COME UN RACCONTO DI LOVECRAFT

Segnalazione numero uno. Questa sera alle 21 (replica domani alle 9) su Millepiani, la trasmissione di Nanni Balestrini e Maria Teresa Carbone in onda su Cult Network Italia, intervista a Toni Negri. Che dice, fra l’altro, “Io penso che oggi ci sia la possibilità della costruzione di un’organizzazione mondiale, non le nazioni unite, ma moltitudini unite, che assume non il tema del mantenimento dell’ordine come l’ONU alla fine della seconda guerra mondiale sulla base di rapporti prestabiliti da quella che era la potenza bellica, e la vittoria del mondo occidentale: un’organizzazione sociale per la trasformazione del mondo. L’imperialismo è finito, le singole nazioni non riescono più a sviluppare meccanismi di repressione, di colonizzazione di altre parti del mondo. La miseria sussiste, ma c’è al nord come al sud, nelle banlieues delle grandi capitali del nord. Il centro di Johannesburg non è diverso dal centro di Shanghai o da quello di New York, ma intorno c’è questo accumulo di miseria che la globalizzazione poi dinamizza, inserisce nei circuiti dell’emigrazione. I confini non ci sono più”.
Segnalazione numero due. Su Carmilla, in due puntate, lungo intervento di Vittorio Catani dal titolo C’è qualcosa di nuovo che avanza… anzi, di giurassico. Uno stralcio:

“Uno dei più (giustamente) noti racconti fantastici di Howard Phillips Lovecraft, L’estraneo (1921), narra di un individuo che ha vissuto anni in una zona rischiarata da una persistente luminosità crepuscolare, completamente isolato, cibandosi di erbe e piccola selvaggina locale. Di colpo è come se si risvegliasse: si osserva intorno stupito, il tempo trascorso sembra un sogno o un incubo strano e distante, si meraviglia di esser sempre rimasto lì ignorando quanto non fosse ogni sua personale necessità contingente. Ora deve sapere. Scopre, guardando in su, che il “cielo” sembra un lontano soffitto in forma di torre o camino chiuso. L’individuo, improvvisamente tormentato dalla curiosità, azzarda una faticosa salita arrampicandosi sulle pietre. Giunto al “tetto” lo solleva come fosse un coperchio, scoprendo “fuori” un panorama assolutamente nuovo. Esce, intuendo di trovarsi solo ora al livello del suolo: dunque prima ha vissuto per anni sepolto, lontano dalla realtà. È notte fonda e il chiarore argentato della luna lo stupisce. Gli giungono sprazzi di una musica dolce, lontana: calamitato, si avvia verso il richiamo. Giunge a una sorta di castello. Si inoltra di nascosto: dalle finestre a livello del suolo scorge persone ridenti vestite a festa, che danzano in un salone riccamente arredato. Decide di unirsi alla comitiva, dimenticare, recuperare i decenni perduti in un’ibernazione insensata. Attraverso un finestrone mette piede nella sala.

Ma ecco, tutto cambia: la musica tace, i festanti si bloccano con una smorfia atroce sui volti, arretrano urlando. L’individuo intravvede in lontananza un essere d’una mostruosità assoluta che pare voglia anch’essa infiltrarsi nella festa. Forzando il disgusto, avanza verso il mostro. Il silenzio è divenuto tombale. Anche il mostro va verso di lui. L’individuo tende una mano per toccarlo, il mostro lo imita. Solo allora, al tatto, si rende conto sconvolto di trovarsi di fronte a qualcosa che non aveva mai visto: uno specchio, riflettente la sua immagine.

