TRAPPOLE E CODICI

Venerdì (ma alle 18.30, appena terminata la trasmissione) sarò all’incontro su Donne e media organizzato dall’Associazione Pulitzer. Qui trovate tutte le informazioni. Qui, una chiacchierata con Valigia Blu. Come sapete, la questione dei media mi è sempre sembrata centrale quanto disattesa: e le cronache recenti lo dimostrano.
Mi piacerebbe che si arrivasse a ragionare sugli automatismi dei media così come in altri ambiti, peraltro definiti da altrettanti codici etici: la Carta di Treviso e la Carta di Roma. Mi piacerebbe che i media prendessero infine atto che la loro rappresentazione delle donne, e del femminismo, non corrisponde alla realtà.
Un piccolo esempio: un blog di una ventenne californiana che raccoglie fotografie da tutto il mondo su come sono davvero le femministe. Nella speranza, dice, che “nel prossimo futuro non sia più necessario parlare di femminismo”. Fate una visita.
Poi guardate qui sotto: tanto per rimarcare la trappola in cui i media stessi stanno cadendo negli ultimi giorni, riposto qui la fotografia che circola, già segnalata da Lorella Zanardo.
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52 pensieri su “TRAPPOLE E CODICI

  1. Boh, io non ci vedo niente di offensivo, è la verità. Non sono d’accordo con le conclusioni della Zanardo: qui non si sta dicendo che: “La prima cosa che molti e molte deducono è che le donne mature e anziane hanno professionalità e spessore. Le giovani no.” Questo lo deduce lei… ma non è vero, lì si sta parlando di quelle tre specifiche ministre del governo Berlusconi e obiettivamente il loro curriculum è quello. D’altra parte anche sui ministri uomini di ieri e di oggi si sprecano battute che non hanno a che vedere con la loro professionalità, tuttavia a quelle non facciamo caso perché ci concentriamo sulle donne… non trovate?

  2. Ilaria, ci concentriamo sulle donne perchè il trattamento è obiettivamente dispari. Fatto salvo il trolley di Monti, non mi sembra di aver letto sul medesimo articoli di colore come quelli che sono stati riservati alle ministre degli ultimi due governi, dove il giudizio resta su come si presentano e non su cosa fanno. Quanto ai curricula: molte aspiranti Veline e soubrettine sono iper-laureate, e bocconiane. Conta, o dovrebbe contare, quello che si fa. Non come si appare. E, purtroppo, per le donne vale ancora di più.

  3. è vero, dovrebbe contare che cosa si fa…
    ma mara carfagna faceva caledari prima di diventare ministro delle pari opportunità (una sorta di contrappasso dantesco)
    la minetti è accusata di induzione alla prostituzione e fa la consigliera regionale.
    le cose scritte sotto sono davvero “quello che hanno fatto”. (la gelmini, bresciana, è andata a fare l’esame di stato al sud “perchè così fan tutti, dichiarò).
    si può semmai dire che l’errore è stato mettere le foto, come a voler insistere sulla minore avvenenza delle nuove ministre, bastavano i CV, ma potrebbe anche essere, come dice Ilaria, che l’errore sia nell’occhio di chi guarda. mettere le foto potrebbe anche non aver voluto dire niente di particolarmente “peloso”, semplicemente illustrare un concetto.
    in fin dei conti sono tutte foto istituzionali.
    se faccio un paragone fra burlando e lamberto dini mettendo sotto le foto chi sono e cosa hanno fatto non credo che qualcuno potrà accusarmi di aver confrontato l’avvenenza dei due politici…

  4. però loredana, mettere sotto i diversi curricula – miss figa d’oro verso carriera aa corte di cassazione, è un dato che non riguarda le cosce. E’ un dato che io elettore considero come probante.

  5. Quanto scritto sotto le foto delle “donne di Berlusconi” (e solo la definizione mi fa rabbrividire non meno di “le donne di Monti”) non indica proprio nulla. Se si ritiene che quelle donne ed ex Ministro non avessero avuto prima dell’elezione un curriculum di rilievo allora è questo che dovevano scrivere: niente.
    Il fatto di essere state Miss Cinema non è e non deve essere rilevante.

  6. Ragazze, non appena nominato il nuovo governo, su facebook girava la foto del ministro Giarda ed è stato creato un gruppo sulle sue orecchie a sventola… Di Brunetta ricordiamo tutte le battute sulla sua bassezza, le foto assieme alla fidanzata alta il doppio di lui? Anche Berlusconi è sempre stato preso di mira (dai suoi avversari) a partire dall’aspetto fisico. E anche per il suo curriculum. Buttiglione… Tremonti… Boh, non ho visto diverso trattamento tra uomini e donne.

