Non è per fare il solito girotondo notizia su quotidiano-commento nel blog- ripresa. Però è difficile resistere alla gaffe del Ministro dell’Interno a proposito della “tradizione siculo-pakistana” che indurrebbe l’uomo a picchiare la donna, o peggio.
Anche perché, accidenti, qualcuno dovrebbe pur avergli messo sotto il naso, per esempio, quella ricerca Eures che diceva:
– un omicidio su quattro in Italia avviene in famiglia, tra le mura domestiche.
– Il 70% delle vittime sono donne, soprattutto casalinghe, uccise quasi unicamente
per ragioni passionali o in seguito a liti e difficoltà in famiglia.
– Gli omicidi in famiglia (187 su un totale di 710 nel 2004, con una percentuale del
26,7%) avvengono soprattutto al centro (47,6%) e al nord (38,2), mentre
solo il 16% al sud. Dati relativi al 2005: il maggior numero di omicidi domestici avviene nel Nord Italia (83, pari al 44,4%) contro i 64 del Sud (34,2%) ed i 40 del Centro
(21,4%).
– Ah. In 7 casi su 10 la vittima è una donna e in 8 su 10 l’autore è un uomo.
L’ho già scritto, lo so, e riportato anche nel famigerato tomo di Halloween. Ma se ne parlerà, il 19 e 20 luglio, a San Rossore. Dove, tra l’altro, verrà presentata una preziosa ricerca a cura di Progetti Nuovi. Nella quale lei ha avuto un ruolo determinante.
Ps. E poi, abbiate pazienza, ma io non riesco a dimenticare certe argomentazioni
dell’attuale ministro.
Come quando, nel 1994, propose la famosa “Carta dei diritti del concepito”. Per poi ribadire, qualche anno dopo, “la questione dei diritti del concepito non riesce a sfondare nel Parlamento italiano. E quando, in poche anime belle abbiamo proposto che si scrivesse chiaro nel codice civile ciò che è stabilito dalla Corte costituzionale, siamo stati accusati di voler scatenare una guerra di religioni”.
Fra le altre uscite storiche del medesimo, il commento alla paternità dell’ottantaquattrenne Saul Bellow: “Chi ha fatto figli a 80 anni e sa che morirà tra dieci anni significa che ha pensato solo a scopare. Adoro le speranze di vita, ma l’etica è un’ altra cosa”.
Cambiare consulente?
Beh, come per molte cose della vita, tutto dipende da(gl)i (s)punti di (s)vista e dalle cornici. La cornice è l’anno delle pari opportunità. Penso che i politici dovrebbero tenere a mente più i concetti sociologici e le statistiche, come ricordi tu Loredana, che i contesti politici e le platee dove spesso si trovano a (s)ragionare. Quando Amato parla di blocchi annienta ciò che la comunità scientifico-antropologico-sociale mondiale studia: le identità culturali, etniche e religiose, le appartenenze, i gruppi di riferimento, l’in-group e l’out-group, ecc. Detto questo, ammettiamo che la maggior parte di noi non vorrebbe nulla a che fare con l’islam integralista, senza pensare al terrorismo, ma più semplicemente a quello che rispolvera la lapidazione in Iran, che taglia le mani in Sudan, che si allea con i capi tribù per gestire i traffici di armi, droga, scorie radioattive. I punti di vista sono quelli delle sviste, delle approssimazioni, delle gaffe appunto, tanto per non essere da meno a Berlusconi. Ma ringraziamo Amato, che almeno stimola risposte come quelle della Prestigiacomo che altrimenti se ne starebbe sotto l’ombrellone a fare le parole crociate e ci ricorda che il centro destra ha meno contenuti del centro sinistra, anche se ci siamo fatti scippare parole come libertà e moderazione, ormai esclusive del linguaggio destrofilo. Purtroppo le gaffe alimentano i non contenuti, i finti dibattiti, ma ci possono anche dare la possibilità di ricordare che le violenze alle donne esistono e resistono.
sei un mito!
ogni tanto ti linko perche’ sei acuta, ben documentata e, come testimonia questo post, hai buona memoria.
qualita’ molto rare nel paese in cui vivi, purtroppo.
vai sempre,
una tua fan
Lipperratura cambi lei consulente!!!
