LE RISPOSTE DEI CORINZI -1

Ci sarebbero due possibilità per cominciare la settimana.
Modalità uno. Seria (“alta”, se si preferisce). Passando velocemente in rassegna alcuni dei libri italiani usciti negli ultimi mesi, da Scirocco a Dies irae per arrivare infine a Gomorra (che troverete citato su queste pagine ancora e ancora, vi avverto) e al recentissimo Lager italiani di Marco Rovelli, anche il più cilioso e resistente e autocelebrante osservatore dovrebbe rendersi conto che le cose sono già cambiate. Non si tratta di possibile radioso avvenire e di svolta narrativa in avvistamento: come dice un caro amico, qui non si prescrive e non si predice. In questo caso, si descrive qualcosa che già c’è.

Modalità due. Apparentemente non seria (Frivola? Personale? Rigetto entrambe le definizioni). Vengo da un sabato e da una domenica che rimettono al mondo e rinnovano umore ed energie mentali. Lunghissime passeggiate, lunghissime chiacchierate con lei: un gatto, un futon, vari indiani (da intendersi come ristorante ma anche come due persone che scrivono qui), uno spettacolo teatrale, due scomodi spettri che dal teatro provengono, guardiani della soglia, parallelismi narrativi, un possibile teorema letterario-musicale e molto altro.

Mi fermo, perché non è un quiz (non lo è neanche il titolo: basta avere un po’ di pazienza). Potrebbe invece essere un quiz, o un appello wikipedico, invece, la domanda emersa da un altro incontro indiano (a Torino, con altre due persone che scrivono qui) della settimana scorsa. Quale sarà mai l’etimologia della parola ciripà? (posto che sappiate cosa è il medesimo, ovvio).

State bene.

23 pensieri su “LE RISPOSTE DEI CORINZI -1

  1. a me lo mettevano! e , credo, abbiano salvato la vita a qualche decina di alberi. L’etimologia? no quella non l’ho mai avuta, morbillo, orecchioni, 6 malattia, ma etimologia mi pare di no, chiederò a mammà.

  2. … scommetterei che ciripà è popolaresco e significa ci riparo, da cosa è facilmente immaginabile… la mia generazione comunque li chiamava quadrati e venivano disposti sopra il triangolo chiusi con il laccetto davanti… io li ho portati perchè mi sono risparmiata d’essere imbalsamata vita piedi… i miei figli invece sono i figli della plastica… triste e comoda come un certo tipo di vita. Buona settimana!

  3. “Un weekend con Loredana è quanto di più rigenerante e gratificante possa esistere”, sostiene Babsijones. Con tutto il rispetto per Loredana, non cammbierei il mio week-end con le pecore in transumanza tra i ghiacciai del Giogo Alto (Val Senales) verso l’Austria con il week-end di nessun altro:- )

  4. Ciripà, bella sfida tentare di rintracciarne l’etimologia. Peccato che mia nonnna non sia più… forse avrebbe potuto passarmi qualche indizio.
    Buona serata. Trespolo.

  5. E bravo Angelini! Stefano Bartezzaghi conferma e rilancia con questa mail:
    “ciripà non c’entra con cirìparo (ghiandola ciripara: che secerne sostanze
    cerose: e più non dimandar), ma con il nome della popolazione di indios
    brasiliani “quiripa”. Essi usavano – non so se usino ancora – tali perizoma.
    Anche gli indios di Nazione Indiana saranno ciripà? Potremmo fare un
    censimento delle popolazioni che prendono il loro nome da (o lo devolvono a)
    gli indumenti con cui coprono o meno le loro vergogne. A me vengono in mente
    i sans culottes. Più alla lontana, ovvero con il nome del territorio e non
    con il nome delle popolazione, abbiamo Bermuda e il famoso nesso
    jeans-Genova (franese Gennes, poi Jennes pronunciato all’inglese)”.
    ps. con tutto il rispetto, Lucio, ma nessuno mi aveva mai preferito, fin qui, una pecora in transumanza. 🙂

