LA RISPOSTA IDEALE

Era nei commenti, due post fa, e mi sembrava giusto darle spazio. E’ la risposta di Silvia Dai Pra’, autrice della recensione de Lo Sbrego su Lo Straniero, contestata da Valerio Evangelisti.

Ciao a tutti e scusate se mi intrometto.
Visto che, tra di voi, qualcuno ha rincarato la dose e qualcuno mi ha difeso, vi mando la risposta ideale (mica è facile rispondere a Carmilla…) che avevo pensato di scrivere.
Visto che non l’avevo scritto, però, lo dico qui: penso che per uno scrittore come Moresco sia impossibile separare "l’uomo" dall’ "autore", perché è proprio lui a non volerlo. Forse sarebbe stato possibile per altri libri più riusciti, non per questo.
Comunque, vi allego qui la risposta ideale a Evangelisti

Gentile Evangelisti,
mi scusi se mi avvalgo del diritto di replica. Non mi soffermo troppo sugli attacchi personali contenuti nel suo pezzo. In effetti, rileggendo ciò che avevo scritto – mi dispiace che manchi il link all’articolo, forse un eventuale lettore dovrebbe avere la possibilità di verificare ciò che viene detto – non ho trovato il livore che invece ho trovato in lei. Soprattutto mi è sembrato un po’ scorretto il modo in cui lei ha estrapolato alcune citazioni estraniandole dal discorso che stavo conducendo, magari tagliandole anche al punto giusto, in modo che, alla fine, non volessero dire nulla. Potrà dire che io ho fatto lo stesso con Moresco, ma non credo: infatti le citazioni da me riportate tendono ad essere smodatamente lunghe, e a riassumere prima il contesto da cui vengono estratte.
Quello su cui stavo ragionando, comunque, mi sembra un po’ diverso. Tempesta
Innanzitutto mi chiedevo se le modalità di attaccare il mondo letterario di Moresco non siano un po’ stucchevoli. In soldoni, se serva ancora a qualcosa ribadire ogni volta che il nostro panorama letterario è composto da “piccole schiere funzionarie e gregarie che si fanno del male, si leccano il culo per emergere dal pentolone pieno di merda. Tutti lì a quattro zampe, ad annusarsi, come i cani nei giardinetti. Vecchi scroti penduli che si allungano per mezzo metro in mezzo alle gambe”. Ha ragione a dire che, nello Straniero, non è difficile trovare invettive contro il mondo culturale che non suonano esattamente più gentili. Quello che le rende diverse, però, è che, in generale, o si fanno i nomi, o si discute sulle strutture dell’editoria, dei media, sulle connessioni tra letteratura e potere, cercando di condurre un discorso che vada un po’ più a fondo dell’immagine viriloide degli “scroti penduli”. Si sa che alcuni hanno il tic di replicare ad ogni critica con l’accusa di avere assimiliato “le logiche del dominio imperiale”. E’ uno slogan un po’ semplice, non trova? Era questo che intendevo quando scrivevo: “continuando a discutere in questi termini, non si andrà molto lontano. Se, alla fine, il postmoderno a qualcosa c’è servito, è anche perché ci ha insegnato a sospettare tanto dei saltimbanchi del potere quanto di quelli della contestazione. Siamo diventati scaltri nello smascherare le pose, le frasi ad effetto, gli inni alla rivoluzione troppo sbrigativi. E non riusciamo più a pensare che qualcuno, per presa di posizione, possa porsi in una condizione di purezza pregiudiziale”. Lei può pensarla diversamente, ma io sottoscrivo ciò che ho detto. Le garanzie rivoluzionarie che lei mi chiede, poi, non posso offrirle, visto che nell’ ‘89 stavo in prima media. Cerco semplicemente di trovare un punto di vista sul mondo odierno che si svincoli da prospettive non più attuali, e di riconoscere quegli autori che mi possano aiutare a costruirlo.
Ma la citazione che mi pare più estrapolata arriva verso la fine. Quella che lei definisce come un insulto e una pura cazzata, fa parte infatti di un discorso che cercavo di porre in termini ben diversi. “E’ inutile sfoderare gli anni del monolocale come garanzia di autenticità. Lo scrittore Moresco non è un extracomunitario arabo, non è un sudamericano accoltellato”. Che Moresco non sia un extracomunitario mi sembra cosa evidente. Nel pezzo, che immagino abbia letto, mi riferivo a un brano dello Sbrego in cui lo scrittore si dipinge solitario, notturno, con una birra in mano, mentre si va a sedere sugli scalini del Duomo tra arabi ubriachi e sudamericani accoltellati: “Io mi trovo bene seduto per terra, là in mezzo. Non mi sento diverso. Mi sento più diverso quando mi capita di stare in mezzo alle persone che circolano attorno ai libri”. Ecco, questo brano mi era sembrato sintomatico di quello che chiamavo “un fitto reticolo di maschere, di pose e di facili vie di fuga”. Lo scrittore Moresco può non sentirsi diverso dagli extracomunitari accoltellati e ubriachi, ma è oggettivamente diverso da loro. E’ troppo facile usare le sofferenze altrui per collocarsi immediatamente nel mondo degli oppressi. Condurre un discorso sull’oppressione, sulla politica, sulla letteratura richiede un’ analisi che va necessariamente oltre le belle immagini e le pose. Una depressione, delle ferite più che giustificate per i tanti rifiuti editoriali – quello a cui nell’articolo faccio riferimento come a “gli anni del monolocale”, su cui, secondo me, lo scrittore indulge un po’ troppo, fino a finire nel compiacimento – sono un dolore personale che va descritto con altre armi, credo, che quelle del compianto. Lei ha ragione, poi, a dire che Moresco ha fatto benissimo a seguire fino in fondo la sua passione. Bisogna però vedere se fa bene a edificarci sopra un monumento. E’ per questo che scrivevo che, forse, l’autore avrebbe potuto raccontarci tutte le sue “sofferenze autentiche” magari mettendole un po’ più in discussione, cercando di presentare anche qualche punto di vista un po’ diverso. Sarà una posizione personale, ma le autoesaltazioni non mi convincono, e neanche un certo vizio che esiste da sempre nella sinistra italiana, quella di rappresentarsi in veste di puri, costretti a combattere contro un mondo di mostri.
Ed ha perfettamante ragione anche quando scrive che il mio rischia di suonare come l’ elogio del minimalismo. Non era però questo che intendevo fare, visto che tra il minimalismo e il dannunzianesimo mi sembra che ci siano molte sfumature. Tutto qui. Non ho niente di personale contro Moresco, mi è sembrato semplicemente che il suo libro ci desse poco, anche nelle parti in cui parlava di letteratura, che non mi sono sembrate proprio illuminanti.
La casualità ha voluto che leggessi Lo sbrego proprio nel momento in cui stavo leggendo Elizabeth Costello di Coetzee, e il modo in cui quest’autore ragionava sulla sul potere, sul mondo, sul corpo, mi è sembrato un modo un po’ più profondo di condurre un discorso a metà tra narrazione e saggismo che partisse dallo spunto della letteratura. Magari il paragone potrà suonare stonato, a sproposito: ma mi sembra che ci siano molte persone che trovano Moresco in grado di gareggiare alla pari con i migliori nomi della letteratura mondiale. Io non lo penso. Così, ho cercato di ragionare sul perché l’ autore Antonio Moresco non riuscisse a convincermi, pur riconoscendogli un talento che appare specialmente nei Canti del caos.
Come si ricorderà, il suo racconto apparso su Patrie impure aveva sollevato un piccolo polverone: purtroppo ad attaccarlo era stato un editorialista del Giornale, e questo aveva fatto sfumare ogni possibilità di analisi sincera, anche da sinistra. Ma non credo di essere stata l’unica a pensare che riesumare Alfredo da Vermicino, che si rifiuta di uscire dal pozzo perché ciò che è fuori gli fa schifo, fosse un atto di cinismo un po’ gratuito: e fosse anche una via semplice, che permette di rifugiarsi in un “grido di dolore” (altrui, tra l’altro), invece di provare ad analizzare la realtà odierna in modo più complesso, con tutto il suo carico di caos e contraddittorietà. Realtà in cui uno scrittore è immerso e con cui convive, e con cui forse un po’ si sporca, ben diversamente dal modo in cui può farlo un bambino caduto in un pozzo. Non c’è nulla di male nel fatto che io pensi questo, e non credo che non stracciarsi le vesti per uno scrittore che viene attaccato da un forzaitaliota sia un atto poco di sinistra: piuttosto, come scriveva Fortini nella Difesa del cretino, è proprio tra persone che, sommariamente, hanno le stesse idee che deve esercitarsi il diritto di critica, altrimenti si finisce nella logica di clan. Critica fraterna, ovviamente, come forse non è stata la mia: ma, nonostante tutto, continuo ad essere convinta che la mia recensione allo Sbre
go non contenesse un decimo degli insulti che invece ho trovato nella sua replica. Con questo chiudo, sperando che ciò che ho detto non suoni come l’ennesimo sfogo isterico di Antonella Elia. Ma, se il panorama deve essere questo, bisogna pur sempre vedere a chi spetta il ruolo di Walter Nudo, a chi quello di Pappalardo.
Cordialmente
Silvia Dai Pra’ (scusi se preferisco usare il mio nome per esteso)

102 pensieri su “LA RISPOSTA IDEALE

  1. Ho letto prima il pezzo su Carmilla, poi la risposta di Silvia dai Pra’. Che dire? Chi tocca Moresco muore! La risposta è sempre aggressiva, e la cosa è inquietante. Chissà come si è trovato Moresco, lasciati gli extracomunitari arabi a fare l’Imam nella soap più di sinistra che c’è. Scherzi a parte tutta la mia solidarietà a Silvia, abbi pazienza pare che in Italia su certe cose non sia più permesso ragionare lucidamente, nemmeno a sinistra. E comunque i miei complimenti per una risposta che vale quanto la prima recensione. Tonnellate di lucidità e riflessione. peccato che un intellettuale come Evangelisti non abbia saputo apprezzare.
    Un saluto
    Lello

  2. …davvero aggressivi tutti e due!
    …e poi quel soffermersi di entrambi sui penduli scroti e sui cani che si annusano i buco del culo, sottile minaccia di accusarvi l’un l’altro di essere scaduti in una banale critica politically correct allo strisciante presunto sessismo di moresco…
    ma non siete capaci di moderare i toni?
    …e di seguito c’è chi sottoscrive, in pieno per giunta, si schiera…
    …senza, per altro, dire ninte del libro di moresco.
    complimenti.

  3. Come accade di solito nella blogosfera letteraria, piccole cazzate, tutt’al più incidentucoli di percorso (se c’è un percorso), vengono amplificate a dismisura e assumono il peso di eventi gravissimi. Adesso tutti a crocifiggere Evangelisti, solo perché ha scritto che gli ha fatto schifo una recensione. La Dai Pra ha già risposto, forse Evangelisti ri-risponderà e forse no, nella peggiore delle ipotesi ciascuno rimarrà sulle proprie posizioni e fine, che bisogno c’è di andare a rimestare, a sviscerare, e tirare fuori categorie morali (“bugiardo”, “denigrare”, come Angela Scarparo su Vibrisse) ma basta con ‘sta pesantezza, cazzo! Stiamo parlando di un breve articolo apparso su un sito web a commento della recensione di un libretto di poche pagine e limitatissima circolazione, recensione sepoltra tra le pagine di una rivista di ultra-limitatissima circolazione, e qui e altrove si fa apparire il tutto come un caso diplomatico, roba da ritirare gli ambasciatori dei blog democratici dallo stato-canaglia di carmillaonline…

  4. a parte che, se proprio ci vogliamo soffermare su questioni cllegate ad una realtà socio-politico-culturale tipo le polemiche sollevate dal raccontino di moresco, allora si dovrebbe parlare di questa isola dei presunti famosi (perchè io un ‘tronista’ magari so pure che cos’è, ma non so certo CHI cazzo è), e poi magari si potrebbe collegare (come insegnavano alle superiori: “i collegamenti sono importanti, ragazzi, la cultura non è fatta di compartimenti stagni!”, dicevo, si potrebbe collegare a ‘la possibilità di un’isola’ che è uscito, con le solite polemiche, in questi giorni…
    che ne dite?

  5. Non so, Franco, ma mi sento d’accordo con Andrea C.
    I toni di Evangelisti (che io rispetto profondamente) e di Silvia Dai Pra’ (che non conosco abbastanza e me ne scuso) erano, in generale un po’ troppo accesi (ma, in definitiva, credo sinceri).
    Però è vero che Silvia Dai Pra’ aveva, ed ha, il diritto di scrivere recensioni dei libri che le paiono e piacciono (indifferentemente se letti da 5 persone o da 500.000) e altrettanto Evangelisti di non essere d’accordo e di dirlo.
    Ti dirò, io ho fatto l’errore di commentare qui sulla Lippa, prima di leggere l’articolo incriminato, fidandomi solo delle parole di Valerio Evangelisti.
    Non è che, dopo, abbia particolarmente cambiato idea su Moresco (detta e ribadita anche nel commento post lettura Da Pra’). Certo Evangelisti era un po’ incazzoso, ma anche la Dai Pra’ non era “pacata”. Come invece ho trovato questa sua replica.
    Io, cerco di dirti, trovo invece interessante che si apra una discussione fatta di commenti e di repliche. Questa è la vera forza del blog.
    Che poi si possa passare allo svacco barricadero, questa, purtroppo, e la sua vera debolezza.

  6. Melloni: bugiardo è una categoria morale che vale quanto “palla”, visto che la usano anche i bambini.
    E in questo contesto vale, detto a Evangelisti come, “Bugiardo! La stavi nascondendo, la palla eh, furbacchio’!”, visto che se una non si fosse andata a leggere la recensione avrebbe scambiato la Dai Pra per Antonella Elia, senza capire – come dice lei nella risposta – chi fosse Pappalardo.
    E ‘denigrare’ adesso vado a virgolettarlo. Pensavo di averlo fatto, ma rileggendo mi accorgo di no. E’ parola che ha usato Evengelisti, non io. Figurati, io l’ho solo ripresa. Scusami Ge melloni, ma se è un gioco – perchè si parla, ma si sa che al fondo va tutto bene… – perchè lo vuoi trasformare in guerra?
    Posted by: angela scarparo at 23.09.05 22:08
    Ah, no, scusa era ‘sfregiare’! E io, la solita tonta taglia terza che mi ricordavo denigrare! Ach!

  7. Angela, non entro nel merito del tuo intervento, ma di un particolare: il fatto che una “categoria morale” (?) sia usata anche dai bambini non deresponsabilizza l’adulto che si esprime allo stesso modo. Se un ragazzino di 6 anni dà del pirla a un vigile, il vigile sorriderà scocciato. Prova a farlo tu 😀

  8. Gianni, Andrea si legava a quel mio riferimento all’Isola dei famosi.
    @Andrea. Dai, c’è una bella differenza tra cazzeggiare sull’Isola dei famosi e impostare un’analisi su quella trasmissione e su tutto l’ecc. ecc. che ne consegue.