Ma certo, ministro, sarà fatto.
🙂
vorrei ricordare il “purtroppo c’e’ la costituzione” a proposito del gay pride a Roma e il “qualche cinese istruito” a proposito dei recenti scontri a Milano…che palle Amato!!
Gof mi ha battuto sul tempo per il fatto del Gay Pride…
Amato fa star male…
E’ di spirito buono, Signora.
qualcuno mi spiega perchè la popolazione carceraria è composta per l’80%(vado un po a caso,ma credo azzeccandoci)da rappresentanti del sesso maschile(forse perchè le donne sono impegnate nelle faccende domestiche e non possono delinquere,o troppo prese dal tradire,direbbe qualcuno di larghissime vedute)
Guai ad estendere le pari opportunità agli illeciti 😉
Mi scusi Lipperini ma in queste statistiche non c’ho capito granchè.
Prima scrive che gli omicidi in famiglia sono 38%,47%,16% rispettivamente a nord, centro, sud. Poi che gli omicidi domestici sono 44%,21%,34%.
Infine ribadisce quest’ultima statistica.
Dato un occhiata al sito Eures sembra quella buona.
Ma, Lipperini, lo sa qual’è la suddivisione percentuale della popolazione ?
44% Nord, 21% Centro, 34% Sud.
Il che corrisponderebbe esattamente al tasso di omicidi in famiglia, quindi lo stesso tasso pro capite in tutta Italia.
Non le scrivo per fare il saccente, ma quel tasso del 47,6 % al centro mi aveva allarmato, sa son toscano, non volevo passare la vita a guardarmi le spalle in casa.
Il caldo fa male e ho scritto due volte la stessa cosa. Provveduto, grazie Nautilus: e preciso che si tratta delle statistiche relative a due diverse ricerche che confermavano però il primato nordico.
Nulla da eccepire che la ripartizione medesima corrisponda a quella della popolazione: però, se le cose stessero come la vulgata amatiana vuole, il numero dei delitti dovrebbe essere maggiore al Sud, giusto?
Questo per dire,banalmente, che prima di corroborare il luogo comune (si ammazza di più a certe latitudini o in certe culture) forse occorrebbe pensarci su.
Ancora grazie della segnalazione e pardon per la distrazione.
Ho anche specificato, or ora, che i dati citati nella seconda parte della frase sono relativi ad una seconda ricerca Eures relativi al 2005. Accidenti alla mia distrazione e al disordine dei miei files.
🙂
o primato nordico o primato meridionale il signor ministro ha fatto una gaffe grande quanto una casa, dovrebbe scusarsi con i siciliani, e non importa se lui è di origini siciliane. la notizia non ha nessun fondamento storico e mi pare che non ci sia molta letteratura del 900 che riporti queste cose, il verga ad esempio non ha mai raccontato di uomini che picchiano le donne, ha parlato di mastro don gesualdo che amava la roba, di rosso malpelo, dei malavoglia… non ricordo di letteratura che ne parli in modo specifico. io ho 53 anni e sono abbastanza vecchia per ricordare gli usi degli anni 60, non ricordo che gli uomini qui in sicilia picchiassero le donne come costume, come abitudine e consuetudine, mio marito non lo fa, mio padre non lo faceva, mio nonno neppure e stando ai racconti di mio nonno non lo facevano neppure i miei avi, ed era gente del popolo, gente comune che viveva in paese. antonella
Ma infatti lei ha fatto benissimo ad andare a vedere e mostrarci queste statistiche, altrimenti si fanno i famosi “discorsi da bar”, da cui i nostri politici sono tutt’altro che immuni.
