WU MING E SCIROCCO

Wu Ming 1 ha recensito Scirocco di Girolamo De Michele per Carta. Mi sembra lettura interessante.  Buon Ferragosto a tutti.

Freddo che fa dormire accartocciati, appallottolati, ("ingrutì", si direbbe in ferrarese), inquieti perché i muri non difendono dal tempo che c’è fuori, freddo di saudade astiosa per un Paese che (come Guy Pearce in Memento) ricorda se stesso a segmenti di cinque minuti, mai di più, e tocca girare con le informazioni-base tatuate addosso, la polaroid del tale che forse incontrerai, e chi è questo, chi è quello, non fidarti di Tizio, sul petto un acrostico in memoria di Caio, occhio ché Sempronio te lo mette nel culo. Tocca girare "vestiti di ritagli di giornali", come i Tre uomini paradossali del romanzo d’esordio di Girolamo De Michele.
Ci si sente sì a casa ma "ingrottiti", nel libro di cui 3UP era prequel. Un passato che "non asciuga niente", panni sporchi stesi non si sa dove, un 1998 che ha valore microcosmico, in una città – Bologna – dove tutto avviene prima, tutto è prodromi e doglie pre-parto, poi nascono mostri (ma li si coccola e vezzeggia, come vincitori d’una mostra canina). Il ‘98 in cui si svolge Scirocco (Einaudi Stile Libero Noir, 2005, pagg.594, €  14,50) è descritto come padre e figlio di tutti gli anni della Repubblica (delle repubbliche, se si conta quella fantoccio di Salò): tutto vi converge, ogni filo vi si dipana e riaggroviglia, dall’immediato Dopoguerra al Piano Solo, dalla Strategia della Tensione all’anno prima del ’78, dal sequestro Moro alla Uno Bianca, dall’imminente guerra in Kosovo alle manovre geopolitiche dietro l’ascesa di un ex-comunista a Palazzo Chigi.
In questo ’98, l’Italia è percorsa in largo e in lungo da neo-con americani, neo-nazi autoctoni, faccendieri, depistatori professionisti, poliziotti fascisti collusi con questo e quello, false agenzie di stampa, reduci di stagioni diverse (ex-partigiani, ex-settantasettini, ex-Prima Linea, ex-neofascisti, pareti cariche di ex voto).
Questa nazione è terra di mitopoiesi per eccellenza, i fasti della cronaca e gli scatti della memoria (on/off) regalano ogni giorno spunti e materiali. Vivere qui è, per un narratore, condanna (perché un narratore è un cittadino) e privilegio.
A volte Scirocco si fa criptico, stratifica accenni, allusioni, riferimenti obliqui, alcuni li chiarisce in Appendice ma altri no, e uno si chiede: io sì ho capito di che parla, di chi parla, condivido queste ossessioni, sono uno speedfreak della memoria, ma altri? E’ un romanzo multi-livello, questo, godibile anche da chi non coglie tutto, oppure è un romanzo iniziatico travestito da noir (e il punto di vista del noir è sempre quello della vittima, ci ricorda chi ne sa)? De Michele vuol dirci che la memoria, la memoria d’un Paese, la memoria dei movimenti e delle classi oppresse, è cosa che dobbiamo meritare, che si guadagna col duro lavoro, con la cerca, come quel Graal di cui tutti straparlano? Il lettore di Scirocco è forse Parsifal? I personaggi – l’io narrante (chiamiamolo Guglielmo), Andrea, Cristiano, Lara, Ferodo, Diego, Tore, Raffaele, don Ricrea… – sono cavalieri mancati di una tavola rotonda a cui ci è impedito sedere, spin-off di un ciclo di Camelot che il Potere (il quale non sta nel Palazzo) non ci ha lasciato scrivere?
In fin dei conti vi è davvero una cerca (un bastimento carico di?), vi è davvero un percorso iniziatico (compiuto da Lara, vedova santa, che di prova in prova arriva in cima e vede dall’alto la Storia d’Italia), come vi è un tempo dei misteri antecedente ad ogni prologo (le gesta e il sacrificio di Lester), e tornano qua e là figure della mitologia anglo-celtica.
No, questo non è un romanzo di genere, non è un poliziesco. E’ l’emulazione riuscita di un romanzo di genere al fine di creare un diversivo (anzi, se si potesse dire: un eversivo).
Se uno non lo capisce, nemmeno capirà che va accadendo nella narrativa di noi che viviamo qui, oggi (non credo nelle Patrie Lettere, non me ne frega un cazzo).
Se uno non lo capisce, non avvertirà la pressione ai bordi delle pagine, gli scricchiolii dapprima lontani poi concerto d’orchestra, come quando lo squalo passa sotto la già malconcia barca di Quint (grande interpretazione di Robert Shaw, nel terzo film di Spielberg). Questa "pressione" è la stessa che a ogni riga rischia di mandare in pezzi Romanzo criminale di De Cataldo, Noi saremo tutto di Evangelisti, Grande madre rossa di Genna, e potrei citare tanti altri, come Michele Serio, il Camilleri dei romanzi storici…
E’ il rischio che la materia narrativa straripi, travolga le barriere, forzando e spaccando ogni regola, ogni preoccupazione di stile e di lingua. "Sbavature" se ne vedono,  punti in cui l’argine cede un poco all’impeto del fiume, ma è inevitabile che sia così, mica giochiamo con secchiello e paletta: cerchiamo di fare i conti con qualcosa che sfida il mestiere, sfida il linguaggio stesso come strumento e come mondo, è l’inenarrabile che sentiamo di dover narrare.
Chi si sottrae al compito, anzi, chi nemmeno s’accorge del compito, dello squalo che sfiora lo scafo, poi non venga a lagnarsi dello stato della Letteratura (si noti la maiuscola) in Italia etc. etc. etc. la dittatura del realismo thrilleristico etc. etc. etc. non vedo più i Pasolini etc. etc. etc., senza accorgersi che qui si sta cercando, con le acquisizioni e la sensibilità odierna, di fare il lavoro intrapreso da Pasolini con Petrolio.
Sì, perché "ogni tanto qualche stringa si incurva, si piega all’indietro e si riannoda al passato. Da quaggiù a là dietro, dal poi al prima. Così fa il tempo, a volte… Il tempo ha cominciato a incurvarsi, e la sostanza del mondo a incresparsi…"Scirocco. Pubblicato con dicitura copyleft, su carta riciclata al 100%, sbiancata senza uso di cloro. Se vi pare poco, andate a quel Paese (cioè a questo: ve lo meritate). Buona lettura.

