IL VOLTO DEL NUOVO ROSA

Primo: dal momento che non c’è due senza tre, la sottoscritta segnala il terzo nuovo arrivo degli ultimi mesi. Perchè ieri è nato Tommaso Monina: auguri!
Secondo:
Piersandro Pallavicini mi invia un suo intervento che appare anche in Maltese Romance. Intervento singolare, che vale la pena rileggere: qui.

"Per anni e anni il genere cosiddetto “rosa” è stato odiato e aborrito. E per forza: vi corrispondevano le melense sciocchezze romantiche a base di sesso non detto e sentimento sbrodolato delle collezioni Harmony, o delle Liala, o delle (appena più sopportabili) Brunella Gasperini. Stucchevolezza e moralismo rendevano il genere insopportabile. L’iconografia di copertina rispondeva di conseguenza: ritratti iperrealistici da Domenica del Corriere con giovani donne munite di sguardo sofferente e semmai abbracciate – pur vestitissime – a giovani uomini virilmente baffuti, magari in uniforme, e anch’essi con ombre miste di estasi e malinconia ad attraversargli lo sguardo. Da quelle copertine, dallo loro grafica dimessa e intrisa di un reale ordinario e pieno di retorica, si era avvisati: tenetevi lontano, oppure sappiate che state per sporcarvi di caramello, e sappiate che i vostri occhi si inumidiranno in un fiat, e un groppo vi salirà in gola. Già iconograficamente, dunque, il romanticismo stucchevole era eletto a genere.

Guardate la copertina di I love shopping (Sophie Kinsella, in Italia edito da Mondadori). E guardate pure quelle dei sequel I love shopping in New York, e in bianco, e con mia sorella: la grafica è lontana dal realismo, parte piuttosto dal fumetto, o dalla sua versione animata. I colori sono piatti e vivi (vivaci ma morbidi, come diresti della texture di un cachemire) e le forme stilizzate, ed emana un senso di soavità, di lusso, di spensieratezza, di allegria, e – sia pur in modo sottile e sotterraneo –  la flessuosità delle figure ha un che di sexy. Bene, I love shopping è uno dei capostipiti del nuovo rosa. Certamente va citato insieme al solito Diario di Bridget Jones (e sequel), per dire dell’area in cui questo “nuovo genere” si muove, e poi si può portare ad esempio una piccola costellazione di romanzi, come quelli di India Knight, o quelli di John O’Farrell… Ma la Kinsella con i suoi amati shopping fa scuola: per contenuto e iconografia. Il nuovo rosa, a differenza del vecchio, anche nella narrazione è adorabile: diminuisce il peso del sentimento e innalza quello della spensieratezza, della bellezza, della carineria e della “stupidineria”, in parte anche quello del lusso, senz’altro quello della “coolness”, senz’altro quello del pop. Per tornare alla faccia con cui questo new pink si presenta, alle copertine: I love shopping è un caso isolato? Se si getta un’occhiata panoramica agli scaffali che, in libreria, raccolgono (pur sotto le denominazioni più bizzarre: la più assurda, vista, è “libri per donne”) i testi appartenenti in varia misura al nuovo rosa, ci si accorge che una grafica come quella vista sulle copertine della Kinsella è in realtà, per questo genere, marchio di fabbrica, o meglio ancora dichiarazione d’intenti, di stile, e per dirla grossa di “poetica”. Proviamo, di questa ricetta grafica, a cercare non il gusto che si prova ad assaggiarla, ma gli ingredienti: c’è dentro qualcosa di tipicamente british, poi qualcosa che evoca l’illustrazione anni sessanta e cinquanta, dettagli che richiamano a generici “tempi andati ed eleganti”, poi qualcosa che indica comfort e calore (lo spropositato uso di dolcevita stilizzati, può essere???), qualcosa che indica giovinezza, benessere fisico, una certa componente di allegria (anche solo i colori…), una certa componente di alcoolicità, e nelle forme, qualcosa che richiama le curve futuribili dei cartoon alla Pronipoti, e cioè la bellezza e la sicurezza della tecnica e del design. Insomma: qualcosa che inizia a generare nel lettore tranquilla allegria e piacere prima ancora che il testo sia iniziato – così come, sui vecchi Harmony, sopracciglia corrugate e volti emaciati generavano subito struggimento e malinconia. Bene, se avete una certa abitudine con i superstore musicali, vi sarete accorti che questa è la grafica che caratterizza molte copertine di musica Lounge. In particolare, guardate cosa disegna Shag, considerato il graphic-guru della Lounge: guardate i suoi libri illustrati (sono guide per la preparazione di cocktail, o per la riuscita perfetta di un Bachelor Party), i suoi flyer, o – restando appunto alla musica – i lavori fatti per Ursula1000. Morbidezza, eleganza sexy, flessuosità, fifities e seventies, pronipoti e pantere rosa… Ma non è certo un caso: per la musica, il genere Lounge rappresenta esattamente il rosa. Musica nostalgica di ciò che di cool e pop e modaiolo sono stati gli anni 50 e 60, musica che si nutre di frivolezza, di soavità, di leggerezza e di eleganza, musica che predispone l’animo al divertimento sofisticato, musica sexy ma spiritosa. A quell’impatto grafico, all’uso degli stessi ingredienti – e alla generazione dunque dello stesso “gusto” all’assaggio visivo – corrisponde un contenuto che ha le medesime carattersitiche del rosa narrativo. Questo porta con sé un’interessante possibile considerazione: la stessa ricetta grafica è stata cucinata altrove, in altri tempi, in altri luoghi e per altre pietanze? Ed è stata servita sempre con le stesse intenzioni, e cioè quelle di invogliare/predisporre l’utente alla fruizione di un prodotto leggero, soave frivolo etc?