Perché descrivere dettagliatamente, forse pedissequamente, questa storia? Perché essa mi sembra abbia più d’una analogia con la “nostra” attuale condizione. Per anni abbiamo tutti dormito sonni malati, in realtà sapendo nel nostro intimo più riposto della nostra condizione anomala, ma rimandando sine die il momento della verità. Alla fine qualcosa ci svegliato bruscamente: le nuove telecomunicazioni, l’emergere del Villaggio Globale, il poter essere contemporaneamente compresenti – sia pure virtualmente – in ogni zona del mondo attraverso resoconti e immagini. Il flauto magico dei cavi telefonici, della grande rete, delle tecnologie wireless, ha mostrato l’altro volto: ha scoperchiato la pietra sotto cui avevamo rimosso il magma verminoso che ora improvvisamente ci aggredisce, e nel quale rispecchiamo il nostro autentico essere: la mostruosità. Impossibile per tutti noi, dopo il risveglio, ignorare ancora la reale condizione del mondo, soprattutto ignorare i motivi per i quali il mondo rispecchia la nostra mostruosità: abbiamo vissuto per secoli, viviamo tuttora, in una eterna festa danzata vampirizzando ricchezze altrui, avendo ucciso o provocato la morte di milioni di persone, avendone ignorate le necessità, non spostando un dito per intervenire concretamente, depredando, devastando irreversibilmente ambienti, sostenendo mafiosi governi fantoccio, compromettendo masochisticamente il nostro stesso futuro e quello dei nostri figli, imponendoci al mondo con quella che definirei “la ragione della forza” (parafrasando qualcuno che pubblica libri, “la maggiore scrittrice italiana” che inveisce dal suo eremo ma difficilmente si risveglierà)”.

78 pensieri su “COME UN RACCONTO DI LOVECRAFT

  1. Credo che girolamo abbia toccato un tasto dolente riguardo al modo in cui di solito viene inquadrato Toni Negri: il mai defunto problema del ‘cattivo maestro’. Personaggi come il tizio di cui sopra hanno gioco facile nell’introdurre la versione satanica di Negri e dopo aver preparato il terreno procedono con demolizione per niente articolata, ma molto Fallace. Temo che anche Valchiria sia stata suggestionata da questo bel giochino al massacro. Siccome sul Toni sono piuttosto ignorante, non farò affermazioni prima della lettura delle sue opere (credo un po’ in la’ nel tempo), ma mi permetto di consigliare alle Valchirie, che forse ignorano le versioni non RAI/Mediaset sugli anni di piombo e sul 7 aprile ‘l’orda d’oro’ di Balestrini o piu’ modestamente questo link: http://www.carmillaonline.com/archives/2004/03/000662.html
    Buona notte a tutti

  2. sarò l’ultimo dei romantici, o solo l’ultimo ad andare a letto, ma l’ultimo post non lo lascio all’anonimo coglione di turno.
    prima di tutto per dire a valchiria e al ilpostodi che la prossima volta gli regalo una scheda telefonica così si telefonano.
    secondo per dire a valchiria che trovo abbastanza inutile il suo lavoro di copia/incolla di articoli. se si googla qualcosa o qualcuno, si trova di tutto, se proprio ritieni ci sia qualcosa di interessante segnala il link.
    gli anni 70 sono il periodo su cui si sono scritte e azzardate analisi e scoop tra i più fantasiosi a memoria d’uomo. esistono fortunatamente micro narrazioni che però tocca leggere e filtrare, altrimenti è facile – e l’epoca è propizia (tra estradizioni, processi e grazie) – è facile, dicevo, che arrivi il cazzaro di turno a parlare di cattivi maestri, di terroristi imborghesiti, ecc. ecc.
    di negri ammetto di aver letto poco, però non mi è sembrato che le sue proposte fossero più difficili da realizzare rispetto ad altre, l’imposizione delle condizioni per aderire al fondo monetario internazionale (nota ironica…si capisce vero?).
    buonanotte a tutti e sogni d’oro.