  6. Il dizionario etimologico Zanichelli conferma e amplia al mondo dei gauchos la versione ciripà di Angelini.
    Ciripà: pezzo di tessuto morbido triangolare che viene avvolto ai fianchi del neonato a scopo protettivo o assorbente.
    Dallo spagnolo d’America Chiripà (di origine quechua), nome di un particolare indumento che i gauchos imitarono dagli indigeni, costituito da un pezzo quadrangolare di tela di lana passato tra le gambe e legato con una cinghia alla vita. Faceva le veci dei pantaloni.
    Angelini, auguroni, il complenno l’hai passato con le pecore (che potrebbero anche essere più simpatiche di degli umani) e in un ambiente dove un gaucho sarebbe stato a suo agio in ciripà.
    Come vedi Tutto si tiene, niente viene a caso nè le pecore, nè l’indumento dei pecorai (ma forse i gauchos erano solo vaccari? bho, a me come pastori di pecore non danno fastidio).
    besos (anche dal gaucho in ciripà)

  7. puemm indios
    effeffe
    l’est ke je suis tirè dans le cummente
    para lo giocolier de la parole
    et alors je lui reponds ke verament
    son ciripà, sanculòt et sciupafemen
    (et si j’etais fimina seria sciupamasculos)
    para abordar lo primo caso:
    anagrafek’à l’or m’est data
    k’el panulun de stofa m’era miso
    alors que kilu en plastica nun nate
    par contener de bimbo el trocco et el piso
    lo secundo caso:
    ke tenet origen de la tera franca
    et stia a significar culottes
    lo cazune curte
    k’ el noble tyrano l’habillave et blanca
    tenia la capa cun paruca e’corte (comm’el boyskaut)
    alors que nous l’indians portamo los pantalones longues
    et de revulution et de femmes (et hommes) in ogni porte
    tertium nun datur k’a sciupà el penseros
    ce pensa mondo plein d’amor et sanz’ eros

  8. Integrazione su chiripá, se interessa, dal Diccionario del Español de America (mi scuso se non traduco, ma grosso modo si dovrebbe capire):
    «Chiripá. (Del quichua chiri, “frío”, y “pac”.) m. Arg., Bol., Chi., Par., Uru. manta o chamal* de los araucanos cuando lo llevan levantado por entre los musclos hacia adelante a modo de pantalones y sujetado per el cinturón. |2| Prenda de vestir antigua del gaucho. |3| Gente de chiripá. Gente campesina sin cultura.
    * Chamal. (Del araucano chamal, “manta de mujer”.) m. Arg., Bol., Chi., Uru. Paño grande que usaban los indios para cubrirse, desde los hombros las mujeres y desde la cintura los hombres. Cuando la cruzaban por entre las piernas y la aseguraban con el cinturón se llamaba también chiripá

  9. aggiungo particolari,se ancora in topic:secondo questo sito, http://www.soygaucho.com/english/vestimenta/chiripa.html
    l’origine dell’uso – e dico io magari anche della diffusione del nome dalle nostre parti – è legata al fatto che agli indios ignudi i missionari imposero di legare attorno alle pubenda quello che in realtà era una specie di poncho.
    mi sembra uno spartiacque generazionale (pre-pannolini e post-pannolini) così come c’è stato uno spartiacque generazionale il pre-omogeneizzati e il post-omogeneizzati, e gli effetti si vedono ancora sulla struttura tozza dei pre e su quella slanciata dei post- un po come i due mondi diversi: di qua i tozzi “tonio kroger” dilà gli slanciati “hans hansen”….

  10. Scusa, la Lippa ce l’hai tutti i giorni (proprio qui): la transumanza per il Giogo Alto una volta l’anno… Il prossimo anno, tuttavia, si potrebbero unire i due piaceri trascinando la Lippa in transumanza in val Senales e facendola scarpinare tra i ghiacciai:-/

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