  7. Loredana, lo sai che in termini di femminismo con me sfondi una porta aperta. Non è così, ma fosse anche solo per egoismo, visto che tre quarti della mia famiglia (moglie e due figlie) sono femmine, io devo essere femminista.
    Mi chiedo però quando saremo pronti a passare il dibattito solo di genere ed affrontarlo coprendo tutte le categorie oggi discriminate, compresi gli omosessuali, gli extracomunitari, i portatori di handicap, eccetera. Gli Stati Uniti hanno preferito un presidente nero ad una donna. Noi saremo mai pronti ad un primo ministro donna? Sarà che reputo Ivan Scalfarotto uno dei migliori sulla scena politica, ma saremo mai pronti ad un (primo) ministro apertamente omosessuale? Dopo una miss Italia di colore e Balotelli ed Al Shaarawy in nazionale, a quando ministri di origine extracomunitaria?

  8. avresti ragione giulia, ma il problema è che quel governo lo considerava invece un dato rilevante. Il confronto riguarda anche le logiche di cooptazione oltre che le stesse persone.

  9. Anche a me sembra che questa volta il peccato sia nell’occhio di chi guarda, per dirla come letteredalucca. Quelle ministre sono diventate tali soprattutto – o esclusivamente – per le caratteristiche enunciate nelle didascalie delle foto e per la loro avvenenza, che diventano quindi elementi rilevanti ai fini del giudizio da parte dei cittadini. A me, francamente, questa collezione di foto non richiama nessuno stereotipo, e non credo che sia perché sono un uomo. Non penso che sia giusto tacere di fronte a questi fatti per paura di cadere negli stereotipi, preferisco un equivoco a un implicito sdoganamento di comportamenti che non mi permetterei di giudicare se fossero confinati al privato, ma sono di interesse collettivo quando occupano lo spazio pubblico. Quelle ministre governano anche me, che preferirei essere governato da persone semplicemente competenti, uomini o donne non importa. Il fatto che molte letterine siano laureate con il massimo dei voti o bocconiane mi sembra diventi irrilevante, se loro stesse hanno affidato le loro chance di successo ad altre qualità, anziché a quei meriti. Trovo solo parzialmente vero quanto dice Loredana Lipperini sul maggior accanimento nei confronti delle ministre donne: molto si sparla e si satireggia (giustamente) anche sul dito medio di Bossi, sui modi da osteria di Calderoli e su quelle caricature viventi che rispondono ai nomi di Bondi e La Russa. Può darsi che le tre ministre siano un po’ più bersagliate, non lo escludo. Ma di fronte a un tale naufragio politico, che minaccia la stessa integrità del paese, questo mi sembra davvero l’ultimo dei problemi. Anche perché, ci tengo a sottolinearlo, queste tre signore non meritano nessuna difesa, dato il modo in cui hanno ottenuto il loro potere e i pessimi risultati che hanno conseguito esercitandolo. Che siano donne è del tutto incidentale: sono soprattutto persone del tutto inadatte al loro ruolo, che sono riuscite ad accaparrarsi grazie a caratteristiche che nulla hanno a che vedere con il contenuto dell’incarico.

  10. Anch’io penso che le foto facciano danni, perché comunque spostano l’occhio sull’estetica, in una società che è influenzata dall’aspetto fisico. E tra l’altro mettere foto di uomini sarebbe stato peggio perché avremmo unito presunte deficienze con i volti dei personaggi. Altro errore è stato scrivere “le donne di”. L’analisi di Lorella Zanardo è imprecisa ( personalmente la foto non mi porta a pensare che le “vecchie siano preparate” e “le giovani solo belle”, oltretutto l’unica delle tre che ha usato la sua avvenenza è Brambilla, Mara Carfagna da quando è diventata ministra ha cambiato completamente look; la foto che ritrae la ministra Gelmini poi è senza senso ), ma fondata. Noi presumiamo con buona sicurezza che il precedente governo teneva ad una certa estetica femminile e la considerava determinante per scegliere chi portare nella scena politica, e la foto ce lo ribadisce, però sfruttando un meccanismo sbagliato, di cui dobbiamo liberarci.

