Rito del mattino: caffé, yogurt, libro da rileggere, rassegna stampa online. Bene. Sulla newsletter del Corriere della Sera, a proposito di Sanremo 2025, leggo:
“Quello che è certo, perché l’ha detto ufficialmente Conti, è che nelle canzoni «non si parlerà di guerra e immigrazione», ma di «famiglia e rapporti personali». Per carità, meglio non rischiare con temi difficili, meglio mantenere buoni rapporti con tutti, a partire dal governo, meglio restare nazionalpopolari e mettere da parte l’impegno”.
Ti pareva, penso.
Poi però mi chiedo: di cosa parla la maggior parte dei romanzi italiani usciti o in uscita? Famiglia e rapporti personali.
Non è una critica, intendiamoci: né ho voglia alcuna di riaprire la discussione interminabile su letteratura e impegno, né ho voglia di spiegare che non ho nulla contro la bellezza della lingua che prevale sulla trama, ma che personalmente chiedo anche altro ai romanzi, ed è per questo che ho amato così tanto Gli uomini pesce di Wu Ming 1, perché i rapporti personali ci stanno, la famiglia pure, ma vivaddio c’è anche il passato, il presente, la Resistenza e il Po all’asciutto e tutto quello che almeno io chiedo a chi scrive. Ovvero, che affronti e racconti il mondo.
Non amo affatto (anzi) i romanzi furbetti che affibbiandosi l’etichetta “impegno” propongono testi sbrigativi ma in linea con la tendenza del momento. Uno dei criteri più importanti che adotto quando leggo un libro è quello della sua onestà. E, se permettete, cito quanto scrive Stephen King in On writing:
“D’accordo, i bugiardi prosperano, ma soltanto in linea di massima, non nella giungla dell’autentica scrittura, dove sarete costretti a raggiungere il vostro obiettivo una fottuta parola alla volta. Se, mentre siete laggiù, comincerete a mentire su ciò che conoscete e provate, sarà un disastro”. E, ancora: “sarebbe un guaio pretendere di diventare scrittori senza mirare all’onestà”.
Certamente moltissimi romanzi su famiglia e rapporti personali sono onesti, e magari sono o saranno anche molto ben scritti. Però un po’ mi sconforta la visione che si restringe anno dopo anno fino a coincidere con se stessi, chiudendo fuori tutto il resto.
Questo è un post con funzioni di memorandum: è possibile utilizzarlo, da parte mia o di altri, in determinate circostanze e quando le discussioni si fanno calde. L’idea è quella di dire, in quelle circostanze e discussioni, “guarda, queste cose io le ho scritte il 2 dicembre 2024, faceva freddino, c’era umidità e avevo dormito male, però le ho scritte, leggi”. Buon dicembre.