LA CRISI DELLA FANTASCIENZA/FINE

Sì, c’era una terza puntata della famigerata inchiesta (le precedenti qui e qui): forse la più importante, perchè è quella che riguarda il rapporto tra fantascienza e politica. Nel frattempo, segnalo che Jacopo De Michelis è intervenuto, qui, nella discussione.

La fantascienza è politica, nel senso che affronta il rapporto fra individuo e potere e prefigura strade alternative? Lo è, per meglio dire, ancora? Dice Valerio Evangelisti: “ La fantascienza è sempre politica, lo è sempre stata, almeno la migliore. Anche quando non lo sa. Anche quando chi la scrive non lo è: penso a  Robert Silverberg, che credevo uno dei più progressisti, e quando l’ho conosciuto ho scoperto che era incredibilmente reazionario, a favore di tutte le guerre, della pena di morte… Ma anche uno come lui proietta nel futuro una visione critica del presente. Poi. La fantascienza ha avuto il suo momento più forte, al di là delle avventure spaziali, nella fase sociologica. Slan di Van Vogt parlava di razzismo. Io, robot di Asimov ha un’attinenza col presente straordinaria. Sono autori che hanno figliato altri autori:Pinchon e DeLillo hanno riconosciuto in Dick uno scrittore che ha detto loro qualcosa. In definitiva, se la fantascienza recupererà l’antica anima bene: altrimenti morirà".
Aggiunge

Fanucci: “Più si va avanti, più la politica entra nella nostra vita. Non possiamo più fare finta di niente con un’alzata di spalle. I nostri politicanti prendono decisioni che influenzeranno il nostro futuro. E la fantascienza aveva già previsto tutto ciò, con precisioni a volte così profetiche da risultare “incredibili”. Si pensi al romanzo di Norman Spinrad, Jack Barron Show, scritto nel 1968, in cui si narra dell’intreccio tra potere politico, televisione e capitali economici inimmaginabili, e a ciò che questi produce. Da sempre si è utilizzata la fantascienza per fare propaganda, a volte in modo avventato ma altre volte con giuste motivazioni. Va da sé che chi si proietta in avanti, consideri la politica come un campo in cui spingere nuove riflessioni, sondare nuove idee. Chi più di altri ha descritto le cause del rapporto tra individuo e potere, è Philip K. Dick. Oggi, sul fronte della saggistica, emerge Bruce Sterling, anche se ultimamente mi appare più opaco e meno dirompente del solito”.   
   Infine. Quanto ai critici che negano che la fantascienza in particolare e in assoluto il popolare possano raccontare il reale? Evangelisti: “Continueranno a negarlo e il lettore farà le sue scelte. Si può anche demolire, per esempio, un romanzo come  Q sul piano stilistico, ma è tradotto in ogni parte del mondo, e a meno di non considerare la narrativa come un hobby per pochi eccentrici, da questo bisognerebbe capire i bisogni che esistono. Se fra dieci anni Q non verrà ristampato, vorrà dire che si trattava di un’operazione di mercato. Ma qualcuno ricorda ancora quale libro ha vinto il Premio Strega 94?”.

10 pensieri su “LA CRISI DELLA FANTASCIENZA/FINE

  1. lo pseudo argomento di avengelisti è particolarmente volgare e sembra supporre che la lettura sia un’attività sociale, dove può valere il principio del numero, mentre è cosa privatissima.

  2. Vedo che Evangelisti è un po’ il tuo e-vangelo. “Pax tibi, Evangeliste, evangelista meus”:-/

  3. Nel 94 era, sì, “La casa del padre” di Montefoschi. E l’anno prima “Ninfa plebea” di Domenico Rea… Ve l’ho detto che c’ho i due famosi scaffali con tutti i premi Strega, niente da fare. Insomma, per farla finita con la crisi della fantascienza io direi di finirla qui, cioè di tagliarlo qui il discorso, sì, proprio in questo punto.
    Devo andare al cine, c’è la guerra dei mondi: chissà se dovrò rimpiangere i soldi del biglietto. E voi non mi vi muovete, mi raccomando: ho già la spada pronta a tracciar sui vostri nobili deretani la famosa “Z”. ^____^
    Saludos
    Iannox