  11. Se paragoni si devono fare allora andrebbero fatti sia per gli uomini che per le donne. Altrimenti mettendo la foto delle sole donne si ottiene, voluta o no, una “narrazione” che “suggerisce” che la bellezza e la gioventù sono sinonimi di incompetenza. 🙁

  12. “[…]Una fotografia che circola”?!?
    Vado sul blog della Zanardo per cercare informazioni, da quali media sia tratta questa foto collage, e cosa trovo? Niente. Nulla.
    Ma mi domando e dico: con tutti gli esempi realmente offensivi e le comparazioni sleali che i media dedicano alle donne (anche di governo) ci si permette di finire a commentare un’immagine figlia dell’anonimato e considerata sulla base dell’argomento delatorio e sicofante del “circola una foto?”
    Ecco un esempio di ossessione paranoica in cui dobbiamo per forza trovare un esempio che rinforzi le nostre convinzioni, e se i media non ce ne forniscono alcuno di paradigmatico, ricorriamo alla prima immagine che capita sottomano e che sia spendibile come pretesto.
    Ma vi rendete conto che con queso zelo inquisitorio rischiate di perdere consenso invece che aumentarlo? Occorre essere ineccepibili e caute e quando si tira fuori un’immagine, ebbene, che sia almeno uscita nella Padania se non nel Corriere della sera.
    In questo caso la Zanardo si espone davvero a essere mediaticamente etichettabile come femminista invasata mentre è solo scivolata in una buccia di banana. Poi non possiamo prendercela se la redazione di Striscia la notizia del caso ha gioco facile a sbertucciare il lavoro della Zanardo riducendolo a un eccesso come questo.
    Anche perché davvero è fondamentale capire, oltre alla testata, anche il contesto mediatico in cui quella foto è apparsa, perché se l’articolo che la correda è serio ha ragiona Zauberei: l’informazione è probante per l’elettore. Se invece l’immagine illustra un articolo salace allora si può lecitamente pensare a una critica che tenga.
    Occhio.

  13. bellissimo il tumblr linkato, Loredana!
    mi pare di ricordare che ci fosse anche un video dal titolo “this is what a feminist looks like”, non so se prodotto sempre da loro.
    Per me è quella la direzione in cui andare, parallelamente ma forse prima ancora della disamina concettuale, per spezzare, frammentare, far esplodere le gabbie: arricchire, moltiplicare, variegare, sfaccettare la rappresentazione visiva, per arricchire moltiplicare variegare sfaccettare i concetti.

  14. Tra l’altro vorrei far notare che molte delle scelte femminili di Berlusconi, in pubblico e in privato, sono legate da un’ossessione per la lettera centrale dell’alfabeto italiano, equidistante dalla A come dalla Z, ovvero l’undicesima. Ossessione che deve essere in qualche modo legata al proscenio biografico e filosofico di Berlusconi: Milano, da cui la M.
    M di ministro quindi M di Mara, di Maria Stella e di Michela.
    Per M comincia il nome della figlia Marina. Non sfugge alla regola (e al camuffamento) il vero nome della moglie Veronica, all’anagrafe Miriam.
    Sfuggono invece a questa regole le muliebri creature a pagamento di cui Berlusconi si è sempre circondato. Ma attribuiamo all’impossibilità da parte sua di sceglierle tutte per nome il fatto di averle relegate in toto alla M della categoria meretricio.

  15. Hommequirit, se avesse la pazienza di leggere questo blog prima di sbraitare, come sempre fa, noterebbe che quella fotografia, che è oggetto di passaparola via mail, trova il suo corrispettivo nelle molteplici cronache giornalistiche di questi giorni. La ringrazio per l’attento monitoraggio.

  16. Ok, queste donne (“di Berlusconi”) hanno fallito. Però mi soffermo un secondo solo sul risultato di questa foto e non mi pare che la riflessione posta da Loredana voglia poi mirare a difendere (o non difendere) l’operato delle suddette ex o neo ministre, mi pare che il punto sia un altro (anch’esso, per carità, può essere discutibile), ovvero: si nasconde una trappola in questa foto?
    Se sì, perché? Se no, perché?
    Non credo che il “no” possa essere giustificato “solo” col fatto che poi le Miss non hanno ben operato.
    Non è che siccome hanno fallito allora col senno di poi possiamo aggrapparci al fatto che erano Miss e quindi dovevamo aspettarcelo.
    Poi se non ho ben capito il punto del post e dei commenti chiedo scusa, ma non essendo io del tutto convinta di essere in grado di farmi un’opinione obiettiva cerco di aiutarmi leggendo questo blog.

  17. Anch’io sono daccordo che il messaggio è efficace per i curricula, non per l’aspetto fisico o l’età. Denota criteri di scelta molto diversi per i due governi, non il fatto che le giovani e belle(?) (la Brambilla è tutta crudelia demon e la Gelmini sembra la sorella ritardata di paperoga!) devono essere oche per forza. Del resto l’età delle attuali ministre è quella media dei membri dell’attuale governo.
    Attenzione che a furia di gridare al lupo per inezie non si viene poi presi sul serio per ciò che è grave.

  18. Binaghi, non sono inezie. Leggi gli articoli usciti le settimane scorse. Sono articoli sessisti. Che poi ci sia un bel po’ di gente che non vede l’ora che non si venga più prese sul serio questo è altro conto.

  19. @Lipperini
    Passaparola via mail? Corrispettivo con le attuali cronache giornalistiche?
    Prenda un bel respiro e rifletta su come un’immagine anonima leggittimata (!) da un passaparola possa avere persuasività di sineddoche.
    Se vi parlate tra voi, che bisogno c’è di scrivere? Siete già tutte convinte e quindi il passaparola è circolarità.
    Se al contreario parlate anche a altre/i per allargare l’influenza delle vostre tesi allora queste tecniche sono letteralmente autolesioniste.
    Il passaparola implica che qualche anello della catena prima o poi si chieda da dove viene. E difficilmente si possono imputare i media (che pullulano di immagini offensive) con un collage che dai media non proviene.

  20. Non sono i media, a mio parere, a creare l’equivoco – è stato Berlusconi a farlo. Ha chiamato in ben tre dicasteri ragazze senza alcuna esperienza ma giovani e avvenenti, come avrebbe fatto un impresario teatrale per lanciare il suo ultimo spettacolo. E’ lui ad avere svalutato e avvilito le competenze femminili parodiandole con nomine siffatte.
    Poi, i giornali sono liberi di fare i confronti che vogliono e marciarci un po’ sulla questione. ma mi sembra un peccato veniale rispetto all’enorme danno causato all’immagine (professionale) femminile da questo rozzo e misogino modus operandi.

  21. Neppure io mi trovo d’accordo con l’analisi di Lorella Zanardo.
    Il binomio giovane-incompetente non è nel confronto con le ministre del nuovo governo, ma è proprio costitutivo delle ministre del governo B: la gabbia era lì. Esse erano yes-women, ma, al contrario dei numerosi yes-men, che belli o brutti portavano in dote al capo le loro competenze, esse come “dote” portavano una quiescente bellezza (che non poteva mica prescindere dalla giovinezza), conformemente all’idea di femminile proposta da quel tipo di mentalità. Io non ci vedo grandissima differenze con le veline, come figure: che anche loro saranno intelligenti e dotate di MBA, però in quel ruolo sono chiamate a sfoggiare la bellezza.
    Il curriculum, quindi, a me non dice che chi è giovane è incompetente, ma mi fa saltare agli occhi che chi ha coltivato fino a ieri la carriera di soubrette (ma anche fosse stata bidella o postina o, appunto, igienista dentale), difficilmente ha potuto maturare significativa esperienza e capacità relative alla gestione della cosa pubblica…dunque perchè sarà lì? In quel caso la foto è rivelatrice, senza essere maliziosa (cioè non sono foto prese dai calendari ecc.): per la sua bellezza (di cui la gioventù è annesso inscindibile, secondo i canoni estetici vigenti).

  22. Però scusate, mi autocorreggo: la Brambilla ha lavorato nell’azienda di famiglia, ha fatto la presidente dei giovani imprenditori di confcommercio, e poi è stata attiva in Forza Italia… Nel suo caso è capzioso fare riferimento solo ai titoli di reginetta di bellezza.

  23. Ho tentato di azzerare i pregiudizi e di mettere da parte i commenti di Loredana e di Lorella.
    Due cose mi sono saltate immediatamente agli occhi:
    1. Il titolo: ‘Le donne di (X e Y)’, laddove invece, più correttamente, si dovrebbe parlare di donne ministre di governi presieduti da X e da Y.
    2. ‘Nota le differenze’, se non sbaglio, è il titolo di un gioco proposto da un settimanale di enigmistica dove le differenze da notare sono solo visive.
    D’altra parte in piena evidenza sono le foto, la didascalia viene lette in un secondo momento.
    Che sia stato Berlusconi a scegliere le donne giovani e belle per posti per cui non erano qualificate e che quindi la colpa è tutta sua, non ci esonora dalla responsabilità di disattivare questa trappola mentale perché, ha ragione Lorella Zanardo, funziona ancora.
    Oggi, a un convegno scientifico, ho visto giovani hostess, compostissime e vestitissime, molto belle, essere guardate con sufficienza e ironia, connotata in modo diverso magari, sia da uomini che da donne. Mancava poco che qualcuno si desse di gomito.
    Quelle ragazze stavano lavorando, molte di loro sono laureata, molto preparate e si accontentano di quel tipo di lavoro perché non trovano altro.
    Ecco, non vorrei che per l’ansia di distinguersi dallo ieri, si facessero discriminazione a danno di donne giovani e belle. Sarebbe molto ingiusto.

  24. p.s. il darsi di gomito era per alludere al fatto che il mestiere di hostess ‘in fondo è ambiguo’ e rimanda a un dietro le quinte che è meglio non esplicitare e che donne così belle non possano che fare da contorno esornativo a uomini e donne di sostanza e di valore. Non è così, non è così, non è così.