  9. Babsi, cosa c’entra il vigile? Abbiamo parlato di gioco e di palle, (ehm!, cerchero di stare in equilibrio, se mi riesce: vediamo). Io gioco con quelli che mi scelgo io. Mi ci vedi che scendo per strada e lemme lemme mi avvicino al primo vigile che incontro, e gli giro intorno, magari danzando e cercando di tirargli la palla, tipo Charlot affamato, dopo che è stato beccato a rubarsi una pera, e poi gli dico, pure, ” Bugiardo! Bugiardone”! Peraltro, lo faccio come i bambini, quindi, molto seriamente. Il vigile? Fammici pensare. Aspetta. Tu mi parli come se io, nota attaccabrighe, avessi dato del pirla a Evengelisti – che sottolineo, amo – con lui placidamente seduto in poltrona con il cane ai piedi a fumare la pipa. Ehi, ma non è andata così. Si giocava. Silvia ha tirato il pallone. Moresco non si scostato. E’ stato là, a stoccafisso come al solito. Non ha neanche detto niente. Evangelisti di rimessa è intervenuto, ha preso la palla, è corso via e invece di rigettarla, ha continuatoa tenerla, non solo, ma ha preso e l’ ha nascosta, il furbacchiione! Capito? La Dai Pra ha detto, “Ridammela!”. lui niente, sai come è Evangelisti, no? fa finta di sorridere e si tiene la palla. Io ho visto che ce l’aveva dietro la schiena e ho detto, “Ehi, bugiardo! Ridagliela o con te non gioco più! Tu e le tue parole da pirla che usi, come sfregio!”. Ecco, ho anche sagerato nelle offese. Pirla non gliel’ho detto per sfregiato. Mi sei testimone. Però l’ho peonsato, confesso, “Che parola da pirla! Sfregiare!”. Che c’entra il vigile? Io posso giocale con il gatto, con Giulio, con te. Con Evangelisti – se non si è arrabbiato e se no amen, chi se ne flega! – non con il vigile. Cazzo c’entla il vigile? Chi cazzo gliela tilelebbe una palla al vigile?

  10. macchè gianni, manco una birra, non ho nemmeno cenato se è per questo…è che sono alle prese con 3 traduzioni, 1500 schede turistiche sulle regioni d’italia e batto sulla tastiera più veloce di quanto penso.
    cerco di spiegarmi. volevo ‘rispondere’, senza però entrare in polemica, ai post di melloni e la rocca, il primo che sottolineava la scarsa diffusione delle pubblicazioni di cui si parla, il secondo che metteva in mezzo il nazional-popolare.
    tento di articolare meglio il mio pensiero, tra le bellezze di Melpignano e quelle di Mesagne:
    tra moresco, carmilla e lo straniero e l’isola dei famosi ci sono dei numeri, se si parla di fruitori, che sono incommensurabili. la ‘realtà’ (come odio questo termine) letteraria italiana è, ahimè, una piccolissima riserva indiana, ma non per questo non vale la pena pigliarsi a capelli su questioni che a milioni di persone non frega niente. perchè questa società letteraria, che esista o meno (non ci voglio nemmeno entrare in questa questione) è una cosa bellissima. questa riserva è aperta, però al mondo esterno ed è lecito domandarsi ogni tanto se vale la pena pigliarsi a capelli quando, se si organizzasse ‘l’isola degli scrittori’, la ‘gente’ avrebbe meno familiarità con uno di questi piuttosto che con un figurante di ‘buona domenica’.
    è banale, lo so, però lo è anche la polemica di melloni sulla scarsa diffusione, come lo è la risposta di la rocca sul nazional-popolare, e questa benelità è un pericolo, come lo sono gli attacchi personali, i cavilli semantici che si appigliano al codice di de mauro, e finisce che non si parla di libri e annessi ed è stancante e io finisco a tradurre e basta e non mi guardo più intorno.

  11. Il mio era un invito a relativizzare e a capire che queste sono tempeste in un bicchiere, non era un tentativo di equiparare quantità e qualità. Se per voi invece sono uragani Rita, va bene, ma il giorno che arriva l’uragano vero e la voce l’abbiamo persa strillandoci addosso per le tempeste del bicchiere, con che voce daremo l’allarme?

  12. E’ talentoso, Babsi. E’ sveglio. E’ abituato a sottovalutare l’avversario come tutti i talentosi. Poi, ma forse anche per colpa di certe avversarie – che pure io certe volte, se mi dicono, “Ehi, guarda quella! E’ del tuo stesso sesso!”, io dico, “Nooo! Bello! Hai capito male!” – insomma, Evans – chiamiamolo così, va! – quando gioca a palla con loro, con certe femmine, le le palle sai dove le tira? Contro il muro! Le salta direttamente! Mo devo andare a lavorare, va’! vado a pesca! Ma voi parlate parlate che vi ascolto! Visto che bellino ‘tash-blog?’ Serio serio, mica cazzarona come me.

  13. io sono d’accordo con biondillo che dice: “trovo invece interessante che si apra una discussione fatta di commenti e di repliche. Questa è la vera forza del blog”.
    Infatti questa è la vera forza della rete e ringrazio quindi sia valerio evangelisti (che stimo da tanto) che silvia, che non conoscevo. E’ bellissima la discussione e non c’è bisogno di schierarsi con nessuno, anzi io sto per tutti e due: due belle tastiere … avercene come questi due 😉
    georgia

  14. ATTENZIONE SIGNOR dal pra’ QUELLO CHE DICE E’ IMPORTANTISSIMO/INDICATIVO/PAZZESCO, CHI TOCCA MORESCO MUORE E’ PAZZESCO ANCHE NEL CORO DI LEI SIGNOR VOCE (CHE NOI STIMIAMO TANTISSIMO!!!)!!!, MA QUESTO E’ INDICATIVO, ECCO LA RAGIONE. LA KOIN CULTUALE/SUPERMERCATO/HARD-DISCOUNT DELLA CULTURA E’ COSì, SPUNTANO LE MAYA FINETTI, LE DAL PRA’, LE KARCHACH, LE SCATENI E TUTTI I NICKNAMES PERNIETZCHOSI CHE ATTACCANO I VERI LIBRI E I VERI AUTORI CHE FANNO DELL’ANTI-RESTAURAZIONE DI LIVELLO ASSOLUTO CIOè OPPOSTA ALLA RESTAURAZIONE, (SCUSATE, SIAMO INTERVENUTI CON LA MODIFICAZIONE HTML MA NON PER FARE VEDERE A RIC TREMAINE CHE SIAMO BRAVI, LEGATO ALLA COMMESSA IMPORTANTISSIMA CHE E’ GIUNTA ASPETTATAMENTE DAL CANADA DOPO LE PREMESSE/FONDAMENTA GETTATE A MALTA, MANTOVA NON C’ENTRA NIENE!!!!!!!). IL RAGIONAMENTO CHE LEI FA’ E’ DI BASILARE FONDAMENTA SU CUI DOBBIAMO ERIGERE UN DISCORSO ED E’ QUASI ERETTO, INFATTI ANNUNCIAMO NEI FATTI UNO SCOOP PAZZESCO NELLO STILE NOSTRO DI SCOOP RIPETUTI PAZZESCHI, MORESCO NON E’ DI AL DI QUA E DA, QUESTO INERISCE LA RAGAZZA INESISTENTE SILVIA DAL PRA’, EVIDENTE CARICATURA DI CARLA BENEDETTI IN STILE I.SCARIOTA STILE EX AMICO PERSEMPRE PEPPE I., SOSTITUITO COME AMICO PERSEMPRE NEI NOSTRI CUORI DA ANGELINI ANCHE NOI CONTRO BARBIERI BAMBINO COI CAPELLI (LI AVEVA!!!!, VDI FOTO!!!!!!). MA ANNUNCIAMO PROPRIO QUI PER LA PRIMA VOLTA IL TENTATIVO DELLA POTENZA DI FUOCO (DATOCI DA PROMETEO A PREZZO DEL FEGATO, MA NOI NE ABBIAMO!!!!!) IL TENTATIVO DI SCALARE LE VETTE DEL CELEBRE GOOGLE ANCHE CON UN NUOVO SCOOP PAZZESCO LEGATO A DOPPIO FILO INCROCIATO A MORESCO PER LA GIUSTEZZA DELLE SUE OPERE MAGISTRALI (NON LE SCUOLE SUPERIORI, CHI VUOLE INTENDERE CAPISCA), CHE VENDONO MA NON ANCORA QUANTO ACCUMULATO NEI MERITI IN-DISCU(=SCARPA=SCURAGLIA=GRANDE!!!!)-TIBILI!!!!! PER CUI GRANDE!!!!!!!,!!!!!, ADESSO ANCORA PAZIENZA DI UN GIORNO PERCHé LA COMMESSA E’ DA PAGARE CON DURE ORE DI LAVORO (VDI LE CURE, INDIUSCUTIBILE FARLE), MA TIPO DOMANI CE LA FACCIAMO, ABBIAMO IN RISERBO UNA SUOR-PRESA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! GRANDE!!!!! SPETTACOLO.
    VINCENZO e BASILE

  15. ATTENZIONE VEDIAMO CHE LE RAFFINATE PROCEDURE FATTECI IN HTML QUI’ NON FUNZIONANO, PERCHé????? QUESTA PIATTAFORMA KATA(NGA)WEB CI PENALIZZA, CI DISPIACE, SOPRATTUTTO PER I LETTORI DI VMO TESTATA QUASI DEFINITIVAMENTE REGISTRATA, SIGNORA LIPPERINI QUESTA NON E’ CENSURA MA CI DISPIACE PER I LETTORI, DOV’ FINITO LO HTML??????????? VEDETE CHE E’ PROPRIO: DOVE CI PORTERà IL WEB????
    AVANTI COSì!!!!!!!!!!!!!!!
    VINCENZO e BASILE

