COME FARE UNA COMPILATION E FINIRE DA HUSSERL AGLI ANIMALS

Divagazioni. Ieri pomeriggio, mentre tre quarti delle mie sinapsi si appassionavano sempre più a Radiant Cool (cercate di capirmi: una fenomenologa che si trova contemporaneamente a indagare sul rapporto fra cervello e coscienza, sulla possibilità di far coincidere percezione e realtà, più un delitto, è per me cosa ghiotta), il quarto rimanente stava scaricando qualcosa dei fondamentali del rock ad uso e consumo della generazione successiva (la quale, giustamente, da loro è passata a loro).

Per farla corta, m’imbatto in The house of rising sun. Scatta il collegamento con La meglio gioventù (scontato, ma poco evitabile: la mente, dice la mia fenomenologa, è sovrapposizione. Poi, cosa nei neuroni li renda il regno della sovrapposizione, è il punto, l’aleph, eccetera).

E mi sono venuti in mente i non pochi libri che si stanno dedicando agli anni Settanta. Di cui forse il più monumentale, fra i recenti, è quello di Bruno Arpaia, Il passato davanti a noi. Così, mi sono andata a rileggere due frasi che sono nelle ultime pagine: “Insomma, avete perso”. E, poche righe sotto: “però quell’aria di fraternità, di collettivo, vi si stampò sul corpo come una cicatrice, poi come un lungo, lunghissimo rimpianto”.

Ecco. Qui la chiave e qui anche il perdonabile limite del libro. Perché il rimpianto lo percorre dalla prima all’ultima pagina, inseguendo e delineando con precisione chirurgica la storia di un gruppo di ragazzi della provincia di Napoli: dal 1973 del golpe cileno, con quello che fu per moltissimi il risveglio della coscienza politica, al calar del sipario sull’utopia, il sequestro Moro. Come nella Cripta della civiltà che si trova ad Atlanta, e contiene tutti i possibili reperti del primo Novecento da consegnare ai posteri, Arpaia inserisce nel romanzo dettagli su dettagli: le canzoni di Guccini, gli spettacoli di Dario Fo, Ultimo tango a Parigi. Ma come per l’angelo di Benjamin (che Arpaia ben conosce, avendogli dedicato un bel libro), volare all’indietro fa forse dimenticare che anche grazie a quegli anni un’altra generazione – l’attuale- ha imparato a pensarsi come un “noi”. Per fortuna. 

Fine della divagazione, torno ai misteri della coscienza senziente.

21 pensieri su “COME FARE UNA COMPILATION E FINIRE DA HUSSERL AGLI ANIMALS

  1. Vogliamo dire che “usare” uno strumento è più divertente che criticarlo?…che so…un computer, un libro, il linguaggio, una mazza…da baseball, il cervello, una bici……..

  2. Sempre per fare il guastatore: a chi fosse interessato alla contro-utopia settantiana, quella che poi è sfociata nella poltiglia aennina dove ex-dc e postfascisti si stringono la mano come novelli compagni di merenda consiglio “Io non scordo” di Gabriele Marconi (Fazi).

  3. achtung pargoli! la vostra mamma finge di sentirsi coinvolta nella rutilante epopea del rockenròll, mentre in realtà sta solo cercando di portarvi alle variazioni goldberg per via traversa! lotta continua piccini: sfondatele i timpani col blitzkrieg bop…

  4. Cara Ellelle, scrivo reagendo a tre “mot valise” del tuo post. il primo è Husserl che mi rinvia immediatamente a Edith Stein, filosofo(a) troppo trascurata(o)di questi tempi.Eppure, quanto ci servirebbe rileggere le sue ricerche sull’Empatia, in un’epoca che si vuole dominata da epa(te)tici “vomissements”!!!!
    due. Il link alle generazioni future. Come ci siamo detti a Torino questi ragazzi c’hanno un’energia
    (the good ones) che mi riempie il cuore di gioia al solo pensarci. Trovato un commento che gaceva così:
    IL MIO IPOD è RESUSCITATO!!!
    MIRACOLO!!!
    frase che avrei potuto dirmi anch’io tre mesi fa.
    tre.quattro cinque…
    effeffe

  5. effeffe, comincio dall’Ipod perchè in effetti ha del miracoloso che uno shuffle che si è fatto un giro in lavatrice, centrifuga inclusa, e sia stato pianto come morto per dieci giorni, sia improvvisamente tornato dall’aldilà vivo e vegeto…
    Secondo: concordo pienamente su Edith Stein. Quasi quasi occorrerebbe rinfrescare la nostra memoria comune anche in rete, in proposito…
    @teenage lobotomy: tsk, guarda che i due già fischiettano da anni la scena finale di Don Giovanni (lo so, il verbo fischiettare farà venire le convulsioni a Paolo Isotta, lo so…). E poi a chi credi sia stata rubata la gonna punk esibita dalla metà femminile della prole, eh?

  6. Esiste anche la nostra generazione. Bisognerebbe capire però qual è il nostro vissuto collettivo. Io ancora non l’ho capito. Però mi dico: ci vuole per forza un cemento forte per creare una generazone?