E fa loro vergogna perchè al bar non sono.
Bisogna però aggiungere, come sappiamo tutti dai tempi del pollo di Trilussa, che le statistiche non sono affatto facili da interpretare e correlare alla realtà, le faccio un esempio recente: pubblicate le statistiche sull’efficacia delle legge sulla fecondazione assistita, Giuliano Ferrara se n’è uscito con un trionfale:”La legge funziona ! Ecco i numeri !”
E il Manifesto con Liberazione: “La legge è un disastro ! Ariecco i numeri !”
Notare che Ferrara di solito sostiene che le statistiche lo fanno ridere, salvo utilizzarle quando gli fanno comodo.
Insomma al polverone non si sfugge. E’ la nebbia della guerra ?
mancava firma
Sai, Nautilus: neanch’io ho cieca fiducia nelle statistiche. Eppure negli ultimi dodici mesi ne ho incrociate talmente tante, e di diversa provenienza, scoprendo (almeno per quanto riguarda il tema della violenza) che purtroppo portavano quasi sempre nella stessa direzione.
Hai toccato un punto dolentissimo: il politico da bar. Non so come mai, ma ultimamente leggo dichiarazioni che, se messe in bocca ad un qualsiasi passeggero della linea B, suonerebbero giustappunto banali e populiste. Mi sembra, cioè, di trovarmi nel vortice di una strana coazione a ripetere per cui si portano avanti pregiudizi su pregiudizi: tanto c’è sempre qualcuno che ha cominciato prima a cui dare la colpa, eventualmente. Nel dubbio, intanto, si va avanti col pregiudizio medesimo.
Non è una bella sensazione.
però…
infelice chiamata in causa di una sola regione italiana, credo che le intenzioni del ministro fossero buone, e il parlare un po’ diretto piuttosto efficace;
soprattutto il concetto del non esiste un noi contro loro
Il problema, Ilse, è ancora una volta di memoria.
Sul “noi contro loro” Amato si era espresso circa un anno fa, dopo l’omicidio di Hina.
In quell’occasione, il ministro disse: “Il caso della ragazza pachistana uccisa dal padre insegna molto ai fini della cittadinanza, perché è evidente che non basta chiedere l’adesione ai valori della Costituzione”, ma bisogna che ci sia un’adesione anche a diritti “fondamentali come il fatto che la donna si rispetta secondo regole che io considero universali”.
All’epoca, sottintese che in casa nostra la Costituzione veniva rispettata, e chi chiedeva la cittadinanza italiana doveva adeguarsi. A noi. Contro loro. Appunto.
Amato citava i suoi ricordi d’infanzia… una volta che un giurista si dà alla poesia, quante storie:-)
Nautilus, il ‘Foglio’ e il ‘Manifesto’ interpretano differentemente il medesimo dato statistico perché lo guardano attraverso lo schermo dei loro rispettivi orizzonti valoriali. Per cui può capitare che lo stesso dato sia considerato positivo dagli uni e negativo dagli altri, o che l’uno si concentri di più su aspetti dell’indagine che l’altro reputa meno rilevanti…
Se parli di “interpretazione” dei dati statistici, allora non mi pare che si possa correre lo stesso pericolo a proposito dei numeri riportati da Lipperini, la quale sostanzialmente invita coloro che credono che si ammazzi di più presso determinati luoghi o culture ad essere più prudenti. E non mi pare che le statistiche riportate possano essere lette in maniera opposta rispetto alla lettura che ne viene data nel post.
Per cui non capisco che intendi. A meno che tu non voglia dire che quei numeri possono essere falsi, non corrispondenti alla realtà, frutto di ricerche compiute con metodi inadeguati ecc. Allora ci capiremmo; ma in questo caso, l’esempio che fai a proposito di Ferrara e il Manifesto, non è perfettamente calzante…
Eccerto che gli uxoricidii avvengono soprattutto al nord, dopo la grande migrazione interna che – dagli anni del boom in poi – ha trasferito al nord una grossa fetta di popolazione maschile meridionale:- /
Ciao Liver !