92 pensieri su “WU MING E SCIROCCO

  1. Uhm, non sarà che Melloni si trova sull’elenco telefonico di Atlantide? 🙂
    Salutoni a tutti

  2. Iannoz dimora sui blog 20 ore su 24, resta poco tempo per il bim, per il bum e pure pel bam. La forza di Iannoz è: Egli trasforma cotanto impedimento in purissima arte. I suoi carmi raccontano l’impossibilità del bim bum bam e sono in larga parte dedicati a fanciulle che si frapposero tra Lui e il suo diritto al bim bum bam (che Egli vorrebbe inalienabile). E’ un incessante chiederla, rimpiangerla, esigerla, e un continuo non-darla e non concedersi da parte di “bambine”, “farfalline”, “topine”, detentrici di “nasini”. Iannoz si descrive come uomo (non-)sedotto e abbandonato. Egli stesso scrive, nella sua auto-presentazione, che “alla fine, tutte lo allontanano”. Non fa però menzione dell’inizio. Una situazione che chiunque troverebbe tragica diviene punto archidemico sul quale agire per issarsi sulle spalle dei suoi contemporanei, in un tripudio di meritata gloria. Egli E’ Il Poeta Dello Struggimento Amoroso, il Tedoforo Dell’Amore La Cui Fiamma Non Si Spegne.

  3. Be’, Iannox, L’Esegeta ti ha fatto un ritratto che ti fa onore. Sei quasi un personaggio felliniano. A chi altri? 🙂
    Pochi. Pochissimi.