  7. @Lucio Angelini. Ecco una eccezione alla regola: Mauro Rostagno, di Lotta continua: da una rete televisiva privata trapanese attaccava la mafia e la borghesia mafiosa della provincia, facendo nomi e cognomi e raccontando fatti (mica l’aria fritta di Gad Lerner). Morì ammazzato e oggi nessuno parla più di lui. La sinistra che in Sicilia ha lottato contro la mafia è quella del primo sindacalismo.

  8. Noto spesso uno strano compiacimento in chi scrive: la camorra ha superato la mafia siciliana; l’ndrangheta è più potente di cosa nostra. Mi ricorda i fumetti della marvel. Che cosa significa “ha superato”? “E’ più potente”? Le mafie hanno le proprie specificità.
    Per quanto riguarda la sinistra anni settanta: credo che il principale errore che abbia compiuto sia stato non capire che la mafia ha una composizione transclassista

  9. @Lucio Angelini
    Copioincollo un messaggio lasciato a Franz qualche tempo fa in cui si discuteva di sport (calcio):
    il gioco, quella sana malattia del giocare ad ogni costo e sfidando ogni pericolo costi quel che costi, è un vero antidoto al potere. A proposito di questo una storia bellissima me l’ha raccontata un filosofo italiano geniale di cui tacerò il nome. Siamo alla fine degli anni settanta e molti intelettuali di potere operaio si ritrovano in cella. In uno di questi carceri i detenuti politici e quelli legati a mafia e camorra si dividono l’ora d’aria e il cortile. Si organizza un torneo di tennis e in finale i ritrovano i due autorevoli intellettuali contro due capi mafiosi. Inutile descrivere-mi raccontava- la tensione nei giorni precedenti e comunque a qualche ora dalla partita c’era stato un chiaro messaggio minaccia: o perdete o perdete. A questo punto lui mi racconta di come in una situazione di parità nella fase finale sia lui che il compagno si sentirono come posseduti da quel demone del gioco e vinsero. Le notti successive furono pare un inferno. Ma molti anni dopo al solo ricordo ne veniva fuori un’esperienza come di paradiso.
    Comunque per la bibliografia raccomando questi due libri
    Le Football , ombre et lumière de Eduardo Galeano. Michéa Jean – Claude , Galeano Eduardo .
    Michéa Jean – Claude , LES INTELLECTUELS ET LE FOOTBALL
    effeffe

  10. Io credo che il punto cruciale (e che avrebbe meritato uno sviluppo più ampio, in fondo) del libro di Arpaia sia quello dove l’autore fa capire che mentre quei ragazzi si occupavano del Cile, o di Londra, o della rivoluzione proletaria, etc. etc., nel frattempo la camorra occupava e devastava il territorio e il tessuto sociale, senza che ne ne rendessero conto. Insomma, un vero atto di accusa alla loro cecità.
    Non è un libro che vuole essere nostalgico, anche se ci casca continuamente nell’autocelebrazione.
    Poi, Nicolò, su quello che dici (sui nostri 20 anni) io ho cercato di dare una risposta nel mio ultimo… Volutamente “leggera” ma spero niente affatto “superficiale”.
    Sia come sia nessuno sceglie di avere 20 anni in un dato periodo. E nessuno, perciò, ha il diritto di opporre i propri 20 anni come gli unici degni di essere raccontati. (cosa, ben inteso, che Arpaia non fa affatto).
    Io per natura sono fiducioso. Credo in questi ragazzi (se no non si spiega perché ci mettiamo ancora a fare figli!)

  11. le “generazioni” si credono tali finché non entrano in ballo roba e potere.
    è da lì in poi che comincia la parte interessante, perché vedi cosa sono capaci di fare (e, se del caso, di farti) i compagni di un tempo.

  12. Lippe, perche’ la versione degli Animals? E quali sono gli altri fondamenti? Su, faccia una lista 🙂
    [OT] Con Firefox (1.5 aggiornato) il suo template è sballatissimo: viene tutto in colonna. Si può fare qualcosa? O sono l’unico ad avere queste visioni?

  13. La lista è lunga: in sintesi-sintesi, Clash, Lou Reed, Patti Smith, Pink Floyd, Yes, Ramones, Queen, Guns N’ Roses, Led Zeppelin, Rolling Stones, Nirvana,Sex Pistols, U2.
    So di aver lasciato fuori un sacco di roba, ma c’è chi sta rimediando 🙂
    Anch’io uso firefox ma il template si vede. Oddio.

  14. anche a me Lipperatura appare spesso ‘in colonna’ poi esco e rintro e riappare con tutte le cose al posto giusto, sembra che si sgranchisca le colonne causa dolori articolari.
    besos

  15. Buongiorno a tutti. Io i settanta li ho vissuti andando scuola, alle superiori e non solo… sarò banale, ma dico che alla politica ci si credeva.Anche troppo, dove per’troppo’intendo: fino a uccidere persone inermi e innocenti per essa (terrorismo). Gli ideali (presunti tali e veri) e la morte nella Storia sono andati e vanno a braccetto. Alla Signora Lipperini chiedo (con dignità) se le posso spedire il mio romanzo (piccola casa editrice…) sugli anni settanta.
    grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto