Tag: Eugenia Roccella

Tutti noi desideriamo essere percepiti come buoni, di qualunque segno siano o siano state le nostre azioni. Ma è un desiderio impossibile da realizzare, nel momento in cui le nostre azioni hanno provocato sofferenza ad altri.
Ora, Roccella non è ministra della Sanità ma della famiglia e pari opportunità, come ripete a ogni intervista. Ma ministra è. E dire, come ha detto e ripetuto, che l’obiezione di coscienza non vanifica il diritto ad abortire è un falso, e lo dimostrano le tonnellate di dati che sono state raccolte in questi anni.
Ora, quando assistemmo a quella terribile violenza verbale (e non solo) contro Beppino Englaro, che cercava di far rispettare la volontà espressa dalla figlia Eliana, Roccella era sottosegretaria al Welfare e disse: “abbiamo la libertà di fare qualunque cosa del nostro corpo, ma non il diritto: se considero che suicidarmi è un diritto, è giusto che nessuno blocchi più nessuno dal suicidarsi”. Ed è una frase di gigantesca gravità, perché sottintende che è semmai lo Stato che può ingerire sulle decisioni che riguardano il nostro corpo.
Ora, parlando di famiglia, non mi sembra che vengano tenute in considerazione le sofferenze delle famiglie LGBTI e dei loro figli e del sacrosanto diritto di ottenere la trascrizione all’anagrafe.
Ecco, nel momento in cui si sostiene tutto questo, come si può pensare di non ricevere una contestazione in un luogo pubblico?

Ieri sera una commentatrice su Facebook mi chiedeva perché continuare a parlare di aborto. Bene, in effetti non dovrebbe, nel migliore dei mondi possibili, esserci la necessità di discutere sul diritto di decidere se essere madri o meno. Non dovrebbe, ma quel che avviene intorno a noi (Ungheria, Polonia, Stati Uniti) ci ricorda che nessun diritto è acquisito per sempre.
C’è un secondo punto. Non si è mai smesso di interrogarci e discutere su questo,  all’interno dei femminismi, e ogni discussione, anche quando si attesta su posizioni lontanissime, è importante, purché non si vada a scardinare la questione centrale: diritto di scelta, ancora una volta.
Oggi riassumo gli interventi di Lucetta Scaraffia e Elena Stancanelli, sempre su La Stampa.

Uso per un po’ questo blog come memorandum, perché la discussione che si sta sviluppando in questi giorni sull’aborto e su cosa, a proposito di interruzione di gravidanza, pensi la ministra per la famiglia e natalità e pari opportunità non è una scaramuccia, non è un attacco, non è una schermaglia. Riguarda, invece, la conservazione della memoria comune (insieme, ovviamente, a quella che è e resta la tutela di un diritto).
Il riassunto degli interventi di Giulia Siviero, Lea Melandri, Emma Bonino, Bleue Blissett

Dunque, ieri su La Stampa è uscito un mio articolo sulla neoministra per la famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Roccella. Oggi la ministra Roccella mi risponde. L’articolo è sul quotidiano e per correttezza non lo riporto integralmente. Però ho alcune cose da dire. Vado per punti.
Uno su tutti. Non ho mai contestato la possibilità che si possa cambiare, anche radicalmente. Contesto un’affermazione: “le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto”, che è in contraddizione con quanto viene affermato nel libro. Si cambia idea anche su questo, è legittimo. Ma se cambiare è legittimo, si usa la prima persona singolare. Io, non le femministe. Anche perché è difficilissimo, a meno di non scrivere un saggio (e grazie al cielo c’è chi lo fa) dar conto delle diversità delle posizioni dei movimenti di allora e delle diramazioni che ne sono seguite.

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