Ricevo due libri che mi riportano, più o meno apertamente, a questo post. Il primo è il saggio di un anglista, Leonardo Terzo, si chiama Pornografia ed episteme e mi viene inviato proprio in seguito alla discussione avvenuta qui. Il secondo dedica all’argomento solo un paragrafo, a dire il vero ( è un bel libro, si chiama Liberopensiero, l’autore è Rocco Ronchi), ma vale la pena riportarne almeno l’incipit:
"Michael Foucault ha mostrato come la sessualità che tanto spazio occupa nel pensiero contemporaneo sia in realtà un oggetto squisitamente teorico costruito da pratiche ben definite (igieniche, mediche, politiche, confessionali…).Essa è figlia di una pluralità di tecnologie del controllo del corpo, erede di una storia antica di vivisezione dell’anima incrociatasi con l’ossessione positivista della classificazione. La controprova è offerta proprio da quei ragazzi ai quali una pedagogia ben intenzionata vorrebbe offrire una "educazione sessuale". Educare significa qui fabbricare un corpo disciplinato, gestibile da un gruppo di "esperti", un corpo tecnologicamente governabile, prevedibile e soprattutto eficiente, il quale si sostituisca all’anarchia acefala del corpo vivente. Tra le poche cose che gli adolescenti sanno con certezza è che quel desiderio che li strugge poco o nulla ha a che fare con quanto gli viene raccontato da insegnanti e da premurosi genitori".
(continua, ovvio)
Capisco bene il fascino che ha esercitato Foucault. Né dico di rifiutarlo in toto. E comprendo quanto sia capace di forza retorica quando scrive dei rapporti tra potere e sapere.
Però, oggi, a distanza di anni dai quali furono formulate certe idee, la storiografia si è parecchio irrobustita.
Direi quindi, non di rifiutare i suoi principi, ma neanche di aderirvi col pensiero, piuttosto di interrogarsi.
Per esempio. Consiglio ai Foucaultiani di iniziarsi a leggere Rapporti di Forza di Carlo Ginzburg (che non potrà certo esser accusato di spingersi a destra)che è certamente meno abile con la scrittura di Foucault ma è molto ma molto più impegnativo!
p.s Questo non mi impedice dal dire che nelle mie lezioni universitarie un testo che uso molto è L’ermeneutica del soggetto di Foucault,ed. Feltrinelli
Se i giovani si riapplicassero alle pratiche spirituali di un tempo avremmo un’altra fisionomia della contemporaneità!
Luminamenti
Ma quale “*educazione* sessuale”! Già quand’ero insegnante alle medie (abbastanza anni fa) si usava l’espressione “informazione sessuale” (come si riproducono non solo le farfalle, ma anche gli umani; come fare – e SOPRATTUTTO: come NON fare -bambini (se non desiderati); che cosa sono le mestruazioni eccetera.
Il tutto allo scopo di evitare che errate o troppo vaghe informazioni circa il sesso e le attività collegate provocassero inutili traumi. Nel bellissimo “Nenio” di Eugenio De Medio (la storia di un bimbo violentato a sei anni di età, che all’orrore vissuto dovette aggiungere il terrore di essere rimasto INCINTO!)si accenna, appunto, ad alcuni di questi.
P.S. “Nenio” uscirà per Vibrisselibri a febbraio. Oggi pomeriggio, a Milano, vengono invece presentati i primi due titoli (vd http://www.vibrisselibri.net).
metto questo qui, a caso. c’entra nulla. ma non so dove altro scriverti.
ti leggo spesso e con piacere. ma, da un po’ di tempo, o il mio pc ha l’alzheimer o il tuo blog si è presa l’influenza: fatico ad entrare, mi blocco, vedo scompaginato ecc. puoi fare nulla?
ciao, e scusa per l’irrituale intervento.
“Che cos’è dunque la filosofia oggi – voglio dire l’attività filosofica – se non coincide con il lavoro critico del pensiero su se stesso? E se invece di legittimare quello che si sa già, non consiste nel tentativo di sapere in che modo, e fin dove, sarebbe possibile pensare in modo diverso?”
Foucault, Novembre 1983 (dalla nota del curatore del volume citato più sopra)
Il corso al Collège de France del 1981-1982 fotografa un momento discriminante nel pensiero e nella produzione di Foucault, all’interno del ciclo della Storia della sessualità che è diventato il suo testamento, quando invece doveva fungere da pista di lancio per i voli che non ci sono più stati.
Foucault a questo punto ha già messo in crisi il proprio metodo e il modo stesso della produzione del discorso che da tale metodo scaturisce.
A questo punto, a un passo dall’AIDS, si prende cura di sé camminando a ritroso nel tempo, per “ricominciare daccapo, soprattutto a partire dai Greci e a partire dai Romani”.
A questo punto può permettersi di dire: “a costituire il tema delle mie ricerche non è il potere, ma il soggetto” (1982) e può a buon diritto sostenere di “non essere in nessun caso un teorico del potere” (1983).
Quando ho scoperto da solo poco tempo fa “L’ermeneutica del soggetto” sono andato fuori di testa: è un libro bellissimo, anzi sono delle lezioni bellissime.
Ero talmente contento che in un blog mi ero immaginato che succederebbe se… (premetto che i miei amici del blog sono rimasti abbastanza scocertati, però mi hanno accettato perché gli autori di fumetto sono amici dei folli).
“Cerco un romanzo di qualità che si legga con piacere, per esempio Caos Calmo che ha appena vinto lo Strega.
Entro in una Feltrinelli.
La commessa ha una faccina dolce e resistente come Simone Weil. Non l’avevo mai vista, devono aver mandato via lo sbruffone che c’era prima.
«Caos Calmo non c’è,» dice Simone, «di premi Strega ne teniamo pochissimi, di tanti anni fa.»
«È impossibile!, perché non lo tenete, ne vendereste centinaia di copie…»
«Da quando è cambiato il Direttore è cambiata la politica aziendale.»
In quel momento vedo un’onda di gente proiettarsi in libreria, in mezzo a loro c’è un tipo colla testa lunga, il cranio rasato, gli occhiali neri rettangolari… «ma! ma è…»
«Sì, è Michel Foucault,» dice lei, «lo ha chiamato il nuovo Direttore.»
«Anche questo è impossibile! Foucault è morto nell’84!»
«È tornato, il Direttore lo conosce bene.»
«Ah, presenta un libro?»
«No, sta tenendo un corso sulla “cura di sé”, ogni mercoledì, qui in libreria. Il direttore tiene molto a questo corso in cui il professor Foucault indaga la relazione tra potere e pratiche di libertà, denuncia gli strumenti di asservimento delle coscienze.»”
Ahah, sono proprio stralunato! Però c’è qualcosa di vero: qualcosa di grande succederebbe tra le persone (quello che gli snob chiamano popolo, popolare pop ecc) se davvero in certi luoghi si facesse cultura…
A proposito di bambini, sessualità e diversità: recuperate e guardate (in inglese, non è stato ancora doppiato) il film di Terry Gilliam TIDELAND e dopo – ma solo dopo, vi prego, per una volta – leggetevi l’omonimo romanzo di Mitch Cullin.
Mai visto un film che mostri con tanta naturalezza, e tanto amore, quanto ALIENI nel modo di pensare siano adulti e bambini gli uni per gli altri.
(ooops… intendevo: un altro film!)