Tornano, in ordine sparso: la notte bianca (che a me, nota populista romana, provoca qualche mugugno del genere benissimo-le-rose-ma-il-pane-quando?), i libri staffetta (promessa: devo parlare di Strettamente personale, antologia in uscita da Pendragon), la rivista Pulp con relativa rubrica di Daniele Brolli. A cui, com’è noto, non piace Eggers…
Non ricordo più dove, ma una volta ho letto che Salinger, l’autore del Giovane Holden, è un idiota. Niente di più probabile che fosse un’affermazione di Hemingway, che ne aveva un po’ per tutti i suoi colleghi. Ma non importa. Ho i miei dubbi che Salinger sia un idiota, ma se è un idiota, allora ci dovremmo augurare che tra gli scrittori ne esistessero di più come lui. Ha scritto quattro libri, e poi ha tolto il disturbo. Cos’altro avrebbe potuto scrivere rimestando sempre le stesse vicende familiari e incrociando gli stessi temi? Se n’è reso conto e ci ha risparmiato altri testi.
L’obsolescenza è un bel problema che riguarda la narrativa. Una volta Stefano Magagnoli (quando era editor in Mondadori, ma parleremo di lui più avanti) mi ha detto “non se ne può più di questi scrittori che arrivano tutti gli anni con un nuovo romanzo”. Be’, allora cosa dovremmo dire di Andrea Camilleri? Non sto a contare quanti suoi libri siano usciti quest’anno (direi almeno tre, se non sbaglio) ma alla fine dei conti non è un idiota nemmeno lui. Producendo così tanto ha superato quella fase in cui ci chiedevamo cosa stesse scrivendo. In passato l’ho accusato di essere un autore che scrive a formula: un irrisorio intreccio poliziesco, una sicilianità da depliant dell’assoturismo, la fastidiosa abitudine di accentrare sul lettore con frasi tormentone. Ma scrivendo così tanto ha superato la fase in cui i suoi romanzi potevano essere soggetti a un’indagine critica. Lasciamo perdere il Meridiano della Mondadori, consacrazione un po’ prematura e di cattivo gusto, ma direi che Camilleri non è un idiota per ragioni esattamente opposte a quelle di Salinger: scrive così tanto da passare inosservato. È diventato quello che doveva essere considerato fin dall’inizio: un narratore popolare che sparisce dietro il flusso dei suoi libri. I tormentoni di Montalbano sono ormai come le sigarette di Yanez, la sua Sicilia vale Mompracem. Be’, forse non ha l’estro, la genialità, la sublime ossessività di gente come Emilio Salgari, ma di Salgari ne abbiamo avuto solo uno, in tempi diversi da questi, dove la lettura era una forma privilegiata di intrattenimento. Oggi accontentiamoci di Camilleri.
Quando si parla di scrittura sembra quasi inevitabile arrivare alle stesse conclusioni del Bouvard e Pècuchet, e che Gustave Flaubert avesse già visto nell’Ottocento quello che la critica deve ostinarsi a far finta che non sia vero: che scrivendo non si dà un senso alle cose. Bene che vada a se stessi, ma il mondo, l’universo e tutto quanto se ne infischiano.
Niente va bene, tutto va bene. La critica diventa un parlarsi addosso. Oppure un’attività di scrittura pari a quella dell’oggetto osservato (il romanzo). Insomma è tutto un sistema illusorio, da cui è insensato aspettarsi risposte, meglio sperare in domande. È però anche un sistema di piccoli e grandi poteri applicati alla cultura. E quelli vanno smascherati.
La carriera di idiota di Dave Eggers è straordinaria: un primo romanzo notevole, incensato oltre qualsiasi merito in patria e giustamente letto ovunque. Poi una rivista letteraria di grande interesse, McSweeney’s, che abbina la novità del contenuto a un continuo rinnovarsi della grafica. Ma alla distanza sono arrivati un secondo romanzo insignificante (presto dimenticato) e il precipitare della rivista nel chiaro trombonismo di chi dice di essere geniale per paura che non ci sia nessuno a riconoscerglielo. Dopo aver cambiato forma a ogni numero di McSweeney’s, con l’ultimo uscito, il 16, eccoci arrivati alla vera e propria operazione di packaging. È come se scoprissimo che Dave Eggers, che si dichiara un grafico, altro non fosse che un commesso di una profumeria, addetto ai pacchetti regalo. Provo a descrivervi l’oggetto prima che i contenuti, perché quando l’oggetto è soverchiante, inevitabile, arrogante… con l’invadenza del suo aspetto esteriore, c’è poco da fare, si perde di vista la possibilità di leggerlo. Non è moralismo, solo una constatazione.
