolzaneto? Che cosa è stato deciso nella notte di venerdì, dopo l’assassinio di Carlo?
    Ecco a che cosa serve una commissione parlamentare d’inchiesta. Ho letto che Luciano Violante non è d’accordo. Meglio, non è più d’accordo. Infatti due anni fa, durante un dibattito alla Festa nazionale dell’Unità (si era riusciti a convincere gli organizzatori a rinunciare ad offendere Genova con l’invito di Scajola), si disse favorevole. Mi auguro davvero che ricambi nuovamente opinione. Mi permetto di ricordare che il 20 luglio 2002, quando venne in piazza Alimonda, non riuscimmo ad arginare i fischi, ma Violante riconobbe che quando si sbaglia (si riferiva al ritiro della partecipazione alla manifestazione del sabato) c’è sempre qualcuno che ce lo ricorda. Non vorrei proprio che la storia si ripetesse, questa volta in forma di farsa come ci insegnano i classici. La richiesta della commissione è nel programma dell’Unione, scritta in termini chiari ed inequivocabili. Sarebbe davvero maldestro pretendere coerenze su aspetti che possono prestarsi e interpretazioni meno univoche.
    Le persone che ricordano, le persone che affollano piazza Alimonda non hanno dubbi. La verità non serve a Carlo, serve al Paese, come abbiamo detto tante volte. Non stanchiamoci di pretenderla.

  39. PS: posto questo bel pezo di Giuliano uscito sull’Unità
    a Marco che si chiede perché Carlo fosse andato a genova è facile rispondere che Carlo a Genova ci abitava. Era la sua città.
    Non quella delle 3 B e dei loro complici
    lv

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