  25. io non sono molto d’accordo.
    un conto sono le “hostess” del convegno, un conto è fare un calendario seminuda e unta.
    quello non è un modo per sfuggire dalla disoccupazione. eh. c’è pieno al mondo di ragazze iperlaureate e colte che non trovano lavoro e fanno cose diverse dal proprio corso di studi.
    ma più che altro non si diventa ministro della repubblica PER aver fatto un calendario unte e seminude. (o per lo meno non si dovrebbe).
    sulla competenza parliamone: tutte loro si sono contraddistinte per la loro totale ignoranza nelle materie delle quali erano ministre. il tunnel dei neutrini resti un esempio per tutti.
    e vorrei dire anche una cosa su “le donne di X o di Y”.
    cerchiamo di non essere ipersensibili per favore, è espressione comune anche in senso maschile.
    “tutti gli uomini del presidente” oppure “ho piazzato un mio uomo nel tal posto di responsabilità” eccetera.
    non sarà bellissimo in generale ma non è sessista, è solo scemo.

  26. Non mi pare di aver scritto nulla in favore di un reclutamento a prescindere dalla qualità delle persone, questo vale sia per gli uomini che per le donne.
    Le ministre del governo Berlusconi si sono distinte per bellezza e ignoranza, o quanto meno i risultati dell loro operato (o non operato) non sono stati brillanti, come non sono stati brillanti nemmeno i risultati dei loro colleghi maschi che, mi pare, non brillassero nemmeno in bellezza.
    Quindi la mia non è una difesa d’ufficio né delle donne di quelle governo né di quel governo, quello che dico è che lo schema imposto da Berlusconi riguardo al reclutamento delle donne (ma pure di quello degli uomini, però, ma non se ne parla) dovrebbe essere disinnescato: se vedo una bella e giovane donna in un posto importante non devo pensare che ci è arrivata dopo essere passata nel letto di qualcuno. Se vedo una bella e giovane donna che fa la hostess non devo inferire nulla né sulla sua qualità intellettuale e professionale, né tanto meno sulla sua presunta disponibilità sessuale. Può sembrare lapalissiano, ma non è così.
    Quando si parla di ‘tutti gli uomini del Presidente’ si allude a una squadra, quando si parla di ‘donne di Berlusconi, si allude a un gineceo sessualmente disponibile. Contrapporlo alle ‘donne di Monti’ significa fare anche questo tipo di distinzione. Per essere scemo è scemo, a me pare pure sessista.

  27. Valeria, cerca con google “gli uomini di Berlusconi” e guarda com’è stata usata questa espressione nei vari articoli giornalistici: come “i servi” di Berlusconi, non c’è nessuna differenza in questo caso rispetto al trattamento riservato alle donne. Se tu in quell’espressione su questa specifica immagine ci vedi automaticamente l’allusione a “un gineceo sessualmente disponibile” è un’inferenza tua, dovuta certamente al fatto che così è stata usata altre volte ed è stata usata così perché purtroppo il gineceo c’era. C’era!

  28. Non ci capiamo. C’era! Lo so pure io che c’era. La cosa che mi auguro, che forse c’è già e che a me sfugge per eccesso di paraocchi, è che da quella realtà di fatto non si deve estrarre, o rinforzare, uno schema.
    Se questo schema non c’è, a me va benissimo, e mi va bene prendere pure lucciole per lanterne.
    Ora, però, se le inferenze mie sono plausibili, anzi quasi inevitabili (perché il gineceo c’era), non vedo perché farle scattare in modo così automatico (sarò mica solo io farle?). E’ su questi automatismi, mi pare, si appunta la critica di Lorella e di Loredana.

  29. La cosa veramente schifosa è che il fatto che nel governo Monti non ci siano ex soubrette viene utilizzato per promuoverlo ulteriormente,per farcelo sembrare ancora più”moderno”, più buono, più giusto. In questo momento in Italia la democrazia è sospesa e nei fatti il governo sta a Bruxelles, nelle mani di tecnocrati a loro volta non eletti che sono emanazione diretta di quel famoso 1% che ci ha portati alla rovina. Però tutti sembrano incredibilmente contenti di ciò, anche per via del fatto che le donne al governo ora sono “competenti”. Ancora una volta i grandi giochi si fanno anche sulla pelle delle donne,che vengono usate per testimoniare l’integrità e le buone intenzioni di gruppi di potere che di integro e di buono non hanno nulla.
    Tutto questo non significa ovviamente che Severino,Cancellieri e Fornero siano delle “vittime”: basta dare un’occhiata ai loro curricula per capire quanto siano organiche a questo sistema. Il fatto che siano donne non è un di più per loro, è un di più per Monti e per quelli che a Monti danno ordini. Ancora una volta, ripeto, hanno trovato il modo di servirsi delle donne. E noi, in tant*,a bocca aperta, a meravigliarci di fronte a tre donne che hanno il discutibile pregio di fare comodo a Monti&Co in quanto donne e in quanto facili alla macelleria sociale…
    Chiedo scusa se le cose che ho scritto sono già state dette, ma non ho avuto tempo di leggere tutti i commenti né di seguire bene le discussioni dei giorni scorsi.