  3. Sinossi (incompleta) dell’importante lavoro del Negri di questi ultimi anni.
    1) imponente analisi di natura antropologica e filosofica per la definizione del comune, del collettivo, della soggettività linguistica. Come giustamente lui ha fatto più volte notare, quando viene meno la volontà di ricerca sulla definizione, crolla ogni possibilità di riformismo, perchè viene a mancare la chiarezza dell’oggetto (soggetto), e la stessa sociologia si dissolve nel convenzionalismo.
    La sociologia accademica è così completamente investita dall’ideologia della castrazione dell’oggetto. L’effetto comprensione che ne risulta è disastroso. L’evidenza di ciò è l’incapacità riformista della sinistra italiana, per esempio.
    2) Mentre in Europa si scopre il postfordismo e la necessità della critica, in Italia questo spazio stenta a farsi largo. La letteratura sociologica italiana è vergognosa.
    La critica alla ideologia nuova e corrente del lavoro si è fortemente evoluta e mette in luce le trasformazioni in atto della produzione del lavoro e gli effetti trasformativi nella costituzione del soggetto.
    3)L’economia politica deve ridiventare critica e bisogna combattere con tutte le forze, il terrorismo della matematica economica (d’altronde del tutto inessenziale dal punto di vista euristico).
    4) Nel postmoderno la forma eminente della ribellione al dolore è l’esodo dall’obbedienza, quindi dalla partecipazione alla misura, quindi l’apertura alla dismisura.
    Per le singolarità che costituiscono la moltitudine, gli imperativi della dismisura si possono così riassumere: non obbedire, ovvero sii libero; non uccidere, ovvero genera; non sfruttare, ovvero costituisci il comune. Insomma, sii capace di decidere nel comune.
    5) le sue riflessioni ontologiche sul povero, la povertà e l’amore sono straordinariamente ricche di prassi, per chi voglia avere la pazienza i coglierne le forze presenti nel reale.
    Personalmente io critico Toni Negri su questo quinto punto che andrebbe svolto in profondità, per quanto riguarda il suo rifiuto categorico di ogni pensiero trascendentale che lui ritiene sottragga il comune alla dismisura.
    Su questo non sono d’accordo e opporrei la dismisura nel comune nell’esperienza mistica storica di un certo femminile. Lui rifiuta ogni mistica e invece ritiene essenziale l’ascetismo.
    Capisco però le sue remore sulla mistica e anche i pericoli e i rischi che questa comporta nei termini di comparsa della logica dell’Uno come blocco astratto. Ma ritengo che non tutta la mistica e il pensiero trascendentale si è sviluppato in questa direzione, ma certo comprendo la difficoltà a sottrarsi alla manipolazione delle metafisiche politiche dell’Uno nelle discipline del controllo religioso e statale.
    Rileggerei persino Plotino diversamente da come la maggior parte degli interpreti lo legge.
    6)Per Negri la materia è come per Spinoza corpo che si mostra come potenza che risale il piano di immanenza sino a diventare divina. Tutte le teleologie falliscono nella misura in cui ingorano la materia come spessore dell’affermazione della libertà dell’uomo. Le teleologie lineari o dialettiche prefigurano modelli e misure del divenire, di conseguenza si autodissolvono e spariscono dalla nostra attenzione.
    E’ Negri uno dei pochi che svolge una critica del divenire che mette in crisi il concetto di Tempo come misura.
    6) Importantissime le sue riflessioni su Merlau-Ponty (e Wittgenstein) sul nesso tra corpo, potere e linguaggio.
    Mentre Merlau-Ponty fa una operazione maieutica sul corpo, Wittgenstein la conduce sul linguaggio, prende il linguaggio come termine per scoprire il corpo, dice Negri.
    Per chi vuole prendersi la briga di leggerlo, ci sono tantissimi spunti interessantissimi per tanta ricerca futura su diverse questioni. E’ quindi un grande pensatore sicuramente e tra i più aggiornati e documentati. E non è assolutamente vero che sia disancorato dalla prassi. E poi ancora con queste obiezioni secondo le quali il pensiero sarebbe disancorato dalle pratiche sociali.
    Ma la modernità niente vi ha insegnato? Non vi ha insegnato a capire quanto il pensiero sia corporalmente attivo sin da quando vi stiracchiate di prima mattina nel letto?
    Non ne posso più di sentire ancora dire: è teoria, come si fa?
    Mi sembra il solito discorso di neutralizzazione, che vuole spegnere i cervelli, così come si separò il corpo dall’anima perché questo significava il dominio dell’anima sul corpo. Idea formidabile perchè concepiva il corpo dal punto di vista del potere, quindi dominabile da Stato e Chiesa.
    Ma il cristianesimo, lo dice anche Negri, non ha mai sostenuto una cosa del genere: il mirabile dogma della resurrezione dei corpi è al contraddizione più completa di questa idea!