  16. Ciao
    volevo semplicemente dire che – non mi ricordo il nome – non ha tutti i torti quello che scrive che si sta amplificando un fatto minimo. Sinceramente pure io non mi aspettavo una tale polemica per la recensione a un libro che avremo letto in due (e scommetto che ora magari avremo letto in 15, quindi forse Moresco mi dovrebbe ringraziare). Quindi io sarei la prima a dire che la chiuderei volentieri, anche perché oggi è sabato e a Roma c’è il sole.
    Se, proprio, volessimo continuare a discuterne, io credo che sarebbe più interessante distaccarci dall’immediato. Magari facendoci domande, tipo:perché chi tocca Moresco è sottoposto a una raffica di insulti pari soltanto a chi dice che gli israeliani non gli stanno simpatici? perché non si riesce più ad instaurare un dibattito letterario che non si trasformi immediatamente in una guerra?
    Eccetera eccetera (adesso non mi viene in mente altro, ringrazio i signori qua sopra di volermi una arrampicatrice di google, non so se la mia parola conta qualcosa, ma era l’ultima cosa a cui pensavo).
    ciao
    silvia dp

  17. Credo che il primo commento di Franco Melloni sia quello che meglio definisce la faccenda. Io non so quanti di voi hanno letto Lo sbrego. Io no. Due mesi fa ho comprato e ho cominciato a leggere per la prima volta un libro di Moresco: I canti del caos n.1. Sono arrivato faticosamente a pag. 200. Non credo che arriverò fino in fondo.

  18. ciao silvia dp (nickname tendenzioso in quanto chiaramente militante, dietro cui si nasconde senz’altro la restaurata signorina rottenmeier dai prà)
    a me lo scontro dialettico tra te ed evangelisti (non al contrario altrimenti la congiunzione risulterebbe meno eufonica) sul ‘moresco arabo/sudamericano/ubriaco/alcolizzato/seduto per terra là in mezzo’ mi sembra spassosamente degno delle attenzioni di VMO, per questo stanotte ti ho segnalata all’armi (Anti-Restauratori- Militanti-Isolani).
    per smorzare i toni alla maniera della loro macinatrice. ciao

  19. Da lettore. In uno dei commenti ai post precedenti era stato pubblicato un brano scritto da Moresco (tratto da Zio Demostene), mi era piaciuto, quel breve pezzo, e mi ero ripromeso di acquistare qualcosa di Moresco, che non conosco. Poi, come mio solito ho incominciato a gironzolare per capirci qualcosa di più e, a parte la “polemica” fra Silvia Dai Prà e Valerio Evangelisti (ho trovato molto poco elegante da parte di Evangelisti ridurre Silvia Dai Prà a SDP e non citarne il nome; vecchio trucco da scuola di comunicazione consunto e noto, da “Pappalardo” direi), ho deciso di soprassedere alla mia decisione.
    Cosa mi ha fatto cambiare idea? Sicuramente non Silvia Dai Prà o Valerio Evangelisti, no; la sterzata mi è arrivata da una recensione a Zio Demostene di un bloggher che considero serissimo, attendibile, che scrive bene e, sopra tutto, non è coinvolto direttamente.
    Non cito il link per evitargli improperi e chiudo con una domanda: “Perché un lettore per ottenere un consiglio non di parte su un libro da acquistare, per essere letto ovvio, difficilmente riesce a trovare l’indicazione nelle critiche degli addetti ai lavori?”.
    Almeno a me così capita.
    Buon fine settimana. Trespolo.

  20. ATTENZIONE IL SIGNOR DAL PRA’ FILOSOFO DELLA CONTRAFFAZIONE DI CARLA BENEDETTI (DETTA RAGAZZA DA BRULLO CHE ABBIAMO FATTO IL CHECK IN, E’ A POSTO, PUò PASSARE, NON è DI AL QUA E DA, CIOè DELLA RESTAURAZIONE) ABBIAMO SCOPERTO CHE SDP (CHE NON C’ENTRA COL PDUP, QUELLA è LA NOSTRA STORIA, NON LA SUA) ATTEZIONE E’ UN BRIGATISTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! L’ABBIAMO DETTO DA SUBITO DI QUESTA COSA DELLA RESTAURAZIONE DEL RICONGIUNGIMENTO COL TERRORE DI STATO NELL’OTTICA DI UN FARE LA STRATEGIOIA DELLA TENSIONE SCAMBIANDOLA PER TENZONE, MA QUI’ LA PROVA IN-KONG/FU(=SCARPA=SCURAGLIA=GRANDE!!!!!!)!!-TABILE DELL’APPARTENENZA/MILITANZA/VESTE-CULTURALE DI SDP: http://www.brigaterosse.org/brigaterosse/libri/Recensioni/SilviaDaiPra.htm , COME LE VOCI ANONIME AL TELEFONO CHE ANNUNCIAVANO LE COSE TREMENDE SFRUTTANDO GIA’ LA STRATEGIA DEL NASCONDERSI (NELLA CORNETTA, NETWORK PAZZESCO DEI TEMPI IN CUI LA TECNOLOGIA ERA QUELLA E NON QUESTA!)PER DIRE COSE TREMENDE COME IL RITROVAMENTO AI GIORNALISTI DEI VOLANTINI NELLE CABINE TELEFONICHE, ANCHE I VOLANTINI ERANO ANONIMI MA FATTI DI PARTOLE COME I NICKNAMES!!!!!!!!!!!!!!!!!! QUINDI HA RAGIONE CARLA BENEDETTI RAGAZZA A POSTO, PUò PASSARE, NEL METAL DETECTOR ABBIAMO VISTO IL QU.I. ELEVATISSIMO CHE CI HA AVVERTITO DELLA RESTAURAZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    GRANDE!!!!!!!!!!!!!!!
    VINCENZO e BASILE