McSweeney’s numero 16: la forma chiusa è quella di una scatola di cartone ricoperta in tela bianca serigrafata con una foresta di tronchi d’albero (in silhouette) marroncino chiaro. L’odore è pungente. Una targhetta adesiva verde scuro, con i testi in negativo, incollata sul dorso indica numero, nomi degli autori e prezzo (24 dollari) oltre alla dicitura che l’adesivo si può togliere. Capiamo così che l’oggetto è orizzontale. La copertina è un po’ più corta e lascia intravedere, incisa in verticale sulla tela sottostante, la scritta McSweeney’s in lettere argentate. L’apertura rivela che si tratta di una confezione con quattro alette della lunghezza dell’intera scatola, foderate di verde scuro. Su ognuna è applicata una tasca in cartoncino. Quindi quattro tasche che contengono: 1) un libretto antologico in cui ogni racconto ha un frontespizio con l’incisione di un albero (copertina marrone scuro con albero anch’essa), tra gli autori Roddy Doyle (una delle cose più insulse che abbia scritto in vita sua, e sì che il buon Roddy non s’è mai risparmiato) e Brian Evenson; 2) un libretto, orizzontale questa volta come la scatola, con un testo di Ann Beattie (con Harry Mathews) autorefenziale, dotato di uno spirito da borghesia letteraria americana, inutile e fastidioso quanto ogni cosa abbia prodotto Ann Beattie; 3) Un mazzo di carte con il solo seme di cuori. Su ogni carta, al posto delle figure, una parte ricombinabile del racconto di Robert Coover “Heart Suit”. Niente da dire sul racconto e su Coover, solo che l’operazione ricorda molto da vicino Componibile 62 di Julio Cortazar e The King di Donald Barthelme, due libri che hanno lasciato il segno; 4) Un pettine. Avete letto bene, un pettine. Con cui forse Eggers pensa, sul suo esempio, il lettore debba rimettere ordine alle idee…
Anche in questo caso devo ammettere che forse l’idiota ci ha gabbato. È così conclamato e assoluto da essere sublime. Ci ha dimostrato la relatività della scrittura, è arrivato laddove Flaubert ha solo tentato. Dave Eggers è un genio dell’idiozia.
Allora, da vero idiota quale sono, vorrei consigliare una lettura intelligente: Il ponte sulla Drina di Ivo Andric. La narrazione abbraccia tre secoli di storia e si ferma allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e ruota attorno alla costruzione di un ponte in Bosnia, nel punto di confluenza tra due mondi, quello cristiano e quello islamico. Un punto in cui si incontrano (e si affrontano duramente) razze e religioni, o per meglio dire: civiltà, con differenti storie e valori, che anche quando sopite, riemergono prepotentemente nell’incontro che diventa urto. Oltre che un romanzo a volte esotico, crudele e leggendario come una fiaba delle Mille e una notte, è anche uno strumento utile non solo per capire da cosa nasceva lo scontro di religione e di etnie (e le radici che questo scontro in quello tra l’impero asburgico e quello ottomano) che ha sconvolto le repubbliche dell’ex-Jugoslavia, ma anche qualcosa che gli articoli dei giornali e i commenti politici mai ci diranno di cosa si nasconde (oltre a rinnovate motivazioni economiche) nell’attrito tra l’occidente cristiano e l’oriente musulmano.
Salinger ha tolto il disturbo dopo quattro libri: si spera che molti altri scrittori – che si fanno passar per tali – seguano l’esempio di Salinger. Camilleri è il Salgari dei poveri, dei poveri di fantasia? Sì, temo di sì: ma il mondo è pieno di povertà e domani di più, così nutro tema che domani sarà accanto a Salgari né più né meno.
Citando Andric, hai in qualche modo voluto rispondere alla domanda di Ferrazzi di ieri. Io avevo rcordato “Fontamara”.
Qualcun altro ha proposto Tramutoli:-)
Salinger ha tolto il disturbo dopo quattro libri.