  4. Luminamenti, un grazie di cuore, da dividere con Girolamo. Ammetto di essere alquanto-forse ingenuamente- stupita dalle reazioni suscitate dal solo nome di Toni Negri (perchè lo stralcio di intervista era davvero troppo breve per permettere un giudizio articolato). Ma questo mi conferma che la discussione sui cosiddetti anni di piombo va assolutamente strappata agli pseudo documentari storici che, come sottolineava spettatrice, propagandano finte verità a senso unico…

  5. Riportare l’articolo aveva, oltre lo scopo di capire quale fosse il vostro pensiero, anche quello di illustrare come un punto di vista fazioso a volte possa stravolgere le cose. Ho messo un appunto personale alla fine del testo di Tadei. Tadei insisteva sul fatto che Negri fosse scappato in Francia scampando ad un carcere a suo parere meritato e lo faceva apparire un delinquente qualunque tacciandolo di codardia. Eppure in Italia si susseguono molti eventi politici-farsa (in cui taluni prendono meriti che non hanno) e molti processi-farsa (in cui taluni pagano colpe di altri) e non mi risultava che Tadei avesse per esempio mai scritto un articolo altrettanto focoso sul processo Andreotti.
    L’aggettivo negri spesso è usato da fazioni razziste in senso dispregiativo; il mio scrivere Toni Negri e poi far seguir l’appunto sui toni grigi era voluto. Mi riferivo proprio al fatto che si sparge catrame sul caso Negri ma non si considerano tante schifezze grigie, sfumature intermedie dai confini indecifrabili di un sistema inquinato.
    Ecco, ora ve l’ho spiegato.
    Certe volte bisogna stare attenti; pur avendo un’anima color ciliegia è bene non far come i tori di Barcellona, scalpitando ed infilzando il bersaglio ogni qualvolta si sventoli un panno rosso.

  6. Andreac, ho incollato il testo per capire cosa ne pensavate e non vedo perchè mai non possa averne il diritto. La ritieni una cosa inutile? Opinione tua. Anch’io ritengo inutili molti interventi ma non lo dico per rispetto dell’altrui libertà d’espressione.
    Poi, Spettatrice, se rileggi le tre righe (le uniche tre righe che mi appartengono) sotto il testo da me riportato, puoi capire anche da sola; non è molto difficile.

  7. Valchiria, diciamo che il ragionamento era un po’ criptico e la pratica alquanto insolita :-). Brava per l’originalità, e per aver tenuto alto il “tono”, allora. la prossima volta davanti a una foglio che contine un ammasso di dichiarazioni ignoranti e stupide, io cercherò di capire che tipo di “discorzo” possa esserci dietro, se viene da te.
    Andreac, i ricordi e il senso di responsabilità non è che valgano solo per le fosse ardeatine, sai? se si convive – fosse solo per scrivere post – ci sono i nostri precedenti comportamenti e i ricordi. che tu per scherzo ti sia fatto una “pippa” qualche post fa non mi ricordo a che proposito, non ha suscitato in me alcun commento nei tuoi riguardi, a proposito di cose insolite. che tu debba regalare a me e a valchiria una scheda telefonica per tre domande e risposte, mi fa un po’ ridere, invece…:-)

  8. IlPosto, per carattere, davanti alle dichiarazioni stupide non so far finta di niente comportandomi come se non esistessero. Anzi, io mi ci soffermo e ammetto meravigliata che ci sono e mi chiedo perchè e mi domando cosa c’è dietro e cosa ne possano pensare gli altri. E poi mi dico: che background hanno questi altri che aderiscono a tali dichiarazioni e cos’è che li porta all’estremo opposto di quelli che rigettano le medesime dichiarazioni?
    Criptica. Può darsi che io lo sia, ma non lo faccio apposta; anzi, a me pareva lampante il mio pensiero, ma hai ragione: mi conosco sicuramente meglio di quanto mi conoscano gli altri. Sto progettando un Cordless ad impulsi magnetici e spero che qualcuno mi paghi il prototipo 🙂

