DA NEW YORK A MILANO

Cose che succedono: ieri è andata in onda su Cult Network la prima puntata di Scrivere New York,  una serie di nove documentari dedicati alle figure di altrettanti giovani scrittori newyorkesi di successo che raccontano  la loro città. La serie ha cadenza settimanale ed è la prima produzione di Minimum Fax Media, neonata società di produzione e distribuzione cinematografica che agirà in parallelo alla casa editrice. Nei progetti immediati, due nuove serie newyorkesi dedicate ai cantautori e ai registi cinematografici; PKK, un lungometraggio documentario, per la regia di Stefano Savona, sulle “combattenti per la libertà” in co-produzione con Jacques Bidou e Artè Francia; A quattro mani: due documentari sul confonto fra Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli, sui loro generi letterari: il giallo e il noir.
Qui le interviste a Rick Moody, Jonathan Lethem e Nathan Englander.
Sempre da ieri, è in libreria l’ultimo romanzo di Raul Montanari,
La verità bugiarda (Raul è anche a colloquio con Biondillo nella seconda puntata dei dialoghi letterari su Nazione Indiana).

67 pensieri su “DA NEW YORK A MILANO

  1. Citati è uno che in una diatriba – forse poco interessante – fra un uomo e una donna, ha detto, (nazisticamente)per difendere il Lui (l’ho letto e l’ho tenuto, non è una mia battuta)
    :”questa donna semplicemente non esiste, non c’è. questa persona non esiste”. Meno male che questa donna, per esistere, se ne ultra – direbbe Genna – fotte dei vegliardi, se no sarebbe ricorsa alla risorsa mia e di Spettatrix. Dunque, a proposito di Minumum Fax. Li adoro. ma anche li odio. Sono troppo bravi!

  2. Scandaloso è pure che “giovani scrittori” citino Citati a esempio di grande critica, senza mai accorgersi delle castronerie che dice nel “campo” suddetto. Ragazzini che dovrebbero aver visto il 68, il 77, l’89, citano Citati come “grande critico”. Citati ha scritto molto su scrittrici donne, e il suo sguardo è sempre quello del “vegliardo e le vestali”. Mi viene da dire vestali di cosa, ma ho paura che andreac mi becchi sulla parolaccia…

  3. Metto le virgolette:
    “Ora, nel lavoro editoriale, specie negli ultimi venti anni, le donne sono molto più brave degli uomini.
    Per lungo tempo, ho frequentato una piccola casa editrice bresciana. Ci lavoravano sette donne vestite di bianco: facevano continuamente figli: così che gli uffici sapevano di latte, di borotalco, di creme, di farina nestlè, di pannolini, e specialmente di un vaporosissimo e tenerissimo aroma di pipì, che rendeva umida l’aria troppo secca di pensieri.
    Le stte donne bianche non smettevano mai di lavorare nemmeno un’ora prima del parto. Chi correggeva traduzioni, chi riscriveva in buona prosa italiana la cattiva prosa dei nostri professori universitari, chi scovava errori di stampa; e dappertutto l’ordine nasceva dal disordine, l’armonia dalla disarmonia, il senso dall’insensatezza”.
    Forse facevano pure il caffè, eh Citati?

  4. Non vorrei parlare di Minimum Fax ma di Pietro Citati visto che sei giornalista di Repubblica.
    Sono indignata per l’articolo di oggi dove Citati parla della stupidità e porta ad esempio le dichiarazioni di Pier Scolari su Giuliana Sgrena.
    Sono indignata per come tratta le donne, citando come esempio le sette vestali vestite di bianco che allattando i figli svolgevano umilmente le loro mansioni in una casa editrice.
    E’ vergognoso che un grande quotidiano ospiti opinioni di questo genere.
    Saluti

  5. Andreab, poi dice che non ci sono le idee. Non è fatica spercata no! Perchè insieme alle cere di corpo, puoi parlare delle cere di mente, delle cere di pensiero, ideologiche, di comodo, per bisogno, per interesse, raccomandate, cere ignoranti, e cere colte, cere femmine e cere maschi, cere boghesi, cere proletarie, cere cere, cere che pensano il cerare sia un valore, cere narcisistiche, cere masochiste…viva l’idea delle cere. se non la fai ti rubo l’idea.
    ps. non vorrei sembrare sempre troppo entusiasta (sussidiario, cere, documentari minimum fax, dialogi Biondils- Krauspenhaar) . le idee che leggo forse sono semplicemente “normali”. è il deserto intorno che me le fa sembrare geniali? Alla base c’è una forma di “robellione”, no? Di vitalità, no?
    Ribellione: se no, poi a parte la “risorsa” mia e di Spettatrix, uno che racconta quando è vegliarda/o? si finisce come…una cera!

  6. E’ un po’ che vorrei aprire un topic sul forum di fernandel intitolato “Wax Museum” per metterci dentro i vari Citati, La Porta ecc. (il richiamo alla cera non è riferito all’età ma allo stato di imbalsamazione mentale). Ma non lo aprirò mai tanto so che è fatica sprecata. Oppure no…

  7. Be’,non è che poi bisogna prendersela con Citati perchè è vecchio e misogino.Si può essere ambedue le cose e restare un grande.Mi sembra.Un esempio:il grande Saul Bellow che proprio oggi ci ha lasciati.Mai letto Herzog, carine?

  8. Uno po’ colpa anche delle donne che sono contente di fare le vestali del vegliardo, no? Sceme no? Non trattandosi di Shekespeare, peraltro, e manco di Saba…però, se a loro piace, covare i “cosi” – volevo dire gli scritti, andreac! – del vegliardo! Che facciano pure. ma che si perdono a non ribellarsi? che si perdono? Tutto. Si perdono tutto.

  9. Sono una delle Carine – però un po’ cessa – Saul Bellow, che io adoro, è misogino a una lettura superficiale, o lo è solo per chi non lo conosca bene. In questo senso: assieme alle donne viste come le vuol vedere lui, ce n’è anche qualche altra, che non ti sto a descrivere. Visto che ti piace, rileggitelo! 🙂 Lo stesso discorso di Fellini. Non è per niente misogino come si dice. E’ uno dei pochi che nel 1959 metta in scena in Italia una potessa – Dolce Vita, a casa di Steiner – che dice per me la vita è “arte, sesso, bere”, e ha un amante più giovane di lei di venti anni. 1959! Così è per Saul Bellow. Certo se continuiamo con questa superficilaità, sai, Carino…

  10. No, gl, Citati è un pirla, perchè troppi “giovani” (45, 50 anni) (espressione non mia) e vecchi scrittori l’hanno omaggiato. dopo un po’ il successo obnubila. e Saul Bellow scrive degli ottimi dialoghi. Quindi, secondo me, gli si possono perdonre: qualche madre ebrea simpaticona e isterica, qualche amante ebrea completamente concentrata su di sé e la cui esistenza nel romanzo è dovuta solo al fatto di dover “danneggiare” il protagonista, metterlo alla prova.

  11. oddio il 68, il 77, ma l’89 proprio mi mancava, eppoi come si fa a essere ancora giovane scrittore e aver visto tutta sta roba.Ma poi Citati scrive più di classici.

  12. Andy Macnab: e chi sarebbe il solito squartatore? ma basta, ma leggiti un “libro” finalmente! più che Herzog ti consiglio il dono di Humbold e poi mi dici.

  13. Signore, a me non pare che Citati abbia offeso nessuno.
    Ha scritto che le donne fanno meglio degli uomini alcuni lavori organizzativi.Dov’è lo scandalo?

  14. bellow è stato il più grande di tutti.bellissimo le avventure di augie march.avrecene altri come lui.magari in italia. ma chi c’è?

  15. A proposito del post di Montanari, soprattutto, “…noi, scrittori tutti rigorosamente maschi…”. e dai… 🙂

  16. Ho ascoltato l’intervista di Piperno. Egli non è obiettivo. Intanto, quando l’intervistatrice gli chiede di fare degli esempi della supposta “campagna d’odio” contro di lui, sa citare direttamente solo Internetbookshop: ma QUALSIASI autore o autrice viene sbeffeggiato dai lettori su Internetbookshop, con giudizi pesanti, gratuiti, buttati là. Poi dice genericamente di essere stato oggetto di odio sui blog: ma, anche in questo caso, non è certo l’unico a venire stroncato anche pesantissimamente dai blog. TUTTI gli scrittori e scrittrici italiani/e hanno ricevuto pesantissime mazzate dai blogger, basta fare un giro in rete per saperlo: ma forse Alessandro Piperno ha guardato soltanto i siti e i blog che riguardano lui – pochini, per la verità. Infine, dice – sempre genericamente – di essere stato tacciato di far parte di una “lobby ebraica”: peccato che in rete non ce ne sia traccia, l’unico ad averne fatto cenno è Luca Sofri su wittgenstein.it, anche lui menzionando genericamente qualcuno – ma CHI?!? – che avrebbe imputato a questa fantomatica “lobby ebraica” il successo del suo romanzo. Insomma, tutto generico, tutto infondato. Addirittura, Piperno si dichiara oggetto di antisemitismo, in rete, come mai gli era capitato nella vita. A voi risulta che ciò sia accaduto? A me no. Vedo solo una persona che non è obiettiva.

  17. Ma no, Ascoltatore. Piperno semplicemente non è abituato. E’ al suo primo libro, non sa come vanno le cose, pensa che, se riceve una stroncatura, chi l’ha scritta lo odi, o ci sia qualcosa dietro, addirittura l’antisemitismo (!), o il solito sbracatissimo argomento dell’invidia. Bisogna perdonarlo. Non è ancora abituato a essere giudicato, è al suo primo libro, tutto qui.

  18. Biondillo vuoi sempre essere al centro dell’attenzione!
    Un po’ di modestia e che cacchio!
    Capisco che sei in eccitazione.

  19. a me pare che citati abbia cagato fuori dal vaso, ha descritto qualcosa in modo personale e il suo modo personale risulta, oltre che irreale, anche “offensivo”. (n.b. virgolettato perchè in fondo ciò che offende non è tanto l’immagine che ha evocato, che è indubbiamente riduttiva di una persona che lavora, ma soprattutto perchè è poco aderente alla realtà)
    è giusto parlarne, però mi sembra anche assai sterile, non a caso la questione ha acceso l’anonimo.
    sarei olto più interessato alla questione della minimum fax, che, stando all’idea che molti hanno espresso qualche tempo fa su questo blog, invadendo anche il mercato mediale potrebbe definitivamente “egemonizzare la cultura italiana”. all’epoca si era parlato molto male di eggers, adesso qualcuno ha detto che suggerito che la fandango sia male.
    io dissento, articolerei, ma solo in risposta a chi è disposto ad articolare teorie di segno opposto.

  20. Non mi pare proprio che nella Letteratura le donne siano un passo dietro agli uomini, non voglio neanche fare nomi tante ce ne sono…..la letteratura ha tempi femminili, facilmente conciliabili con le altre cose della vita e quindi è un ambito in cui è facile farsi strada, la letteratura non è la politica e non è il mondo dell’economia dove, per sfondare, devi rinunciare atroppe cose.

  21. Sana provocazione:
    le donne non possono, in occidente, più nascondersi dietro la scusa di una società maschilista, possono e studiano quanto e più degli uomini ma continuano ad essere questi ultimi a produrre il meglio della letteratura.
    Non parliamo poi degli altri ambiti: scientifico ad esempio.

  22. oppure piperno è abbastanza intelligenente da capire che più ci sono polemiche attorno a un libro, più si vende. ogni volta che vado in libreria devo resistere alla tentazione di comprare il suo libro per vedere di cosa si tratta, visto che ne parlano tutti.
    evidentemente piperno, nonostante lavori all’università ha deciso di entrare da subito nel novero degli iperurani.
    se poi, al contrario, è sincero, allora sta messo male, perchè se alla sua età, che poi è la mia, anzi lui è un po più grande, non ha capito che essere pubblicatie vendere così tante copie conta molto di più che avere cattive recensioni in rete.
    sempre strumentale spero sia la lagna sull’antisemitismo, primo perchè non ne fornisce testimonianza, secondo perchè se c’è una cosa su cui battono gli antisemiti è proprio il presunto atteggiamento delle lobby ebraiche a lamentarsi di essere ancora perseguitati.
    ergo, piperno mi pare o troppo furbo o troppo fesso, ma non credo che sia nè l’uno nè l’altro.
    ergo, così, a occhio, e per sentito dire, non avendo letto il libro, non avendo sentito questo programma radiofonico e con l’immagine di lui vestito come sherlock holmes, mi sento di dire che piperno mi sta un po sul cazzo, ma non mi sento di affermare questa cosa in maniera definitiva.
    mi chiedo come mai, avendo, evidentemente, seguito discussioni su vari blog non sia mai intervenuto, altra ragione che non me lo fa piacere, ma è ancora poco.
    mi toccherebbe leggerlo, ma resisto, non per principio, ma perchè in questo momento non passo di lì.
    ma piperno non è del tutto OT?

  23. Non preoccuparti, Anonimo. Se vuoi spendere poco a fine mese esce il supertascabile del primo romanzo. Ci guadagno un capitalone: ben 9 centesimi a copia. Champagne per tutti!!!!

  24. Insomma, M.F. ambisce a diventar come Fandango. Peccato che Fandango molto meglio in qualità, sotto molti e molti punti di vista e profili. M.F. ormai la evito come la peste se non di più. L’ho detto e lo ripeto: il meno alternativo degli editori, per me. Un finto. No, solo capitalista, ecco. Amen.
    Saludos.
    Iannox

  25. Scusa, Iena, Yates, Barthelme, Barth,
    Purdy, sono scrittori da editore capiltalista? boh. Non ci capisco più

  26. come la peste. ok ottima argomentazione.
    magari cominciamo a definire “capitalista”, mi sa ne conosciamo due accezioni diverse.