Iannozzi ogni giorno pubblica sui suoi tre blog venti poesie, cinque racconti, due-tre elucubrazioni, una mega-intervista a qualcuno e il capitolo di qualche romanzo in progress. Mentre fa tutto questo, lascia centinaia di commenti su decine di blog altrui.
Camilleri basta non leggerlo, finita lì. Iannozzi ti segue ovunque, anche al cesso.
E Moresco? Solo nel 2005 ci ha propinato ben tre libri: “Lo sbrego”, “Zio Demostene” e “In viaggio con Fanucci”. Dal ’93 ne ha pubblicati quattordici!
cioè, secondo brolli eggers è un idiota perché ha scritto un buon romanzo, ha fatto un’ottima rivista, poi un secondo libro così così – e beh, capita – e al numero 16 della rivista ha confezionato una specie di presa in giro.
in generale è idiota chi scrive troppo per dire niente.
E che dire allora di brolli? Che dire di chi lo fa scrivere su un giornale? Per 7157 battute. Senza dire un cazzo?
Le cose più interessanti – e a mio parere DEFINITIVE su Brolli – sono state scritte qui:
http://www.vmo.splinder.com/post/5341539
Non fosse che i VMO hanno appena definito “immenso” l’editore Fanucci:-)
Caro Ano nemo, ti vorrei fare due domande:
1. In che senso Moresco a “propinato” i tre libri che citi?, per caso qualcuno te li ha inseriti a forza nella canna cularia? te lo chiedo perché a me non capita, vado in libreria compro e leggo. E dello Sbrego e di Zio Demostene sono parecchio soddisfatto;
2. il libro di cui citi erroneamente il titolo, che in realtà è “Scritti di viaggio, di combattimento e di sogno” non so come possano avertelo clisterizzato in culo dato che non è ancora uscito.
Cordiali saluti
Barbieri, si scrive “HA propinato”. Con la h.
Forse Ano Nemo non controlla gli scaffali per cani. Però il piccolino di Forlì sta esagerando con le parolacce:-/
guarda caso, il romanzo “The people of paper” di Slavador Plascencia – che contiene parecchi elementi tipografici non tradizionali – è uscito per MaSweeney.
scommetto che a Eggers è piaciuto tanto tanto.
chiaramente il ragazzo (Plascencia, non Eggers) ha buone chance di non pubblicare nient’altro di buono, se cercherà di continuare a ‘stupire con effetti speciali’ (che non sono per fortuna tra le cose che danno valore a questo libro); oppure potrà seguire con opportunismo il “formidabile genio”.
da escludere che smetta di scrivere.
chi glielo farebbe fare?
Ano Nemo, non hai risposto alle mie domande però….
Anzi visto che sei un troll senza identità non ti puoi arrabbiare se ti offendo, tanto offendo l’inesistente, mica una persona. Quindi comincio col chiamarti Ano Scemo.
Ecco, divertiamoci tutti, immaginiamo Ano Scemo a letto clisterizzato dal suo libraio…
Barbieri, va bene tutto, ma questo eccesso di zelo nel fare l’avvocato difensore di Moresco, anche se uno si è limitato a far notare che tre libri in un anno non sono pochi… Mi sembri Parente, mi sembri. Anzi, mi sembri i VMO se fossero veri anziché satira. E ho detto tutto.
E Iannozzi? Nessuno difende Iannozzi?
Caro Ano Scemo, sono io zelante nel fare l’avvocato o sei zelante tu nel fare il casseur?
Ti chiederei lo scopo della tua vita, se tu ne avessi una diversa da quella del troll.
E adesso reinserisci pure il beccuccio…
ehi, anche io ho subito adottato l’espressione’canna cularia’!
ora, veniamo a brolli. io devo essere proprio l’ultimo degli idioti, perchè quando ho aperto l’ultimo numero di mcsweeney’s sono rimasto estasiato. magari non era un’estasi dal sapore goethiano, era più un’estasi pop, e allora? come ha già osservato georg, eggers ha scritto un romanzo d’esordio niente male, un secondo un po loffio, ha fondato una rivista che, in fin dei conti, tanto autoreferenziale non mi pare, nel numero precedente, ad esempio, aveva pubblicato alcuni racconti di scrittori scandinavi che non erano niente male, sul sito, oltre a pubblicare dei ‘corti’ divertenti ha ultimamente dato molto spazio a people of paper, mai sentito, brolli? e poi c’è ‘the beleiver’ rivista che contiene scritti non-fiction interviste a scrittori e altro. poi ci sono un paio di gioiellini nel libretto dei 70 anni penguin, e poi le raccolte e le iniziative per bambini con difficoltà nell’apprendimento ai quali fino a qualche anno fa, vorrei ricordare, si dava il Ritalin.