Se tracce di quella grafica si trovano sulle copertine di musica jazz anni 60… se, anche, tracce si possono vedere su periodici d’intrattenimento familiare con pretesa di “eleganza” (si va dalle illustrazioni de La Cucina Italiana ai Quesiti con La Susi dentro alla Settimana Enigmistica)… se sono riscontrabili nel leggendario cartoon di apertura del film in cui Sellers disputava a Niven un diamante chiamato Pantera Rosa… una grafica al 100% pink e lounge la si trova su libri che – almeno in Italia – si pubblicavano negli anni 50 e 60: erano quelli di Carlo Manzoni e quelli di P.G. Wodehouse. Libri comici e non rosa? Comici sì, ma non era solo questioni di risate. Di nuovo, l’iconografia corrispondeva al contenuto. Manzoni, Wodehouse: entrambi faranno anche ridere, ma sono la soavità, la stupindineria, la spensieratezza, l’ambientazione stralunata e lussuosa, il sesso non esplicito ma presente tra le righe a rendere questi due autori irresistibili… e dunque totalmente rosa. Bene: Wodehouse e Manzoni, nella loro produzione, in parte precedono e in parte sono contemporanei a Liala o alla Gasperini, e di sicuro vengono prima di qualsiasi Harmony o Danielle Steel. Ecco allora un dato interessante: il “nuovo rosa” probabilmente nuovo non lo è affatto. Semplicemente è un “altro rosa”. Tornato a galla dopo decenni di polpettoni romantici che l’hanno nascosto, monopolizzando il genere e facendo diventare l’allegra etichetta pink un’infamante insulto che fa pensare ai fotoromanzi".