  4. Beh, se l’Esegeta ha ragione, Peppe I. è uno a cui non la danno. Come lui tanti, tantissimi 😉

  5. Questo non è importante. Importanti sono: il Personaggio e l’Esegeta, che mi pare di conoscere (poco, eh?).

  6. Be’, sapete, in fondo l’Esegeta e quell’altro, il Melloni, un po’ di ragione ce l’hanno: spreco
    davvero troppo tempo sui blog, soprattutto per i commenti, per quelli riguardanti noir, thriller,
    gialli. Ma d’ora in avanti, ora che il crimine m’è stato fatto notare, eviterò attentamente di lasciar tracce in giro, quindi non parlando di gialli, noir, thriller, tra i commenti, non leggendo queste cose qui, non comprando queste cose qui, non recensendo queste cose qui neppure
    con un accenno masticato fra i denti, alla fine mi rimarranno libere ben 23 ore suonate. Alla faccia
    di Fellini e dei suoi personaggi buoni solo per una canzonetta del Liga!
    P.S.: Melloni, oggi niente boccette? E non hai seguito neanche il mio consiglio. Ti rimane comunque Mano Amica… vedi d’usarla con discrezione. No, usala pure come ti pare, pure per battere sulla tastiera e perdere tempo a rispondermi… Mi fai pena, e non scherzo. Come volevasi dimostrare in ogni senso, ma tuo. E’ proprio vero dunque che il genere thrilleristico è abuso abusato, di mano per gente alla mano.

  7. Ma come, Peppe, non stavamo parlando di un libro “onesto”, “bello” e “divertente”?

  8. be’, forse è liga che sembra un personaggio di un fellini, peppe! ed è un complimeneto pure questo. forse stiamo tutti in un film di fellini, da qualche anno in qua.
    melloni, d’accordo, la prossima volta i complimenti li ri-faccio solo a chi li fa a me.

  9. No, io non ho mai letto le poesie di Peppe I. oltre i titoli, ma l’Esegeta mi ha incuriosito e stasera me ne sparo qualche centinaio (ne scrive venti o trenta al giorno, a giudicare dal ritmo con cui le pubblica).

  10. Ci sono due recensori che non me li dovete toccare, uno è Bartolomeo di Monaco, l’altro è Iannozzi. Se me li toccate mi fate incazzare. Io nella vita non webbica non mi incazzo mai, sono una specie di Buddha. Come tutti i Buddha, le pochissime volte che mi incazzo, minimo minimo, con la grattugia, vi faccio una jullienne della tastiera – visto che con quella avete peccato.

  11. @ andrea b
    Mi pare che questa sia la prima volta che tra me e te ci sia un indiretto contatto (salvo i nickname, ovviamente), e non so valutare, quindi, se la tua, nei miei confronti, sia ironia . Se è tale – e me ne rammarico, perché si deve avere rispetto per il lavoro altrui, che può anche non piacere – ti suggerisco di fare come chissà quanti altri fanno: non leggermi.
    Il mio lavoro è frutto di una scelta, che hai tutto il diritto di non condividere.
    Se, invece, ti ho male interpretato, scusami sin d’ora.
    Bart

  12. Splendido scirocco, divorato in tre serate come non succedeva dai tempi di Q e Romanzo Criminale e pochi altri. Mi domando come mai la stampa lo stia quasi snobbando, escludendo la tua, quella di wu ming 1 e de cataldo. Corro a rilegegre tre uomini paradossali…

  13. Non “quasi”: lo sta snobbando e basta, come spesso accade. Ma venderà lo stesso, il passaparola dei lettori soddisfatti è molto più importante di qualunque sfilza di recensioni. Lo so per esperienza diretta.

  14. Bartolomeo, io sono una persona semplice, se vedo che uno si fa il mazzo a recensire libri per pura passione lo stimo, altro che ironia (ma poi bisogna avere per forza i contatti preventivi per non fare ironia?). Per questo ti mettevo con Iannozzi. Sono talmente semplice che penso che combattere sia traghettare idee instancabilmente e a dispetto di qualsiasi “buon senso” (che buon senso in realtà non è, è egoismo). Ebbene sì, combattere è avere la forza di fare anche piccolo cabotaggio, a proprie spese, col proprio tempo. I generali infrattati dietro la collina servono a poco e forse sognano ancora meno.