Le statistiche, queste sconosciute..no, l’esempio Ferrara-Manifesto l’ho fatto proprio per dimostrare come perfino gli stessi numeri, accettati da entrambi, possano essere interpretati diversamente per le ragioni che spieghi tu. Volevo riferirmi in generale all’ambiguità derivante dalla diversa
interpretazione che si può dare delle statistiche, che perciò non sempre sono risolutive.
Quelle degli omicidi familiari sembrano invece indiscutibili, eppure anche qui (Lucio Angelini mi ha preceduto) sarebbe più probante conoscere quanti di questi delitti al centro-nord siano stati compiuti da immigrati meridionali.
Dato che i numeri sono piccoli (rispetto alla popolazione) basta qualche decina di casi per cambiare del tutto le percentuali.
Non che creda sia così, è solo un altro esempio per dimostrare come le statistiche vadano prese un po’ con le molle.
E’ una tradizione di questo blog cancellare i commenti anonimi?
Lipperatura, lei ha fatto delle gaffes: non metta di mezzo Amato per fare pubblicità al suo libro.
Qualche giorno fa mi hanno chiesto quale fosse, a mio avviso, la peggiore bestemmia. Ho risposto che la pronuncia chiunque asserisca di parlare in nome di Dio. Costui è un delinquente che, senza alcuna responsabilità personale, può arrogarsi qualsiasi diritto, anche quello di vita e di morte. Quindi condivido Amato quando afferma che non c’è un Dio dietro il quale nascondersi. Ciò nonostante, non può un ministro per il timore di offendere un popolo “altro”, offendere il proprio. Avrebbe dovuto dire che è degli uomini nel senso di maschi questa tara, ché questa è la verità. Avrebbe dovuto dire: smettiamola noi uomini di usare la forza, smettiamola di stuprare nel corpo e nell’anima. Avrebbe dovuto dire: siamo persone che ammazzano altre persone e non uomini che ammazzano donne. E avrebbe dovuto dire che le religioni non aiutano in questa normalizzazione e che è ora di smetterla di ammazzare in nome di Dio perché questa è vigliaccheria non devozione.
“l’Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito; la Sicilia è la civiltà di tutto”. GOETHE 1787
ADRIANO SOFRI:
“Amato pensa
che, quando si combatte la violenza
maschilista contro le donne e la dittatura
patriarcale dentro la famiglia, ……,
conviene ricordarsi che qualcosa di simile
era in vigore anche da noi fino a non molto
tempo fa, e proverbialmente in Sicilia. Mi
sembra difficile non riconoscerlo..”
E sai, senza bisogno di statistiche.
Per convalidare l’assunto più avanti nell’articolo rammenta l’episodio di Franca Viola, che contro l’infame costume patriarcale si dovette ribellare.
Il bello è che oggi al TG1 non so chi ha rammentato la Viola proprio per ricordare che in Sicilia le donne non erano affatto succube dei maschi.
La nebbia, la nebbia..
Non so, personalmente in 3 sole cose credo fermamente: la t..a, la stupidità e la vanità umane, il resto è opinabile.
Rispondo all’anonimo che spamma da qualche giorno su questo blog con insulti gratuiti e vergognosi.
Possibilità A: qualche cara persona intende dimostrare che gli anonimi sono fastidiosi e di proposito interviene qui dicendo che la sottoscritta fiancheggia il terrorismo e utilizza i morti per farsi pubblicità.
Possibilità B: fa caldo e ci sono tante persone che sbroccano per motivi climatici.
La conseguenza non cambia: la sottoscrita cancella e, qualora possibile, banna gli imbecilli che usano i blog come i muri delle latrine. Da questo non si può evincere, grazie al cielo, che lo siano tutti i commentatori: la prassi non è generalizzata, ma rivolta solo a qualche idiota (consapevole o meno) di passaggio.