40 pensieri su “IL VOLTO DEL NUOVO ROSA

  1. Un’infamante insulto? Ahi ahi ahi, il Pallavicini mi è caduto sull’apostrofo rosa tra le parole t’amo:-)

  2. Oddio!
    No, prima di dire la mia, prima, giustamente:
    AUGURONI A TUTTA LA FAMIGLIA MONINA
    BENVENUTO AL MONDO PICCOLO TOMMASO
    _____________________
    Ecco, ora posso dire.
    Io sono stufo, ma arcistufo: cioè sono stufo proprio, veramente. Gli Harmony costano poco, ma a prenderci il vizio è terribile, peggio d’esser un tabagista al limite con due piedi nella fossa – quella che gl’hanno scavata di fresco, alla nascita, ma non all’ombra d’un salice piangente. Comunque è vero: non si può fare a meno di leggere libelli così, perché con quello che l’editoria spaccia in giro, uno se proprio vuol leggere si deve dar da fare di mano, con un Harmony o con l’ultimo numero di PlayBoy. Io cerco di alternare, per non prendere il callo né per l’uno né per l’altro. Poi ci sono i romanzetti rosa che però sono dei noir, dei thriller, dei gialli – e solo dio sa cos’altro – e che costano l’ira di dio (difatti neanche dio li prende se non a calci in culo – però ci stanno quattro angeli custodi riottosi che comprano e comprano purché si senta l’odor del sangue in stile hollywood o holy-wood-bible); in questo genere rosa (con qualche colpo di pistola, un po’ di sangue, due o tre drag queens, il solito che ha fatto la IIa guerra mondiale – solitamente trattasi d’un fascista o d’un partigiano -, il detective supermacho che c’ha problemi con la tipa che non se lo caga più mentre il capo c’ha invece un’attenzione morbosa per chi con la pistola… personaggi così… ma senza dimenticare tratte di uomini, di donne e anche di animali in alcuni casi…) immancabilmente c’è la povera sfigata – sì, perché è una povera sfigata, inutile girarci attorno – che deve far la parte della donna del detective portandosi sul gobbo pure quella di brava madre di famiglia solo leggermente puttana, ma più spesso si tratta d’una Pretty Woman in Carriera. Ecco, capite da Voi che siamo nel rosa più puro, rosa confetto che poi si tinge di sangue. E che palle! La povera sfigata legge, ovviamente, “Il Diario di Bridget Jones” soprattutto durante le ore crepuscolari, quando è già sotto alle lenzuola aspettando indarno che un uomo, uno qualsiasi, faccia irruzione in casa sua e la violenti come si deve: lei prega, la poverella prega, ma invano sempre, e per sempre, perché a violentarla viene solo la noia che lascia di sé solo un bossolo – altro non ha da offrire la noia alla povera sfigata. “I love shopping in New York?” La poverella è già tanto quando le riesce d’andare al mercato ortofrutticolo sotto casa senza incontrare le facce sorridenti delle amiche-serpenti. New York è per lei solo una Mela col Verme dentro, per giunta un verme molto piccolo, altrimenti potrebbe prenderselo come amante al posto del marito – o del fidanzato – che nel loro letto non c’è mai. La poverella sogna e legge Liala e sogna uno come Gabriele D’Annunzio, uno che la penna la sappia usare veramente. Certo non è che il D’Annunzio proprio il massimo: farebbe sì la sua bella figura, però solo per Vergini Rocciose. Ad ogni modo, chi si contenta gode. Il problema è che qui non c’è niente, ma proprio niente, di cui una poverella si possa accontentare. Ogni tanto la poverella fa pure un giro in rete, tra i blog, in cerca d’un po’ di sesso, ma niente, solo drag queens e trans che si spacciano per Marlon Brando o per Marilyn Monroe. Direi decisamente che siamo messi male, molto male: anche il verme dentro la Grande Mela è piccolo, molto piccolo, piccolissimo, in pratica lo schiacci facilmente col tacco della scarpa senza neanche aver bisogno d’un proiettile serio rubato dal fucile di Hemingway.
    Saludos
    Iannox

  3. Be’, sì, che cos’è il “rosa” se non la “vita vera” cui l’autore/ice abbia dato “un’accelerata di sentimento”?
    E in questo senso ha ragione Piersandro, Wodehouse e Manzoni compiono esattamente lo stesso tipo di operazione – che a me diverte definire “una bella accelerata di sentimento” – solo con una frenata in più in qua, una sterzata là, “l’analisi del sociale” più approfondita, i personaggi “mai tagliati con l’accetta”, ma lavorando mai come primi della classe – e l’eleganza è tale che a te che leggi pare tutto naturale, naturalissimo.
    Bravo Pier! Un altro bravo scrittore italiano. Che belle teste di scrittori italiani ci sono in giro di questi tempi, eh? 🙂 Be’, meno male no? questo è per il rosa.
    e per l’azzurro invece, ciao Tommaso 🙂