  15. WM1, sono curiosa: chi è l’autore misterioso? Avrei qualche perplessità.
    Meno male che MarioB e Andrea si sono espressi prima di me…

  16. @ andrea b.
    Quando ho parlato di contatti tra di noi, volevo dire – non essendocene stati (ma potresti essere anche quel morris di qualche tempo fa…) – che non ero così sicuro di giudicare la tua un’ironia nei miei confronti.
    Riguardo all’impegno che metto nel leggere un libro, ho la fortuna di avere tempo a disposizione (sono pensionato) e quindi di fare una cosa che prima, quando ero assorbito dal lavoro quotidiano, non potevo fare.
    Pago, così, nel bene e nel male, il debito che ho contratto con la mia giovinezza.
    Purtroppo i libri che mi hanno formato li ho letti in quegli anni, e posso recuperarli soltanto leggendo in qua e là le note che vi ho lasciato scritte ai margini. Non mi posso permettere il lusso di riprenderli, essendo ancora tanto ciò che devo leggere e devo correre, correre, perché non sono più giovane.
    Giulio Mozzi mi ha dato la possibilità di pubblicare le mie lunghe letture su vibrisse, e come ho già detto da qualche parte, gliene sarò sempre grato.
    Inoltre, le mie “letture” (non sono né saggi né recensioni) sono pensate in funzione di un eventuale volume che le raccoglierà. L’editore Marco Valerio di Torino, dopo i primi due volumi già pubblicati nel 2004 e 2005, dovrebbe pubblicarmi (ma sarà lui a decidere entro la fine dell’anno) altri due libri. Ebbene, io le scrivo pensando di rendere un quadro il più completo della mia lettura, cercando anche gli ampi riferimenti che, per la sintesi che una critica giornalistica richiede, non sarebbe possibile scrivere su di un quotidiano.
    Sono convinto, inoltre, che quando si dice che uno scritto lungo non si legge sul web, si dica in realtà una sciocchezza. Ci sono in giro scritti lunghi, eccome (certo, più interessanti dei miei) e qualcuno credo bene che li legga. Poi ci sono tanti modi per leggere un pezzo lungo. Lo si può fare un po’ alla volta, oppure copiarselo e leggerlo con calma.
    Quello che conta è se la lettura offra qualcosa al suo lettore. Se le mie non offrono nulla, sono stupidaggini scritte da un imbecille. Se offrono qualcosa, anche ad un solo lettore (che non sia il sottoscritto) io sono non solo felice, ma superbamente soddisfatto.
    Tu ti dichiari una persona semplice. Credo di esserlo anch’io.
    Bart

  17. ATTENZIONE nuov uscita d’autore nella rubrica reportage di viaggio d’autore sul quotidiano VMO collega della Bild, anche se non a questo livello ma facciamo del nostro meglio, con l’esperienza del viaggio a Malta e descrizione (secondo noi) dell’eccezionale performance di SCARPA nei GROPPI su VMO! all’indirizzo http://vmo.splinder.com/post/5526817
    VINCENZO e BASILE

  18. Segnalo un evento che farà rumore nel “mondo letterario” on line: Vincenzo e Basile hanno rotto con Iannozzi! Questi avrebbe mandato messaggi ironici sotto pseudonimo (penso che V. e B. lo abbiano scoperto dall’IP) e non sarebbe quel fan di Massimiliano Parente che i due sardi credevano!
    Anche Iannozzi, dunque, diventa agente della Restaurazione! 🙂
    Non commento…

  19. Non “sotto pseudonimo”: i messaggi ironici erano proprio i suoi. Ironici nel senso che parlava bene di loro e di Parente, e in realtà li stava prendendo per il culo. Il punto è che VMO è un’entità satirica, quindi erano loro che stavano prendendo per il culo Iannozzi, che da settimane andava interagendo con loro come se fossero veri. Ha cercato di sodomizzare un fantasma ed è finito dritto per terra. Molto divertente.