io davvero stento a capire, e mi meraviglio che proprio daniele brolli porti avanti questa specie di rubrica, questo ‘mcsweeney’s watch’, pronto ogni volta a denunciare la bruttezza e l’idiozia di una pubblicazione che, oltre a regalare un pettine, dà spazio alla scrittura, alla diffusione della lettura, ad autori sconosciuti, senza minimamente preoccuparsi del fatto che in italia le riviste letterarie pubblicano solo interventi di scrittori ‘affermati’ e che in buona sostanza in italia non esistono riviste come quella.
sarebbe ridicolo (ma ne siamo sicuri) parlare di invidia, ma le motivazioni che brolli adduce alla teoria sulla stupidità di eggers sono ridicole: l’odore della rivista, il pettine, l’adesivo…e poi, potrei accettarle se venissero dal direttore di un trimestrale tipo ‘retorica e ritenzione anale’, ma se ti chiami ‘pulp’ nun ce devi rompe li cojioni e invece de menarcela lascia spazio a un raccontino, a una barzelletta, a una foto de na velina co le zinne de fora, che è mejo.
Mio padre dice spesso che sono un coglione, non so se è assimilabile a idiota, (essendo io un devoto del principe Mishkin è un titolo di cui mi fregerei volentieri), ma mi auguro che mi porti fortuna, letterariamente almeno.
é bello leggere queste critiche che non sembrano delle critiche.
Ma Iannozzi?
Daniele Brolli: “La critica diventa un parlarsi addosso. Oppure un’attività di scrittura pari a quella dell’oggetto osservato (il romanzo)”.
Io credo, come ha scritto Gianni Bonina in un articolo su Stilos, che il problema sia piuttosto che la critica è diventata un megafono gracchiante che produce merci e deve venderle. “Le pagine culturali cessano di essere il luogo del diritto di critica per diventare un nuovo campo d’azione per il dovere di cronaca…”.
Bravo Serino. La critica appartiene di diritto alla filiera editoriale. Un bravo editore che sappia fare il proprio mestiere deve saper commissionare le recesioni giuste ai critici giusti sulle pagine culturali giuste.
Senza nulla togliere alla funzione dei ragazzi pompon nei vari blog (tipo le danze del ventre di Barbieri e dei VMO attorno al totem di Moresco):-/
Il punto è che le danze di Barbieri sono vere, quelle dei VMO no.
Sinceramente questo blog – come altri spazi della rete, peraltro – è divenuto luogo di chiacchiera idiota. Angelini e gli altri troll sputano merda su tutto (adesso l’obiettivo è Iannozzi, domani qualcun altro) – e fanno di questi luoghi virtuali un immondezzaio, dove bisogna faticare, facendosi largo tra le schifezze, per leggere gli interventi dotati di senso.
Mi permetto di dire a Barbieri, che testardamente prova a portare ogni volta la discussione su un piano sensato, di non lasciarsi trascinare nel fango dagli Angelini. Ignoralo, da ora in poi, sul suo terreno sei perdente, lui mi pare troppo bravo a spargere merda: si tratta di contaminazione. (Certo, sarei felice di ricredermi, se Angelini la smettesse di procedere per insulti, e scoprire che in realtà è un bravo ragazzo…) Per ora, vedo un sacco di gente che evidentemente deve scaricare in questo modo le sue frustrazioni e la sua mancanza di creatività.
Non mi firmo per non espormi – come giustamente ha detto Barbieri – alla gogna mediatica.
Vi ho beffati tutti quanti!!!
“uomoall’antica” son sempre io! :-)))))
Come forse avrete capito, non amo fare la maestrina. Andrea e Lucio: nota sul registro.
🙂
C’è questo luogo comune o pregiudizio per il quale io, Angelini, nel pieno “spossesso” delle mie facoltà mentali (tanto per distinguermi da Genna), trascinerei nel fango le menti migliori della mia generazione (Cristina Campolmi da Forlì e simili): be’, mi ribello! Dite così solo perché sono negro, ebreo, donna, omosessuale e comunista:-/
Be’, Loredana, scusa tanto, ma per come la vedo dall’esterno, da un po’ di tempo a questa parte, non mi pare che Barbieri si meriti una nota. Non vorrai mica fare la maestrina che pesca nel mucchio! 😉 (Non sono Barbieri, se è questo che stai pensando – se vuoi ti scrivo pure in privato per dirti chi sono).
ah, qui sopra ero ‘io’.
cioè io.
Uomo all’antica, non è che scriveresti anche a me che sono un po’ curioso?
Comunque grazie.
Oggi è una bella giornata perché su IBS ho trovato questa cosa: “Il tempo della luce. Narrazioni sull’infinito” di Dario Voltolini.
Essì, per me un libro nuovo del Volto è un motivo di festa.
Riportando la discussione su temi più interessanti, non credete che un autore possa esaurire ciò che ha da dire? Se non ha niente altro da dire è buono che non scriva,no?
Stesso discorso vale nel caso l’autore avesse da dire cose nuove e interessanti. A quel punto che scriva tre o dieci libri in anno è irrilevante, anzi se dice cose che ne vale la pena lasciatelo scrivere,e, beato lui, pubblicare.
“Riportando la discussione su temi più interessanti, non credete che un autore possa esaurire ciò che ha da dire? Se non ha niente altro da dire è buono che non scriva,no?”
Ragazzi, chiedo scusa per l’intromissione, sono il capufficio di Andrea Barbieri. Questo ragazzo non mi rende più niente sul lavoro. Appena giro la testa si collega ai vostri dannati blog e accantona le pratiche, ma io non posso più far finta di niente. Rischia di diventare un vero mangiapane a tradimento. Ogni tanto lo sento borbottare: “No, Angelini, no, non punirmi così… non lo faccio più!”, ma poi riprende i suoi giri a vuoto tra Vibresse, Vmo, Cazzeggi Letterari (il suo preferito) e quant’altro. Vi spiace aiutarmi a ricondargli che le vacanze sono finite e che è ora che si rimbocchi le maniche?
Grazie.
ma scusate, ammesso e non concesso che uno scrittore non abbia più niente da dire, che succede, gli arriva una a casa per raccomandata? ‘ci dispiace informarla che lei, come autore, non ha più niente da dire, la ringraziamo per la collaborazione, addio’
uno scrive e via (eggers poi non pubblica con la propria casa editrice). non capisco, davvero, ma che ha fatto di male?
E Brolli, allora, che non ha più un cazzo da dire da anni? Hanno ragione i VMO, sono sempre gli stessi due-tre tormentoni ripetuti alla nausea: quant’è rimbambita la Pivano, quanto sono ‘gnoranti i commessi delle Feltrinelli, quanta paccottiglia pubblica Stile Libero… Un mesto repertorio, una minestra allungata con acqua.
Non solo molti scrittori non hanno 1) niente da dire o 2) *più* niente da dire. Il vero problema è che c’è sempre meno gente vogliosa di farsi dire alcunché. La cosa più trendy, di questi tempi, è dirsi delle cose da sé. Ognuno si scrive e si legge da sé la propria stronzatina, quando non la manda a qualche piccola casa priva di distribuzione, che è la stessa cosa:-/
ATTENZIONE INCREDIBILE SCOOP DI VMO DI VINCENZO e BASILE DA CAGLIARI ORMAI NOTI IN TUTTA LA INTERNET PER LU KANTU DE LU ‘RNITURINCHIA CHE NON E’ NOSTRO MA DI UN ANONIMO CHE ODIA FANUCCI MA NOI LO CELEBRIAMO!!!! INFATTI LA NOTIZIA/SCOOP/ANTEPRIMA/INCREDIBILE CHE DIAMO E’: GRANDE!!!! GIGANTESCO FANUCCI!!!! CON LA MOTIVAZIONE CHE IL GIGANTESCO FANUCCI, EDITOR NEO-ANTI-RESTAURATIVO, HA COMPERATO MORESCO SOTTRAENDOLO AL SUPERMERCATO SECONDO LE LINEE GUIDA DELLA LUNGI/MIRANTE RAGAZZA (BRULLO) CARLA BENEDETTI, MA QUI A PROPOSITO IN QUANTO ATTACCHIAMO ANCHE BROLLI CHE NOTORIAMENTE ODIA DAZIERI E QUINDI TUTTO L’ONESTO GENERE, SIAMO OLTRE GLI 11MILA E LI RINGRAZIAMO TUTTI, ECCO L’ARTICOLO/SCOOP/CELEBRAZIONE/PIU’-CHE-DEGNA: http://vmo.splinder.com/post/5743350
VINCENZO e BASILE
Ogni cosa diventa indizio di un reato! E basta! Insomma! Se uno vuole scrivere tanti libri… lo faccia pure. Se ne vuole scrivere uno, pochi, va bene lo stesso. Certe discussioni somigliano alle chiacchiere stanche delle coppie di anziani in giro al centro commerciale.
Volevo scrivere due righe sulla questione di Andric, ma scopro or ora di avere ereditato da te *anche* i fenomeni VMO. E’ pericoloso, girare sul tuo blog, Lore, si fanno strani incontri ;P
Gentile autore,
ti comunichiamo che il tuo post, visibile all’indirizzo http://liberoblog.libero.it/mondo/bl1235.phtml, ritenuto particolarmente valido dalla nostra redazione, è stato segnalato all’interno di LiberoBlog, il nuovo aggregatore blog di libero.it
Pensiamo che questo ti possa dare maggiore visibilità sul web e presumibilmente maggiore traffico sul tuo blog, in quanto Libero.it è visitato quotidianamente da milioni di persone.
Nel caso tu fossi contrario a questa iniziativa, il cui fine è quello di segnalare ai nostri lettori i contenuti più validi rintracciati nella blogosfera, ti preghiamo di segnalarcelo via e-mail chiedendo la rimozione del tuo post dal servizio. Procederemo immediatamente.
Per saperne di più di LiberoBlog e sulla sua policy:
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Per suggerimenti e critiche, non esitare a contattarci a questo indirizzo e-mail: blog.n2k@libero.it
Ringraziandoti per l’attenzione, ti porgiamo i nostri più cordiali saluti
LiberoBlog Staff
Off Topic
So che non mi date retta quando parlo di libri. Date retta almeno a Gaetano Cappelli:
“La vasca da bagno è un grande piccolo libro, come scrive bene Di Monaco, di un’intesità poetica eccezionale. Procede per illuminazioni, piccolo lampi che hanno però il pregio di rimanere a lungo impressionati nella memoria. Quanto al Sud, penso di poter dire insieme a Tramutoli, di non aver scelto di restarci. E’ che proprio non cì è mai venuto in mente di lasciarlo.
Posted by: Gaetano Cappelli at 16.09.05 18:18”
Ciao mammina!!!!volevo ringraziarti d aver messo apposto tutti i libri ke erano in casa(e v assicuro ke è un bel lavorone)
xciò TVTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTB(e sono stata abbastanza sdolcinata)
Miii, non ci posso credereee… ^____^
sono preoccupato: nel 2006 escono 2 miei romanzi (o forse uno fa in tempo a uscire a fine 2005). comunque: ho quasi 50 anni, sono a quota 3 (il primo, per una casa piccola piccola, è passato inosservato…) e non sono bravo come camilleri; il camilleri della Mossa del cavallo, per esempio, è meglio di salgari, che amo alla follia, certo.
dimenticavo: blisset non sta per luther; sta per uno sfigatissimo ex giocatore del milan
@blisset
certo, anche Silvio non sta per Luis Silvio, sfigatissimo ex brasiliano di serie A
Bho, buon ultimo l’Arbasino. http://www.vibrissebollettino.net/archives/2005/09/tanti_anni_fa_c.html#comments
Spero di riuscire a vivere una vecchiaia serena e al presente, vorrei risparmiarmi le geremiadi e gli elenchi anagrafici di tutti tizi che hanno passato o trapassato la mia e le altrui vite. All’uopo coltivo la memoria a breve termine e solo qualche selezionata parte di quella a lungo termine. Ovviamente scherzo, ma mi sto stufando. Sì, io, addetta all’agricoltura, vorrei sentir parlare di libri o di altro e risparmiarmi la lettura di articoli che suonano piu’ o meno così: come sono degenerate le arti!! soprattutto la letteratura!!! Non ci sono piu’ gli scrittori che conobbi una volta (nel caso di over 50), manca la qualità letteraria e di contenuti. Tutti infognati sui thriller e sui noir, nessuno che ti scriva piu’ una bella ricerca del tempo perduto …..e tutta quella plebaglia che s’ingozza e si strafoga di letteratura a basso costo, poi!!!! maronnna!!!! (nel caso di over e under 50, con una certa puzzetta sotto il naso per non dire di peggio).