  4. A me di rosa piaceva la salsa. Quella che una mia amica preparava per i gamberetti. Lo stomaco però non collaborava, aveva qualche perplessità e poi un certo, peristaltico, rifiuto.
    In seguito sono diventata vegetariana e non ho più rivolto sguardo ai gamberetti. Mi sono scordata pure la salsa rosa.
    Per il colore invece ho sempre avuto una certa antipatia: non rosso, non bianco. Dev’essere la mia attitudine all’estremismo 🙂
    Iannox, non fantasticare troppo sulle signore sole 🙂
    Besos
    P.S. Auguri per il nuovo nato. Mi piacerebbe conoscere le sue opinioni sul cruciale argomento in oggetto 🙂

  5. Ciao a tutti, naturalmente non commento il mio pezzo (però: potrei autoelogiarmi moltissimo spiazzando tutti… Ultimamente noi scrittori mettiamo sulla pelle una specie di muta di umiltà e understatement— va beh, idee balzane provocate dal caldo).
    No, ecco, seriamente: volevo solo fare le felicitazioni alla famiglia Monina!!!!

  6. Be’, Spettatrix, di Balzac direi che è rosso totale a giudicare dall’ammirazione che Marx ha sempre provato nei suoi confronti, come di Manzoni potremmo dire che è rosso (anche lui) + nero + bianco (analisi del sociale + romanzo storico + romanzo nero + cattolicesimo)

  7. Io invece stravedo per le perversioni nascoste del rosa – (Balzac e Proust ce li possiamo far rientrare?) che ne contiene molte più del nero, in realtà, anche se a una prima lettura non si direbbe – e soprattutto di quel “rosa esaperato” (- ma proprio tipo “Catene”, Matarazzo – che lo è talmente da virare al nero a volte) che è il melodramma.
    ciao spettatrix 🙂

  8. @ ANGELA SCARPARO
    Angela, Angelina, ma che fine m’avevi fatto? Io cominciava a disperarmi. In lagrime mi sarei tosto sciolto se qui non t’avessi con sorpresa incontrata. 🙂
    Besos
    Giuseppe
    @ SPETTATRICE
    Ma cara Spettatrice, io non mi faccio nessuna fantasia sulle Signore da sole – perché se dicessi donne (Signore o Signorine) sole ci sarebbe una differenza sostanziale: sono loro che si fanno delle immaginazioni non da poco su di me. Per fortuna anche un brutto come me riesce… ^____^’’’ Il diamante ce l’ho, la zattera pure, ed allora, Bimba Bella, avanti, avanti, uccidimi e amami in un giro di tango. 🙂
    Besos
    Giuseppe

  9. Piersandro. Leggo nel tuo blog: “I commenti pervenuti verranno vagliati dall’autore che potrà decidere se pubblicarli o meno.”
    Qundo si dice un autore di vaglia:-)

  10. Temo che neanche se mi sparassi in vena l’impossibile riuscirei a leggere il rosa. Però, evidentemente, c’è chi lo legge: oggi vai in strada, o in libreria, e sono tutti profondamente cattolici – o spirituali -, tutti romantici, tutti un po’ così e così… Insomma siamo (stati) invasi dagli invertebrati o l’umanità non esiste più. E’ accaduto qualcosa di veramente brutto a questo mondo. Come dice Clifford D. Simak nel romanzo “Camminavano come noi”: ecco, mi sa che quel progetto alieno s’è avverato senza che noi ce ne rendessimo conto.
    Saludos
    Iannox

