SALE E PEPE (E VERMI)

Libri in lettura: mi lascio per metà catturare da Come
dio comanda
(chiedendomi anche il perché della cupezza assoluta che lo
domina), ho finito Bungee Jumping (che è interessante, anche se forza
molto il romance adolescenziale in chiave 8 Miles), sto iniziando S’è fatta
ora
di Antonio Pascale. Insieme, c’è il saggio di Bruno Pischedda, Mettere
giudizio
, ovvero 25 occasioni di critica militante. C’è un brano
dell’introduzione che mi viene voglia di condividere. Detto fatto:

Avevo scoperto la lettura romanzesca in un’estate
noiosissima a Vendrogno, che non ricordo neanche dov’è, diciamo in Valsassina;
mentre ero in cura a una coppia di amorevoli benpensanti risoluti a educarmi, a
togliermi il gusto precoce per il turpiloquio e la lite violenta. Al bar della
piazza, nello spazio, nello spazio di un pomeriggio, avevo dissipato al flipper
le mille lire che mia madre mi aveva affidato per non sfigurare: pioveva,
fuori, ero recluso e punito, non rimaneva che Salgari, emerso in condizioni
stracciolente da una cassapanca del solaio. Poi venne l’adolescenza vera,
gloriosamente analfabeta, al massimo fumettara, e poi la prima giovinezza, ad
altro affaccendata, poi la politica, l’università, e poi la stasi: Morante,
Scorza, Spoon River, Henry Miller, Garcia Marquez, Balestrini di Vogliamo
tutto
.Alle soglie dei trent’anni, dopo una complessa e molto bradipesca
trafila, mi laureai e scrissi un saggetto intorno ai racconti sentimentali di
Brunella Gasperini. Se qui lo raccolgo, è perché qualcuno mi ha spiegato con
tautologia finissima che la letteratura è esattamente ciò che i lettori reputano
tale…Il giudizio letterario è tutt’altro da quello maiuscolo, trascendente,
tuttavia non dovrebbe ammettere franchigie: assomiglia al sale, al pepe, e vale
se messo ovunque.

Aggiornamento: leggo su Giugenna un intervento di Franco Cordelli in risposta ad Aldo Nove. Argomento del contendere, fra l’altro, Vermi di Giovanna Giolla. Colpevolmente, non l’ho letto. Ma questa frase di Cordelli mi fa riflettere:

Grosso
modo, siamo nella narrativa femminile di
genere sessuale. È comprensibile che le
scrittrici comunichino ciò che il sesso è per
una donna, dopo secoli di silenzio.Ma qui è
sempre la stessa pappa rosa, il rovescio di
quel romanzo Harmony, Luna di passione,
scritto dalla madre di Montserrat.

52 pensieri su “SALE E PEPE (E VERMI)

  1. Sabato scorso, in preda a lettobulimia, ho comprato alla Feltrinelli quattro libri, di genere ed epoca differente.
    Ho finito in un giorno e mezzo “La taverna del doge Loredan” di Ongaro. Mi era stato raccomandato su it.arti.scrivere, il newsgroup che ho frequentato abitualmente per anni. Mi era stato detto che era un libro in cui presente e passato si fondevano magistralmente e che articolava in modo efficace diversi piani di lettura (il protagonista trova un libro antico privo del nome dell’autore, lo legge,
    scopre analogie sorprendenti tra la vicenda narrate e la sua storia personale, “entra” nel libro, ecc). Al di là dell’innegabile maestria tecnica di Ongaro, ho letto il romanzo con una stato d’animo contrastante, lievemente infastidito dalle indicazioni che l’autore “prescrive” al lettore (“qui il lettore può immaginare una stanza ammobiliata con…”) e dall’esibizione della sua bravura, come se fosse un film in cui il regista fa deliberatamente vedere la cinepresa e le attrezzature di scena per ricordare allo spettatore che si tratta di una finzione e di un processo di costruzione.
    Mi sono subito dopo immerso in un testo di Dick, “La svastica sul sole” e ne sono rimasto affascinato. La trama è nota e non vale la pena ricordarla, mi ha colpito come l’autore ha fatto filtrare la sua ricostruzione ucronica degli eventi attraverso un gruppo di protagonisti che vive tra la costa occidentale degli stati uniti (controllata dal Giappone) e gli stati delle montagne rocciose (enclave americana che gode di un’autonomia limitata e formale).
    In preda a una feroce desiderio di leggere, ho preso in mano “Millennio” di Vasquez Montalban e ho seguito Carvalho nei suoi andirivieni per il mediterraneo alla ricerca di un viaggio in cui lui si congeda dai propri ricordi…sono arrivato a pag. 160 e il protagonista sta viaggiando da Baku a Samarcanda a bordo di una nave su cui non si ricorda
    di essersi imbarcato. Giace ancora intonso “uno scuro scrutare”, sempre di Dick, lo leggerò quando la lettobulimia si sarà placata.
    Claudio “Writer” Martini.

