Se c’è un’argomentazione che trovo, senza mezzi termini, ignobile, è il “dove sono le femministe?”. Viene brandita dalle destre, d’abitudine, con quei bei titoloni che fanno tanto comodo a coprire sprezzo e distrazioni. A volte viene brandita anche dalle donne, a sorpresa: avvenne, a mia memoria, per le donne curde, quando chi nelle lotte non si era mai visto twittava la stessa frase. Non so quali siano i motivi: se disinteresse, disinformazione, altro (e sull’altro non indago). Anilda Ibrahimi scrive un articolo sul Domani dove lamenta il disinteresse delle giovani donne verso le sorelle iraniane: è falso. E, oltretutto, questo dare la colpa alle giovani per ogni cosa è insopportabile. A meno che Ibrahimi, con quel “dove sono le femministe?” non intendesse “alcune” femministe, e si chiedesse perché Tizia e Sempronia non avessero parlato. Se così fosse, la risposta è semplice: non sono necessarie le singole, è necessaria la comunità. E quella c’era, eccome se c’era.
Categoria: Ancora dalla parte delle bambine
Molti anni fa (era il 2005), mi infilai in una polemica letteraria sulla cultura popolare: brutto termine, in verità, almeno in italiano, perché le due parole sembrano annullarsi a vicenda in un contesto come il nostro, purtroppo. Allora, come oggi,…
Tocca ritornare su vecchi temi, ed è quanto meno noioso. Ho letto della statua intitolata alla Spigolatrice di Sapri dove l’attenzione del realizzatore è stato focalizzata sul posteriore della fanciulla. Ho letto delle polemiche. Ho letto la risposta dello scultore…
Hina ha vent’anni, è pakistana, vive a Brescia: viene sgozzata dal padre e dai parenti l’11 agosto 2006 perché i suoi comportamenti sono giudicati riprovevoli (convive con un ragazzo, non intende piegarsi ad un matrimonio deciso dalla famiglia, veste in…
Proviamo a metter giù un tassello per un discorso scomodo. Ovvero, il passaggio che nei decenni ha portato dalla liberazione (della sessualità, dagli stereotipi, dai pregiudizi) alla protezione: occorre essere, ovvero, protetti da immagini e parole che possono ferirmi/influenzarmi/definirmi. Ho…
Primavera 2021. Si sostiene che denunciare uno stupro in ritardo è segno di consensualità. Si riceve la solidarietà di altri padri, e non solo. Inverno 1988. Una trasmissione popolarissima manda in onda in prima serata questo video. 1973. Franca Rame….
Perché la re-genderizzazione (continuiamo a chiamarla così) applicata alla letteratura è una gabbia e non un passo verso la libertà? Intanto, perché costringe chi scrive, ma le scrittrici in primo luogo, a seguire, volendolo o no, consapevolmente o no, uno…
In un importante, denso articolo di Emma Gainsforth si affronta una questione molto, molto complicata cui ho almeno fatto cenno nei giorni precedenti, qui e altrove. Cosa succede quando le istanze dei movimenti vengono cannibalizzate dal marketing? E, allargando il…
Mentre mi districo fra i meme e le foto di mimose, cerco non di trovare un senso, perché l’8 marzo un senso ce l’ha eccome, ma di formulare un desiderio. Perché ormai lo sappiamo, giusto? E’ il giorno delle lotte,…
Quando si è fermi si rimugina, e io rimuginavo pure prima, quindi figurarsi in questi ultimi mesi. Pensavo, in questi giorni, a quanto diventa difficile per chi, come me, è nella più-che-maturità reggere l’ondata competitiva (oh, giustamente competitiva) delle più…