Ciò detto, questo lo lascio, di commento: i prossimi no. Bye.
è un modo di fare politica che riguarda un po’ tutti quelli che la fanno: piuttosto che spiegare, si preferisce pontificare, richiamandosi a quei valori a quei (pre, senza trattino) giudizi che permettono di entrare in diretta sintonia con un sentire immediato. Amato avrebbe potuto dire: “la violenza sulle donne è espressione di una società patriarcale, tristemente nota soprattutto nelle zone più retrograde del nostro paese”. Per dirla come U.Eco, in molti avrebbero detto, pensato, parla siccome ti nutri, caro ministro. E così ci siamo goduti il teatrino e l’inevitabile lancio di ortaggi dalla platea. Quando dicono che ci stiamo disaffezionando alla politica, cominciano ad avere ragione. Ma d’altronde era questo che volevano: alienarsi il pubblico, ma non per cacciarlo bensì per riportarlo in platea, anche a costo di vedersi lanciare ortaggi.
Sapete come la penso? è che forse la cosa più sbagliata è che ci troviamo qui a parlarne, a indignarci.
Questo commento non ha nulla a che vedere con Amato o con le statistiche, e spero di non essere troppo irritante.
“L’ho già scritto, lo so, e riportato anche nel famigerato tomo di Halloween. Ma se ne parlerà, il 19 e 20 luglio, a San Rossore. Dove, tra l’altro, verrà presentata una preziosa ricerca a cura di Progetti Nuovi. Nella quale lei ha avuto un ruolo determinante.”
Riporto questa parte del post per fare una osservazione che può sembrare una sciocchezza, ma per me ha una certa rilevanza: non poteva essere un’unica frase?
So che nel giornalismo si usa scrivere così (studio scienze della comunicazione): trasformare le subordinate in frasi a se stanti (spesso mi è capitato di leggerne anche alcune che fuori contesto non avrebbero avuto gli elementi necessari a capirne il senso, sintatticamente) mi sembra una tecnica nata dall’imitazione dei ritmi di lettura delle notizie dei telegiornali, e in sostanza è un modo per separare e permettere al lettore di mettere più facilmente a fuoco ogni singola informazione, ma secondo me a questo punto si esagera.
Chiudo dicendo che non è una critica indirizzata a lei in particolare, ma una cosa che da anni vorrei chiedere a molti giornalisti ogni volta che mi capita di leggere frasi così semplificate da risultare illeggibili. Sui blog, per fortuna, si può fare, quindi mi piacerebbe conoscere la sua opinione.
Amato non mi fa alcuna simpatia, né condivido quello che ha detto, ma non credo molto a queste statistiche.
Sulle statistiche, quelle invece ben documentate anche storiograficamente, come i cristiani ammazzatti nel mondo per la loro fede, invece nessuno ne parla.
E lo dico da una posizione che mi vede fuori da ogni chiesa e culto.
Rispondo a Davide. Io non so se nel giornalismo si usi così. So che questo è il mio modo di scrivere: e non lo adotto nè per imitare lo stile dei telegiornali (che guardo, ormai da anni, pochissimo), nè per semplificare. Diciamo che è nel mio orecchio interiore, se la definizione non sembra troppo retorica o presuntuosa.
Luminamenti: purtroppo quelle statistiche, come dicevo più su, vengono confermate anche incrociando fonti diverse. Quanto ai cristiani, d’accordissimo, mi auguro che qualcuno approfondisca la cosa: ma è un altro argomento, se posso.
A questo punto c’è da chiedersi se non fosse stato meglio per Amato uscirsene con un’affermazione folcloristica e blandamente grottesca sul genere:è arcinoto che in Trinacria le femmine adorano i tipi maneschi
Mmm… No, direi che non è né retorico, né presuntuoso: caspita, ognuno sarà pur libero di scrivere cosa e come preferisce, no?!