  21. Rispondo a Trespolo (sulla discussione in corso concordo pienamente con Gianni Biondillo e non aggiungo altro) e rispondo, ovviamente, per quel che riguarda me.
    Non sempre fornisco indicazioni (ma spesso sì: ieri credo di averlo fatto sul libro di Paul Collins, che se non si fosse capito per me merita), più frequentemente fornisco segnalazioni, salvo tornarci sopra.

  22. Trespolo, per la prima volta posso dire, “Sono assolutamente e totalmente d’accordo con te!”. Parlo dei blog. C’è un ‘atteggiamento appassionato’ che raramente si trova in chi recensisce libri per professione. Ma, al di là delle polemiche, e riprendiamo, vero Trspolo, il discorso che si faceva di là, su Vibrisse, “Perchè in Italia – più che altrove – non si riesce a rimanere indipendenti? Perchè non ci si rende conto che mollla oggi molla domani, non è un favore che si fa a se stessi, ma un danno?” Perchè la capacità di giudicare in autonomia va coltivata, nutrita, con l’indipendenza e senza pregiudizi. Non lo so. Mi pare una tale ingenuità pensare che se ti aggreghi a un carrozzone poi sei al sicuro. Volgio dire, magari fosse così. Non è così.

  23. A Trespolo. In attesa di ulteriori approfondimenti, puoi cercare nel mio archivio (giugno)un pezzo stupendo di Moresco: “Come ascendere”.
    Anzi, lo ripropongo qui:
    “Sono passati già quaranta giorni…” constatò Gesù. “Mi tocca ascendere.”
    Il sentiero cominciava a salire, non si poteva guardare dalla parte di
    Betania…
    Uno degli apostoli gli si era accostato, gli stava dicendo qualcosa,
    sottovoce.
    “Sapevo da sempre che questa battuta sarebbe stata pronunciata…” mormorò Gesù passandosi una mano sulla fronte….
    Erano ormai arrivati quasi in cima.
    “Come posso tenerle, le mani?” si ricordò di chiedersi Gesù. “Non tutte e
    due incrociate sul petto come un bambolotto, ma neppure stecchite lungo i
    fianchi… A tenerle tutte aperte e allargate ai lati della testa assumerei
    un aspetto insopportabilmente pretenzioso durante l’ascensione… Ecco…
    potrei forse tenerle dietro la schiena, con le dita intrecciate, la testa
    leggermente inclinata da una parte, le spalle un po’ strette… Potrei
    grattarmi d’un tratto un angolo della bocca, o di un occhio, volendo, per
    minimizzare un po’ la cosa…”
    Non sentiva già più il terreno sotto i piedi, gli apostoli dovevano già
    arrovesciare la testa per vederlo, sulla cima del colle che oscillava.
    “Forse non ci sarà più nessuno ad aspettarmi…” si disse ancora Gesù,
    “troverò tutto vuoto e deserto, abbandonato, le luci spente, cartacce che
    volano, sedie rovesciate…”
    (Antonio Moresco, “Gli esordi”, Feltrinelli)

  24. Angela: ach, con quella affermazione di “concordia” mi hai lasciato basito e poi butti nello stagno, con la frase in chiusura, un sasso che avrebbe dovuto smuovere il fondo. Per quanto riguarda la discussione da continuare nessun problema, ci mancherebbe 🙂
    Lucio: ci tornerò sicuramente a dare un’occhiata anche perché, a questo punto, inizio a essere incuriosito da tanta discussione e l’unica via per capirci è… metterci il naso di persona.
    Buon fine settimana. Trespolo.

  25. Io non sono del tutto sicuro che sia poi così importante parlare dei toni anziché dei contenuti.
    Riccardo, in realtà credo che leggere lo sbrego sia istruttivo, non per ciò che scrive Moresco, ma per ciò che è stato detto “intorno a “Moresco, “sbrego”, e così via. C’è una proporzione che non è “proporzione”, secondo me.
    Una nota a margine: chi sostiene che parlare di Moresco senza incensarlo significhi tirarsi dietro le ire di un certo numero di persone, spesso ingiustificate, non dice certo una novità…è strano, ma temo che sia vero (ciò non vuol dire che ogni persona che difende Moresco sia parte di un complotto organizzato, anche perché non mi pare che sia in corso una guerra)

  26. Trespolo, spiegami: perchè dovrei sempre ‘concordare’ con te, visto che tutte le volte che sembri tranquillo e pacifico, io comincio a temere per la prossima battuta che tu infatti inevitabilmente fai? L’ultima: parlando su vibrisse a proposito di daldivano, come ti viene in mente di dire che se si è licenziata è perchè avrà trovato qualcuno (ricco) che la mantiene? Ti ho già detto che farei se fossi daldivano.