  9. – Cara, tu sei una Merda. Pr Pt
    – Scusa? che hai detto?
    – Cara, ho detto una cosa, cosi’, per vedere come reagisci.
    – Ma come ti permetti! come ti permetti di dare giudizi così e poi osservare le mie reazioni. Sono forse una cavia da esperimenti, io.
    – Scusa cara, ma pensavo fosse chiaro e poi ho anche detto Pr Pt
    – e che cazzo sarebbe a dì’
    – ecco era la chiave che ti serviva per capire che in realtà io avevo pensato la cosa come un percorso autostradale tra due citta’ di cui citavo le sigle, pensavo che tu percorrendo lo stesso itinerario saresti arrivata al mio medesimo percorso con medesimo pagamento autostradale, modello di macchina e contesto climatico.
    – oddio, non ci avevo pensato, scusa, era così chiaro e lampante. Lapalissiano direi. Dovrò andare di nuovo dallo psicologo, non riesco piu’ a cogliere le sfumature.
    Dialogo immaginario, OT rispetto a questo spazio.
    Besos

  10. ecco, rispondo rischiando di cadere nell’ atteggiamento che io stesso ho criticato, e cioè, rivolgermi ad una massimo due persone per spiegare meglio ciò che avevo voluto dire in un post precedente…insomma, il cane che si morde la coda mentre il fattore lo prende a bastonate.
    dico solo:
    a) la mia offerta di scheda telefonica era, e penso si è capito, scherzosa. io la mia email la pubblico proprio perchè a volte ci sono chiarimenti che potrebbero essere di scarso interesse per tutti tranne che per me. vabbene con la memoria storica, però questo non è un reality, è una comunità.
    b) lungi da me voler censurare un post, però a volte, per economia, è più utile postare un link che un articolo intero, sarà perchè io ho la banda larga, ma aprire un’altra finestra non mi costa niente mentre spulciare tra 20 post che portano fuori dell’argomento che mi interessa di più mi costa più fatica…forse sono pigro.
    ergo, preferisco la sintesi di luminamenti ai dibattiti sulla “maturità”, sulla necessità di difendere o sulle capacità di sapersi difendere.

  11. Be Spettatrix, mi piace il gioco degli OT su questo tema, anche perchè dai massimi sistemi siamo passati a Totò. tanto siamo a fine post, no? Lippa ci scuserà.
    A. i fascisti sono belli. i rosso non capiscono un cazzo. l’ha detto cazzaro dei cazzaroni.
    B. qualcos’altro da dire?
    A. no, e voi?
    A. be, prima o poi qualcuno vi mena a te e a cazzaro dei cazzaroni. e poi chi è?
    A. chi? siamo in un paese democratico! sono un essere umano libero e pieno di buoni sentimenti…che ne so chi è? l’ho trovato lì, mi sono meravigliata, e l’ho postato. i fascisti sono bellini, i rossi sono come i torellini…
    B. sì, ma non insultare. lo dico per te. se non insulti ti proteggi. se insulti prima o poi qualcuno ti mena. almeno argomenta, no?
    A. chi ha insultato? mica erano parole mie. l’ha detto cazzaro die cazzaroni. che devo argomentare? mica l’ho detto io.
    B. e tu perchè le ripeti?
    A. perchè vi voglio bene a voi rossi, e per vedere che facevate.
    B.e se ti qualcuno ti menava?
    A. confermavo l’ipotesi che non eravate democratici. se no come faccio a capirlo? come faccio a capire come la pensate? come faccio a volervi tanto bene?:-))

  12. ah, ecco, vedi andreac che fa bene parlare? io le sintesi di luminamenti so dove andarmele a cercare. e mi interessa moltissimo invece che suggestioni, rancori, sensi di appartenenza o di competizione, o di alleanze, vengano fuori in una comunità che è una comunità ma non è una comunità…

  13. ah, ecco, vedi andreac che fa bene parlare? io le sintesi di luminamenti so dove andarmele a cercare. e mi interessa moltissimo invece che suggestioni, rancori, sensi di appartenenza o di competizione, o di alleanze, vengano fuori in una comunità che è una comunità ma non è una comunità…