Francamente mi aspettavo una risposta più – come dire? – più lunga, diciamo. Però ok: mi viene da dire solo che l’orecchio interiore immagino sia qualcosa che risenta in qualche modo di infuluenze esterne. In particolare, circa i telegiornali, non intendevo dire che i giornalisti che scrivono così lo facciano per imitare i telegiornali, ma che la loro stessa esistenza (dei telegiornali), oltre al ruolo non certo marginale che ricoprono, può essere un’influenza anche involontaria: voglio dire, complici le nuove tecnologie, la carta stampata degli ultimi tre o quattro decenni sembra puntare alla sinteticità e all’impatto visivo (immagini, tabelle, grafici), e la cosa va bene purché non si arrivi a stampare sms. È un discorso che ha implicazioni etiche e non è limitato alla sintassi; ma, a pensarci bene, alla fine tutta la questione non è poi così importante, e soprattutto qui si parla d’altro e mi rendo conto di essere di disturbo, quindi il discorso può pure finire qui.
A questo punto mi sento quasi in obbligo di dire qualcosa riguardo il lato semantico del post, però mi sembra sia già stato detto quasi tutto: sono d’accordo nel dire che le parole di Amato siano più dei luoghi comuni che il frutto di un ragionamento serio, e, benché credo che le statistiche vadano prese molto con le pinze, in certi casi – e questo è uno di quelli – non c’è molto da discutere e bisogna arrendersi all’evidenza. Aggiungo che mi pare che parlare per luoghi comuni non sia una prerogativa di Amato, ma un’abitudine di buona parte dei nostri politici, e la cosa mi fa ridere, ma mi sembra sia già stato detto anche questo.
A questo punto potremmo aprire le scommesse: per la prossima polemica – per il principio delle pari opportunità – io punto 10 euro su “le donne che vanno in discoteca seducono gli uomini per drogarli ed asportargli un rene”. Ciao.
Davide, con molto affetto, posso darti un consiglio? Meno scienze della comunicazione, e più esperienza diretta. Non tutto è riconducibile ad un libro di testo: soprattutto nella scrittura.
A presto.
Ah ah! Sì, a scienze della comunicazione non si impara niente. È l’unico luogo comune che condivido.
una cosa è vera però: si parla o per luoghi comuni o per grafici e tabelle. Questo avviene al bar sport quanto sulle pagine dei quotidiani o alle conferenze ufficiali.
I dati riportati nel post, per ricavarne sentenze, dovrebbero essere ricondotti a tanti tantissimi altri fattori da buttar giù un bell’articolo di giornalismo d’assalto o una puntata di W l’italia.
Il vero problema è la comunicazione e il modo in cui viene recepita, i suoi effetti, spesso difficili da riconoscere con obiettività, nella vita di tutti i giorni.
Sono d’accordo, Carolo. I dati, da soli, non servono a nulla se non si risale alle motivazioni dei medesimi.
Sa Lipperini, la parte finale del suo post mi ha fatto tornare alla mente una questione riguardante un’ordinanza giudiziaria del 2000 (se non ricordo male) a proposito della procreazione artificiale post mortem, in cui una donna chiedeva che potessero esserle impiantati gli ovuli fecondati dal marito defunto, che il Centro cui si erano rivolti si rifiutava di impiantare per via del Codice di Autoregolamentazione per la Procreazione Medicalmente Assistita, che vieta tale intervento col venir meno del genitore.
A parte le implicazioni giuridiche del caso(che pur affascinanti, qui poco interessano) trovavo di particolare rilevanza che ad accogliere questa richiesta da parte di una donna chiaramente emancipata ed “evoluta” è stato il tribunale di Palermo, e che la donna stessa veniva da un paesino piccolo e sperduto della (a quanto direbbero malamente “certi”) retrograda, trogloditica e sperduta provincia di Enna.