  20. @ TIZIANA
    Allora, sono ampiamente stufo di questa storia, anche se me la rido della grossa. E ne ho ben ragione: chi vuol capire capirà.
    @ MELLONI
    Signor Melloni,
    Lei ieri ha avuta l’avventatezza sul mio blog. E qui lascia un’accusa infamante e pesante.
    Grazie a Tutti/e
    Giuseppe Iannozzi

  21. La mia proposta è: Melloni smetta di prendere per i fondelli Iannozzi, e Iannozzi smetta di prendere per i fondelli Parente. Per chiudere il cerchio, direi che Parente deve smetterla di prendere per il culo Melloni.

  22. Talpina
    mi scavasti colle unghie nel cuore
    bruchino ino ino
    lo diventerai, farfalla
    per volarmi sulla nerchiona.
    Stellina, carina carina,
    balliamo un lento sull’Isonzo
    della nostra storia a due
    e non è il Piave, ho detto l’Isonzo,
    fiume che più m’è caro
    perché lì vicino m’abita uno zio.
    Merdolina,
    dimmi perché ti caco,
    spiegami perché mi espongo
    a scriver siffatte ecloghe
    che tanfano di me medesimo.
    Sbrilluccichina, abbagliami!
    Sono tutto per te
    mi sono tolto gli occhiali da sole,
    persino!

  23. WoW! Ma ci sta pure chi scrive per me: poi mi toccherà d’organizzare una silloge di apocrifi. ^___^
    Sono troppo famoso, in fondo un uomo vale più per le inimicizie che non per le amicizie. ^_____^
    Oddio! Mi sta venendo il mal di pancia dal ridere.
    Giuseppe Iannozzi

  24. @ MELLONI
    Certo che ce ne vuole di coraggio basso e vile per pensare a me come al Duce. Ma l’ha capito o no che io sono proprio di tutt’altra estrazione politica. Mi sa di no. Ma non importa: in fondo non capisce né di poesia né di altro, anche se a sparare è bravo assai, ma solo per prendere vigliaccamente, alle spalle, innocenti.
    Io intanto mi gioco al Lotto i “numerilli” del suo
    Farebbe bene a non tirarmi la coda (o la corda): sono un Diavolo, non se lo dimentichi. 😉
    Giuseppe Iannozzi

  25. “Sono troppo famoso, in fondo un uomo vale più per le inimicizie che non per le amicizie. ^_____^ ”
    Sì, l’ultimo che lo disse era il Duce, e infatti lo appesero per i piedi. Non ri-citare detti che portano sfiga, Ienax. Goditi gli omaggi che ti fanno (ma questa poesia non riesce a essere brutta come le tue), e non tirare la coda del diavolo.

  26. Che tristezza vedere Giuseppe Iannozzi perdere la testa sempre di più, insultare, minacciare improbabilissime denunce, usare come altrettanto improbabile “arma” l’IP di una persona che, senza nascondersi, è andata a scrivere sul suo blog… C’è questa coazione all’avere l’ultima parola che lo porta a rispondere, rispondere, rispondere, ogni volta in modo più incontrollato. Come capacità di stare agli scherzi non c’è male. Del resto lo ha anche scritto su VMO: “Con me non si può scherzare”. Facendo così, diventa un irresistibile attrattore di battute e lazzi, così si incollerisce ulteriormente, e attira altre freddure e sarcasmi. Fino a quando pensa di poter andare avanti in questo modo? Per il suo bene, si fermi qui.