  2. Non trovate che la parola “letto” ricorra un po’ troppo da queste parti? Buon sabato a tutti. Vi adoro! Siete virtuali…ma io adesso ho altro da fare.

  3. Cordelli ha ragione e tu, Lippa, non sentirti in colpa. Ho acquistato Vermi dopo aver assistito alla presentazione milanese da FNAC, incautamente fidandomi di Lina Sotis e Antonella Fiori.
    Dopo una ventina di pagine avrei voluto rendere il volume alla libreria: peccato che l’avessi fatto firmare all’autrice. Mai più…

  4. Dissento dal commento di Amodeo: io il libro della Giolla l’ho letto e ho trovato le sue pagine intrise di un erotismo avvolgente, diretto, concreto. Il problema è che per Cordelli “Vermi” è una pietanza forse troppo piccante e speziata. Per lui va bene un brodino diluito in stile Bevilacqua. Ti piace Bevilacqua, Amedeo?

  5. Insieme ad Arbasino, Bevilacqua è lo scrittore capace della migliore prosa in Italia, attualmente. LA POLVERE SULL’ERBA (Einaudi) è un libro memorabile su resistenza e post-Resistenza, che sbatterei in faccia a Pansa tra l’altro, e sta all’altezza di Zanzotto in poesia, fatte le debite differenze tra due generi così distanti, così vicini, così come dicasi dei due autori.

  6. @ Emilio C.
    A difesa di Bevilacqua – che mi sembra chiamato in causa fuori contesto e, comunque, non è fra le mie lettute predilette – è già intervenuto Genna.
    Tu piuttosto, arguto Emilio, sei così disattento da scrivere il mio cognome due volte sbagliandone una (50%, complimenti!).
    Piccante per piccante, a Vermi preferisco di gran lunga un testo come L’uomo che mi lava di Valentina Maran, che almeno non mi vende per “erotismo avvolgente, diretto, concreto” un noioso diario indiano per iniziati (tanto da doverci aggiungere un glossario), intercalato da quattro amplessi copiati dal più desueto repertorio della cinematografia hard.

  7. Per Genna:
    Quando ho letto il nome “Genna” non sono riuscito a trattenere le risate. Ricordo ancora l’affare Luther Blisset. Si capisce il motivo per il quale sei un fan di Bevilacqua.
    Per Amadeo:
    Non c’è problema se sbaglio il tuo cognome, caro Amodio. Alla fine trattasi di cognome ordinarissimo, e sbagliarlo non è poi qualcosa di grave. Tra l’altro anche tu scrivi “lettute”, che sembra una crasi tra “letture” e una parolina che tacere è bello.
    Se tra le tue “lettute” predilette non c’è Bevilacqua, per quale motivo fai tua la risposta di Genna? Forse per adeguarti al mainstream?
    Raccontami cosa ti ha eccitato in “L’uomo che mi lava”, dai. Mi interessa.

  8. “Vermi” l’ho letto anch’io in una notte. Quello che mi è piaciuto è aver fatto assieme a Monserrat un viaggio in India. Come dice il mio fidanzato, questo romanzo è un videoclip di MTV girato dentro il louvre. Cordelli non ha capito proprio niente.