  30. D’accordo con Adriana. Il retrogusto amaro del governo Berlusconi è che dopo di lui il delirio. Di felicità, di consensi, di meraviglia… the brave new world.. oh com’è bello il genere umano, Oh mirabile e ignoto mondo che possiedi abitanti così piacevoli!

  31. Non so se c’era ironia nella tua domanda, Sergio Garufi, ma tutto si può dire, e si può criticare. Secondo me.
    Solo che quelle donne (e quegli uomini) stanno là per prendere delle decisioni che ci riguardano tutte e tutti. Possibile che questo sembra essere diventato un dettaglio inessenziale? Anche questo è berlusconismo, altroché.

  32. Per esempio, facendo paragoni tra funzioni e non tra generi omologhi: che differenza ci sarà tra Maria Stella Gelmini e Francesco Profumo? E tra Paola Severino e Maroni? Ecc, ecc. ecc. E’ su questo che si dovrebbero misurare le differenze, non su tacchi, permanenti e tailleurs. Ma ci vuole così tanto a capirlo?

  33. Se in Italia non è mai davvero decollata la campagna ambientale per privilegiare nell’acquisto i prodotti privi di involucro o imballaggio, un motivo ci sarà… È che non solo il tacco basso o a spillo, la cravatta scura o il laccetto da cow-boy sono involucro: anche la patina di autorevolezza, professoralità, novità lo sono. In tutta franchezza, non credo che questa strisciante campagna in favore del bon ton delle muove ministre rispetto alle sguaiate vecchie ministre sia casuale, né neutrale: un incartamento serve a introdurre l’altro, e il doppio involucro prevale sull’oggetto incartato.

  34. ho apprezzato molto gli interventi di valeria, sono disposta a ritrattare per quella cosa le donne del presidente etc, e le logiche. Però penso che sottolineare quanto certe logiche sessiste si sono costellate e organizzate in un modo specifico con il governo Berlusconi sia una cosa giusta – che non vuol dire sottovalutare la contestualità, il sessismo delle sinistre, il fatto che una donna ministro può fare politica contro altre donne, ma riconoscere una singolarità specifica e la connotazione di una matrice storica che purtroppo sopravvive al suo creatore. Si per me le diverse logiche di reclutamento contano, ha valore per me sottolineare la differenza.

  35. il berlusconismo è come l’alitosi, ce l’hanno sempre gli altri. uno parla in generale, usa una formula retorica, e il primo che passa si sente chiamato in causa, giudica e condanna senza aver capito niente. il berlusconismo è tante cose, e fra queste anche la puerile megalomania, oltre al disprezzo delle regole e alla promozione dei cortigiani, che come nel rinascimento erano leccaculi gli uomini e prostitute le donne. lo schema proposto sopra evidenzia quest’ultimo aspetto. l’ex pres. del cons. premiava la fedeltà dei maschi (non a caso il suo eterno braccio destro si chiama fedele confalonieri) e l’avvenenza delle femmine. le tre ex ministre erano totalmente inadeguate a ricoprire quei ruoli, a partire proprio dal loro cv. il fatto che fossero belle – (almeno per un certo canone da rotocalchi, non il mio – non era un dettaglio trascurabile, era l’unico motivo (oltre alla disponibilità verso il capo) per cui occupavano quel posto. la competenza delle nuove ministre (poi saranno giudicate per quello che faranno ovviamente, ma qui si parla di prerequisiti) è a mio avviso un motivo di fascino personale, in fondo l’etica è l’estetica interiore.

  36. Il paragone tra Gelmini e Profumo a me è proprio il primo che è venuto in mente (come disse una mia amica, gli servirà l’interperete per comunicare)…D’accordissimo che la sostanza fondamentale per giudicare il governo Monti saranno le politiche implementate. Però non si può anche dire qualcosa sui criteri di cooptazione delle politiche donne da parte di un governo e dell’altro? Che è diverso da paragonare semplicemente i tacchi o le pettinature o le età. Non è un belle contro brutte, ma si tira in ballo la preparazione per mostrare che le attuali sono qualificate mentre le prime erano belle “invece di” qualificate.