  11. non so perchè, ma io quando finisco per sbaglio nella sezione ‘romanzi rosa’ accellero il passo e scappo trattenendo il respiro come quando mi è capitato di passare per il reparto ‘malattie infettive’ di un ospedale.
    eppure, è passato il tempo di quella severità adolescenziale, il tempo in cui era tutto una merda, il tempo in cui andavano bene solo i duri e puri, insomma, quelli in cui pur di non cedere a quelli che avevano a loro volta ceduto finivo per ascoltare gruppi inascoltabili che pur di non cedere al mercato non accordavano nemmeno le chitarre.
    oggi guardo divertito i vecchi film di nino d’angelo, la duologia delle vacanze (popcorn e patatine e un jeans e una maglietta) e quel ragazzo della curva B (uno dei pochi film in cui il regista ‘rema contro’), mangio i biscotti del mulino bianco, e se mettono l’ultimo dance hit alla radio non cambio stazione.
    eppure, la sezione romanzi rosa, che in questi giorni sarà rimpinguata fino a straripare, ancora mi fa accapponare la pelle, come, d’altra parte, la musica lounge. forse è solo un retaggio, una tara che mi porto dietro, un qualcosa che, ricacciato nel profondo, si è annidato lì. forse, ma forse c’è davvero qualcosa di fascista in quella leggerezza, qualcosa che varca quel confine con il coma che era l’easy listening degli anni 80. se barry manilow era uno zombi, questi vanno oltre, sono zombi eleganti, zombi che usano la crema per il contorno occhi, pettinati e pronti per l’aperitivo.
    meglio quei corpulenti baffuti delle copertine harmony, meglio le malinnconia melenza, meglio quelle vesti ampie e cadenti su cosce tracimenti che resistevano e prepotenti turgidità di stallieri un po bruti.

  12. augurissimi al piccolo monina, un bacione da zio uomo della verità. bello il pezzo pallaviciniano. io non disprezzo per niente il rosa. colpa del mio romanticismo folle. oh, sia chiaro, niente harmony. ma liala io la rivaluterei perlomeno con un paio di romanzi, tra i quali metterei il suo esordio, ‘signorsì’. liala, una surrealista dell’ammmore. ma spesso le donne incrociano magicamente i generi, come la playtex dei reggiseni: mi viene in mente quel bellissimo libro di patricia highsmith ‘quella dolce follia’, nel quale rosa e nero si sposano felicemente. il libro ha quasi 50 anni ma in quest’incrocio ancora tiene, eccome se tiene.

  13. augurissimi al piccolo monina, un bacione da zio uomo della verità. bello il pezzo pallaviciniano. io non disprezzo per niente il rosa. colpa del mio romanticismo folle. oh, sia chiaro, niente harmony. ma liala io la rivaluterei perlomeno con un paio di romanzi, tra i quali metterei il suo esordio, ‘signorsì’. liala, una surrealista dell’ammmore. ma spesso le donne incrociano magicamente i generi, come la playtex dei reggiseni: mi viene in mente quel bellissimo libro di patricia highsmith ‘quella dolce follia’, nel quale rosa e nero si sposano felicemente. il libro ha quasi 50 anni ma in quest’incrocio ancora tiene, eccome se tiene.

  14. Iannox, volevo risponderti con una poesia, ma poi mi sono accorta che viravo al rosa, ohibò, avrei riportato la nostra incongruente telenovela nella dimensione Harmony.
    Passata l’infame tentazione non so che fare.
    Sto tormento rosa mi sia allarga anche a libri insospettabili, imbucato senza dominare in armonie con tinte che sovrastano, si intersecano, fluiscono, disegnano.
    Forse è solo la monocromia con qualche pennellata di chiaro scuro che stanca la vista.
    Ne consegue, caro Iannox, che se noi vogliamo andare avanti nella nostra blognovel dobbiamo essere pronti al tuffo in una cacofonia di colori.
    Per prima cosa cambia orizzonti. Sentiti deluso da una che non recepisce le profferte. Innamorati, che so, di un canguro. Quando io mi sentirò sola e abbandonata dalla scatola di polistirolo (notoriamente di facili costumi) per cui ho preso una scuffia tremenda e tremebonda, rincorrerò uno sbrego spaziotemporale e tornerò all’incrocio che separò le nostre zattere.
    Cosa accadrà allora lo sapremo solo vivendo o leggendo un bel libretto rosa che trastullerà le nostre menti verso il lieto fine. In una bella cornice. Con bella gente. Tutto in tinta.
    Angela, mi spiace, forse in questo campo non abbiamo le medesime curiosità, a me le perversioni da scoprire nei rosa annoiano. Però mi considero molto ignorante in proposito e accetto eventuali consigli di lettura….se limitati a pochi, significativi, esemplari.
    Besos
    P.s. Andrea c condivido il tuo sentire, non riesco proprio a sdoganare il reparto rosa.