  9. magari ti saresti divertita maggiormente preservando il “gusto per il turpiloquio e la lite violenta”(“Grazie lo stesso”,comunque.Molto meglio di Rosso di sera*)
    *persi l’innocenza come gianluca Ghezzi ma senza bassotuba

  10. @ Emidio B.
    Hai ragione, caro Emigio K. Trattasi di crasi, è vero, ma fra “letture” e “battute”: quelle che sembra ti piacciano, così come i cambi di vocale.
    Sono contento che tu l’abbia notata 🙂
    Capitolo chiuso, torniamo alle letture.
    Leggo – e apprezzo – Giovanna Giolla sulle pagine milanesi della Repubblica: proprio per questo, forse, da lei attendevo un esordio diverso da Vermi. Semplice delusione di un lettore semplice, non di un seguace del mainstream: main rispetto a che cosa, poi?
    Il libro di racconti della Maran mi è piaciuto per il particolare punto di vista e per l’uso di periodi brevi, secchi e incisivi. Mi coinvolge di più, perché lo trovo più vissuto. Opinione personalissima, tutto qui.

  11. Mi piacerebbe sapere da Giuseppe se, secondo lui, il valore delle ultime cose di Bevilacqua indica una tardiva maturazione (se non una metamorfosi) dell’autore; oppure se la sua produzione precedente è stata lungamente sottovalutata (se, cioè, mutati i tempi andrebbero anche rivisti i criteri di valutazione). La cosa m’interessa anche perché Bevilacqua m’è sempre sembrata una persona intellettualmente integra, che non s’è lasciata sporcare dalle sue pur frequenti apparizioni televisive.

  12. Io ti lascio la recensione che ho fatto di Vermi su Rolling Stone.
    E intanto sorrido… se davvero è questa la spazzatura allora EVVIVA!
    “Pochi giri di parole. Poche danze di contorno. Il piatto forte arriva subito al centro del tavolo. Disarmante e invitante. Delizia il palato. E’ Milano. E’ l’India. E’ un viaggio che lascia senza fiato. Ci sono descrizioni scarne e lancinanti di flash paesaggistici. Di personaggi. Di atti d’amore che corrodono la carne. E’ la storia di un sentimento. E’ il ritratto di una civiltà. E’ la rappresentazione di ogni essere umano. E’ il racconto di frammenti di una vita. E’ lo sguardo privo di illusione di Monserrat. Incanto racchiuso in frasi di una brevità mozzafiato.”

  13. Emilio, si scrive “Luther Blissett”, con due t finali. Sarai mica tra quelli che, trascinati da reminiscenze di una nota attrice, pronuncia il cognome del multiplo “Blissé”?
    Piermario s’incazzava di brutto, quando sentiva quella storpiatura.

  14. credo che sia un bell’incipit da romanzo di formazione.La parte più brillante è la rosa dei nomi degli autori letti in un crescendo surreale:”Morante, Scorza, Spoon River, Henry Miller, Garcia Marquez, Balestrini”.In corrispondenza i miei sono stati:Dostoevskij,Turgenev,Henry Miller,Borges,Cioran e Piperno(uno qualsiasi).E ora me ne vado in clinica

  15. L’incipit di cui parla Diamonds, qual’è?
    Quello di Vermi lo conosciamo tutti.
    E’ sulla bocca, scusate il gioco di parole, di molti.
    Ma non è la sola bomba del romanzo.
    Secondo me Giovanna Giolla, è figa esteticamente e non si concede a vanvera ai pretendenti.(L’ho osservata l’altra sera al cocktail di fotografie di Marta Marzotto.
    Nel romanzo riesce a darci tutto quello che poteva: immagini, fantasia, coraggio, amore.

  16. OT: Gentile signora Lipperini, seguo da tempo Lipperatura e mi piacerebbe molto inviarle il romanzo che ho appena pubblicato. Se volesse ulteriori informazioni potrei dargliele privatamente via mail. Grazie.
    Francesco Tacconi