  4. rischio di essere ripetitivo.
    primo, se per fantascienza si intende la sci-fi (ossia quella caratterizzata da incredibili invenzioni che aprono nuove possibilità e mutano l’esistenza umana) allora la crisi è fisiologica. una generazione che è nata col pong e che adesso può giocare a grant theft auto o che si è collegata per la prima volta a internet con un modem a 28.8 e ora naviga con la fibra non può più provare meraviglia per un ‘genere’ che non aveva nemmeno previsto il telefono cellulare.
    in più, può sembrare banale, ma un pubblico ‘meno dotto’, chiamiamolo così, adesso va la cinema a vedere dick (da cui si produce oramai un film all’anno) o gioca a qualche avventura virtuale.
    la sf soffre innanzitutto della necessità di sdoganarsi dalla condizione di letteratura di ‘intrattenimento’, e quindi dei pregiudizi che la maggior parte dei lettori ‘colti’ hanno nei confronti del ‘genere’, ma anche della miriadi di libri brutti, scritti male e tradotti peggio che esistono. in più, la sf ha il problema di tutte le manifestazioni artistiche che scelgono modalità iperrealistiche o surreali per riflettere (sul)la realtà. pensiamo alle torture inflitte ai ‘disobbedienti’ in 1984 di orwell e le ‘stimolazioni’ visive e uditive che subiscono i prigionieri al guantanamo, per esempio, e così via.
    ma il discorso più interessante è quello giustamente sottolineato da evangelisti sul rapporto tra individuo e potere. questo rapporto, da oscuro e celato che era, diventa sempre più evidente svelando, in maniera sempre più impudente il proprio lato osceno.
    mi spiego con un esempio. tanto per rimanere nell’ambito dei metodi di detenzione e di interrogatorio utilizzati dagli usa ripensiamo alle immagini degli orrori commessi ad abu graib. è ovvio che quelle facce di merda dei marines non avevano ricevuto l’ordine diretto di trasformare uno dei prigionieri in una specie di albero di natale con gli elettrodi attaccati alle mani, ma è altrettanto ovvio, tanto da volerlo documentare con immagini e filmati, che l’essere ‘davvero’ marines passa in realtà per imprese del genere. questo lato osceno del potere questa componente trasgressiva che sottende e legittima il potere ufficiale è sempre esistita, ma sta perdendo il suo carattere segreto, diventa sempre più dichiarata, leggibile e, come tutte le forme di trasgressione, affascinante.
    diventa difficile, quindi, raccontare qualcosa che tutti sanno, e perde di senso farlo in forma surreale o iperrealistica, perchè in fondo essa lo è già.

  5. Sul rapporto tra fantascienza e politica (e propaganda), basti citare l’uso che Hollywood ha fatto negli anni Cinquanta degli alieni, trasparente metafora del “pericolo rosso”.

  6. già, però è interessante lo spostamento che è dichiarato, almeno negli intenti, da spielberg per quanto rigurda il remake della guerra dei mondi, mentre il vecchio film era una narrazione ‘corale’ (uno scontro tra mondi) la versione spielbergiana è tutta ‘vista’ attraverso gli occhi della famiglia di tom cruise. la minaccia non è più alla società americana, allo stile di vita, ma alla sua unità base, già per altro minata (la mancanza della madre). ma è ancora più interessante che la minaccia sia per lo più invisibile, non più incarnata in un nemico ‘alla pari’, ma nascosta, indefinita.

  7. “è ovvio che quelle facce di merda dei marines non avevano ricevuto l’ordine diretto di trasformare uno dei prigionieri in una specie di albero di natale con gli elettrodi attaccati alle mani, ma è altrettanto ovvio, tanto da volerlo documentare con immagini e filmati, che l’essere ‘davvero’ marines passa in realtà per imprese del genere.”
    davvero?
    io ho sempre pensato si trattasse di uno spot bello e buono.

  8. Sono state tre puntate molto interessanti. Condivido molte cose scritte ma vedo due grossi limiti (voluti, credo) nell’analisi.
    1) Non tiene conto del fantasy.
    2) Non tiene conto dei videogames.

  9. Dopo i fuori tema di ieri e le mie cadute di ‘eleganza’ e discrezione provo a fare qualcosa di serio anche se OT 🙂
    Purtroppo non si tratta di Fantascienza o fantasy, ma del solito schiacciasassi dei diritti
    elementari.
    Per il momento a finirci sotto sono le fascie debolissime dell’emigrazione e della precarietà, ma tutti siamo invitati ad attendere il nostro turno che di certo verrà.
    Per non essere troppo sibillina e farla lunga andatevi a leggere questo tragico e attuale articolo su Carmilla, sembra che qualche altra (poco) fantascientifica previsione si stia concretizzando: http://www.carmillaonline.com/archives/2005/07/001454.html
    Adesso mi eclisso, vado fuori in bici, ma vi invito a meditare e, se possibile, a protestare e partecipare alla dimostrazione che mi sembra sia domani.
    Besos

  10. IMPORTANTISSIMO. Oggi, andando a sentire Gianni Celati al Future Centre di Venezia, l’ho sentito dichiarare di essere un grande appassionato di fantascienza. Secondo lui il futuro della fantascienza sta… (il resto nel mio blog:-) )

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