  27. Tanto più che il mio IP non significa niente, è lo stesso IP di migliaia di altre persone che usano il mio stesso LAN nella città in cui vivo 🙂
    Comunque mi associo: Iannox, calma e gesso, io non ti ho paragonato al Duce, ho fatto notare che il valutare la propria “grandezza” in base al numero di nemici che fai è un’assurdità e porta jella. Poi, contento te, per me puoi anche farti un numero di nemici da capogiro…

  28. Be’, vero è che qualche volta gli smile non li metto: è che non mi piacciono, mi danno fastidio. 😉
    Vado a dare un po’ di risposte da me.
    Giuseppe

  29. @ GIOVANNI BOKASA
    @ MELLONI
    Accidenti, ma seguite le mie orme pedissequamente, come dei paparazzi! ^____^ Ma allora mi volete proprio famoso e di più. 😉
    Ma grazie, grazie, tutta questa attenzione mi fa piacere. 😉 Però, e lo dico anche per voi, quando lascio un commento guardate i miei smile.
    Per quanto mi riguarda, se c’è gente che ha voglia di perder tempo a scrivere freddure e lazzi sul mio conto, che si continui pure così: in fondo, nel bene e nel male, sempre è pubblicità gratuita che mi si fa. ^____^
    Scusatemi ora, ma non ho più tempo da dedicarvi: però, voi che siete miei fan, mi raccomando, continuate, continuate pure con gli apocrifi, così poi ne faccio una silloge da mettere on line. ^____^’’’ Sì, c’è lo smile, ma la silloge la farò davvero: sto aspettando che qualcun altro si prodighi in altri apocrifi.
    Mon Dieu, che fatica essere una star, cioè un dado Star!
    Vi abbraccio, quasi fraternamente, quasi come Gesù. ^____^
    Giuseppe

  30. @ ANO NEMO
    Però resto a galla. ^____^
    Oh, ma le avete lette le stroncature a Houellebecq? Giusto per tornare a cose un po’ più serie.
    ‘Notte
    Giuseppe

  31. minchia, mi passa la voglia di postare qualcosa.
    guardate che nemmeno io ho fatto vacanze, anzi, ho lavorato come un ciuccio, però non mi ha preso male come a voi.
    vabbè, almeno vi sfogate qui e non a tirare sassi dai cavalcavia.
    domani escono il nuovo di paul auster, un delillo di qualche decennio fa ‘running dog’ che però einaudi, acquisiti i diritti da pironti, ha deciso di far uscire nella collana ‘i coralli’, tanto per continuare la nuova linea editoriale della mezza sòla. poi sta per uscire ‘cavie di palaniuk (non so mai l’acca dove va, quindi mettetecela voi dove vi pare stia meglio).
    vi andrà di parlarne?
    e poi c’è ‘suor jo’, già ho l’acquolina in bocca per le polemiche che si scateneranno…anzi, sono tentato di iniziarne qualcuna aprioristicamente…
    e poi ci sono i libri dell’estate, nick horn(b)y – derridianismo per anglofoni – e safran foer…qualcuno li ha letti? e dico letti, non come al solito, che nessuno li legge i libri però poi ne parla, magari premettendo anche che non li ha letti, però ha comunque qualcosa da dire sull’autore o sulla casa edutrice o sull’editor o su un suo amico che conosce uno che una volta ha scopato con una che per un mese ha lavato i cessi nell’ufficio al piano di sopra di quella data casa editrice.
    buon inizio e buona fine di questo lungo thread di insulsi insulti in solitudine.

  32. Questo libro è veramente bello e importante, ho iniziato a leggerlo da alcuni giorni, e sono entusiasta.
    grazie del consiglio
    stefano

  33. @ WM1
    Ma veramente mi riferivo all’episodio in cui Parente ti/vi chiamava seguaci di Bin Laden invitando la gente a linciarvi telematicamente. Credo che questa sia la reazione al tuo body bag. Il falso articolo sembra quasi una beffa alla LB (ovviamente senza stile, una “patacca” insomma), e comunque chapeau per la vostra risposta.
    A me (come al solito:-) viene da rigirare il tuo ragionamento: proprio perché accadono ovunque episodi drammatici, sarebbe il caso di smetterla con parodie che non fanno nemmeno ridere. Anche se, come dici tu, la parodia normalmente ha anche il segno di un riconoscimento.