  15. Angelini, peccato, mi mancano altezza e struttura muscolare adeguati alle richieste…altrimenti, bhe lo preferivo al ruolo della principessa 😛

  16. spettatrice, lascia stare iannox, lo sciupafemmine. io sono un signore quasi anziano, quasi d’altri tempi. sono così romantico e snob che per il ricevimento di nozze ti porterò da Mac Donald’s (affittato interamente per l’occasione, ovvio);-)

  17. spettatrice, lascia stare iannox, lo sciupafemmine. io sono un signore quasi anziano, quasi d’altri tempi. sono così romantico e snob che per il ricevimento di nozze ti porterò da Mac Donald’s (affittato interamente per l’occasione, ovvio);-)

  18. @ SPETTATRICE
    Spettatrice cara, ma una Poesia è Poesia, non è l’infame Rosa. Ad ogni modo capisco, capisco che non m’ami. E che dovrò farmene una ragione come per la guerra in Irak e quella batteriologica nellla tazza del mio cesso. E’ la vita, e bisogna diventar adulti, prima o poi. Spero d’invecchiare rimanendo un ragazzino però, e domani tornare all’Isola che non c’è, perché lo sai anche tu che ogni volta che uno dice “non credo alle fate” una fata almeno muore, e io non voglio rendermi colpevole di poca umanità o fantasia. Avrò tanti difetti, ma non sono ancora un assassino. E così continuo ad esser un sognatore e uno sciupafemmine pure. Ma sempre spero che le guerre cessino, davvero, una volta per tutte, e che gli oppressori finiscano tutti a casa del diavolo o nel mio cesso se preferiscono.
    E’ un triste mondo, e la vita è come una scatola di cioccalitini, lo sai tu, lo so io, cara Spettatrice. Non so quale la fine di questa nostra blog-novel, ma in ogni caso ricorda che l’ho fatto per i tuoi occhi che mai ho visto.
    Besos
    Iannox

  19. @ L’UOMO DELLA VERITA’
    Hai ragione, meglio lasciarmi perdere di questi tempi: c’ho un diavolo per capello. ^___^
    Besos pure a te, e non mi fare il timido, il diamante potrei regalarlo a te dopo la defezione della Spettatrice ^____^”’
    Iannox

  20. iannox, se mi regali un diamante ti avviso fin d’ora che sarà “per sempre”. te la senti? oltretutto ho il pelo sullo stommaco e nelle gambe e pure sulle braccia. te la senti ancora? dai, fa il bravo, il mondo è pieno di femmine, una a me, una a te, oggi a me, domani a te, eccetera…

  21. iannox, se mi regali un diamante ti avviso fin d’ora che sarà “per sempre”. te la senti? oltretutto ho il pelo sullo stommaco e nelle gambe e pure sulle braccia. te la senti ancora? dai, fa il bravo, il mondo è pieno di femmine, una a me, una a te, oggi a me, domani a te, eccetera…

  22. @ UOMO DELLA VERITA’
    No, ma dai! Così villoso! Ma io non sono un tipo cavilloso, giacché pure io parecchio villoso, già, proprio così: braccia, gambe, persino sulle spalle, e nel fondoschiena, sui piedi (da non credere quasi), in pratica più scimpanzè che uomo. Il diamante se te lo dessi sarebbe sì, per sempre: sono molto duro su certi punti, se una cosa la regalo è per sempre, mica un mordi e fuggi.
    Il problema vero è che adesso non so più con chi continuare la blog-novel dopo che Spettatrice m’ha abbandonato: e io che pensavo di diventare il novello ScerbanenKo in rosa. Ed invece… Vabbe’, let’s go outside, in the sunshine… ecc. ecc. come direbbe quel simpaticone di George Michael.
    Saludos
    Iannox

