STREET CRED

Per quanto riguarda tutto quanto detto nei giorni scorsi, da Wu Ming arriva Giap!

“Né tripudio (ci mancherebbe) né scoramento: lucidità da avvistatori di incendi. Lucidità. Piantare precarissimi paletti e recintare un lembo di bordo dell’inferno: ciò non ha nulla di catartico. Siamo solo all’inizio del preludio al prologo, l’epilogo è lontano. C’è tutto un dramma, in mezzo.
Noi andiamo avanti nel nostro lavoro. Tenere duro, raccontare storie, cercare di smuovere l’immaginario. Storie, parole che aggirino l’ecomostro-Paese e facciano almeno intravedere il lungomare.
Crescono nell’esperienza quotidiana piccoli germogli di espatrio (psichico e materiale). E’ il distacco che permette di lottare, fuori dalla foschia che confonde vittorie e sconfitte.

Abbiamo già avuto occasione di dirlo:

"Al centro di un tessuto sociale sbrindellato, qui e là scaldato appena dal fuoco freddo d’un conflitto acefalo, insistiamo a scommettere su una dinamica comunitaria, sull’incontro e lo stare insieme, sull’/opus/ collettivo e connettivo, sull’assunzione di responsabilità di fronte alla repubblica dei lettori, sulla comunicazione – per quanto possibile – orizzontale e il continuo rendere conto di ogni nostra scelta." (gennaio 2005)

Come promesso, è on line il secondo racconto-apripista al romanzo collettivo Manituana(il primo era "Breed’s Hill", disponibile sul sito dal dicembre scorso).
Ricordiamo che non si tratta di semplici "anticipazioni" di Manituana, ma di racconti "laterali", germogliati sul legno del tavolo durante le riunioni. Non faranno parte del libro, e non dicono alcunché sugli stili in cui è scritto. Incompiuti e inconclusivi, sono capitoli ribelli, riottosi, ammutinati. Materia narrativa sfuggita dalle mani. Condividono con l’opera principale intersezioni di immaginario

Il secondo racconto si intitola *Indian Kings *(pdf, 410 kb, ottimizzato per la stampa).

"Ti ho mai parlato di questa razza dissoluta, che chiamano Mohock e ogni notte fa il diavolo a quattro in città, tagliando il naso alla gente, picchiandola, ecc.?"

E’ qui”.

Per quanto riguarda l’incontro di giovedì, notazioni veloci (su tutte: finalmente, la conoscenza di Davide e Seia). Si è parlato di ruolo informativo della critica (Riccardo De Gennaro), della distinzione tra informazione e produzione di argomenti (Mario Fortunato), del ruolo che si autoattribuisce il critico stesso (“nelle mie recensioni gioco il mio onore e la mia identità culturale”-Filippo La Porta), ovviamente di rete e di quella che i rapper chiamano street credibility (la vostra eccetera). Che, com’è noto, non è persona seria: perché se Filippo rappresenta il critico come “l’ultimo cavaliere Jedi”, se devo seguire la metafora Star Wars tendo più a sentirmi così (quello che avvista e avverte il comandante della nave, insomma).

Buona Pasqua, intanto.

10 pensieri su “STREET CRED

  1. questo è il mio terzo commento di fila e un pò mi vergogno, ma siccome vado a disconnettermi ne aprofitto per fare tantissimi AUGURI di Buona Pasqua (…che sia una liberazione da un certo incubo nazionale) a te e ai lippernauti.
    Besos

  2. questo è il mio terzo commento di fila e un pò mi vergogno, ma siccome vado a disconnettermi ne aprofitto per fare tantissimi AUGURI di Buona Pasqua (…che sia una liberazione da un certo incubo nazionale) a te e ai lippernauti.
    Besos

  3. bona pascua e pascuetta e lei dottoressa liperini e a tutti li dottori che vengheno a comentà sur suo blogge!
    me permetto de fà n’ottì che sur mio blogge ciè ‘n pezzo che cè stà na famosa poesia der grandissimo ardo fabbrizi.
    quindi è leteratura diciamo.
    tantissime care cose ancora e auguroni vivissimi a lei e ala sua famija e a tutti i comentatori dar suo
    lucianone.

  4. visto che i miei programmi di pasquetta languono, causa maltempo, vi invito alla lettura di un ottimo intervento riportato su carmilla.
    http://www.carmillaonline.
    com/archives/2006/04/001748
    print.html
    piccolo assaggio:
    ……..In ultimo, affermano che nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Dopo aver chiesto il voto per impedire che i difensori e gli alleati dei “bambini bolliti per concimare” (una favola dal sapore antico) governino il paese, ora chiedono di governare insieme.
    Al di là delle preoccupazioni di qualcuno, rispetto al permanere dei propri privilegi economici e giudiziari (immunità?), come al solito si afferma il contrario di quanto dichiarato in campagna elettorale.
    Ancor più ridicola è questa storia della legittimità a governare.
    Nel 2006 il “centro sinistra” ha ottenuto il 49,8 % dei voti, pari a 19.061.108 voti. Nel 2001 la Casa (circondariale) delle Libertà ha ottenuto al senato il 42,5 % dei voti ed alla camera il 45,4% dei voti, pari a 16.915.513 voti. Per cinque anni ci hanno raccontato di rappresentare la maggioranza degli italiani, omettendo che pur essendo minoranza nel paese (45,4 % dei votanti, nel migliore dei casi) possedevano una maggioranza larghissima di deputati e senatori.
    Oggi, per lo meno, il nuovo Governo ha raccolto 2.145.595 voti in più rispetto alla Casa (circondariale) delle Libertà nel 2001 e rappresenta la maggioranza reale e non la minoranza premiata (dal sistema maggioritario) degli italiani.
    In questi cinque anni, il Governo, pur essendo minoranza nel paese, ha stravolto ogni norma infischiandosene della maggioranza del paese e ora blaterano di nessuno ha vinto o perso, solo per garantirsi privilegi e poltrone?
    Eh, no, mi spiace, ma questa volta dovete proprio andare a casa, senza se e senza ma, voi e le vostre indigeribili balle!
    interessanti anche alcuni articoli sul blog di Georgia.
    Non ci resta che fare da soli l’informazione che i giornalisti sembrano incapaci di fare e iniziare anche a pensare a come difendere questo avanzo di democraia che ci è dato in sorte. Se non lo facciamo noi chi lo potrà fare?
    in forme pacifiche, certo, ma anche decise.
    besos

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