  34. Wu Ming è un collettivo di squatter che crede di poter scrivere romanzi come si scrivono slogan sui muri con lo spray.
    La prosa di Wu Ming è un polpettone composto dalle migliori polpette tritate del centro sociale e dagli avanzi dei telefilm americani più amati dalle casalinghe.
    Tutti gli elementi del collettivo sono amici degli amici degli amici degli amici degli amici dei loro amici editori. E possono avvalersi di recensori che sono amici degli amici degli amici degli amici del loro papà e della loro mamma.
    Ma anche i lettori sono amici degli amici degli amici degli amici degli amici degli amici dei loro amici del collettivo di amici.
    E tutte le opere, stranamente, sono quindi dei capolavori.
    Dalla pubblicazione di un celebre saggio sull’hamburger equo e solidale, nasce un poderoso sodalizio con Hezbollah e Mojahedin dei migliori ristoranti cinesi.
    Dopo aver ottenuto il diploma di parrucchiere per signora e un Master CEPU con specializzazione in battute hollywoodiane, Wu Ming scrive il suo primo bestseller planetario “Fottuto verme bingo Shangai origami Nam myoho renge kyo bricolage” (2001 – Papy Editore – pagine 12 – € 70,00)
    Nel 2004, esce “New Thing”: l’entusiasmante storia autobiografica di un musicista tossicodipendente il cui sonno è disturbato per via di un dominicano che fa “Bum! Bum! Bum!” (citazione dell’autore diventata ormai celebre in tutto il mondo).
    E così, il collettivo Wu Ming si abitua a ricevere solo tanti bei complimenti. E se qualcuno gli dice qualcosa di spiacevole, piange. Per non piangere troppo, in passato, poteva utilizzare la censura. Ma, in una notte buia e tempestosa, arrivò un brutto bruttissimo bruto idraulico di Boston, che non era loro amico amico amico amico amico, come tutti i loro amici amici amici amici amici, ed era anche molto molto molto molto molto cattivo cattivo cattivo cattivo cattivo, che gli insegnò che la censura non serve a un tubo (lui era idraulico, appunto, e di tubi se ne intendeva!). Così, da quella notte, vivere a Papalla non fu più come una volta: perché tutti quelli del collettivo erano abituati solo a ricevere tanti bei complimenti, e a censurare ogni critica cattiva. E invece il brutto bruttissimo bruto idraulico di Boston gli diceva cose brutte, e poi concludeva sempre con questa esclamazione: “E trullallà!”
    Wu Ming comincia a rendersi conto che non è facile, e infatti scrive: “Non trovo la vena” [e qui l’autore non si riferisce solo alla vena creativa e poetica – N.d.R.] e poi conclude: “Non mi buco da dieci anni. Il karma è un macellaio, ti taglia in quattro e ti appende a un gancio. Non riesco a fare due cose alla volta. Suonare e stare in piedi. Fatico a pensare. Fatico a parlare. Non so più fare due cose alla volta. Faticare a pensare e pensare. Faticare a parlare e parlare. Non so come riempire le ore che rimangono. Mi sfuggono dal pugno. Esercitarsi non ha più senso. L’ho fatto otto, dieci ore al giorno, fin da quand’ero ragazzino”. Con queste mirabili righe, Wu Ming vince il premio Nobel per la letteratura, presso il SERT di Bergamo, sotto il prestigioso patrocinio dell’ASL di Gazzaniga.
    Il maieuta Wu Ming fonda per noi un nuovo linguaggio, mai sperimentato prima. Anche se effettivamente sembra esserci qualche lieve somiglianza con le battute dell’ispettore Callaghan, ecco alcuni esempi di questa *radicale* innovazione linguistica: “Se un uomo può farcela a Los Angeles può farcela ovunque”; “sei stonato da far piangere il cuore”; “Se riesci a farti con la roba di fuori New York, puoi farti di qualunque cosa”.
    Luca Bersi

  35. Ma guarda. E che vogliamo dire di quelli che cercano di fare pubblicità al loro sitarello venendo qui a sputare veleno a casaccio? Caro Luca Bersi, da questo momento ti censuro anch’io, contento?

I commenti sono chiusi.

Torna in alto