  23. @ UOMO DELLA VERITA’
    Mi sa che Spettatrice è andata a disboscarsi le gambe. ^____^”’ L’ultima volta che gliel’ho viste erano pelose forti, più delle mie. ^___^ E s’è beccata ‘na mia partaccia, giustamente.
    Con Romano Battaglia: mi piace quell’uomo, sì. Non solo per il fatto che abbraccia gli alberi, anche come scrittore: ma forse abbracciare e scrivere fanno parte d’un tutt’uno. Mi sa di sì. Io direi che si può fare.
    Iannox

  24. sta tranquillo, iannox: io sono peloso il giusto, meno di lucio dalla e più di rosalino cellammare in arte ron…
    anche a me battaglia piace molto, mi ha insegnato che il vero scrittore sta nella natura, abbracciando alberi, stormendo tra le fronde, tra tamerici salmastre ed arse di vanitosi falò di sarde alla brace e gamberi in carrozza con mozzarella di bufala… uno spasso. lo scrittore ha bisogno di cose vere, di cose certe, di cose solide…;-.)

  25. sta tranquillo, iannox: io sono peloso il giusto, meno di lucio dalla e più di rosalino cellammare in arte ron…
    anche a me battaglia piace molto, mi ha insegnato che il vero scrittore sta nella natura, abbracciando alberi, stormendo tra le fronde, tra tamerici salmastre ed arse di vanitosi falò di sarde alla brace e gamberi in carrozza con mozzarella di bufala… uno spasso. lo scrittore ha bisogno di cose vere, di cose certe, di cose solide…;-.)

  26. spettatrice mi sa che se le è data a gambe… Beh, sai che ti dico? ti invito quest’estate da romano battaglia ad abbracciare gli alberi della pineta in un tutt’uno onanistico con la natura. attendo senza meno il diamante de beers, irresistibile pirata…;-)

  27. spettatrice mi sa che se le è data a gambe… Beh, sai che ti dico? ti invito quest’estate da romano battaglia ad abbracciare gli alberi della pineta in un tutt’uno onanistico con la natura. attendo senza meno il diamante de beers, irresistibile pirata…;-)

  28. Mi ero allontanata giusto per scrivere la risposta per l’UdV 🙂 e vi ritrovo tutti intenti in uno sdilinguimento tra voi. Mi ero dimenticata che adesso, per qualche puntata, devo sparire per riapparire in seguito, dietro un albero della pineta, debitamentamente spelata, a farmi abbracciare da un Pino e a piangere sul cambiamento di costumi di un uomo serio (di una certa età) e dello sciupafemmine.
    Questo è quanto avevo scritto per l’UdV
    Caro l’UdV ma non dovevi comparire alla 3.445.998esima puntata? mi sembra che tu sia in anticipo. Ti ricordo che alla 3.445.997esima io sono persa in un centro chiamato ‘amnesia rosa’ caratterizzato da una desolante aria, di consistenza budino rosa confetto, che impedisce qualsiasi visione. Un certo Lethem, in circostanze da definire, ti ‘presenta’ a me e in un batter d’occhio decidiamo di convolare a nozze nel deserto e squallido Mac della zona. Nessuno dei due ha idea dell’aspetto dell’altro. Confidando sui rispettivi polpastrelli sappiamo che siamo in carne entrambi (e dire che sono sempre stata magra!!). Una voce ci sposa e ci strafoghiamo di fritti, bevande gassate, patatine. Non manca il corollario di rutti.
    Una apocalisse postprandiale libera la zona dalla aria ammuffitta di rosa e mi fa apparire ai tuoi occhi piu’ larga che alta. Dopo aver constatato che ti è piu’ facile scavalcarmi che girarmi intorno azzanni l’ultimo big Mac e piangi……..dalle tue dolci fuci un flebile Iann…Iannn…oooxx
    La storia continua, ma se non la pianto Lippa si esercita con la magia nera e mi ustiona i polpastrelli 🙂
    Ormai è superfluo dire che potete improvvisare o anticip/posticipare le comparsate. Pare che vi siate accomadati con garbo. Però mi viene un dubbio…n….n…il triangolo ….no 🙂
    Besos