Spero che sia chiaro cosa ho voluto intendere, altrimenti me ne scuso e va bene lo stesso 🙂
Saluti D
Quasi quasi mi pento d’aver sollevato il dubbio su queste famigerate statistiche.
Le statistiche son dati di fatto, le uniche basi quindi che ci permettano di fare un ragionamento obiettivo, in mancanza delle quali si esterna alla Amato. Sono quindi insostituibili, per me.
Spesso però i dati di fatto sono ingannevoli, bisogna quindi sapercisi districare per non arrivare a conclusioni ancora più errate dei luoghi comuni.
Nel caso di cui si parla ad esempio, mi colpisce moltissimo il dato relativo all’Italia centrale. Qui non c’è stata alcuna massiccia immigrazione meridionale, la morale e i costumi son sempre stati piuttosto tolleranti, eppure si ammazzano tranquillamente donne nè più nè meno del maschilista meridione !
Ecco, questo è un dato per me significativo, quanto meno inaspettato e su cui è difficile equivocare.
Poi, voglio dire, non è con qualche percentuale in più che si darebbe ragione ad Amato: per giustificare un’asserzione come la sua a mio avviso occorrerebbero dati riguardanti il sud tripli o quadrupli della media italiana, il che non è.
Scrivo ste cose per dare alle statistiche quel valore che forse con i post precedenti davo l’impressione di voler mettere in dubbio, w le statistiche insomma !
Ultime dal fronte siculo-pakistano:
G.Ferrara ritiene che Amato abbia fatto quella dichiarazione per suscitare simpatie negli
ambienti islamici con l’insultare gli
italiani, nel caso specifico i siciliani ”
Hai voglia a usare statistiche con questo…
Disclaimer: è in lode di Amato, quindi se infastidisce, non leggetelo. Nel panorama attuale (e anche nel precedente) esistono pochi politici all’altezza di Amato. Nato ad Agrigento e ultimo di tredici figli, giurista valente, entra in politica tardissimo ed esce indenne da Tangentopoli ( lui essendo socialista, mi pare quasi un miracolo). il ‘purtroppo’ del Gaypride, come poi spiegato, voleva dire il contrario di come è stato interpretato, data anche la natura ‘ambigua’ del referente (implicito) dell’avverbio ‘purtroppo’. Sì ha il gusto della battuta e si avventa sui friabili precipizi della gaffe ma meglio un politico preparato e onesto (glielo accordano anche gli arci-nemici) ma gaffeur che anche una sola pallida copia dei suoi predecessori al ruolo (qualche nome? Cossiga, Scotti, Scajola, Pisanu…). Meditare per credere. Vostro, BetteDavis (meridionale e omosessuale)
Non gli nego intelligenza. Ma in merito alle posizioni di revisione della legge sull’aborto, caro BetteDavis, come la mettiamo?
Verissimo Lipperini: ma è una cosa dei primi anni ’90 che non ebbe seguito (fu potenza, sgradevole, e non atto). Ma il punto è un altro: non voglio certo santificare uno che con alto grado di probabilità ha le mani sporche (politicamente non giudiziariamente) per il semplice fatto che la politica, lo sanno tutti e lo hanno sperimentato in tanti, pulita non è. Mi spiace solo che si attacchi un politico competente per le sue bizze (esecrabili ma bizze). Un po’ come si fece per l’attuale esecrando pontefice tirando fuori la sua meno che adolescenziale passione hitleriana e non invece insistendo sugli aspetti deliranti della sua dottrina. Infine, sul serio, non volevo innescare una polemica (fa troppo caldo per tutti!) ma mettere solo in luce gli aspetti positivi di un uomo di governo di fronte all’incompetenza quasi incredibile di alcuni suoi colleghi di maggioranza e opposizione. Saluti e grazie per essere intervenuta così presto sul mio commento. Suo, BD.
Mah, quando uno è ministro anche le cosiddette “bizze” (ammesso che siano tali) assumono un certo peso…