  37. il punto è: qualificate per cosa? perché sono lì? quale sarà la direzione che prenderanno le loro decisioni?
    e ancora, ribadisco: il fatto che loro siano donne non è un vantaggio per le donne (che saranno mazziate come gli uomini e forse peggio) ma per Monti e per chi comanda, che può così appuntarsi al petto la medaglia della meritocrazia e dell’attenzione alla parità di genere. siamo talmente messi male che il fatto che ci siano tre (TRE) donne al governo ci sembra una conquista.
    sarà il berlusconismo, ma è tanto tanto colpa nostra, che teniamo gli occhi puntati sul nulla che vogliono farci guardare.

  38. Non ho fatto caso agli “articoli sessisti” usciti in questi giorni nei quotidiani. Questa immagine però mi sembra non c’entri con quegli “articoli sessisti”, che io non ho letto per disattenzione e sui quali non posso dire nulla, perché non mi pare abbia qualche cosa di “sessista”.
    Non mi sembra cioè che giustifichi, promuova o difenda l’idea dell’inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale; anche, con sign. più generale, tendenza a discriminare qualcuno in base al sesso di appartenenza (definizione da Il treccani).
    Nel mio piccolo, io penso che bisognerebbe argomentare in modo razionale e inoppugnabile quando si toccano queste zone critiche della rappresentazione nei media delle donne, altrimenti si corre il rischio, come diceva più su Valter Binaghi, di abbassare la soglia di attenzione per quanto riguarda rilevazioni simili.
    Non mi convincono gli appunti di Valeria. Credo che, anche se la premessa era quella di partire al di là delle considerazioni di Loredana Lipperini e Lorella Zanardo, abbia visto nelle immagini proprio ciò che cercava. Un osservatore un po’ addestrato all’analisi semiotica e con buoni strumenti cognitivi è in grado di rintracciare quasi qualunque cosa in un’immagine come questa. Ripeto, secondo me, è solo la mia opinione, bisognerebbe opporre argomentazioni un po’ più solide.

  39. Dm, e quali sono le tue argomentazioni razionali e inoppugnabili? Uno che passa di qui, lascia la sua cacatina e riempie venti righe di aria fritta senza avere competenza e conoscenza del problema?

  40. Io resto basito nel sentire parlare di competenze “a prescindere”; detto fuori dai denti, anche saper posare per un calendario, o scalare i vertici di un’organizzazione politica come Forza Italia in Lombardia può denotare una qualche competenza: che questa competenza non sia ciò che serve ad una politica orientata verso, la butto lì, la tutela dei beni comuni, dei ceti più svantaggiati, la lotta la precariato, la difesa dell’ambiente (o vogliamo dire che la politica è un fatto in sé, basta farne una non importa per chi o per cosa?) è pacifico.
    Per quegli stessi fini che indicavo, perché essere stata consulente per i paesi dell’ex blocco sovietico per la Banca Mondiale (dico: la Banca Mondiale!) è un titolo di merito? C’è gente che è andata in miseria (con tutto ciò che la miseria comporta, anche in termini di vite umane: solo a Mosca ogni inverno ci sono circa 1.500 morti di freddo nelle strade) per le politiche dettate dal FMI e finanziate dalla Banca Mondiale: lo sapete, questo? Essere Advisory Board di fondi d’investimento come Fondo Innogest e Reply S.p.A o avere incarichi dirigenziali presso una Private Bank come Unicredit perché dovrebbe essere un titolo di merito? Aver svenduto il Politecnico di Torino all’aziendalismo denota merito: ma in una direzione ben precisa – o mi sbaglio?
    Almeno il vecchio Giuliano Amato, quando gli chiesero se intendeva nominare tecnici nel suo primo governo, rispose con ironia: volevo chiamare van Basten, ma poi ha sbagliato il rigore decisivo.

  41. Gis: la prima domanda non l’ho capita: non è chi fa un’analisi che dovrebbe fornire argomentazioni convincenti? o, secondo lei, dovrebbe trovarle nella propria testa chi legge? la seconda domanda dà invece per scontato che io “passi di qui” e che non abbia “competenza e conoscenza del problema”, e sono due sue supposizioni.
    Comunque esplicitiamo. Lorella Zanardo scrive:
    “L’attenzione si sposta poi su ciò che è scritto sotto la foto: dalla lettura emerge che le prime in alto hanno curricula prestigiosi. Le donne raffigurate in basso non hanno curricula prestigiosi.
    QUINDI: La prima cosa che molti e molte deducono è che le donne mature e anziane hanno profesionalità e spessore. Le giovani no.”
    Quel “quindi” maiuscolo dovrebbe aver valore causale. Mentre non è chiaro come l’autrice del post sappia quel “che molti e molte deducono”. A me per esempio non era venuto in mente prima di leggere il post. E mi sembra che molti e molte deducano prima di tutto che le tre ministre del secondo gruppo forse sono meno competenti delle prime. Aggiungiamo poi le figuracce note a tutti di Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna (i black out culturali della prima, e la conversione all’omofilia della seconda!) e consideriamo che sono figuracce che riguardano proprio le loro competenze. O meglio le competenze minime che si richiedono a chi siede ai due ministeri. Beh mi sa che nella maggior parte dei casi chi guarda pensa a tutt’altra cosa, rispetto ai cliché rispolverati da Lorella Zanardo. Ma è una mia sensazione, su cui non baserei una critica sociale… come invece Lorella Zanardo ha fatto.