E, che è? mi metto a fare l’apologia di questa situazione di mercificazione e potere editorial plutothrillesticobanaleggiante oltre che restaur-attiva?
Che lo vogliamo o no siamo in mondo di merci (merci noi stessi al cospetto di queste belle piramidi sociali di cui facciamo parte) e la letteratura/cultura ci parla di questo, non solo a parole, ma anche nelle dinamiche editoriali e non.
Però a nessuno dei blasonati critici e critichesse viene in mente di andare oltre il fazzolettino o l’urlo di dolore. Dolore per cosa poi? perchè uno scrive e non necessariamente cita 24 Miti, trentasei minori e quell’altra mezza dozzina di famigli del critico che ancora non sono sufficentemente stampati o vetrinizzati?
Mi viene da rispondere come Totò, ma lui era piu’ bravo.
Alla fine che cavolo voglio? nel mio piccolo mi accontenterei di leggere su letteratura e cultura del nostro tempo non inutili piagnistei, ma un minimo di analisi correlata la presente. Mi piacerebbe inoltre che si astenessero parentali e fallaci invettive 🙂
Se ai bei tempi la letteratura e la cultura (o anche la spazzatura, che pure allora c’era anche se in alcuni casi per noi oggi profuma, secondo la logica dell’antiq/modernariato) erano ‘alte’ (ma quanti libri ‘classici’si potrebbero leggere come trhiller o noir? – provocazione – provocazione) anche le società erano ‘altre’.
Chi scrive/fa cultura (o anche spazzatura) oggi lo fa al presente in condizioni di vita, mercato, fruizione, televisione, internet..ecc. totalmente diverse rispetto a quando vestivano alla marinara. Provassero a ricordarlo.
besos
@ SPETTATRICE
Non ti preoccupare: di questo passo l’andazzo è chiaro e tristemente nota la fine nell’immediato, da thriller.
Ma consoliamoci e ridiamo perché di tutta questa robetta solo polvere resterà, e forse nemmeno quella. In fondo, basta guardare al passato: milioni di thriller e noir scritti e dimenticati, riesumati poi in qualche collana dappoco che finisce in edicola o nei remainders. Robetta che sol più gli acciaccati cuori si premurano di comprare, ma solo per ricordare quella gioventù che hanno perso tanti anni fa sprecandola in vuote letture. Perché anche la vecchiaia sia pienamente vuota. Bisognerebbe saper distungere fra Mercuzio e Mina. Chiudo citando da “Parole” di Francesco Guccini: “Ci sono, sai, nascosti dietro a pieghe di risate
che tiran giù i palazzi dei coglioni,
più sobri e più discreti e che fan meno puttanate
di me che scrivo in rima le canzoni,
i clown senza illusione, fucilati ad ogni muro,
se stan così le cose dei buffoni sia il futuro.
Son quelli che distinguono parole da parole
e sanno sceglier fra Mercuzio e Mina,
che fanno i giocolieri fra le verità e le mode,
i Franti che sghignazzano a dottrina
e irridono ai proverbi e berceran disincantati:
“Frà Mina e Frà Mercuzio son parole, e non son frati !”
E me ne torno sulla mia isoletta cubana, da solo, con un amore locale.
g.i.
“Oggi accontentiamoci di Camilleri”. Ecco. Accontentiamoci. Mi pare l’attitudine giusta…
“un secondo romanzo insignificante (presto dimenticato)”. Utilizzare il termine ‘insignificante’ parlando di Arte, Letteratura, Musica etc è -imho- dimostrazione di una capacità critica fuori dal comune… Poi. ‘Dimenticato’ non abbastanza, visto che si cita accodando un commento simile.
