COME PINOCCHIO NELLA BALENA

"Il mondo è abbastanza grande, un luogo per andare via ci sarà sempre: è
da se stessi che è impossibile fuggire. Per espatriare da se stessi
bisogna distruggere quelle patrie che ci imprigionano,
disindividualizzare la nostra vita. Per poterlo fare bisogna
addentrarsi nella balena, non come Giona, ma come Pinocchio: non per
tornare ad obbedire al Grande Padre Castratore, ma per donare al
piccolo vecchio padre falegname quella vita di cui non ha goduto, dopo
aver schiacciato col martello il Grillo parlante della nostra
coscienza. Per diventare altri.
Riconoscere come nostro ciò da cui vogliamo liberarci è il primo passo".

Girolamo De Michele a proposito de La terra di Sergio Rubini, e di molto altro, su Carmilla.

3 pensieri su “COME PINOCCHIO NELLA BALENA

  1. Veramente notevole, appena letto su carmilla. Bravo girolamo, davvero. E’ quasi commovente vedere chi ancora si muove con un passo “pedagogico”, pasoliniano, e riesce ancora a regalarci riflessioni, argomentazioni. Nonostante il fetore insopportabile. Tutto qua.

  2. non ho ancora visto il film di Rubini e comunque l’articolo di Girolamo è vero a prescindere e lo condivido. Il caimano spesso è in noi (o…ehm, nelle vicinanze) e altrettanto spesso non siamo capaci di vederlo e di valutarne la portata.
    Sconfino in quasi OT.
    Ci sono anche dei comportamenti che spesso scambiamo per ‘civili’ nei modi e nelle forme che sono invece gabbie mentali in cui altri ci costringono e in cui noi collaboriamo nella veste di vittime e di replicatori. Mi riferisco per esempio alla recente strombazzatura dei fischi alla Moratti e al coro di mea culpa cui ci sentiamo (a prescindere dalla presenza e partecipazione all’atto) costretti. Pregherei tutti di leggere Babsi per ridimensionare la disinformazione sistematica e pregherei molti opinionisti sinistri di considerare il fatto che i fischi erano diretti alla figlia e che gli eventuali meriti del padre non si ereditano nè per sangue nè per atto notarile. Bisognerebbe anche informare il padre di codesta siura che la figlia se la faceva (governava) con persone che hanno sostenuto che gli antifascisti nel ventennio si facevano delle gran belle villeggiature a spese dello stato. Ha governato e si è proposta alle elezioni (quindi qualcosa ha condiviso) con gente che ridimensiona la questione lager e che a volte ne nega l’esistenza. Mi sto limitando alle cose minori e relative al 25 aprile, non al merdaio scuola. Ma a nessuna sinistra viene in mente che un simile personaggio possa essere oggetto di disgusto per molte persone che, purtroppo, non riescono a essere frenate dall’aplomb oxfordiano che invece un Bossi, un B., un Calderoli, per dire, mantengono in ogni circostanza. Noi davanti a un ‘coglioni’ a reti unificate si deve abbozzare, si deve abbozzare pure davanti alla vergogna dei falsi brogli, si dovrà abbozzare anche sui prossimi tentativi di rendere impossibile la governabilità ecc. Ma dobbiamo sempre e solo subire l’arroganza di questi sporchi figuri? Abbiamo o non abbiamo consapevolezza di quello che rappresentano? possibile che senza una nostra collaborazione attiva al senso di colpa indotto riescano sempre a metterci all’angolo per via delle ‘cattive maniere’ di cui loro largheggiano e a nostro danno?
    Per tornare a quanto scritto da Girolamo, ben venga la liberazione dal Caimano in noi, ma ben venga anche l’opposizione decisa, reale (non necessariamente gridata, ma volentieri non violenta) a tutte quelle manipolazioni di cui siamo oggetto e che ci fanno sentire non ‘a la page’ tutte le volte che si alzano un pò i toni fosse pure solo per urlare che questa gente ci sta soffocando con la pagliuzza del nostro occhio scambiata per la trave del loro.
    Please, leggetevi Babsi anche per la giusta dimensione delle altre ‘violenze’ a Milano.
    besos
    p.s. se poi fossero passati accanto alla siura con fare schizzinoso e snob (speculare al suo) avrei preferito, se le avessero disegnato un pesce d’aprile sulla giacchetta avrei riso, se…

  3. devo, al solito, protestare su questo punto.
    pinocchio non finisce nel ventre della balena, come giona.
    finisce nel ventre del PESCE-CANE, che va scritto col trattino, come nel libro.
    scrivere cento volte PESCE-CANE.
    il film di rubini non mi ha convinto.
    e chissenefrega, diranno i miei piccoli lettori.

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