  27. Chiarisco che i msgg firmati Ow Ouch, uno dei miei antichi nick, sono opera di qualche vagante Andreina Campolmi. Non che a volte non mi scappi di segnalare il mio blog, per carità…
    A proposito, una segnalazione.
    “TUTTO È AUTOBIOGRAFICO”, sostiene Lucian Freud, di cui Venezia ospita una splendida mostra (vedi mio blog:-) )

  28. Mi assento dai blog per qualche giorno, giusto il tempo di vivere un pò di vita vera e zac,mi trovo spaesata in mezzo a un sacco di nuovi commenti 🙂
    Ho trovato interessante lo scontro VE vs SDP (Trespolo, non scrivo così per offendere è che ormai sapete tutti a chi corrispondono queste abbreviazioni 🙂 e mi trovo a concordare con diversi commenti oltre a non avere ancora una mia idea precisa su Moresco. Supportata da scarse e fugaci letture tenderei ad accodarmi al giudizio di SDP, ma so di non avere abbastanza elementi di giudizio.
    A ben guardare comunque SDP in qualche punto deborda e sconfina definendo Moresco come persona e come intenti in base a un libro su cui dovrebbe circoscrivere la sua recensione. E’ leggittimo ciò? io penso di sì e penso anche che sia leggittimo che uno (ad esempio VE) trovi qualcosa da ridire. Che lo faccia nei suoi modi, pure.
    Per quanto mi riguarda non trovo che VE abbia voluto (non è desumibile dal suo commento questa volontà)’nascondere’ la recensione di SDP, nè ha consigliato a chichessia di limitarsi al suo giudizio. C’erano le coordinate per recuperare il testo, se qualcuno di noi è succube del giudizio di VE (o di chiunque altro) questo non è un problema di VE.
    Anche SDP ha replicato e nei suoi modi e a questo punto non mi resta che ringraziarli entrambi almeno per il coraggio delle proprie idee…
    Per quanto riguarda Moresco, bho, forse prima o poi mi imporrò di leggerlo:-)
    Besos

  29. Oh, ciao spettatrice torno anche io proprio ora da una bella passeggiata. Scusa se mi intrometto ma siccome la parola ‘nascondere’ – peraltro era riferita al gioco della palla, non alla recensione. ma era un gioco, e se non si è capito inutile rispiegarlo – l’ho usata io, devo per forza intromettermi, anche se non ho più tanta voglia. va be’, subito dopo mi farò un caffè. Succube, dici. Di Evangelisti. Lo spero. Spero di essere succube del pensiero di Evangelisti. Spero di esserlo più di quanto non ne sia consapevolmente. Perchè – come dico sopra – è un bravo ‘narratore’, e un uomo intelligente. E tutti bene o male siamo succubi di qualcuno. quindi meglio Evangelisti che un altri. Ma il fatto di essere succube – e se non lo sono, ripeto, spero di diventarlo, tanto tutti lo siamo di qualcuno, almeno di lui varrebbe la pena – non deve rendere ciechi. E’ proprio alle persone che si stima (figli, amici, amiche, amanti, cari in generale…) che si dice – si dovrebbe dire, “Secondo me stai esagerando negli insulti. Soprattutto perchè non ce n’è motivo, visto che la Dai Pra non sembra Antonella Elia, come tu dici” Io questo ho fatto con Evangelisti. Se a te non è piaciuto mi dispiace. Ognuno è succube a modo suo.

  30. Angela
    l’essere o non essere succubi era generico, non volevo riferirlo a te piu’ che ad altri o a me. Anch’io in un primo momento ho avuto la tentazione di prendere tal quale l’intervento di VE e archiviarlo alla voce: ma guarda te. Poi ho fatto bene a leggere il testo incriminato e a ridimensionare. Come vedi non sono immune dai mali che stigmatizzo e non cerco neppure di minimizzare la cosa.
    L’appunto sull’essere succubi era un pro-memoria per me e un richiamo al fatto che VE non aveva precluso a nessuno la possibilità di verifica e confronto.
    Tutto lì.
    besos

  31. In ultimo, riguardo all’essere succubi: pur con tutto il rispetto per VE, mi auguro di non diventare sua succube anche perchè credo di essere già ampiamente succube di me stessa e…. da quel dì 🙂

  32. Johnny B., il libro non l’hanno letto in due, ho evitato di scrivere la recensione tre mesi fa perché, sinceramente, gli animi si erano un po’ troppo accesi (vista la politica di linking selvaggio eviterò di linkare “il dove” e “il come”, non è fondamentale), e si è iniziato a discutere sul diritto di criticare, sul diritto di criticare il critico, e così via. Eravamo solo a due passi dall’imbecillità collettiva.

  33. Johnny B., il libro non l’hanno letto in due, ho evitato di scrivere la recensione tre mesi fa perché, sinceramente, gli animi si erano un po’ troppo accesi (vista la politica di linking selvaggio eviterò di linkare “il dove” e “il come”, non è fondamentale), e si è iniziato a discutere sul diritto di criticare, sul diritto di criticare il critico, e così via. Eravamo solo a due passi dall’imbecillità collettiva.

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