  14. Piccolo finale di appunto in rosso: siete così democratici che per non ammettere di esservi sbagliati vi dimenate cercando di dimostrare che non penso quello che penso. Questa si chiama crisi d’onnipotenza e non è per niente comunista…eh no.
    A proposito, potete accomodarvi e dire al mio posto quello che penso, se vi fa sentire meglio, tanto pensare è una faticata enorme: lo dimostrano tutti i neuroni nati singoli che si sono impiccati per solitudine 🙂
    Come siete bellini 🙂

  15. oh, valchiria tutti ammettono: tu no. sei sempre brava, furba, intelligente e soprattutto freghi tutti. complimenti!il sono un disastro!:-)

  16. Andreac, io ho la banda stretta 🙂
    Spettatrice, non ti conoscevo nella veste di attrice e devo dire che sei abbastanza bravina solo che…scusami ma non ho capito, benchè credo che a te sia chiarissimo, che parte facevi tu nel dialogo: quella del tonto che non capiva o quella del tonto che non si faceva capire? Ah si hai ragione, non fa differenza: sono tonti entrambi.
    Evviva Eduardo.

  17. Se vuoi posso fare pubblica dichiarazione d’essere fascista 🙂 Tanto mica conta quello che penso: conta quello che pensate che io pensi. Spiacente di non ammettere che avete ragione sul mio pensiero, ma vedete, c’è un piccolo dettaglio da tener presente: purtroppo è il MIO pensiero. Non capivate il commento e avete ipotizzato il pensiero che l’aveva prodotto; vi è stato detto che non era così e allora avete chiesto spiegazione; la spiegazione vi è stata data, anche in maniera dettagliata, ma forse non vi basta, perchè avete bisogno di far la guerra e tirare sassate, avete bisogno che ci sia qualcuno da difendere, avete bisogno di credere che avevate ragione ed io torto sul MIO pensiero. E quanto non basti la risposta ironica a dialoghi impiastricciati di finta comicità da strapazzo, allora mi fate anche del vittimismo, dichiarando d’essere un disastro? Ma ve ne prego…siate clementi. Perchè mai avete bisogno che pubblicizzi con estremismo il mio senso di appartenenza? Potevate più semplicemente accettare quanto avevo detto circa il mio commento e le mie intenzioni, visto che erano miei; non siete forse voi, col vostro punto di vista fazioso, che avete avuto l’urgente bisogno di stravolgerlo?
    Infine siete anche voi un pò Tadei.

  18. A proprosito di ragione e torto. Una modesta proposta: ci sarebbe, per favore, qualcuno disposto a difendermi e interessarsi a me – anche dicendomi “Non dire così, se non vuoi stare male. Non fare così, se non vuoi queste conseguenze…te lo dico perchè è già successo. E’ una dinamica inevitabile! Fai questo, se vuoi riuscire qui! Fai quello, se ti va di ottenere quello!” -Qualcuno che come io ho fatto con Valchiria, mi consigli. Io ne ho bisogno. Anche a costo di cadere in un melo tipo Come le foglie al vento, Viale del Tramonto, Adele H, La signora della porta accanto, Tutti lo chiamano Alì, quello che volete. Siccome immagino di parlare a qualcuno che non siamo io e lei soltanto – spero – c’è qualcuno che sia disposto a dedicarmi anche solo la metà del tempo? E’ anche – ma non solo – un modo – un po’ da psicodramma – d’accordo, ma l’unico possibile di spiegare che cosa io intenda per “comunità”? c’è qualcuno disposto a dedicarmi del tempo? Non un “compagno”, non un amica, un amico, che è inevitabile che si interessi a me, anche troppo. uno/a che non conosco. Per giunta, posso promettere che non insulterei perchè mi renderei conto che la persona mi sta dedicando del tempo.