“chiaro trombonismo di chi dice di essere geniale per paura che non ci sia nessuno a riconoscerglielo” Sì, esatto. Peccato si fosse definito ‘geniale’ proprio (ah, l’Italietta Letteraria che si macera nei suoi tormenti da scrittore…così ironica…) nel suo “romanzo notevole” (cit.)
“Non è moralismo, solo una constatazione”. Di nuovo: il chiaro segno di una capacità critica assolutamente fuori dal comune.
“È così conclamato e assoluto da essere sublime”. Ottimo. Finalmente il senso dell’adagio “Si faccia una domanda e si dia una risposta”. Il resto mi pare decisamente trascurabile (‘insignificante’?).
a G.I.
ciao,
io non mi auguro la thrillerizzazione di chichessia, men-che-meno della letteratura. Ci sono troppi thriller, troppi noir? ci sono però anche un sacco di scrittori che urlano: venite da me! scansate i trhiller!!! da me solo robba bbuona!!!
Quindi pare che una certa produzione non thriller esista e, spero, prosperi.
Questo mi fa essere piu’ serena dal momento che certi ‘thriller’ o ‘noir’ (ma non sempre mi rendo conto delle ‘coordinate’ di genere di quello che leggo) mi piacciono e li leggo volentieri. Credo di avere letto quasi tutto Vasquez Moltalban e mi dispiace di non poter leggere altri suoi scritti. Ho letto anche il codicillo da Vinci e posso dire che mi spiace di vedere altri libri di Brown sugli scaffali, gli auguravo una bella carriera da api-cultore.
Come vedi esprimo dei giudizi. A volte mi trovo a discutere con persone che hanno opinioni opposte alle mie. Mi scaldo, pure, nel sostenere le mie ragioni, ma questo non vuol dire che impedirei di leggere il Brown.
D’altro canto ci sono, pure, scrittori veramente ‘intelligocolti’ che dopo due pagine mi fanno ricordare che è ora di portare il mangime alle galline.
Non per questo penso che non vanno letti o mi viene voglia di impedirne la pubblicazione.
Non mi viene neanche da pensare che il mondo editoriale sia l’ultimo baluardo dell’innocenza, pardon, l’ex ultimo baluardo dell’innocenza. Recenti campagne sottolineavano infatti che è tutta apparenza e restauro.
Purtroppo (l’abbiamo scoperto ieri) come tutto il mondo ‘produttivo’ (compreso quello dei bulloni) anche l’editoria segue i dettati di maggiore profitto e se questo gli viene fornito da kafka o dai colpi di spazzola non fa una piega. Però prima non era così. Prima a dirigere i gruppi editoriali c’erano dei Letterati che amavano la Letteratura (ogni tanto prendevano dei granchi colossali, ma tant’è). Una volta c’era anche qualche ‘padrone’ di ferriera illuminato che ha finanziato le case per i dipendenti, ha mediato con le richieste sindacali. Una volta. Una volta. Una volta c’era pure lo schiavismo e la ‘cultura’, o la semplice istruzione, era robba da pochi ed era potere (non si sa bene se ha mai smesso di esserlo. Se qualcuno ha opinioni in merito…).
Insomma divago o Arbasineggio banalizzando sociologie solo per dire che siamo nel nostro tempo che produce secondo le sue logiche (lasciamo perdere il fatto di condividerle o meno) e se parla a mezzo thriller qualcosa vorrà dire come pure se spazzola spesso i capelli.
Se questo che vuole dire non piace è giusto opporsi, ma temo che la strada non sia l’urlo o lo schifiltoso ritorno ai classici che furono. Temo che sia necessario un impegno prima di analisi e visione e poi di faticosa alternativa. Tutto senza l’illusione che si è fuori dalle dinamiche, che si è voci innocenti e solo gli ‘altri’ sono dentro la latrina.
Infine vorrei ricordare che la cultura e la letteratura sono prodotti umani (provengono dal Divino, forse, ma per concretizzarsi hanno da passà attraverso le nostre sporche manine:-)e che la loro condizione è la nostra condizione:-)
Dopo questa palla di saggezza torno al repulisti domenicale e alle solite galline, se mi astengo dal rispodere ho montagne di polvere e di guano ‘a giustificare’
P.s: …a proposito della tua partner posso solo dire che hai guadagnato nel cambio :-)…..non è che per caso ha un fratello? ..