  42. Solo una cosa sulle “competenze” delle interessate.
    In democrazia lo specifico di un politico non è la “competenza” nella materia in cui decide. Quella semmai riguarda la squadra che lo consiglia e che gli presenta le opzioni tra cui sceglierà sulla base all’ ideologia e/o al buon senso.
    In caso contrario non avere ministri/professori sarebbe come far guidare dei senza patente.
    La teologa Merkel e il ripetente Sarkozy decidono in questi giorni il destino economico dell’ Europa da perfetti incompetenti in materia, ed è giusto e normale che sia così. Conta la squadra che li circonda.
    In democrazia il politico è più che altro un comunicatore per il semplice fatto che la propaganda è l’ anima delle democrazie. Deve ottenere il consenso dai votanti, ovvero da persone razionalmente ignoranti (perché mai informarsi?), o razionalmente ideologiche (che noia evitabile il pragmatismo)), o razionalmente svogliate (perché non esserlo?). Il buon politico deve più che altro saper incitare e dare fiducia raccontando balle che si trasformino in verità.
    La democrazia, piaccio o non piaccia, funziona così. In un certo senso sono “competenze” anche quelle del politico ma non si identificano certo nelle facce in disfacimento da lettura prolungata.

  43. Penso che la trappola ci sarebbe se la vicenda del nostro ex premier non fosse già nota a tutto il mondo, e che la scelta delle foto a confronto faccia riferimento a questa e non in generale al rapporto tra l’avvenenza e le capacità professionali delle donne in carriera.
    I politici maschi italiani in media sono bruttini, a differenza di quelli americani, perchè la scelta politica da noi per tradizione non si basa granchè sull’aspetto fisico. Quindi la selezione in politica di donne non appariscenti è paritaria con gli uomini: semplicemente la bellezza non serve e non aiuta a superare gli altri. A parte nel caso dell’anomalia berlusconiana; per cui dalle foto accostate si può solo dedurre che le ministre berlusconiane sono state scelte in primis per l’aspetto esteriore.

  44. Il fatto di aver detto che glissare sui contenuti per appuntarsi sull’involucro faccia parte del berlusconismo non vuol dire che io voglia accusare di Berlusconismo Sergio Garufi (il mio commento partiva dalla sua affermazione ma si spostava su un piano più generale) né che mi voglia tirare fuori dall’infezione del berlusconismo che, a differenza dell’alitosi, è molto contagioso.
    Riguardo alla mia interpretazione di quella immagine è appunto una mia interpretazione e quindi, pur volendo essere il più possibile oggettiva e fenomenologica, non può essere neutrale. C’è dentro sicuramente il mio sguardo, ma è anche vero che il mio sguardo è stato educato e messo in allerta da migliaia di immagini e di commenti che lo hanno orientato in quel modo.
    Io nella disintoccazione ci posso anche mettere il mio impegno, ma media dovrebbero fare uno sforzo da parte loro per andre oltre certi schemi e quella che ormai sembra essere diventata una coazione a ripetere.
    Se, per ripetere quanto Berlusconi fosse ossessivo nel proporre la fisicità delle donne, continuo a zoomare sulla fisicità delle donne, esaltandone la diversità rispetto a quella che piaceva a Berlusconi, cado nella stessa ossessione. Andiamo oltre.
    Per il resto sono d’accordo con Girolamo: cosa ci stanno a fare quelle ministre (e quei ministri) nel governo? In che modo le loro decisioni incideranno sulle nostre vite? Queste sono le domande che voglio fare e a cui vorrei si cominciasse a dare qualche risposta.

  45. Io sono molto sconfortata e infastidita dai discorsi che ho letto e sentito in questi giorni (un esempio per tutti è il pezzo di Aspesi che Lipperini ha citato nel post Try, go, fight). Mi sembra sia confermata e in ascesa una pulsione reazionaria (tanto in voga nel nostro paese) che ha alla sua base la pretesa di decidere quali corpi di donna abbiano il diritto di – siano legittimati a – occupare lo spazio pubblico. La foto offre una rappresentazione dicotomica che non solo implica una domanda retorica, ma esclude tutte le donne “altre”(qui qualcosa in più: http://wedwellinpossibility.blogspot.com/2011/11/diamo-i-numeri-ovvero-di-donne-al.html).

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