  17. Un paio di settimane fa in una libreria di Genova ho comperato alcuni libri tra cui quello di Giovanna Giolla…mi hanno attratto la copertina, amo il verde acido, e quello strano titolo, un po’ schifoso ma allo stesso modo molto affascinante…Vermi…
    Premetto che molto spesso compro libri senza conoscere ne l’autore ne il contenuto…li compro a sensazione…e devo dire che la percentuale di succeso è abbastanza alta: su dieci libri che compro in questo modo uno o al massimo due non mi soddisfano e li lascio dopo aver letto poche pagine…
    Con Vermi mi stava succedendo la stessa cosa, anzi ero colpita da un senso di nausea e da un totale disprezzo verso la solita paraculata di turno che probabilmente in seguito a una ballata di letto con Aldo Nove, impavido curatore della collana Neon, era riuscita a coltivare il suo sogno nel cassetto…pubblicare ma soprattutto liberarsi editorialmente delle sue schifezze interiori dando alla luce un romanzetto qualunque….
    qualcosa però mi faceva andare avanti nella lettura, forse l’india, che io conosco bene o forse una piccola stradina luminosa nascosta nelle pagine che mi portavano a entrare nell’anima della protagonista…
    vado avanti e leggo tutto il libro in soli due giorni…
    la puerile e profonda semplicità della scrittura unita a una volgarità gratuita e creata solo per stupire sono, in realtà, solo il coperchio di una delle scatole più profonde che conosciamo: quella dell’amore… la scatola dell’animo umano più complessa, ma anche semplice e a volte volgare…ma sempre magnifica e sorprendente come appunto Vermi…un racconto fantastico un libro che mi ha riempito qualche vuoto che avevo in quella mia scatola profonda che chiamiamo amore…
    Roberta Manzoni
    Content Manager
    Publimì
    Genova

  18. A me sembra che delirate
    io ho letto Vermi e non sono neanche riuscito a finirlo
    è una porcheria come tante altre
    autori così non vanno mai oltre le poche centinaia di copie vendute
    in inghilterra o in germania non lo avrebbero mai pubblicato
    una mia amica giornalista che conosce quest’autrice mi ha detto che va in giro per le librerie di milano a farsi mettere il libro in buona mostra
    siamo messi bene!!!
    Leggete invece “Uno stato particolare di disordine” di Ken kalfus
    è un capolavoro
    letteratura vera e viva

  19. Joky, mi sembra legittimo che un’esordiente chieda ai librai che il suo libro venga messo in bella mostra. Cosa dovrebbe fare, accettare che venga seppellito sotto vagonate di Faletti e di marchettoni presentati dalla De Filippi?
    Non posso certo giudicare i tuoi gusti, ma la qualità letteraria del tuo post (tre punti esclamativi fanno oggettivamente schifo) getta seri dubbi sul tuo senso estetico. Mi hai fatto passare la voglia di leggere stò Kalfus.
    Trovo commovente la tua esterofilia. Sembri Mino Reitano con la valigia di cartone abbagliato dalle mille luci di Amsterdam. Ricordati che in Germania hanno pubblicato anche il “Mein Kampf”, quindi la politica editoriale dei crucchi non è proprio raccomandabile.

  20. mi sembra anche a me che sia organizzata molto bene la difesa di questa giolla
    o forse è lei stessa a scrivere, cosa che sarebbe vermante scorretto
    comunque caro Emilio C.\giolla lo scrittore che proponevo non è un tedesco, bensi un cittadino del mondo, un americano che ha vissuto a lungo in russia e in europa, e poi non è questione di esterofilismo o no, anche se il libro della giolla lo è all’inverosimile con la solita pappa radical-chic sull’india
    ma la letteratura non ha confini, mentre certi libri sono estremamente confinati nel provicialismo più bieco
    basta inoltre notare come nel libro vermi ci siano ringraziamenti mirati al bon ton della società milanese
    furba sta giovanna?

  21. A me il libro Vermi è piaciuto. Le Parti che descrivono l’India e la vita in quel paese mi sono piaciute moltissimo. Sembrano le pagine di un vecchio diario di viaggio, come quelli che scrivevano igli inglesi di inizio secolo.

  22. Joky, non è la difesa della Giolla ben organizzata. E’ l’attacco che fa acqua da tutte le parti. Roba che nemmeno Zeman nell’Avellino (il riferimento calcistico è per farti capire che non sono la Giolla, bensì un uomo. E non sono nemmeno il fidanzato della Giolla).
    Non ho mai detto che Kalfus sia tedesco. Commentavo la tua frase: “in inghilterra o in germania non lo avrebbero mai pubblicato”. Detto in soldoni: l’Italia è provincia, in Inghilterra e Germania sì che ci sono gli esordi cazzuti. Atteggiamento da turista cialtrone che si esalta per tutto ciò che è londinese o berlinese credendo che lì ci sia chissà quale caspita di avanguardia.
    Parlare di “ringraziamenti al bon ton della società milanese” poi non ha senso. Utilizzi “bon ton” come sinonimo di “crema” o di “elite”, laddove “bon ton” significa tutto un altro fattapposta.
    Di conseguenza, riformula la frase in italiano corretto, e forse ti rispondo.
    Al lavoro, su.

  23. la faccenda è molto più semplice: vermi fa cagare e la giolla è un’ottima content manager di se stessa.
    non capisco perché sprecare così tanti post. anche da parte sua, intendo.

  24. la faccenda è molto più semplice: vermi fa cagare e la giolla è un’ottima content manager di se stessa.
    non capisco perché sprecare così tanti post. anche da parte sua, intendo.

  25. Io trovo che in ‘Vermi’ ci siano delle intuizioni geniali, e non poche. Difficile mantenere costantemente alto il livello di un libro senza smorzare le tinte.

  26. Gente, vediamo di risparmiarci delle brutte figure: ho premesso di non aver letto il libro di Giolla, e ho riportato la frase di Cordelli perchè penso che in assoluto, applicata a molta scrittura “al femminile” (brr) sia verissima.
    Oltretutto pensare che un titolare di blog resista all’idea di dare un’occhiata agli Ip, constatando in questo modo che gli osannanti sono due, è francamente ingenuo. E fa torto in primo luogo alla scrittrice, su.

  27. CARA LOREDANA,
    A ME COMUNQUE L’ESPRESSIONE RIFERITA A UN LIBRO “FA CAGARE”, FA UN GRAN PENA.
    SIAMO ALLA SCUOLA DEL COTTOLENGO?
    DOVE OGNUNO Dà IL FIATO ALLA BOCCA?
    SEGUIAMO PER UN ATTIMO LE PAROLE DI FILIPPO LA PORTA, SU XL DI REPUBBLICA, SUL ROMANZO “VERMI”: LA LINGUA DEL ROMANZO: (PERFORANTE POTENZA DESCRITTIVA) E POI IL ROMANZO INCORPORA UNO DEI REPORTAGE PIU’ VSIONARIAMENTE REALISTICI USCITI QUEST’ANNO.
    Ora io mi chiedo da dove nasca questo frivolo livore infantile verso un testo apprezzato da critici e pubblico.
    Questo mi sembra un blog, dove le persone sputano sentenze, come rutti.
    Una sorta di lager dove bisogna punire, castigare, giudicare,massacrare.
    Siate tutti più sereni e se non vi piace Vermi, pazienza. Piace a molti, molti che nemmeno sapete, molti che hanni fatto la storia della letteratura di questo paese.
    Leggete alti libri.
    Non rompete così tanto le scatole, la vita è più bella, di quello pensate.
    gettate i vostri istinti in altri modi.
    Perchè sono le persone come voi, senza una storia culturale alle spalle, che non sanno far altro che stra-parlare. Provate a trovare qualcuno che seriamente ascolti i vostri giudizi puerili.
    scrivete il romanzo dei vostri sogni, il capolavoro.
    E non prendentevela con una ragazza che ha rischiato molto per documentare, a modo suo, un paese così difficile come l’Inida.
    Mentre voi dov’eravate? A casa con i genitori, a guadare l’isola dei famosi.
    La fortuna dei blog siete voi: mezzi-facenti che non avete neanche la forza di fare una critica sensata.
    Vegetate, curiosate, stroncate senza conoscere.
    Siete la momenatenea disgrazia di un paese che risorgerà.
    Senza volto e senza nome vi sentite importanti a sputare parolacce e insulti verso qualcno che nemmeno avete letto, nemmeno avete guardATO NEGLI OCCHI.
    cONFERMO SABRINA: IN vERMI CI SONO FRASI GENIALI.

  28. MILLE ERRORI DI ORTOGRAFIA MA LA STANCHEZZA E L’UBRIACATURA FANNO IL RESTO.
    pERCIò SALUTO QUESTO BLOG, PER NIENTE LIBERO, DOVE NEMMENO CHI LO GESTISCE LEGGE IL LIBRO DI CUI SI PARLA.
    cAMBIA LA FOTO CON IL FIORE è VECCHIA COME TUTTO QUI DENTRO è VECCHIO, IO NON CI ENTRO PIU’.
    c’è SOLO NAFTALINA ,,,