  29. ho scorrazzato alla ricerca di notizie su romano battaglia e mi sono imbattuta nei sui dipinti. Che dire, bu..colici…non clici, non …colica…sì colica mi pare la paola giusta.
    Besitos a todos

  30. spettatrice, a ripensarci il Mac no, non l’avrei considerato. io sono uomo da spaghetti pollo insalatina e una tazzina di caffè indovina dove, dove fabbricano le ford e celine diventava matto per una. io divento matto al pensiero di iannox nudo in pineta, nel senso che mi vien voglia di scappare a gambe pelose il giusto levate… quale triangolo? no, quello no, non l’avevo considerato… ma se ti piace l’uomo moderatamente anziano l’archeologia non è un reato… cmq non essendo di natura geloso, puoi farti un picnic in pineta con iannox e passare a me per un gelato alla crema dopo. eh?;-)

  31. spettatrice, a ripensarci il Mac no, non l’avrei considerato. io sono uomo da spaghetti pollo insalatina e una tazzina di caffè indovina dove, dove fabbricano le ford e celine diventava matto per una. io divento matto al pensiero di iannox nudo in pineta, nel senso che mi vien voglia di scappare a gambe pelose il giusto levate… quale triangolo? no, quello no, non l’avevo considerato… ma se ti piace l’uomo moderatamente anziano l’archeologia non è un reato… cmq non essendo di natura geloso, puoi farti un picnic in pineta con iannox e passare a me per un gelato alla crema dopo. eh?;-)

  32. Accidenti! Stavo a fare un’intervista tanto bella, vabbe’, vorrà dire che la posticiperò a domani.
    Allora, Spettatrice Cara, ti spiego come sono andate le cose. Il fatto è che in una blog-novel è tutto molto in bilico, praticamente ci troviamo di fronte ad universi che cadono a pezzi. E così, mentre tu disboscavi le tue gambe, noi abbiamo iniziato a parlare, e non ci siamo mica resi conto che le puntate passavano e passavano e passavano… Si era come su un treno lanciato in corsa, il paesaggio scivolava dai finestrini e Kurt Cobain sorrideva noi con un feto in una mano e nell’altra una bottiglia di musica e di dolore… Però, a dire il vero, non è che avessimo poi tanto tempo da spendere: gettavamo solo occhiate distratte, anche perché il mondo di fuori è brutto assai, e un po’ tanto ci fa paura ancora adesso. Comunque, una volta sorpassata La Fortezza della Solitudine, una volta accoppato Lethem con un disco di Bob Marley, ecco potevamo dirci in salvo o quasi, perché la pineta era a pochi passi da noi… Eppure ogni passo avanti era uno indietro. Non capivamo perché, ma accadeva proprio così, l’impossibile. E poi, improvvisa, la soluzione: mancavi tu, mancava il Triangolo, il Triangolo della Solitudine. Ecco, se tu nella Pineta, se avessi accompagnati i tuoi passi ai nostri, allora, allora… Sì, il Triangolo sì… Insomma, accadono anche di queste cose, che son normali, proprio normali, solo che all’occhio nostro abituato alla troppa normalità, una normalità che è appena appena un po’ più normale del solito appare come una stranezza. Ma ci hai raggiunti, ci hai raggiunti… ^____^
    Besos
    Iannox

  33. E’ stata una serata movimentata, adesso però buoni buoni, rimboccatevi le coperte e dormite.
    Besos e sogni d’oro
    P.S.dimenticate che io nella pineta non abbraccio gli alberi, sono abbracciata da Pino…che mi ….rimbocca le coperte

  34. Be’, ragazzuoli, posso capire che l’UdV da me fugga, ma tu Spettatrice Bella – nonostante i peli che non vuoi proprio tagliare – non puoi lasciarti rimboccare le coperte da Pino, da Pino che è appunto Pino. E che ci fa una donzella con uno che si chiama Pino? Ci dorme soltanto. 😉 Infatti t’ha rimboccato le coperte: po’rella sei, po’rella po’rella sei, ti farà sudare per niente, per una coperta di Linus che ha cambiato nella coperta di Pino. 😉
    ‘Notte a Tutti/e
    Iannox

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