  27. vabbene, non sono affatto daccordo iannox. a parte che le tue mi sembrano semplificazioni eccessive (e mi sto mantenendo, potrei dire quanto eccessive), ma mi sembra ridicolo dividere ciò che è alternativo “vero” e ciò che invece è “finto alternativo”, tra l’altro stiamo parlando di scelte editoriali che in gran parte riguardano la pubblicazione di autori lontani nel tempo e nello spazio e di opere nate in contesti diversi dal nostro.
    ti ricordo che m.f. pubblica da ferlinghetti a bukowsky, da barth a pelevin.
    in più, se essere una casa editrice in un’economia di mercato capitalista fa di quella casa editrice una casa capitalista allora hai ragione, ma, ho l’impressione che l’uso che tu hai fatto del termine fosse più spostato verso l’accezione (un po vetusta se permetti) negativa, in cui capitalista indica in qualche modo un atteggiamento sfruttatorio e privo di scrupoli ideologici, in questo caso non sono daccordo.
    per finire, anzi per iniziare, sarei curioso di sapere se esistono case editrici “innocenti” e senza macchia, se ci sono, quali sono i criteri che le definiscono.

  28. Non gli autori, l’editore: è diverso. Pure Mondadori pubblica Marcos, ma non penso proprio sia di sinistra. Anzi non lo è affatto. Ma M.F. fa la parte di quello che è alternativo, ma non lo è. Un po’ come Fanucci. Entrambi da evitare e di più. Allora preferisco Baricco, e i castelli di Sabbia, li preferisco sì, perché almeno uno lo sa che sono di sabbia. Vado ad accattarmi Fandango, qualche titolo: e non scherzo affatto. Ci si sente domani, casomai.
    Saludos.
    Iannox

  29. e) dove ho citato?
    f) di analisi scomposte e strutturate non ne conosco.
    g) definisci “libresco”.
    h)meglio un rapporto, di qualsiasi tipo con la letteratura che un rapporto anale con la realtà. (qui sono libresco, anale è usato in accezione psicoanalitica, per il resto l’ano, nonostante le resitenze di molti è annoverata tra le zone erogene.)
    e adesso basta davvero. propongo che tu dia seguito alle tue minacce, oppure che taccia, la parte che interpreti è noiosa, il personaggio e trito e bidimensionale.
    propongo che non ti si risponda più e che si provveda a cancellare le tue inutilità.

  30. Hai ragione meglio Radical-Kitsch.
    Fa quasi tenerezza questo tuo rapporto libresco con la cultura.
    Tutto quel citare, le analisi composte e strutturate.
    Si Radical-Kitsch è perfetto.

  31. anonimo, oggi ho molto da fare, quindi sarò breve:
    a) passi radical, ma chic proprio no, se vuoi ti organizzo un tour del mio guardaroba.
    b) mi pare che tu non conosca nè me, nè tantomeno mio padre, quindi ti invito a non farmi i conti in tasca. se hai problemi con l’edipo è fondamentale che tu cominci a contentrarti sul tuo di papà.
    c) io non “lancio” (sic.) sentenze e giudizi, le esprimo, ti invito ancora una volta ad arricchire i tuoi strumenti di lettura con concetti quali l’enfasi, la metafora, il paragone, ecc. ecc.
    d) visto che piperno si veste da sherlock holmes, perchè non ti vesti da watson e vi mettete insieme a cercare tutte le “prove” degli attacchi e delle campagne denigratorie?
    mi dispiace ma ho davvero poco tempo oggi, quindi è inutile cercare la rissa.

  32. Ecco, caro Andrea, hai detto giusto: M.F., pubblica anche Ferlinghetti e Bukowsky, ma pare che li abbia scoperti M.F. questi autori, e tanti altri. Diciamo che in molti casi prende dai vecchi catologhi di altre case editrici e ripubblica: non che ci sia niente di male nel ripubblicare, ma prendersene la paternità, cavolo, ce ne vuole. In tal senso M.F. è capitalista sfruttatore, sì. Stesso dicasi per Fanucci. Eppure all’inizio mi piacevano questi editori. Il tempo poi li ha corrotti.
    Un editore innocente? Ma dài, non scherziamo. Come cercare una vergine vergine (per ogni suo orifizio) in un harem: praticamente impossibile.
    Ciao ciao.
    Iannox

  33. gl
    ti prenderei sinceramente a colpi di Giampaolo Pansa in testa.
    Magari finisce che ci capisci qualcosa.
    Non dirmi grazie.

  34. già, la latteratura…
    rode eh? puglia capta est.
    e prima di tolglierti il sassolone stai attento al pannolone, pupetto, potresti farti male.

  35. lascia perdere andreac, colpa mia. e si, cancellate pure. ho avuto una giornataccia al lavoro e sono particolarmente nervoso.
    scuse a tutti.

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