  29. chi sa cosa dire
    ‘Una sorta di lager dove bisogna punire, castigare, giudicare,massacrare.’
    buonino, eh. Mai visto scorrere sangue sul blog di Lolip. Capisco che per un libro (che non ho letto) si possa fare e dire di tutto, ma meglio rilassarsi.
    Un buon respiro, hOMMMM
    se la scrittrice è amante dell’India, capirà.
    Meglio non permettere che le accuse di torture e vecchiume a portino a un’ondata di suicidi. 🙂
    besos

  30. Cordelli è il più pericoloso capomafa della letteratura italiana. Gestisce il Corriere e i suoi amici del Manifesto. Giuseppe Genna è il leccaculo dei capomafia: Cordelli e
    Bevilacqua: così ci si fa strada in Mondadori. Lipperini è una che vegeta sui pettegolezzi. Di Giovanna Giolla non potrebbe fregarmene di meno, ma questo Blob è uno schifo. Siete ridicoli, e buona lettura di ip

  31. ancora?
    ‘ azz, dev’essere la ‘congiuntura’ astrale. O sto libro della Giolla che porta… vabbè lasciamo perdere va, non l’ho letto.
    besos
    agliefrattaglie ecc..
    e speriamo funzioni

  32. Mi sembra che il post sia molto chiaro e che Lippa abbia precisato il motivo del suo riportare la frase di Cordelli.
    Mi sembra anche che il veleno venga sputato da un esiguo gruppo di fanatici che si comportano, loro sì, come un clan percorso da “frivolo livore infantile”.
    Confermo le parole di Lipperini: non rendete un buon servizio alla signorina Giolla e all’intelligenza.

  33. Lipperini, non mi hai ancora risposto sull’IP statico degli utenti fastweb.
    Non solo.
    Sostieni che i messaggi pro-giolla vengono tutti dallo stesso IP.
    Però tu sei l’UNICA in grado di vedere l’IP di chi posta su questo blog.
    Il che mi ricorda una gag del fumetto “Calvin e Hobbes”. Una cosa del tipo: “Facciamo un gioco: io penso un numero da uno a infinito e tu devi indovinarlo”.
    Ricapitoliamo i fatti:
    a) Hai postato un attacco contro il libro della Giolla in un articolo nel quale la Giolla c’azzeccava come una porchetta in un bar-mitzvah (non dico “cavoli a merenda” perché trattasi di abusato luogo comune). Questa Giolla non deve starti granché simpatica, e ne ignoro il motivo. Certo, se ti è antipatica, le sue qualità di scrittrice non c’entrano nulla. Il libro non l’hai letto, quindi devi avere con lei qualche conto in sospeso.
    b) Sostieni che i fan della Giolla stiano tutti postando dallo stesso IP. Però chi ti legge non è in grado di vedere l’x-trace dei post, e deve fidarsi ciecamente della tua verità. Avendo però già manifestato una certa antipatia per la Giolla (e non per motivi letterari), quanto si può ritenere affidabile la tua verità?
    c) I fan della Giolla, secondo la notizia da te riportata, sarebbero due: uno sono io, l’altro si ignora chi sia. Forse è la Giolla stessa, forse un amico, forse un parente, forse uno che se la tromba o che vorrebbe trombarsela. Tutto questo perché – secondo la tua versione dei fatti – l’IP di questi ultrà giolliani coinciderebbe.
    D) Ammesso e non concesso che l’IP di questi ultrà giolliani sia identico, escludi completamente la possibilità che si tratti, che ne so, di un gruppo di giornalisti che posti dallo stesso ufficio, o di una classe di liceali, o degli invitati a un’orgia? Allo stesso modo, alcuni messaggi postati con IP differente devono per forza appartenere a persone differenti, o magari si può trattare dello stesso tizio che posta prima da casa, poi dal lavoro, poi dal laptop, poi dalla garconniere, poi da un net-cafè? Se la seconda cosa è vera, deve esserlo anche la prima. Parafrasando “Il prigioniero”, noi non siamo degli IP. Siamo uomini.
    Rispondimi, dai.

  34. Vermi,un mix di passione ed avventura ! Le scene di sesso sono incredibilmente belle ma ahimè troppo corte….quindi sgrido l’autrice per questa mancanza

  35. Vermi,un mix di passione ed avventura ! Le scene di sesso sono incredibilmente belle ma ahimè troppo corte….quindi sgrido l’autrice per questa mancanza

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