  19. Ops, mi viene un altro OT
    In una landa a forma di vago fungo atomico (eh sì, mi ripeto) esiste un bonario signore che si è fatto ricrescere i cappelli, rifare la faccia e tenta disperatamente di accrescere la statura fisica (nhe’, che quella morale è già a posto).
    Questo signore, assiso alle alte vette del potere gratifica i suoi concittadini e , per par codicio, anche gli abitanti di altre lande, di una serie di considerazioni: lei mi par proprio un personaggio adatto a fare l’infame in un lager, voi tutti siete regolati da leggi che fanno schifo e che vi siete dati volutamente (coglioni!), vi farò vedere io come si fa a ritirare in campagna elettorale delle truppe che ho inviato al fronte in spregio a tutte le vostre leggi di m….., voi tutti (anche quando morite di fame, siete senza lavoro e non avete piu’ lacrime per piangere) vivete nel migliore dei mondi possibili che IO vi ho gentilmente elargito e che voi fallacemente osate dire di m…….Si potrebbe continuare, ma a questo punto la vostra fantasia è gia’ in movimento.
    I suoi sudditi osano, talvolta e sempre piu’ raramente, cercare di frenare la mole quasi fisica di smentite al loro semplice buon senso. Protestano lievemnte con blanda opposizione, senso della responsabilita’ nazionale e immancabili par condicio.
    Il nostro eroe non si lascia certo intimidire, la forza del Signore è con Lui, lo guida, lo determina e lo sorregge.
    Queste scorreggine inevitabilmente rosse, ma l’uomo e’ daltonico e non possiamo fargli colpa di equivocare i colori, lo fraintendono, non capiscono, tentano di rivoltargli la frittata.
    Io ve la racconto così: male, come un essere fallibile puo’ fare. Ve la racconto perche’ a furia di sottolinearmi il mio essere fraintenditrice, fedrifaga e di un colore che orripila io, ormai, vedo la Luce.
    Davanti a me un solo Dio che ripete: non equivocare le mie affermazioni anche quando ti dico che sei una cacca, non fidarti di quello che vedi, non ragionare su quello che dico, lo sai, solo IO sono la verita’ e la vita, se credi in me (anche e soprattutto quando dico cose che non ti sembrano vere) vivrai in eterno.
    Voglio campare ancora qualche anno, sull’eterno ho un dubbio che non oso esprimere, ma m’adeguo. K’aggi a fa’
    Oltre che essere OT: qualsiasi riferimento a persone o fatti realmente accaduti o in via di accadimento, qui’ o altrove, è puramente casuale.
    P.s: cara Valchiria, grazie per i tuoi apprezzamenti sul mio dialogo teatrale, le parti ovviamente sono in offerta speciale, se conosci qualcuno che si ritrova o a cui piacciono faccio pure lo sconto: due per uno.
    Scomodare Edoardo poi, troppa grazie da parte tua. In base al tuo modo di intendere i commenti a margine voleva essere un complimento, nevvero?
    Besos

  20. Oh, vedi che scherza scherza un’amica l’ho trovata! Alla faccia di chi non crede nell’amicizia. Parole di conforto. Buonanotte!

  21. IlPosto
    discutere in maniera da porsi su due linee di pensiero che talvolta s’intrecciano ed altre si contrappongono o si equivocano non vuol dire mica impossibilitarsi all’amicizia. Gli amici più interessanti spesso son quelli con cui si può discutere maggiormente; solo che quando io capisco male cosa vuol dire un amico e lui me lo spiega di solito accetto la sua spiegazione: tutto qui. Non ho mai detto di non credere nell’amicizia nè penso che essa non possa nascere anche in un blog; in fondo stare qui è un pò come prendere la metropolitana ogni mattina; a forza d’incontrare le persone finisci per diventarci amico. Forse io sono troppo malleabile: non è chiara la mia posizione politica e dunque nemmeno la natura dei miei commenti; mi rendo conto che questo vi condiziona. Ma vorrei precisare di non essere fascista 🙂

  22. Valchiria
    Ops, chissa’ che cosa ho scritto: a quell’ora di solito scrivo in finnico, facendo finta che sia la mia lingua madre.
    A volte capita che non riesco a capirmi neanch’io, credimi.
    Questo caso è uno di quelli.
    Scusami, ma devo riprendere la lettura di un libro che, pur non essendo un manuale di finnico, mi sta dando qualche dritta sui rapporti interpersonali: ‘molestie morali’ di Marie France Hirigoyen (lo consiglio un po’ a tutti, anche in finnico).
    Scusa ancora, mi dispiace se queste poche parole mancano di chiarezza: sorry, è il massimo di spiegazioni che sono in grado di dare (ho i miei limiti) e quindi non ne daro’ altre.
    Adios

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